Ed è ancora estate.
Calda, luccicante, foriera di nuove spensieratezze e prodiga di nuovi orizzonti.
La si attende trepidanti e infine arriva, così lieve.
Sul mare che luccica, tra onde fresche e leggere di salino.
Così è ancora estate, un nuovo viaggio, una nuova emozione.
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Stad Amsterdam: un magnifico veliero nel mare della Superba
Svetta con i suoi alberi maestosi davanti ai Magazzini del Cotone un magnifico veliero: è il Clipper Stad Amsterdam.
La nave olandese di 76 metri è adibita alla formazione nautica ed è anche una nave passeggeri, così sono andata al suo cospetto proprio per ammirarla da vicino.
L’avevo notata, nei giorni scorsi, guardando il mare dal mio terrazzo.
E devo dirvi che mi pareva di averla già veduta anche se, in lontananza, non era certo riuscita a distinguere i dettagli.
La memoria non mi ha ingannato, il Clipper Stad Amsterdam era già venuto a Genova nel lontano 2015 e allora riuscii a vederlo solo da distante in quanto, come scrissi in questo post, era attraccato alla Stazione Marittima.
E come si dice, tutto arriva a chi sa aspettare, anche un maestoso veliero che ritorna così nelle acque della Superba.
A prua ecco la sua magnifica polena che con i naviganti sfida il mare e le sue onde.
Le geometrie del porto, per me, sanno essere autentica poesia, ancor di più quando si ritrovano giochi di simmetrie rari e straordinari come questi.
Resta sul placido mare il maestoso veliero.
In una delle mie più amate prospettive genovesi: in questo tratto del porto, quando infuria il gelido vento d’inverno, quasi si barcolla e si fatica a mantenere l’equilibrio.
Nel tempo d’estate spira appena una brezza leggera che sfiora le cime, le barche, le bitte e accarezza la superficie dell’acqua.
Deve essere un’emozione grande vedere questo veliero solcare le onde a vele spiegate e sospinto da favorevole vento.
Così si staglia il veliero Stad Amsterdam nell’azzurro di giugno.
In attesa di prendere il largo e di abbandonare la terra.
Così si ammira, nella sua maestosa bellezza, il veliero Stad Amsterdam nel mare della Superba.
A gonfie vele verso l’estate
Un pomeriggio, una calda giornata dal profumo di vacanza così accompagnata da una frizzante brezza ristoratrice.
E si viaggia, a gonfie vele verso l’estate, solcando le onde del mare davanti a Corso Italia.
Qualcuno semplicemente passeggia godendosi il sole e l’aria salmastra.
In questo pomeriggio di primavera erano tante le barche che fendevano l’azzurro per puro diletto.
E il vento glorioso gonfiava le vele.
In una bellezza di turchese e di giallo vivace come il sole d’estate.
Navigando nel blu.
E lasciando la candida scia.
Tra i profumi e i colori del Mediterraneo.
E ancora vento, vento, vento per la gioia di felici surfisti.
Sullo sfondo, in lontananza, il profilo del Monte di Portofino.
E ancora vele bianche e spuma del mare e vento salmastro.
E questa dolcezza di Genova, quando la bella estate è sempre più vicina.
Verso l’orizzonte
Un soffio leggero di vento e il mare si increspa.
Il cielo è chiaro, limpido e terso, non una nuvola a turbare questa perfezione.
Le case posate sulla costa, la freschezza marina e una cornice di magnifica quiete.
Un gabbiano intrepido si libra nell’azzurro e una vela blu sospinta da favorevole brezza prende il largo, sotto il sole che brilla, verso l’orizzonte.
Merenda tra le barche
E così finalmente ecco il sole di maggio e i colori accesi della primavera davanti al mare di Corso Italia.
Una dolcezza ritrovata che sempre dona quiete al cuore.
Le vele, l’azzurro e quel lento dondolare.
E gli scogli, l’orizzonte da catturare, mentre certe barche restano in attesa di nuove partenze.
Alcun si dedicano alla pesca mentre un remo fende l’acqua e una barchetta turchese come quel mare prende il largo in un questa dolce tranquillità.
E qualcuno ne approfitta per far merenda, tra i ciottoli levigati dal salino e le barche tirate a riva.
Era un bella briciola sostanziosa e invitante, perfetta per un piccoletto così!
Mentre attorno c’era tutto questo azzurro di primavera e di Genova.
E certe candide vele si lasciavano condurre dalla brezza leggera.
E alcuni restavano lì, davanti al muretto, a scrutare le barche, i pescatori, il confine del mare e il cielo limpido.
Un attimo soltanto
È durato appena un attimo.
Il tempo di pochi respiri o di un refolo di vento, lo spazio di un battito.
E il cielo era lucente di sole e chiaro come sa essere nei giorni che precedono il tempo della primavera.
Di fronte a me il mare e Corso Italia.
E percorrendo una strada che conduce laggiù ho veduto una vela, una cornice di alberi e di ondeggianti fiori di mimosa.
Con questa dolcezza, un attimo soltanto.
Mare, vele e libertà
E poi il sole brillante rimbalza sul mare e fa luccicare l’acqua che si increspa appena.
Ed è blu, turchese, celeste e bianco di vele che sospinte da favorevoli venti prendono il largo verso mete sconosciute.
Il mare, da sempre e per sempre, è simbolo di assoluta libertà, con quell’orizzonte infinito del quale non si sa immaginare il confine.
E navigano le vele, leggere si inseguono e si alternano in una danza che pare non terminare mai.
Alcune si inchinano alla forza del vento e alla maestà del mare.
È un dono prezioso poter sentire la brezza marina, il salmastro che sfiora la pelle, la vita che richiama altra vita e altra bellezza.
