Buon Natale a voi!

E giungono così i miei auguri per tutti voi, li porta un allegro Babbo Natale sulla sua slitta, arriva così sulla neve per la gioia dei più piccini.
È la magia del Natale, è lo stupore ingenuo che dovremmo saper conservare anche da grandi.
Auguri a tutti voi di gioia, meraviglia e bellezza e colgo l’occasione per ringraziarvi tutti per la vostra cortesia e per la vostra presenza.
Di cuore, buon Natale a tutti voi!

Una clessidra degli anni ’70

La mia clessidra ha una storia abbastanza lunga, arrivò in questa casa come gradito dono messo sotto l’albero dal solito Babbo Natale.
Erano quegli anni là in cui si andava docilmente a letto molto presto perché la notte del 24 Dicembre doveva passare in fretta e noi non vedevamo l’ora di alzarci presto al mattino per andare a scartare i nostri pacchetti.
I nostri regali erano fasciati nella carta luccicante con quei fiocchi dorati e allora non facevo tanto caso a non rompere tutto, ero una bambina impaziente.
La mia clessidra aveva tutti quei colori bellissimi: la struttura dorata con delle perle ovali rosse al centro, dei toni di rosa e la sabbia celeste come il cielo.
Mi è sempre piaciuta un sacco la mia clessidra, segnava quel tempo che aveva un ritmo diverso ed era scandito dalle canzoncine che giravano nel giradischi e dalle nostre amatissime Fiabe Sonore, una su tutte I fiori della Piccola Ida che come ho già avuto modo di scrivere è sempre stata la mia preferita.
La mia clessidra era piuttosto grande e in realtà non sapevo bene come utilizzarla: tanto per dire, per la Barbie era troppo alta e mettendola vicino all’armadio di legno e al letto a castello risultava fuori misura, una cosa piuttosto seccante e me rendevo ben conto pure io!
Però, come vi ho detto, amavo tantissimo la mia clessidra e tuttavia non avevo mica del tempo da misurare, scadenze, appuntamenti o chissà che altro!
Oh no, erano gli anni ‘70 e allora avevo appunto tutto il tempo del mondo!
Così mi mettevo seduta per terra con la mia clessidra e facevo scendere giù la sabbia e quando poi aveva finito giravo la clessidra e andavo avanti così chissà per quanto, era una di quelle storie che a volte pareva non finire mai e però mi stupiva sempre quella sabbia che inesorabile cadeva giù.
In quegli anni ebbi in regalo anche il mio primo orologino che aveva il quadrante tondo e bianco, anche quello chiaramente ce l’ho ancora.
La clessidra però era ben altra meraviglia, mi è sempre stata molto cara.
In tutti questi anni l’ho conservata in un cassetto e l’altro giorno mi è capitata tra le mani e ho pensato che fosse un peccato tenere tutto quel tempo prezioso in un cassetto.
Così le ho trovato un posticino su uno dei ripiani della libreria, tra le fotografie e le scatoline di metallo e sono contenta di questa sistemazione.
Del resto la mia è una clessidra speciale: è una clessidra degli anni ‘70.

Un condominio negli anni ’70

Accade sempre, in questo periodo, mi tornano alla mente certi anni e mi ricordo come eravamo.
Un condominio negli anni ‘70 era una faccenda ben diversa rispetto ad adesso, innanzi tutto in questo condominio c’erano moltissimi bambini.
Così era, negli anni 70, ora non saprei fare il conto esatto ma davvero erano rappresentate diverse generazioni, dalla prima infanzia alla giovinezza.
E a dire la verità con lo scorrere del tempo non è mai più stato così.
Davanti a casa c’erano quelle macchine là delle quali tutti vi ricordate: la 127, la 126, le Alfa Romeo e naturalmente la mitica 500.
Ovvio, era la macchina che usavano le nostre mamme per venire a prenderci a scuola, la maggior parte di noi infatti tornava a casa per il pranzo.

500 (2)

E come dicevo, in questo periodo mi vengono spesso in mente quegli anni e accade per una ragione precisa.
Negli anni ‘70 in questo condominio si era soliti fare l’albero di Natale nel portone, era una sorta di rito collettivo che coinvolgeva molti bambini del palazzo e questa faccenda di decorare l’abete tutti insieme era un piccolo evento straordinario e molto atteso.
Quell’albero me lo ricordo ancora bene, aveva certe bellissime lucette a forma di ghiacciolo.
E mi ricordo anche che una delle bambine del condominio aveva una fortuna particolare: non so perché ma a lei Babbo Natale nascondeva i regali per tutta la casa, non li metteva sotto l’albero ma li sparpagliava sotto i mobili, nei cassetti, dietro alle poltrone.
E insomma, io mi sono sempre chiesta per quale ragione le fosse riservato questo privilegio, era una bambina fortunata!

