A volte succedono cose strane, cose strane e molto belle.
Si incontrano persone speciali ed uniche, a me capita grazie a questo piccolo blog.
E pochi giorni fa ho avuto il piacevole privilegio di visitare il luogo dove nasce il futuro, l’IIT, Istituto Italiano di Tecnologia.

Ad invitarmi e a narrarmi le meraviglie della scienza è stato il Professor Alberto Diaspro, direttore del Dipartimento di Nanofisica di IIT e vicedirettore dell’Istituto, qui trovate la scheda relativa ai suoi studi e alle sue ricerche.
E così sono andata là, a Morego.

Come lo racconti il futuro?
Con la passione grande che anima il tuo lavoro e i tuoi studi, questa appare netta in ogni parola che il Professor Diaspro pronuncia quando ti racconta l’avventura di IIT, uno dei fiori all’occhiello della Superba.

Questo centro di ricerca ha la sua sede principale qui a Genova, vi sono poi sedi distaccate in altre città.
Ed è una realtà dinamica in continua crescita ed evoluzione, attualmente impiega oltre 1300 persone, l’età media è di 33 anni e vi lavorano ricercatori provenienti da ben 50 paesi, 28% degli studiosi è rappresentato da stranieri, il 16% da scienziati italiani rientrati dall’estero, il 56% è di nazionalità italiana.
Ogni dipartimento ha un direttore ed è poi suddiviso in linee di ricerca, all’IIT si brevettano geniali scoperte e si comprende che il mondo offre sempre nuove opportunità di migliorare le nostre vite grazie alla scienza e alle sue meraviglie.

Molti dei brevetti di IIT trovano la loro applicazione nella medicina e nei nuovi materiali, qui si studiano le neuroscienze e la robotica riabilitativa.
Argomenti complessi, decisamente per addetti ai lavori, ma se incontri una persona come Alberto Diaspro certe tematiche diventano accessibili anche a chi non le conosce.
E allora scopri che esiste un laboratorio del grafene diretto da Vittorio Pellegrini, si tratta un materiale costituito da uno strato monoatomico di carbonio, viene prodotto in fogli di 1 m x 1 m.
Si usa ad esempio per le racchette da tennis e per i touchscreen grazie alle sue notevoli capacità elettriche.
Un materiale eclettico e particolare ma come spieghi le sue proprietà a chi non sa nulla di questi argomenti?
Eccola qui la cifra di alto valore propria delle persone geniali, alcuni hanno il dono prezioso di saper comunicare.
Ed è certamente questo il caso del Professor Diaspro, per spiegarmi il grafene mi ha detto di immaginarmi di avere un abito perfetto per una serata a teatro, però che peccato, la mia borsa non si abbina a quel vestito!
Ecco, se la borsa fosse di grafene, sai cosa potresti fare? Potresti fotografare il vestito, inviare via wireless l’informazione alla borsa e questa cambierebbe forma e colore.
Cose inimmaginabili, spiegate in maniera chiara e comprensibile.

E poi tra i tanti laboratori ho visitato Il Nikon Imaging Center, dove si studiano e si osservano le molecole per comprendere poi il loro funzionamento negli organi e nei tessuti.

E dove ci sono microscopi ottici ad altissima risoluzione capaci di catturare i tratti e i contorni di queste molecole.

E qui trovi immagini come queste, il mondo piccolo che compone il nostro universo è infinitamente variegato e per molti di noi misterioso ma non per gli scienziati che lo osservano e sanno comprenderlo.


Complicato da spiegare, affascinante da ascoltare.

E ci sono giovani ricercatori intenti a lavorare intorno ai loro microscopi.

Strumenti che permettono di avere una visione definita di ciò che diversamente non si vedrebbe, i contorni delle molecole si fanno sempre più chiari e sugli schermi vengono svelati i dettagli di queste minuscole particelle.

Questo è un microscopio in ultra alto vuoto, crea una sorta di ambiente vuoto e serve per studiare le proprietà atomiche della materia quando questa non interagisce con nulla.

Ecco, poi ci sono postazioni di lavoro come questa e qui gli attrezzi sono più riconoscibili anche per me!

Un istituto di ricerca dove lavorano scienziati di formazione diversa e dove nascono intuizioni geniali e allora potrà capitare che alla macchina del caffè si trovino un medico e un fisico, dal felice incontro di queste diverse competenze è nata la realizzazione della retina artificiale.
In IIT hanno brevettato la spugna intelligente che assorbe olio e respinge acqua, viene usata ad esempio per risolvere i problemi di inquinamento marino.

Tu cammini per questi corridoi e vedi tutte le facce del mondo, sono giovani, entusiasti e rappresentano l’innovazione e il futuro.

Questa è una cappa glove box o scatola a guanti che si usa per manipolare strumenti e sostanze in un ambiente separato da quello dell’operatore per garantire così la sua sicurezza e non contaminare le sostanze.

E poi ancora, dagli scarti alimentari si ricavano involucri di plastica che verranno poi reimpiegati nell’industria alimentare.
Ad esempio questo procedimento si applica agli scarti del cioccolato, quello nella foto sottostante è un materiale ricavato dagli spinaci.

E questo invece è nato dalle alghe.

E tra le varie persone che mi sono state presentate ho scoperto di aver stretto la mano a un candidato al Nobel, vedete un po’ voi!
E poi si cammina verso uno dei laboratori più affascinanti, dove si studia l’intelligenza artificiale, qui nascono i robot intelligenti.
Cosa accade in queste stanze?

Qui si studia la scienza cognitiva, qui si cerca di imparare come si impara e come reagisce il cervello agli stimoli esterni.
Dall’uomo al robot, dal robot all’uomo.

Comprendere il funzionamento della nostra mente permette di trovare valide soluzioni per curare malattie gravi come il Parkinson.
Il robot ha la pelle, sente, parla e vede.
Il robot è piccolo come un bimbo e cresce e apprende, il robot ha un nome, questo è iCub.

Il robot ha una mano con le falangi, gliel’ho stretta, sappiatelo!

Il robot che un giorno potrà essere nelle case di ognuno, il robot in grado di compiere il lavoro dell’uomo.

Che impara a camminare, a crescere e si evolve.
E mi ha anche salutato, ha anche detto il mio nome.

Ecco, insomma, me lo sarei portato a casa, devo dirlo.

E poi ancora, questo è Coman, è più grande e più adulto di iCub ed ha maggiori prestazioni.

Ve l’ho detto, qui si incontra il futuro.

E il futuro è anche HyQ, un quadrupede che può correre, saltare e andare su terreni pericolosi e accidentati.
E il futuro è fantascientifico e imprevedibile per noi, eppure il Professor Diaspro ti racconta con estrema naturalezza che un giorno si potrebbe vedere iCub in sella a HyQ, per qualche impresa che io non so neanche figurarmi.

Avevo un blocchetto sul quale ho preso appunti ma naturalmente questo mio articolo non può esporvi la ricchezza di particolari che io ho ascoltato dal Professor Diaspro, ovviamente non ne sarei capace, mi comprenderete.
Ho voluto però mostrarvi ciò che ho visto, semplicemente entusiasmante e meraviglioso, non solo per la fantastica complessità della scienza e dei traguardi raggiunti ma anche per la bellezza di una narrazione davvero unica e appassionata.

A volte accadono cose strane e belle come questa.
Ringrazio il professor Diaspro per avermi dedicato il suo prezioso tempo e per avermi regalato questo viaggio magnifico nel nostro futuro.
