Il tempo della mela grattugiata

A un certo punto della nostra infanzia, in quei gloriosi e mai abbastanza rimpianti anni ‘70, per noi bambini veniva il tempo della mela grattugiata.
Arrivava in genere a fine pasto e a volte anche a merenda, la mela grattugiata era uno di quei riti irrinunciabili per tutti noi.
Ed era, naturalmente, preparata amorosamente dalla mamma.
Ed era, ve ne ricorderete, uno di quei sapori dolci, domestici, semplici, densi di nostalgia e di bontà casalinga, una carezza confortevole e sana.
Per prepararla, come ben sapete, si usava un attrezzo meraviglioso ed era una bellezza vedere come funzionava quel magico aggeggio capace di trasformare una semplice mela in un’autentica delizia: per noi bambine con i codini era già uno spettacolo!
Sì, in effetti, noi che eravamo piccoli a quell’epoca ci entusiasmavamo con poco, bisogna ammetterlo.
E sapete, qui in questa casa di campagna, con mio autentico stupore, ho trovato nella dispensa proprio quella grattugia che si usava per la mela, so per certo di averne anche una di vetro a Genova.

E poi, poi noi che siamo stati bambini in quegli anni là ci ricordiamo perfettamente che il bello era anche mangiare la mela grattugiata senza metterla in una tazza ma prendendola direttamente da quella scanalatura che componeva la grattugia: quella cosa lì faceva proprio tutta la differenza!
E anzi, secondo me, la mela grattugiata mangiata così era più buona, non c’è alcun dubbio.
Non si sa dire come accada ma, senza che ce ne accorgiamo, a un certo punto della vita finisce il tempo della mela grattugiata.
Era appena ieri e, all’improvviso, è una stagione diversa.
E tuttavia guardandosi indietro resta quella memoria: una sbucciatura su un ginocchio, un fazzolettino in testa, le fossette sulle guance e la dolcezza della mela grattugiata.

Andar per mele

Oggi metto indietro di poco le lancette dell’orologio fino ad arrivare ai giorni della scorsa estate e al profumo delle mele di Fontanigorda.
Oh, fortunati quelli che hanno gli alberi da frutta e a fine stagione possono dedicarsi al raccolto!
Io per parte mia vado per mele a modo mio, le mele lassù sono davvero ovunque e di tanti tipi diversi: piccoline e selvatiche, verdi e asprigne, gialle e appena ravvivate di toni rubino, rosse e succose che crescono su certi armi ritorti nella freschezza di un orto.
E siccome trascorro tanto tempo lassù io le vedo maturare.
È questa bellezza qui la natura: le mele che a poco a poco diventano più morbide, zuccherine, mature e pronte per essere colte.
Così durante le mie passeggiate le osservo e seguo questo processo lento e stupefacente, da giugno a settembre ci sono i giorni del sole e del caldo e a poco poco tutto segue il proprio corso.
È banale?
È questa bellezza qui la vita: ad un certo punto ci lasciamo persino sorprendere dalle cose più semplici che sono anche le più misteriose, riusciamo con nostro stesso stupore a meravigliarci come bambini e questa cosa qui è una straordinaria ricchezza, almeno secondo me.
Così vado per mele, lassù, praticamente sempre.
Non sono la sola, c’è chi le raccoglie e confeziona confetture e marmellate, dolce conforto per i giorni d’inverno.
E poi c’è chi si serve a modo suo, diciamo così.
Forse ricorderete che lassù a Fontanigorda, non lontano da casa mia, c’è un prato dove spesso si trovano i cavalli.
Ora, immagino che il proprietario dell’albero non l’abbia presa troppo bene, ne avrebbe anche avuto tutte le ragioni, lo capisco.
Quel giorno però io mi sono fermata a guardare la cavalla bianca che faceva merenda sgranocchiando una mela dopo l’altra.
La cavalla invece non mi ha degnata di uno sguardo, effettivamente aveva troppo da fare.
Era un giorno di settembre e anche lei, a modo suo, andava per mele.

Alberi d’autunno e castagne a Fontanigorda

Vi porto ancora nel mio paesino, a Fontanigorda, nei colori dell’autunno della Val Trebbia.
C’è qualcosa di magico nelle sfumature di questa stagione, c’è qualcosa che non so spiegare.

Fontanigorda (2)

La strada delle mie passeggiate estive, ombrosa e silenziosa.

Fontanigorda (3)

E in un giardino un albero fremente di foglie dorate.

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In estate percorro spesso questa viuzza, al termine c’è la cascina dove si crogiolano al sole certi gatti pigri.
E in ottobre come sarà? Uguale, certi tipetti sanno come godersi la vita!

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L’albero maestoso si staglia contro il cielo sereno.

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Le case dei villeggianti, la maggior parte ha le persiane chiuse ma c’erano comunque diversi turisti del weekend.

Fontanigorda (7)

La piazza e la magia del tempo che muta e ricrea nuova vita e la trasforma.

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E scolora, si confonde, dal verde al giallo.

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Credi di aver già visto tutto in certi luoghi ma non è mai realmente così, l’universo sa svelare meraviglie anche nei posti che si conoscono bene.