Natale (12)

Negli anni ‘70 un condominio era un piccolo mondo coeso, ci si conosceva tutti e ognuno aveva le sue caratteristiche: uno era celebre per il pollice verde, l’altro per l’indiscussa abilità nei lavoretti, su alcuni potevi sempre contare e puoi star certo che c’era sempre qualche mamma o qualche nonna che preparava ottimi dolci.
Ad esempio, per i compleanni, andava per la maggiore la torta al cioccolato con il centro morbido e soffice.
Negli anni ‘70 le bambine di questo palazzo si vedevano a casa di una o dell’altra per giocare insieme.
Ecco, a dire il vero ogni tanto si giocava anche ad interpretare i film, ad esempio quelli di Bud Spencer e Terence Hill ed erano sempre lunghe discussioni su chi dovesse fare la parte dell’uno o dell’altro attore.
Poi c’erano i pentolini, la Barbie con il suo ricco guardaroba e quei giochi in scatola che ora non si usano più.
E facevamo anche quel gioco per il quale serviva solo un foglio a quadretti e una matita: si dovevano scrivere nomi di fiori, città, animali e tutti dovevano iniziare con la stessa lettera, vi ricordate?
Negli anni ‘70, in sostanza, non ci annoiavamo mai.

La Reginetta del Ballo (11)

E poi, come dicevo, c’erano diverse generazioni nel condominio.
E quelli più grandi a me sembravano davvero grandi.
E c’è una scena che ho perfettamente impressa nella memoria, a dire il vero mi viene in mente ogni volta che percorro una certa creuza qui nei dintorni.
Mi sa che accadde forse al principio degli anni ‘80, a voler proprio essere precisi.
E dunque, io salivo su per questa creuza e nella direzione opposta scendeva un giovane del condominio, uno di quelli grandi, insieme a colei che poi sarebbe diventata sua moglie.
E insomma, voi avete presente le discese di Genova?
Ecco, io ho visto loro due e ho guardato lei: indossava la minigonna di jeans e gli stivali con il tacco.
E sono rimasta a chiedermi come caspita fosse possibile che riuscisse a scendere con una simile disinvoltura giù per quei gradini con quei tacchi lì.

salita-san-nicolo

Giuro che me lo ricordo come se fosse capitato due giorni fa.
Succede, no?
Eppure.
Eppure sono passati parecchi anni.
E ieri ho percorso di nuovo quella creuza e mi è tornato di nuovo in mente.
E poi, come ogni anno in questo periodo, ho pensato che sarebbe bello fare ancora l’albero di Natale nel portone, solo che bisogna vedere se da qualche parte si trovano le lucette a forma di ghiacciolo, senza quelle non sarebbe la stessa cosa.
Stavano un tempo sui rami di un abete, in un condominio, negli anni ‘70.

Natale (5)

Befana… in transito!

E dunque, eccola qua l’Epifania che tutte le feste si porta via.
Non era neppure mia intenzione scrivere questo articolo tuttavia una serie di circostanze lo richiedono.
Innanzi tutto se anche voi siete passati davanti a Profumo avrete visto questo trionfo di cioccolato che occupa un’intera vetrina.

Profumo (2)

Ecco gli scarponcini con tanto di lacci!

Profumo (2a)

E ci sono gli zoccoletti, le scarpette piene di zuccherini, tanta bontà e bellezza.

Profumo

E sì, al centro c’è un presepe dolcissimo, non ne avevo mai visto uno tutto di cioccolato e invece eccolo qui!

Profumo (3) - Copia

Comunque, io avrei qualcosa da dire sulla Befana, ecco.
Ieri passavo in Corso Firenze e naturalmente mi sono fermata davanti alla storica pasticceria del quartiere, la vecchia signora ha naturalmente guadagnato l’onore della vetrina anche da De Regibus, ci sono Befane per tutti!

De Regibus (2)

E insomma, come tutti ben sapete c’è gente scriteriata che va a dire in giro che la Befana non esiste, capita anche con Babbo Natale, ci vuole pazienza!
Lasciate correre, non è il caso di stare a discutere, intanto io so che il grassone vestito di rosso non se la prende, ha troppo da fare per occuparsi di pettegolezzi e dicerie.
E lo stesso vale per la nostra cara Befana, l’attempata signora è di buon carattere, non si preoccupa se qualcuno mette in dubbio la sua esistenza!

