Gli ex voto del Santuario della Madonna della Guardia

Sono raccolti come autentica testimonianza di amore e di fede, riuniti nelle stanze a loro dedicate gli ex voto del Santuario della Madonna della Guardia rammentano le umane vicende e sono la memoria di pericoli scampati e di gioie ritrovate grazie all’aiuto misericordioso di Maria.

Ogni quadretto è una storia, ogni dipinto riconduce ad un nome, ad un volto, ad una vita alla quale fu offerta una seconda possibilità.
Sono storie di tempeste, di malattie gravi, di incidenti terribili e di mani protese che trovano soccorso, nelle vetrine sono numerosi i cuori d’argento o altri oggetti che ricordano eventi di diverso tipo.

Sono fatti accaduti in un tempo lontano che vide fiorire il progresso mentre gli uomini imparavano a conoscere l’ebbrezza della velocità con i suoi rischi e gli immancabili pericoli.
Correva l’anno 1859 quando un capotreno ebbe salva la vita dopo essere rimasto coinvolto in un tremendo incidente tra due treni.

Sbuffa ancora la locomotiva uscendo dalla galleria, per grave disgrazia un uomo rimane travolto dal treno.
È un giorno di maggio del 1904 e lui si salverà per grazia ricevuta.

E davanti al mare di Pegli ecco ancora un incidente con i carri trainati dai cavalli e lassù alta nel cielo la figura rasserenante di Maria che protegge e dona salvezza.

La devozione per la Madonna della Guardia è sempre viva e presente e non conosce davvero confini.

E qui, nel luogo dove sono raccolti gli ex voto, c’è anche la storia di lui: il suo nome è Benedetto, ha 10 anni e in un giorno di ottobre si trova a passare in Via Milano quando viene investito dal tram.
Il mezzo fatica a fermarsi, sul trafiletto dedicato all’evento e pubblicato su Il Lavoro, ho letto che il tram continuò la sua corsa per venti metri prima di arrestarsi.
Benedetto se la cavò senza gravi conseguenze e qui c’è la memoria di quel giorno e della grazia ricevuta da Maria.

Altre testimonianze narrano di flutti tempestosi e di fatali pericoli sul mare indomabile.

Tra i molti dipinti dedicati a navi e vascelli ecco il Vulcania che nel 1951 rimase per ben 72 ore travolto dalla furia di un pauroso ciclone.

Così fa la gente di mare, porta alla Madonna il proprio ringraziamento per il dono grande da Lei ricevuto.

Ci sono storie di anni distanti e vicende dei nostri giorni.
Ci sono pezzi di automobili, caschi da motociclista, documenti medici, lettere e piccole cose di poco conto ma così preziose per quel che rappresentano.

Ci sono preghiere trepidanti di padri e di madri di giovani soldati partiti per la guerra e ritornati tra le braccia dei genitori.

Ci sono devozioni e memorie di bimbi tanto amati e messi in salvo con amorevole cura dalla Madre di Dio.
C’è il ricordo di lei, una bimba di nome Isabella che corre con l’abitino in fiamme davanti alla sua casa.

E c’è la dolce memoria della piccola Maria: la vediamo ritratta nel suo letto circondata da tutta la sua famiglia, questo ex voto venne portato alla Guardia perché la piccina guarì dalla paralisi.

C’è la vita e la speranza in ognuno di questi quadri, c’è un tramway con un cavallo che corre all’impazzata e lassù, tra le nubi, lo sguardo vigile di Maria veglia su quei viaggiatori.

E poi un incendio infuria su un camino e c’è un uomo che scivola giù sulle tegole e precipita dal tetto.
E gli astanti assistono impotenti alla scena mentre ancora là, in lontananza, nell’azzurro del cielo si scorge ancora l’immagine di Maria che ancora salva e protegge.

Ci sono storie, memorie e vite da ricordare, io ve ne ho mostrate solo alcune ma se andrete al Santuario potrete scoprire quanto è sentito e sincero l’amore dei molti fedeli che si recano sul Monte Figogna.
E ci sono le candele, le fiammelle ardono ai piedi di Maria, testimonianza dell’affetto dei genovesi per la Madonna della Guardia.