Così incedono le vele, nell’avventura di una giornata lieta.
Maestose regine di un panorama armonioso e così lineare eppure unico.
Candide e chiare, come la spuma che si dissolve sui sassi quando le onde si frangono inquiete.
Così ho veduto queste vele, lievi sul mare davanti a Corso Italia, sospinte dal vento e dal desiderio di libertà.
Esposizione Italo-Americana del 1892: regate a vela e a remi
Accadde nel 1892, in quell’anno glorioso si celebravano i 400 anni della scoperta dell’America e la città di Genova, per celebrare il più celebre dei suoi figli, organizzò in onore di Cristoforo Colombo la grandiosa Esposizione Italo-Americana che ebbe inizio ai primi di luglio per terminare poi ai primi di dicembre.
Numerosissimi furono gli eventi e le iniziative, ovviamente è impossibile narrarli tutti in breve e allora oggi vi porterò in riva al mare blu come quello che condusse con le sue onde il prode Colombo verso fama imperitura.
Qui, su quell’azzurro spumeggiante, si tennero le regate a vela e a remi, traggo le notizie che vi narro dal volume Cronache della Commemorazione del IV Centenario Colombiano edite a cura del Municipio proprio in quel 1892.
Dunque, a promuovere le splendide regate a vela fu il Regio Yacht Club Italiano e moltissime furono le imbarcazioni che presero il mare.
Il campo di regata comprendeva un triangolo che aveva i suoi vertici nei tre seguenti punti: all’estremità del Molo Lucedio, davanti a Sampierdarena e a Quinto al Mare.
Gli yachts e le candide vele si sfidarono ai primi di agosto, il vento di scirocco favorì la navigazione.
Cari amici, non sto a elencarvi i nomi dei partecipanti, erano davvero tanti e certo si trattava del fior fiore della buona società, tra di essi figura anche il Capitano Enrico d’Albertis, il volume riporta con precisione i risultati delle diverse gare.
Ovviamente non mancarono le occasioni mondane e la sera dell’otto agosto nello scenario della sfavillante Villetta Serra riccamente illuminata si tenne un esclusivo garden party, la sala al piano terreno era adornata con le bandiere di tutte le nazioni.
Ecco l’augusta nobiltà cittadina, fanno sfoggio di raffinatezze le elegantissime signore dell’olimpo genovese e forestiere, così recita l’articolo di Il Secolo XIX riportato sul libro.
Non mancava il sindaco Barone Andrea Podestà e con lui molti notabili della città.
Venne poi la metà del mese e dal 14 al 16 si tennero nel Porto di Genova le regate internazionali a remi.
Il pubblico sulle tribune che circondavano il palco reale ammirò compiaciuto lo spettacolo straordinario delle regate.
Tratto da Cronache della Commemorazione del IV Centenario Colombiano
Volume di mia proprietà
L’Italia annoverava atleti provenienti da città diverse e schierò nelle diverse gare equipaggi con sportivi provenienti da Genova, Milano, Torino, Piacenza, Pavia, Livorno e Firenze.
E così si legge:
“Lungo il campo delle regate due lunghe file di navi da guerra, yachts e grossi vapori della Navigazione Generale Italiana e di altri armatori completavano il quadro grazioso a cui era sfondo splendido il Superbo Porto di Genova.”
Le giornate si conclusero con le cerimonie di premiazione dei vincitori e con il brindisi alla gloria dei partecipanti.
Furono giornate memorabili per Genova, furono tempi di festa e di celebrazione.
In onore di Cristoforo Colombo, fiero navigatore e illustre figlio della Superba.
Di nuovo estate
E poi è di nuovo estate.
Arriva piano, come una barca che lenta fende la superficie dell’acqua e dondola e danza, nell’equilibro magnifico di una nascente avventura.
Estate è ancora colori, luce, fresche fragranze, profumo intenso di ritrovata libertà.
Poi, a volte, non sai nemmeno tu quale sia la tua meta e quale terra ti attenda oltre l’orizzonte, a volte semplicemente ti metti in viaggio.
E segui una strada, una rotta, un destino.
E non sai dove arriverai.
Ed è estate.
E arriva con questa dolcezza, come la vela che sospinta dal vento affronta le onde increspate del mare.
Ancora vele
Ancora vele, navigano serene sull’orizzonte blu.
Ancora vele come altre che vedemmo in stagioni diverse, in certi momenti di quiete in cui ci fermammo a cercarle e a seguire il loro viaggio lieve.
Ancora vele, ancora ne verranno e ancora ci attarderemo ad osservarle, cercando di indovinare la loro destinazione e il porto verso il quale sono dirette.
Immaginando il vento, gli spruzzi di sale, i capelli scompigliati, quel dolce dondolio sull’acqua.
Ancora vele, una ha il colore del bosco e della speranza.
Ancora vele e ognuna trova il suo spazio per navigare.
Ancora vele e ci sono anche altre barche, una disegna il mare e lascia dietro di sé una frizzante scia di spuma bianca.
Ancora vele, ancora attese, ancora scoperte nuove e rive da raggiungere.
Ogni volta, forse, con nuovo entusiasmo, come sempre sono le esperienze belle dell’esistenza.
E ancora vele, nel mare calmo e nel cielo sereno, in una quieta geometria di un giorno d’inverno che tra questi colori appare un vero preludio di primavera.
Come certi viaggi: la meta è la rinnovata felicità e un destino ritrovato.
Ancora vele, una si allontana solitaria, mentre il cielo si copre di nuvole e il mare si veste di toni di pallido argento.
E la vela va, senza timore.
E ancora avanza, con meritevole ottimismo.
Con la bellezza di quei momenti della vita che sempre ritornano, ricercando ancora il sole.