De Regibus

E per tacitare gli scettici ecco a voi le prove, cari lettori.
Dunque, ieri mattina passavo dalle parti di Corvetto, non so dirvi se altri abbiano notato ciò che ho visto io, chissà!
La Befana ha un gran lavoro da portare a termine e così si prepara per tempo, naturalmente ogni tanto si riposa, povera donna, parcheggia la scopa e si concede una sosta in attesa della notte che la vedrà sfrecciare nei cieli.
E’ passata anche nella Superba, ve lo posso garantire.
Befana in transito, nel centro di Genova!
E buona Epifania a tutti voi!

Scopa

Le vetrine di Natale

Natale, tempo di addobbi, di luci e vetrine scintillanti.
E oltre ad  acquistare i regali io amo anche fermarmi a guardare.
Dicembre, tempo di fiera del libro e la più grande vetrina per gli amanti della lettura è in Galleria Mazzini, qui potrei passarci delle giornate intere a sfogliare volumi di ogni genere.
Libri nuovi e freschi di stampa e tomi vecchi e consunti che sono anche più affascinanti.

Galleria Mazzini

Uno dei miei passatempi preferiti, nel periodo natalizio, è proprio girovagare tra queste bancarelle, trovo sempre qualcosa di interessante da sbirciare.

Galleria Mazzini (2)

E poi, a Natale, mi piacciono i colori e le atmosfere allegre e festose.
E quelle vetrine ridondanti delle delizie che porteremo sulle nostre tavole.
Ecco le bottiglie da stappare per il brindisi, il torrone e i dolci tipici del Natale.
E sono rosse, grandi e sberluccicanti le palline che pendono nella bella vetrina della Marescotti.

Cavo

E fasciati nella carta bianca e rossa ci sono gli Amaretti di Voltaggio, una squisita specialità di questa nota pasticceria.
Sulla mia tavola del 25 Dicembre ci sarà il loro pandolce, sia alto che basso, a Natale non facciamoci mancare le bontà della nostra tradizione.

Pandolce di Cavo

Un albero di Natale può essere elegante anche se è stilizzato ed essenziale.
Ci sono due caldi plaid, i piatti, i portacandele, una fruttiera bianca.
E questo è il Natale delle Tele della Casana.

Tele della Casana

E sì, alcuni di questi negozi già li conoscete, vi ci ho già portati!
Non vi ho ancora portato da Klainguti, una delle antiche pasticcerie della città, annovera tra i suoi clienti persino il compositore Giuseppe Verdi.
Ci sono due alberelli coperti di neve, una cesta carica di pandolci, il morbido pandoro e altri dolcetti.

Klainguti

Natale è quel signore vestito di rosso che arriva sulla slitta trainata dalle renne.
Arriverà, nessuno osi mettere in dubbio una delle mie poche certezze!
E dirigendovi verso i Macelli, in Piazza Soziglia troverete un negozio di oggettistica.
Ah, questo è il regno di Babbo Natale e non si vede perché non dovrei fermarmi  ad omaggiare il simpatico vecchietto dalla barba bianca!
Campanelle, decorazioni, soprammobili e tutto è bianco e rosso.

Negozio in Soziglia

E poi Natale è anche concedersi il tempo di dedicarsi ai propri passatempi.
E questo è uno dei negozi più belli che io conosca per il ricamo, il cucito, il patchwork e la maglia.
Non è solo una merceria e la proprietaria è una persona di gran gusto, presto vi porterò a scoprire le meraviglie che racchiude nei cassetti di legno del suo Salotto creativo.

Il salotto creativo

Io aspetto, faccio il conto alla rovescia al 25 Dicembre.
E date retta ma me, quelli che dicono che Babbo Natale non esiste non hanno capito un accidente della vita!
Non scherziamo, esiste eccome!
E in questi giorni ha veramente un gran da fare, credetemi.
E così ogni tanto si riposa, tra i pandolci, i confetti e le dolcezze della Pasticceria Profumo.
Arrivederci Babbo Natale, ti aspettiamo speranzosi!

Profumo

Babbo Natale o Gesù Bambino?

