La bambina con l’ombrellino

La bambina con l’ombrellino aveva un visetto perfetto.
Lineamenti definiti, occhi grandi, pelle diafana e chiara, la piccola imperfezione è soltanto una macchia sulla fotografia.
La bambina con l’ombrellino aveva morbidi capelli castani e una bella treccia a incorniciare il suo visino.

Il suo abito è una delizia così riccamente rifinita con bella passamaneria.
Lei sta in posa, tiene una mano sulla poltroncina e forse trattiene anche un po’ il respiro.
La bambina con l’ombrellino, io credo, sarà poi diventata una donna aggraziata ed elegante, già nei suoi primi anni le fu insegnato quel garbo che già riconosciamo in lei.

Ha la gonna ampia, la sottogonna di pizzo, le calze bianche, gli stivaletti.
E con una mano regge un ombrellino candido ed io mi sono sorpresa a rimirare la punta così vezzosamente particolare di quell’ombrello.
Sarà stato suo o magari era un oggetto di studio? Collezionando queste fotografie ormai “frequento” spesso fanciulle e signorine di quel tempo andato e ho imparato che sovente gli oggetti presenti nei ritratti ottocenteschi appartenevano al fotografo, in questo caso si trattava Giulio Rossi.
E così, magari, un giorno o l’altro mi imbatterò in un’altra Carte de Visite nella quale ritroverò proprio questo ombrellino chiaro di questa bambina.

Lei, in un giorno che non so, si recò nello studio di Rossi e con grazia e pazienza di mise accanto alla poltroncina.
Rimase seria, sbatté le ciglia, un fremito percorse le sue labbra, una fantasia di pensieri le attraversò la mente.
Aveva ancora tutta la vita davanti da vivere e auspico che sia stata felice e prodiga di gioie.
Io l’ho conosciuta così, nel tempo dei suoi pochi anni, quando ancora era la bambina con l’ombrellino.

C’era una volta l’ombrellaio

C’era una volta l’ombrellaio e questo in particolare doveva lavorare dalle parti di Novi Ligure, lo deduco dal fatto che lo studio fotografico nel quale si fece immortalare si trovava in quella località.
Sarà molto piovosa Novi Ligure?
Io non saprei proprio dirvelo, cari amici, di certo so che gli abitanti del luogo all’epoca avevano l’imbarazzo della scelta: l’ombrellaio sapeva soddisfare tutti i gusti e tutte le necessità!
E forse vendeva paracqua e anche ombrellini parasole, a guardare la sua fotografia mi verrebbe quasi il desiderio di sbirciare nella sua sporta e fare qualche acquisto!

Ecco il nostro abile e valente artigiano in posa con salda fierezza, traspare sul suo volto bonario un certo orgoglio e un chiaro senso di soddisfazione.

C’era una volta l’ombrellaio e faceva gli ombrelli e poi li riparava anche: un ombrello magari poteva durare anche per tutta la vita e allora magari lo si teneva da conto e soprattutto lo si sceglieva di buona qualità.
Sempre con un occhio di riguardo per la moda e per le tendenze più in voga!
Ah, quanti manici diversi per tutti questi ombrelli!

E così era nel passato.
Giacca, gilet, camicia bianca e un cravattino, capelli chiari, barba e baffi importanti e lo sguardo diretto verso il bravo fotografo: in quell’altro tempo c’era una volta l’ombrellaio.