Vizi e virtù, pregi e difetti del genere umano, protagonisti della storia il primo uomo e la prima donna.
Una sfida per chiunque, è facile cadere nella banalità con un tema simile, se però lo scrittore è Mark Twain potete starne certi, il libro sarà esilarante, divertente ed originale.
The Diary of Adam and Eve, Il diario di Adamo ed Eva, venne pubblicato per la prima volta nel 1906 in una raccolta dal titolo The $ 30,000 Bequest and other stories, il racconto viene qui presentato insieme ad altri testi, alcuni di essi sono anche inclusi in Letters from the Earth, io quest’ultimo libro l’ho comprato a Londra su una bancarella dell’usato e ne sono molto gelosa.
E’ un racconto graffiante ed ironico alla maniera del miglior Twain.
E quei due, Adamo ed Eva, non potrebbero essere più moderni.
E l’ambiente in cui nascono, il giardino dell’Eden, non potrebbe essere più americano.
Se il lettore si aspetta una rivisitazione sui generis resterà certamente soddisfatto, i nostri antenati sono tipi umani con idiosincrasie, debolezze ed incomprensioni.
Un uomo e una donna.
Ed è proprio Adamo ad aprire il racconto e, come spesso accade con i grandi libri, nell’incipit c’è già l’essenza di tutto il racconto.
Infatti il nostro Adamo ha un bel problema:
This new creature with the long hair is a good deal in the way. It is always hanging around and following me about.
Questa nuova creatura con i capelli lunghi mi sta sempre tra i piedi. Mi sta sempre intorno e mi segue ovunque.
Ecco.
E davvero Eva è molto diversa da lui, Adamo vorrebbe starsene per i fatti suoi e gettarsi dalle cascate per puro divertimento, Eva dice che la cosa la terrorizza, tra il resto sostiene che quelle siano le Cascate del Niagara, hanno proprio quell’aspetto, quindi lei le ha chiamate così, punto e basta!
E’ un suo vizio, trova un nome per ogni cosa e mette cartelli dappertutto.
Eh già, la nostra Eva ha le idee chiare, sostiene che l’Eden sarebbe un posto perfetto per i turisti, se solo ci fossero, questi benedetti turisti!
E quanto parla Eva!
Ad ogni buona occasione infrange il sacro silenzio nel quale si immerge quel solitario di Adamo.
Ed è vanitosa e fatalmente curiosa, gira sempre intorno all’albero delle mele, quanto la tenta quel frutto proibito!
E Adamo è spiazzato, non sa davvero come gestire la situazione, per non dire del fatto che lei usa la parola “noi”.
Noi? Come sarebbe?
E naturalmente si seguiranno le avventure di Adamo ed Eva anche fuori dal Paradiso Terrestre, c’è la scoperta del mondo e della morte, la consapevolezza del senso della paura e dei ritmi della vita.
E ci sono le domande e il tentativo di darsi delle risposte.
Sollevi una piuma e questa si libra leggera nell’aria, sollevi una zolla di terra e non accade lo stesso.
Perché? Quanti interrogativi si pone la nostra Eva!
E quando poi nasce Caino Adamo ci mette parecchio tempo a capire di cosa si tratti, non vi svelo i dettagli per non rovinarvi il gusto della lettura.
Un diario che strappa parecchi sorrisi al lettore, brillante, ironico e incalzante, un libro che sa divertire e al contempo offre diversi spunti per riflettere, un regalo del nostro amico Mark Twain.
Adamo ed Eva non si capiscono, bisticciano, discutono, hanno opinioni diverse e maniere opposte di porsi.
Eppure qualcosa li lega, con il tempo troveranno un punto d’incontro e una loro sintonia.
E nella sua umana dimensione Eva dirà che la sua speranza è quella di lasciare le cose del mondo insieme ad Adamo, nel medesimo istante.
E nel suo discorso si trova l’espressione dell’umana fragilità e il timore dell’abbandono.
Un uomo e una donna, un paradiso perduto e un mondo trovato.
E una strada da percorrere insieme.
E le parole, quelle parole che Adamo fa incidere sulla tomba di lei, simbolo di un legame che non si può spezzare.
Wherever she was, there was Eden.
Ovunque lei fosse, lì era l’Eden.