Una delle questioni più annose di un’intera esistenza.
Chi mette i regali sotto l’albero? Babbo Natale o Gesù Bambino?
Così, d’istinto, non avrei tante difficoltà a rispondervi, il signore con l’abito rosso dispone di un’organizzazione di tutto rispetto, una multinazionale del regalo, direi.
Un laboratorio nelle terre dei ghiacci, gnomi che lavorano alacremente, renne maestose, una slitta efficiente e velocissima.
E poi Babbo Natale ha l’aria rassicurante, è un nonno bonario con la barba bianca.
Gesù Bambino, per parte sua, è capace di ben altri effetti speciali, nessuno si è mai preoccupato di spiegarci in quale maniera porterebbe i doni, ma insomma forse non ce n’è neppure bisogno, le sue referenze sono impeccabili, direi.
Per di più è persino il suo compleanno, il che è un po’ strano, se ci pensate: in genere chi compie gli anni i regali li riceve, lui invece li fa. Peculiare, assai.
E io, quand’ero piccola, ad ogni Natale mi ponevo dubbiosi interrogativi.
Ma chi mette i regali sotto l’albero? Babbo Natale o Gesù Bambino?
E che grado di parentela c’è tra i due?
Alzi la mano chi non si è posto questa domanda, per cortesia.
Nessuno? Nemmeno dalle ultime file? Lo sapevo!
Oh no! Non ho mai chiesto spiegazioni, per carità!
Gli adulti, quando si tratta di cose importanti, sono fumosi e pressappochisti, cominciano a parlar per anacoluti e va a finire che ti confondono ulteriormente, questa è la verità.
Chi porta i pacchetti fasciati nella carta colorata e chiusi con un fiocco dorato o d’argento?
Babbo Natale o Gesù Bambino?


Magari si dividono i compiti equamente?
O forse vanno insieme?
La questione è misteriosa, ammettetelo, ammantata da un’insondabile incertezza.
C’è poi la faccenda del camino che ha sempre sollevato in me una serie di perplessità.
Babbo Natale, a quanto ne so, giungerebbe nei nostri salotti dopo aver parcheggiato la slitta sul tetto e passerebbe appunto per il camino, di quest’ultimo ne sono dotati tutti i palazzi, questo mi è chiaro.
Chi ha un caminetto, però?
Come caspita fa l’arzillo vecchietto ad arrivare sotto l’albero?
Vedete, la faccenda si complica senza che nessuno si sprechi a darci uno straccio di spiegazione.
Aggiungeteci poi che a Gennaio arriva la Befana.
Una vera outsider, una donna al di fuori dal comune e da ogni regola, la sola rappresentante del gentil sesso priva di qualunque attrattiva estetica che piaccia trasversalmente all’universo intero.
Pensateci, a quante donne si perdona la mancanza di avvenenza fisica?
A lei, soltanto a lei, un modello femminile di riferimento di tutto rispetto.
La Befana, pur essendo brutta ed ostentando una certa trasandatezza, suscita simpatia ed affetto, ditemi se vi sembra poco!
E porta il carbone di zucchero, quello nero nero che è una vera delizia.
Appendi la calza e lei te la riempie di cioccolatini e caramelle.
Che donna!
Tuttavia si pone, inesorabile, un ulteriore quesito.
Grado di parentela con Babbo Natale e Gesù Bambino?
Seriamente, io da piccola avevo molti dubbi al riguardo.
Oltre tutto non mi è mai stato chiaro per quale ragione costoro si manifestassero nel medesimo periodo dell’anno.
Non si potrebbe dilazionare, che so, a Ferragosto e in autunno?
E invece uno via l’altro, a breve arriveranno.
Ho ancora diverse titubanze al riguardo, sappiatelo, ma in fondo ne ho quasi la certezza, tra tutti loro dev’esserci un legame.
E da piccoli ci si pone questi interrogativi, ma non è neppure detto che si desideri realmente conoscere la verità.
Certo, ci sono anche adulti che ai loro bambini sanno dare risposte illuminanti e figli che a loro volta rispondono in maniera altrettanto arguta.
Leggete qui, in questa circostanza non posso evitare di menzionare questo splendido post di Plus.
Mancano pochi giorni a Natale, in quella notte fate in modo che le lucine del Presepe siano tutte accese e che l’abete brilli di palline e di decorazioni, affinché chi visita le nostre case per portarci i pacchetti trovi una calda accoglienza.
Ma chi mette i regali sotto l’albero? Babbo Natale o Gesù Bambino?
Un giorno o l’altro qualcuno ce lo spiegherà.