Oggi, 23 Aprile, è il giorno di San Giorgio, eroica figura che da molti secoli ha un posto speciale nel cuore dei genovesi.
La memoria di San Giorgio e delle sue gesta è scolpita sopra i portoni dei palazzi della città vecchia e se non sapete per quale ragione la sua immagine si trovi su certi edifici invece che su altri qui trovate la spiegazione e potrete leggere anche la storia avventurosa di questo Santo che sconfisse un terribile drago.
E nel giorno a lui dedicato io desidero celebrare il Santo valoroso e anche il vessillo della Superba sul quale campeggia fiera proprio la Croce di San Giorgio.
Pe Zêna e pe Sàn Zòrzo, queste parole risuonano in questa città dagli albori della Repubblica di Genova.
Per Genova e per San Giorgio!
Genova celebre per le sue imprese, Genova temuta e rispettata.
Croce rossa in campo bianco, simbolo dell’eroismo dei Crociati in Terra Santa, la Croce di San Giorgio figura anche sulla bandiera inglese: sul finire del 1100 fu proprio la Repubblica di Genova a concederne l’uso al Re d’Inghilterra.
In cambio di moneta sonante il Doge della Superba si impegnava a proteggere con la sua flotta le navi inglesi che, battendo la celebre bandiera genovese, si avventuravano nel Mediterraneo all’epoca infestato da minacciosi pirati.
Ancora adesso il simbolo di Genova La Superba sventola nelle strade un tempo percorse da valenti uomini di mare.
Non so dirvi quante volte ho incontrato la Croce di San Giorgio, scorgere questi colori per le vie della mia città suscita in me un autentico senso di appartenenza.
Bianco e rosso, l’ho veduto in ogni luogo, davanti una finestra di Campetto e sopra l’orologio che scandisce le nostre giornate.
Simbolo di Genova e della sua grandezza.
Sventola in cima alle torri di Porta Soprana.
Davanti al Palazzo che trae il nome proprio da San Giorgio, oggi sede dell’Autorità Portuale.
Ed è nel vessillo dei prodi Balestrieri del Mandraccio.
Di fronte al fastoso Palazzo della Meridiana.
Bianco e rosso, sul lampione che sovrasta una farmacia in Via della Maddalena.
Nello stemma della città, a Tursi.
Sul faro che rischiara l’orizzonte ai naviganti.
In ogni modo, sempre.
Davanti alla casa natale di un suo celebre figlio di nome Giuseppe Mazzini, colui che amava la sua Genova e anche il nostro tricolore.
Mossa dal vento, sulla sommità della Torre Grimaldina.
In quella magia di ardesie, abbaini e tetti dai quali affiorano misteriose torri antiche.
Nello splendore del Salone del Minor Consiglio a Palazzo Ducale ancora sventola orgogliosa la nostra croce di San Giorgio.
La si scorge su certi cancelli, nelle luci di una sera d’inverno.
Nelle grandi piazze, di fronte a vaste dimore.
Nei semplici caruggi, nell’ombra nascosta dei vicoli.
E là, nel cielo blu che sovrasta Via Garibaldi.
Nel giorno di San Giorgio, davanti al mare che bagna questa terra, simbolo di una fierezza che dovremmo saper conservare.
E in quelle parole che rimangono ancora nostre, fanno parte del nostro cammino nel mondo e della nostra identità.
Pe Zêna e pe Sàn Zòrzo!