La Madonna della Misericordia in Vico del Fieno

Sovrasta, silenziosa e magnifica, la quiete e la vita di una parte dei nostri caruggi: è la bella Madonna della Misericordia collocata all’inizio di Vico del Fieno, là dove il nostro caruggio confluisce in Piazza di Soziglia.
L’immagine di Maria così si staglia, nella sua materna delicatezza.

Sorreggono l’edicola le esili e fortissime braccia di angeli ragazzini.

Maria così rimane, a braccia aperte, in un gesto amoroso e accogliente, l’abito e il manto cadono lievi in diversi drappeggi, le chiome morbide incorniciano il viso dolce di fanciulla della Vergine.

E sulla sommità dell’edicola si nota il trigramma del nome di Gesù.

La statua marmorea della Madonna della Misericordia risale al XVII Secolo e così posa il suo sguardo sui genovesi da così tanto tempo e come sempre è facile immaginare il popolo devoto rivolgere accorate preghiere a Lei.

Ancora là resta, sfiorata dal vento di Genova e dalla luce chiara, nella prospettiva del nostro Vico del Fieno.

C’era una quaglia in Piazza San Matteo

Oggi questo blog ospita uno strampalato fuori programma, quando giri per Genova in effetti non sai cosa potrebbe capitarti.
E infatti ieri mattina c’era una quaglia in Piazza San Matteo.
Va detto che mi trovavo là per altre ragioni ed ero intenta a immortalare portali, meraviglie del passato e blasonate dimore dei Doria.

Sono arrivata alla piazza seguendo questa luce abbagliante del mattino, c’è sempre un raggio di sole potente che cattura la mia attenzione.

Piazza San Matteo (2)

E poi, mentre ero lì, ecco un improvviso svolazzare e sbatacchiare di qua e di là.
E insomma, c’era una quaglia in Piazza San Matteo ed effettivamente io credo che si sentisse un po’ fuori posto, probabilmente i caruggi non facevano al caso suo.
E quindi, con tutto lo stupore del caso, ho fatto anche un paio di foto, d’altra parte quando mai mi potrà ricapitare di intitolare un post in questa maniera?
C’era una quaglia in Piazza San Matteo.
Se non si fosse capito sono veramente molto fiera di tutto ciò!

Quaglia (1)

Dunque, la quaglia ha gironzolato un po’ per i vicoli, è andata a posarsi su una grondaia e poi è ritornata giù nuovamente sul gradino.
Cosa ci faceva una quaglia nei caruggi? Boh!

Quaglia (2)

Di preciso, dopo essersi guardata intorno per benino deve aver deciso che quello non era proprio il posto per lei.
La capisco, in effetti quella zona è piena di ristoranti gourmet, avrà temuto che ci fosse il rischio di finire in pentola!
E fu così che la quaglia pensò di squagliarsela, ecco lì.

Via Chiossone

Io ho continuato il mio giretto a zonzo per caruggi e mi sono infilata giù da Vico del Fieno, toponimo forse più accogliente per certi pennuti, chissà se la mia amica quaglia è passata anche di lì!

Vico del Fieno

Genova, in una parola

Ritorno.
Ritorno e ritrovo luoghi, colori e consuetudini.
Genova, in una parola.
E rumori, suoni, profumi di spezie e di pane sfornato, calore di uno scorcio d’estate, maniche corte, due bambini in monopattino in Via Lomellini.
Sciarpe di seta indiana, collanine di conchiglie in vetrina, turisti in fila, alcuni seguono la guida, altri si allontanano e si avventurano in uno di quei caruggi che piacciono a me.
Genova, in una parola.

via-lomellini

E poi in Piazza San Luca il solito banchetto.
Libri usati, vecchi giornali, vecchie foto, cartoline.
E una finestra, una tenda.
Bianco e rosso, alla Superba si addicono le tinte accese.

piazza-san-luca

Arrivo a Banchi.
E luci fioche e sfumature polverose.

via-banchi

Soziglia.
E una musica, una canzone, proprio quella.
Dal negozio di Orlandini Dischi, la voce di Fabrizio De André e le note di La Città Vecchia.
E lo so, sembra un’invenzione ad effetto, invece è la realtà.
Sabato mattina, a Genova.
Campetto.
E Scurreria, naturalmente.
Ci sono, come sempre, squarci di luce da seguire.

via-di-scurreria

E da qualunque parte guardi ritrovo luce e cielo e tagli d’azzurro.

via-di-scurreria-2

Giro.
Torno indietro, risalgo, scendo ancora.
Riguardo ancora il sole, tra le case dei caruggi.
Genova, in una parola.

vico-della-neve

E in Vico del Fieno di nuovo bianco e rosso, è l’estate di Genova, finestre aperte a lasciar entrare l’aria che profuma di salino.

vico-del-fieno

La curva, la discesa, l’ombra.
E poi, di pomeriggio è venuto un acquazzone ma ieri mattina era turchese, così.

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Diverse sfumature d’arancio.
Soltanto Genova, in una parola.

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Ritorno e ritrovo posti che mi appartengono.
Ritorno e vado a salutare il mare lucente e chiaro, mentre gabbiani pigri si dondolano sull’acqua.
Dolcemente, nel sole di settembre.

porto-antico

Caldo.
E vele e barche.
Alcuni corrono, altri camminano, certi pedalano.
Arrivo fin laggiù, all’Isola delle Chiatte.
Genova, in una parola.

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Il mare si saluta così, per me.
Fermandosi a guardare l’orizzonte, una mattina di settembre.
Guadagno una panchina, una panchina tutta per me.
E mare, cielo azzurro, focaccia, la Lanterna sullo sfondo.
Genova, in una parola.

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Vi ho raccontato di me e del mio ritorno.
Ieri mattina, nei caruggi e davanti al mare.
Non vi ho detto che sull’acqua dai mille riflessi dondolava la cima gialla di una barca.
Pareva come sospesa, come quelle cose che non sai comprendere fino in fondo, una di quelle bellezze improvvise che si lasciano ammirare se tu hai occhi per vederle e per amarle.
Genova, in una parola.

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