Un pomeriggio di sole a Dinegro è l’occasione per una passeggiata nei giardini di Villa Rosazza che di recente hanno riaperto i battenti e sono stati restituiti alla città.
L’area verde circonda una dimora suggestiva appartenuta alla famiglia Di Negro, questa villa fu rinnovata alla fine del ‘700, nel secolo successivo qui vennero ospiti illustri come ad esempio Balzac e Papa Pio VII.

La facciata armoniosa ha colori tenui e polverosi.

E c’è una fontana dalla quale un tempo sgorgava acqua cristallina.

L’ingresso non è qui, bisogna passare da Via Venezia oppure da Via Asilo Garbarino.
Si cammina tra gli alberi, nel verde generoso, si giunge poi alle spalle della villa, quello in primo piano nell’immagine sottostante è il suo tetto.
E davanti agli occhi c’è una vista mozzafiato, credo davvero che tutto ciò di più bello che abbiamo ci sia stato lasciato dai nostri predecessori.

Le fioriture sbocciano accanto dell’edificio che ai nostri tempi è sede di una fondazione.
Nel passato i giardini scendevano a terrazze verso il mare, poi venne costruita la ferrovia e tutto mutò.

I tetti e il mare sullo sfondo.

E una zona dove i bambini troveranno modo di divertirsi, io ci ho trovato un’anziana signora che mi ha raccontato che quelle parti protette dai cancelli furono in qualche modo utilizzate dai tedeschi durante la II Guerra Mondiale.

Salgo lungo il viale, penso che per gli abitanti della zona questo sia un luogo prezioso.

E non solo per loro, la Villa dalle vedute incantevoli è testimone di un fasto passato e di un’epoca lontana.
E più sali più lo sguardo si perde all’orizzonte.

Fiorisce la primavera a Villa Rosazza.

Nel parco di questa dimora un tempo c’erano statue, fontane e giochi d’acqua, particolarmente apprezzati erano certi alberi rari.

Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri
Cade ancora l’acqua, scende giù goccia a goccia.

Un luogo dalla dimensione romantica e antica, chissà quante volte è stato scenario di dolci corteggiamenti.

Quante parole sussurrate piano qui nella grotta, sotto lo scroscio dell’acqua.

La Villa ammaliò e affascinò un celebre scrittore, di recente ho già avuto modo di scriverne, allora non sapevo che il parco avrebbe riaperto.
A Villa Rosazza, detta Lo Scoglietto, venne Oscar Wilde, questo luogo è immortalato nella sua poesia Sonnet written in Holy Week at Genoa, riporto nuovamente l’incipit di questo sonetto:
I wandered in Scoglietto green retreat,
The oranges on each o’erhanging spray
Burned as bright lamps of gold to shame the day.
Andavo errando nel verde rifugio dello Scoglietto,
Su ogni ramo le arance
ardevano come lampade lucenti di oro a vergogna del giorno.

La Lanterna è vicina, sotto di lei scorre come un nastro di raso nero la Sopraelevata.

Sali, sali ancora.
Vedrai il Porto Antico, le barche lungo i moli, le case di Genova e le sue chiese.

In una dolcezza antica che dovremmo tutti riscoprire.

Nell’ombra che conforta e ripara.

Tra cielo e alberi.

Verrai qui e certamente troverai un angolino perfetto per te.

C’è una fontanella, ai lati il posto per sedersi, mi è parso quasi di vedere due dame che si facevano fresco con i loro chiari ventagli.

La dolcezza di un panorama, Genova dall’alto è sempre una magia.

Un’oasi di pace e di armonia, un luogo dal grande fascino.

Sulla facciata, dal lato di Dinegro, noterete delle figure.

Osservatele di spalle, sono custodi di una leggiadria silenziosa, vegliano il mare e le navi.

Guardate l’orizzonte e l’azzurro che brilla sotto la luce, io ho ripensato ai versi scritti da Oscar Wilde:
And the curved waves that streaked the sapphire bay
Laughed i’ the sun, and life seemed very sweet
E le onde curve che striavano la baia di zaffiro
ridevano nel sole e la vita sembrava molto dolce.

Sotto il cielo di Genova, ancora rifulge di bellezza l’antica Villa Rosazza.
