La zia Angela aveva atteso quella busta per lungo tempo: finalmente era arrivata ma lei esitava ad aprirla, l’aveva posata sul comò di legno scuro e la fissava, timorosa e impaziente.
Ogni viaggio è un nuovo inizio, ogni meta conquistata un sogno che può divenire realtà.
Erano partiti.
Avevano portato poche care cose: qualche valigia, alcuni indirizzi preziosi, un mestiere nelle mani e la fatica di ricostruirsi il destino.
Il futuro è in un foglio, in un timbro, il futuro è al di là di una porta che si apre.
Il futuro è tra le righe di quelle domande, prima di imbarcarsi.
Ed è nelle risposte pronunciate con voce ferma per non tradire l’insicurezza.
Galata Museo del Mare
Il pensiero resta a riva.
Sulla terra che hai lasciato, ancorato alla banchina.
Il pensiero risuona negli addii, nelle voci commosse.
Scrivi presto, abbi cura di te, non piangere.
E sorridi, mentre il pensiero resta sulla riva.
Il viaggio.
Lungo, faticoso, infinito, non lo si può neanche raccontare un viaggio così.
Alle tue spalle un continente si allontana, davanti ai tuoi occhi un luogo mai veduto.
Galata Museo del Mare
Notti stanche, notti senza sonno sul tumultuoso oceano.
Galata Museo del Mare
E poi, ancora con il fiato sospeso.
Uno sguardo che ti scruta, domande, domande e ancora domande.
Il futuro è in un foglio, nell’inchiostro che segna la tua vita.
Galata Museo del Mare
Diverso tempo dopo era arrivata la lettera per la zia Angela, lei la aprì con mani tremanti, posò gli occhi su quella calligrafia a lei così cara e lasciò andare un sospiro troppo a lungo a trattenuto.
E li guardò uno ad uno quei nipoti, quei figli di famiglia andati così lontano.
Il futuro è una terra vasta e polverosa da calcare con quelle scarpette consumate.
Tutta la vita davanti.
Potrai diventare un contadino, un uomo d’affari, forse un avvocato, un commerciante.
Un uomo di successo.
O più semplicemente, un uomo felice.
Felice, capisci cosa intendo?
Gioca bene le tue carte, ora che sei là.
Loro.
Laggiù.
Distanti.
Non sarebbero mai più tornati, nessuno lo aveva detto ma era implicito e sottinteso, quell’arrivederci aveva avuto un sapore amaro.
E tuttavia zia Angela era stata forte, non si era fatta scappare neanche una lacrima, aveva aspettato che la nave svanisse all’orizzonte e poi era scoppiata in un pianto dirotto e sconsolato.
Il futuro.
Una lingua nuova, le tue usanze, i tuoi ricordi da tramandare ai tuoi figli.
E una casa.
Il futuro è là, davanti alla porta di legno.
I cugini dall’America avevano gli occhi illuminati da una luce nuova: la luce di una nuova vita.
Adele, pensò zia Angela, sembrava come rinata, si leggeva sul suo viso il segno di una ritrovata serenità, la fiducia nel tempo che sarebbe venuto.
Del resto il marito di lei era sempre stato un gran lavoratore: nella terra delle opportunità avrebbe trovato modo di farsi valere.
E i bambini?
Ah, zia Angela si era tanto raccomandata!
Negli anni a venire avrebbero dovuto conservare la memoria del luogo dal quale provenivano: uno sguardo al domani, una mano tesa verso il proprio passato.
Giacomino era così piccolo, avrebbe conosciuto le storie di famiglia dai ricordi di mamma e papà, Teresa sarebbe diventata una signorinetta in quella terra lontana.
Pietro, il più grande dei quattro, era un ragazzino assennato ed obbediente, per lui non c’era da preoccuparsi.
Adele, la sua buona e dolce nipote, avrebbe mantenuto ogni sua promessa.
Avrebbe continuato a parlare in italiano ai suoi figli, avrebbe tenuto stretto il legame con la sua terra natale.
Anche se ormai era lontana, anche se ogni nuovo inizio porta inevitabili cambiamenti, anche se la zia Angela non era accanto a lei, ad aiutarla e a rassicurarla.
Italiani d’America, con il cuore e il pensiero sulla banchina di un porto.
Alcune immagini di questo articolo sono state scattate al Galata Museo del Mare, nella sezione dedicata ai nostri emigranti.
La famiglia della quale vi narro è ritratta in una fotografia che da qualche giorno fa parte della mia piccola collezione.
Tutto ciò che avete letto è un mio gioco di fantasia, è reale il nome della destinataria della foto, sul retro si legge: alla Zia Angela auguriamo buon fine e miglior principio.
Non è specificato un anno o un luogo di provenienza, ma le scritte a stampa sul retro dell’immagine sono in inglese, pertanto presumo che questo ricordo provenga dagli Stati Uniti.
La fotografia spedita dal mondo nuovo è stata conservata con cura, osservata con affetto, accarezzata da mani amorose.
Loro ce l’hanno fatta.
Un carro, una casa, una famiglia unita, un solo cuore.
Loro ce l’hanno fatta, loro sono i cugini d’America.