Questa è una storia che inizia in un giorno lontano e in un luogo distante: è una storia di successo, intuito e intraprendenza che si dipana per le vie della vecchia Genova.
E per raccontare da capo questa vicenda bisogna andare in Tirolo, a Neumarkt, in italiano nota come Egna.
Lassù, tra quelle maestose montagne, nasce il giorno 11 novembre 1813 Giovanni Martino Kunkl, in quel periodo il territorio di Egna è incluso nel Regno di Baviera ma, dopo breve, sarà unito all’Austria.
E proprio con il suo passaporto austriaco Giovanni Martino intraprende l’avventura della sua vita: siamo nel 1847 e Kunkl parte alla volta di Genova che diverrà la sua città di adozione.
Certo non sarà stato facile per un austriaco inserirsi in una città come la Superba che con gli austriaci, come ben sappiamo, aveva avuto un passato di contrasti politici.
Giovanni Martino però è un giovane di belle speranze, ha 34 anni e porta con sé la saggezza di una professione nella quale eccelle: Giovanni Martino è panificatore e porterà la sua sapienza nei caruggi di Genova, in particolare in quella Via Lomellini a me tanto cara.

Giovanni Martino non è solo, con lui ci sono la moglie Giuseppina e le prime tre figlie nate in Austria: Maria, Vittoria ed Enrichetta, a Genova vedranno poi la luce Anna e Stefano.
Restiamo in questi caruggi, qui dove Giovanni Martino inizia la sua fiorente attività, la prima traccia della sua presenza, naturalmente con riferimento alle Guide e ai Lunari di mia proprietà, è sul magnifico libro di Edoardo Michele Chiozza dal titolo Guida Commerciale descrittiva di Genova del 1874-75.
Qui il nostro Giovanni Martino viene annoverato come fabbricante di pane di lusso ad uso di Vienna e la sua attività si trova Via Lomellini 3.

Il tempo, poi fugge via veloce e, in un giorno fatale del 1877, Giovanni Martino Kunkl lascia le cose del mondo.
Naturalmente io sono andata a cercare traccia di lui nel nostro Cimitero Monumentale di Staglieno e così ho trovato il suo nome inciso nel marmo nella Galleria Inferiore a Ponente.
È una tomba semplice la sua, simile a quella di tanti genovesi del suo tempo che qui riposano.

A succedere a Giovanni Martino nella conduzione dell’impresa di famiglia sarà Stefano, il suo ultimo figlio.
Quando il padre muore, in quel 1877, Stefano è un giovane di 26 anni: dal padre ha appreso tutti i segreti del mestiere, custodendoli e mettendoli a frutto per il bene suo e della sua famiglia.
Ed è il nome di Stefano a comparire così tra le pagine dei libri e a rifulgere nel commercio della città.
Stefano ha talento, intuito e capacità imprenditoriale, espande l’attività con successo e lo troviamo citato sui lunari del Signor Regina del 1881 e del 1887 tra i fabbricanti di paste e galette e come proprietario di due negozi, il primo si trovava in Via Lomellini 61, nella parte alta della strada.

L’altro negozio era invece in Via Roma.

Il segreto del pane delizoso e rinomato in tutta Genova risiedeva nella scelta accurata di ingredienti di prma qualità.
Stefano Kunkl, infatti, ogni estate si recava in Austria o in Ungheria per acquistare la farina da usare per il suo pane: la sua farina aveva un alto potere lievitante senza agenti aggiunti, in pratica era l’equivalente della manitoba.
Fu così che il segreto dei Kunkl portò loro il meritato succcesso, nel 1899 si aggiunse un ulteriore punto vendita, citato ovviamente nel Lunario del Signor Regina, in Via ai Quattro Canti di San Francesco.

Stefano, con il suo innato fiuto per gli affari, fu poi talmente abile da divenire, insieme al figlio Silvio, stimato fornitore della Real Casa: l’attività di famiglia sarà infatti denominata Panificio Reale Stefano Kunkl.
E in punta di piedi entriamo nell’ufficio di Stefano Kunkl: qui lo vediamo insieme al figlio Silvio.

Fotografia di proprietà delle eredi di Silvio Kunkl
Come specificato, la fotografia è di proprietà delle eredi di Silvio Kunkl e mi è stata inviata dall’Architetto Chiara Kunkl che un giorno è capitata casualmente su queste pagine e ha così generosamente condiviso con me questa magnifica storia di famiglia che vi racconto, la ringrazio anche da qui per questo, le molte informazioni da lei fornite e le immagini di famiglia, unite alle mie ricerche a Staglieno e tra le pagine delle guide, mi permettono di narrarvi questa vicenda.
Ecco ancora Stefano Kunkl: lui è al centro della foto vicino alla moglie Angela e tiene in braccio una nipotina.
Accanto a Stefano siede Silvia, la moglie di Silvio che è in piedi alle spalle di lei, insieme ad altri parenti.

