Vi porto con me, in un caruggio dove passo sempre volentieri, in certe giornate può capitare di trovare Via Orefici particolarmente affollata e questa deviazione diventa un magnifico privilegio.
Via dei Conservatori del Mare inizia in questo punto, a sinistra dell’edicola che ospita la Madonna.

Questa via di Genova è dedicata ad un’importante Magistratura dei tempi gloriosi della Superba: i Conservatori del Mare si occupavano di tutto ciò che riguardava il porto e la sua sicurezza, scrive il Ratti che i suoi rappresentanti erano anche giudici nei naufragi e seguivano le cause in ambito marittimo.
Imboccando questo vicolo troverete una piccola lastra di marmo, doveva esserci l’apposita cassetta per gli avvisi per quegli illustri magistrati.
Ecco, per le denunce e i mugugni di competenza dei Conservatori del Mare bisognava venire qui!

E poi.
Attraversate questa via in un giorno di sole.

E là, sopra di voi, un archetto, geometrie e vertigini.

Fino a qualche anno fa qui c’era uno splendido negozio, la Premiata Cartoleria Angeloni, è un vero dispiacere che abbia chiuso e parlando del vicolo dove sempre è stata la ricordo volentieri.

E in tempi ancora più lontani quali negozi c’erano?
Non ci resta che sfogliare la mia Guida Pagano del 1926, cari lettori, ci troveremo così in un altro tempo.

Qui i signori Querci e Corsini si occupavano di noleggio di navi e i Fratelli Pittaluga avevano il loro ufficio di mediatori, erano nel posto giusto, mi vien da dire.
C’era un negozio di tele metalliche e uno di calzature, in un esercizio commerciale si riparavano le macchine da scrivere e in un’altra bottega si vendevano spazzole, c’erano due parrucchieri, una sartoria e un incisore, un negozio di mobili e un orefice.
Deliziosi effluvi provenivano dalle due trattorie, c’erano anche un bar e un ristorante.
Era un mondo diverso ed era così.
![viaconservatori[1] (3)](https://dearmissfletcher.files.wordpress.com/2012/05/viaconservatori1-3.jpg?w=640)
Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri
Il tempo passa e tutto cambia.
Curiosamente sopravvive l’insegna di un orologiaio, probabilmente e soltanto vecchia e non antica, in ogni caso i caratteri usati riportano ad un’altra epoca.
Per le lancette ferme questa era la bottega perfetta.

In queste strade dalla lunga storia le pietre raccontano il loro passato.
Ed emerge uno stemma da un tratto di muro.

Il simbolo di Cristo su un portale.

Nella via dedicata ai Conservatori del Mare.

E bianco e nero di caruggi.

E ocra e giallo.

E un raggio di sole che attraversa il vicolo si getta a terra e rimane lì, a rischiarare questa splendente penombra.
Scorci di caruggi che piacciono a me, a volte non so come raccontarli.

E là sopra di voi, uno squarcio di turchese limpidissimo, intriso di aria e di luce.

L’ultimo tratto del vicolo, osservato da Via Orefici.

E poi, davvero, è sempre e soltanto una questione di prospettive e di saperle vedere.


Cammino, percorro le mie strade, le vie che amo.
E sono sempre gli stessi posti, eppure trovo sempre magie che levano il fiato.
Qui, nella via che trattiene la memoria di un’antica magistratura lo sguardo incontra il cielo di Genova.
Ritagliato tra i palazzi, oltre le finestre, al di là dell’archetto teso fra gli edifici.
Questo è il mio cielo, il cielo sopra Via dei Conservatori del Mare.