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Autunno è anche foglie rosse a cascata sulle scale e sui cancelli.

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E sul pergolato del negozio di Maurizio dove in estate ci mettiamo in coda per la nostra spesa.

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L’autunno è luce chiara, silenzio e foglie fruscianti che ondeggiano nell’aria.

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Nel tempo dei boschi generosi e prodighi.

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E i miei amici hanno un giardino che curano con infinito amore, è sempre fiorito e rigoglioso anche di alberi da frutto.

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Una ad una le mele hanno riempito il cestino.

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Tutto attorno i castagni donano la loro bontà.

Fontanigorda (17)

Cadono i ricci, cadono giù.
E occorre un po’ di attenzione, devo dirvi che li ho presi anche in testa.
Cadono, cadono giù, precipitano al suolo e rimbalzano su un tappeto di foglie.

Fontanigorda (18)

Raccogli le castagne nel bosco.
E mentre sei sotto agli alberi comprendi che questo gesto semplice e antico ti riconnette con l’armonia della natura, è un gesto che appartiene a ognuno di noi anche se non fa parte del nostro quotidiano.
Un ritmo lento, umano, vero.
E ogni foglia è lo scrigno di un tesoro prezioso.

Fontanigorda (9)

E mentre sei chino tra i ricci, chi arriva?
Indovinate un po’!

Fontanigorda (19)

Felici incontri d’autunno, sulle foglie brunite dal tempo.

Fontanigorda (27)

I colori caldi dell’oro e della madre terra che si manifesta nella sua perfezione.

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Una, due, tre castagne.

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E non smetteresti mai, è un rito semplice e appagante.

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Una, due, tante castagne nel cestino di vimini.

Fontanigorda (24)

Se anche voi volete gustare questa bontà sappiate che domani, come ogni anno, a Fontanigorda si terrà la tradizionale castagnata.
E’un suggerimento per una gita e un’occasione per visitare il mio paesino se non lo conoscete, sentirete profumo di caldarroste e molte altre delizie.
E gli alberi avranno ancora mutato colore, l’autunno avanza e gioca a intingere i suoi pennelli in tinte vivaci.

Fontanigorda (25)

Così accade nella luce calda di ottobre, tra i monti della Val Trebbia.

Fontanigorda (26)

Tra gli alberi da frutta

Il tempo degli orti è anche il tempo degli alberi da frutta e oggi vi porto sotto ai rami carichi dei doni della terra, in un tripudio di colori e bellezza.
Quanti alberi di mele ci saranno a Fontanigorda?
Sarei curiosa di saperlo, sembrano davvero tantissimi.

Mele

Le mele, negli orti e nei giardini.

Mele (1)

E il ramo non cede sotto al loro peso, si piega dolcemente.

Mele (2)

Sotto l’albero, guarda in su.
E con orgoglio il contadino mi racconta che i suoi frutti sono naturali, così come li fa crescere la madre terra.

Mele (3)

Una, due, tre, tante mele.

Mele (4)

E viene voglia di coglierne una per poi prenderla a morsi.

Mele (5)

Le mele che trovi nei boschi, a ridosso di certe cascine.

Mele (6)

Rosate, lentamente diventano mature.

Mele (7)

Acqua, sole, terra ricca.

Mele (8)

E poi torni dopo diversi giorni e su quel ramo trovi appeso un solo annaffiatoio e quelle mele hanno mutato colore.

Mele (9)

Rosse mele di Biancaneve.

Mele (10)

E’ madre natura l’artefice di tanta bellezza.

Mele (11)

E ci regala uno spettacolo di rigogliosa abbondanza.

Mele (12)

E ugualmente negli orti si trovano alberi di pere.

Pere

Sode, grandi e carnose.

Pere (2)

Con i rami protesi verso il cielo.

Pere (3)

Sfumature di campagna, in un giorno d’estate.

Pere (4)

E’ il tempo della frutta e dell’armonia di questi quadri.

Pere (5)

E poi ancora, prugne, prugne, prugne.

Prugne

E un cielo coperto di piccoli frutti, diverranno ancora più scuri.

Prugne (2)

Queste invece sono piccole prugne gialle, sotto l’albero le creature del bosco vengono a mangiare i frutti caduti.

Prugne (3)

E come non capirle!
Mentre scattavo queste foto in sottofondo si sentiva un rumore: toc, toc!
Volete sapere se mi sono presa una prugna in testa? No, ma è stata solo fortuna, credetemi!

Prugne (4)

Montagne, rami, aria pura e foglie lucide.

Prugne (5)

E altrove, in un orto, questo ricco e generoso albero.

Prugne (6)

Eh, tra quei rami era tutto un cinguettare e anche sul prato c’era un certo andirivieni.
E lì, acquattato tra l’erba, un panciuto ospite particolarmente goloso, ditemi voi come si fa a difendersi da tipi del genere!
Ognuno vuole la sua parte, non c’è niente da fare!

Prugne (7)

E tutto questo è l’abbagliante spettacolo della natura, prodigo dei profumi e dei colori della madre terra.

Mele (13)