Fotografia di proprietà delle eredi di Silvio Kunkl
E riporto qui una frase tratta dal documento trasmessomi da Chiara Kunkl, queste parole riassumono interamente lo spirito dei Kunkl e il senso del loro operare: si tramanda che Stefano Kunkl raccomandasse ai suoi figli di dividere l’utile di ogni anno in due metà uguali fra loro di cui la prima doveva essere accantonata e reinvestita nell’attività mentre la seconda doveva obbligatoriamente e interamente essere spesa al fine di ricordare a se stessi quali benefici potessero portare un anno di duro lavoro.

Fotografia di proprietà delle eredi di Silvio Kunkl
Tra le notizie inviatemi da Chiara Kunkl c’è anche un articolo di Edilio Pesce dedicato allo storico panificio con l’elogio delle michette e delle rosette deliziose, con il rimpianto per gli sfilatini che si acquistavano uscendo dalla messa in San Filippo Neri.
E certamente da Kunkl avranno fatto anche la focaccia!
Va inoltre anche ricordato che furono i Kunkl a introdurre a Genova i libretti, un tipo di pane molto apprezzato dalle nostre parti.
E continuiamo il nostro giro per Genova, in cerca dei luoghi di Stefano e Silvio Kunkl.
Già nel 1913 avevano un negozio al 110 rosso di Piazza Soziglia, all’epoca i mei antenati avevano un negozio in Campetto, chissà quante volte avranno comprato il pane dai Kunkl!

Il negozio in Via Lomellini fu spostato poi al numero 48 rosso.

Il Panificio era in Via della Maddalena 29, ecco qui l’edificio.

Un altro panificio era in Vico del Fornaro, il caruggio dal toponimo perfetto!

Tutte queste notizie sono presenti sui lunari del tempo, nel 1926 c’era un Panificio Kunkl anche in Via Frugoni, traversa di Via XX Settembre.
E sul Lunario del 1902 si trovano pure i numeri di telefono.
Per dire, il negozio di Via Lomellini aveva il numero 341 e a leggerlo ho pensato: ora chiamo e ordino un chilo di libretti!

La vita non era facile per nessuno, in quel tempo, come in tutte le famiglie anche i Kunkl ebbero i loro tragici lutti.
Come vi dissi da principio, Giovanni Martino Kunkl aveva avuto 5 figli.
La seconda figlia Vittoria morì a soli quattro anni e la terza, Anna, spirò appena ventunenne.
La primogenita Maria si sposò e lasciò questo mondo ad appena 24 anni, io ho trovato la sua tomba nella Galleria Inferiore a Ponente del Cimitero Monumentale di Staglieno.
È collocata in alto, questo rende difficile la lettura della lapide e allora, in memoria di lei, la riporto per intero.

A Maria Lanfranchi nata Kunkl
figlia e sposa affettuosa ed esemplare
che immatura morte rapiva
il 6 Aprile 1867
lo sposo e i suoi desolatissimi
quale attestato di affetto questa lapide consacrano
Stefano Kunkl morì nel 1913 e in seguito alla sua dipartita il figlio Silvio prese in mano le redini dell’Azienda e divenne presidente dell’Associazione Panificatori ed insegnante, tramandando così alle nuove generazioni i segreti per fare il pane.
A Staglieno ho trovato anche la tomba di Stefano Kunkl, egli riposa nella Galleria Frontale, accanto alla moglie Angiolina.
La loro tomba è opera dello scultore Luigi Orengo.

I viaggi nel passato rappresentano l’emozione di ritrovare i luoghi che non abbiamo veduto e di osservare i volti di coloro che non abbiamo conosciuto: eppure in qualche modo ci sembrano vivi e presenti, ci osservano da un’immagine in bianco e nero e si raccontano, con sincerità e verità.
Ringrazio ancora di cuore Chiara Kunkl per aver permesso a me e a voi questo percorso a ritroso sulle tracce di Giovanni Martino e della sua numerosa famiglia.
C’è ancora un piccolo tratto di strada da fare insieme, proprio là, in cima a Via Roma.
In quello slargo oggi denominato Largo Eros Lanfranco e un tempo noto come Largo di Via Roma.
È un giorno qualunque di un tempo distante: due eleganti genovesi passeggiano vicine, chiacchierano tra loro amabilmente.
Osservate con attenzione alle loro spalle e dietro al signore con la bombetta: si vede un negozio, non è del tutto visibile l’insegna ma se ne legge chiaramente una parte, S. Kunkl, spiccano in particolare i caratteri gotici.
Ecco qui il favoloso negozio di Via Roma più volte citato e ritrovato nelle guide, l’immagine è un dettaglio di una cartolina che di seguito trovate pubblicata interamente e appartiene all’amico Stefano Finauri che qui ringrazio.

La memoria e il ricordo sono ricchezze da custodire, raccontare certe storie significa far tornare tra noi sorrisi, sguardi e vite di un altro tempo.
E quando passate in Via Roma rammentatevi che là, accanto all’imbocco di Galleria Mazzini, un tempo si sentiva il profumo del pane fragrante dei Kunkl, memoria preziosa del passato della nostra Genova.

Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri