È un magnifico edificio della nostra Circonvallazione a Monte, edificato in un tratto che consente di ammirarne la prospettiva in questa maniera.
Vi porto di fronte a civico 18 dell’elegante Corso Firenze, grazie ad un minuzioso e accurato restauro il palazzo ha ritrovato la sua bellezza originaria donando la gioia dello stupore a noi che da sempre percorriamo questi corsi e che ora, finalmente, possiamo ammirare questo edificio nella sua particolarità.
Fino a qualche tempo fa, infatti, il palazzo si presentava in questa maniera.
E fermandosi sotto a quelle a finestre pareva di intuire certi appannati affreschi ormai non più visibili, nemmeno uno sforzo di fantasia poteva aiutarci a comprenderne i dettagli.
Una volta ebbi modo di parlarne con un amico critico dell’arte e lui mi svelò che l’edificio fu progettato di Severino Picasso e che gli affreschi si dovevano invece a Giovanni Battista Traverso.
Ci sono volute mani pazienti e spiriti appassionati per restituire a questo palazzo quella sua perduta bellezza, sulla facciata sono effigiate illustri personalità, ognuna celebre ed apprezzata per un particolare talento e per riconosciute genialità, sono nomi che hanno lasciato il segno, in diverse maniere, nella storia dell’umanità.
E così vado a presentarveli, come si li ammirano da sinistra verso destra.
Per primi troviamo il geniale Archimede e l’inventore James Watt, innovatori vissuti in diversi periodo di tempo.
Come potete notare ad ogni personaggio sono associati gli “attrezzi del mestiere” con i quali ognuno di loro ha saputo fare la differenza.
Ecco quindi la sfera, le carte e il telescopio di Galileo Galilei e la vanga e l’arca del biblico Noè.
Ai lati della finestra che si affaccia sul balconcino centrale sono effigiate due illustri personalità che rappresentano la recitazione e la poesia: ecco l’attore Gustavo Modena al quale è sapientemente associata una maschera teatrale e poi Dante Alighieri.
Due nomi molto celebri e ormai consegnati da tempo a fama imperitura sono invece posti ai lati della finestra successiva.
Qui troviamo infatti Raffaello con la sua tavolozza di colori e Michelangelo con il suo attrezzo per le sue straordinarie sculture.
La serie si conclude poi con un architetto ed ingegnere e con un talentuoso musicista.
Si tratta di Antonio Bertola che, tra l’altro, lavorò nella Cappella della Sacra Sindone a Torino, sul palazzo vedrete il suo nome circondato da capitelli.
Son invece gli strumenti musicali a mettere in risalto il talento insuperabile del musicista e compositore Vincenzo Bellini.
Ci sono poi, all’altezza del terzo piano, alcune aggraziate figure femminili mentre altre raffinate decorazioni abbelliscono il palazzo.
Tutti loro sono ritornati a guardare i genovesi dalla facciata di questo splendido edificio, con grande soddisfazione dei suoi abitanti ma anche per la gioia di tutti noi che percorriamo Corso Firenze.
La bellezza, in qualche modo, tocca il cuore di tutti, la bellezza dona a chi la osserva un senso di ritrovata armonia.
Un plauso e un elogio vanno indirizzati certamente agli architetti e ai restauratori che hanno lavorato con cura e attenzione a questo palazzo.
Penso che per loro sia stata una sfida ma anche una meritata gratificazione.
L’edificio, in realtà, non è una novità assoluta per queste mie pagine, anzi tempo fa fu protagonista di uno dei miei viaggi del passato.
Volete sapere com’era quel tratto di Corso Firenze tanti anni fa? Guardate qui!
E quando passate da quelle parti fermatevi ad ammirare questo palazzo: là troverete gli illustri talenti di Corso Firenze.