Arrivando a Caricamento, a metà dell’Ottocento, avreste trovato sulla piazza carri e carretti e un gran traffico di gente molto diverso da quello odierno.
Laggiù, tra i palazzi, la Torre dei Morchi, dove aveva sede un celebre e rinomato albergo, l’Hotel Croce di Malta.
Vi soggiornarono scrittori e poeti, era la meta del jet set culturale del tempo, tra gli altri vi dormirono Stendhal e Mark Twain, ne scrissi in questo articolo dedicato appunto al prestigioso Hotel.
E qui vedete una preziosa fotografia di Alfred Noack, appartiene alla ricca collezione dell’amico Vittorio Laura che ringrazio per il cortese prestito.

E a Caricamento ancora svetta la Torre dei Morchi, risale al XII secolo e malgrado nel corso degli anni abbia subito diverse modifiche mantiene intatto il suo antico fascino.
La Liguria dei viaggiatori, la Liguria amata da americani e inglesi, tra i tanti visitatori figura anche la scrittrice Octavia Walton Le Vert alla quale capitò una sorta di dissaventura.
Dovete sapere che la signora giunse a Genova con la famiglia a notte fonda e il regolamento prevedeva che le diligenze non potessero condurre i passeggeri agli alberghi.
Che disdetta!
E per di più non si trovava una carrozza neppure a pagarla oro, un bel problema!
Per fortuna Octavia trovò qualcuno che la accompagnò nel labirinto dei caruggi e così giunse sana e salva a destinazione.
E al Croce di Malta le avevano riservato una camera lassù, nella Torre.

Ed io ho seguito i passi di Octavia, finalmente sono salita anch’io sulla Torre dei Morchi, ai giorni nostri la torre è un’abitazione privata e quindi visitarla è stato un graditissimo privilegio.
Su, su, su, un gradino dopo l’altro.

E poi una porta si spalanca sui merli della Torre e sul cielo di Genova.

Cari lettori, potete immaginare lo stupore mio e di Octavia?
Lei era giunta lì in una notte scura e la mattina dopo ebbe una splendida sorpresa, davanti al suo sguardo si estendeva una spettacolo straordinario.
E lascio a lei la parola, le sue memorie sono degne di nota:
The tower in which we were lodged was the loftiest in the city, and thence we overlooked Genoa, the harbor, the sea, and the coast; the sky was of intense blue, and the Mediterranean calm as an Alpine lake, while afar off the sails of ships and feluccas seemed like the white wings of great birds gleaming in the sunlight.
La torre nella quale eravamo alloggiati era la più alta della città, e così ammirammo Genova, il porto, il mare e la costa; il cielo era di un blu intenso, e il Mediterraneo era calmo come un lago alpino, mentre in lontananza le vele di navi e feluche sembravano ali bianche di grandi uccelli brillanti alla luce del sole.
Souvenirs of Travel – 1857

Questo brano è riportato in uno degli ottavini di Vittorio Laura dedicato proprio al Croce di Malta, insieme a queste memorie Vittorio ne ha trovate altre, sempre scritte da turisti del passato.

Ottavini di Vittorio Laura
Io vi porterò ancora per le strade di Genova insieme a questa viaggiatrice, oggi restiamo con lei nella torre del celebre albergo.
E volgiamo lo sguardo verso Caricamento e verso San Giorgio.

E poi cerchiamo certe insolite prospettive, anche Octavia avrà guardato la Lanterna in questa maniera!

Tra i merli della Torre, il mare e il simbolo di Genova.

E lassù, con mia grande sorpresa, ho trovato persino una lapide, vi venne affissa alla fine dell’Ottocento e ricorda che l’attempato Arcivescovo di Genova, sprezzante della fatica, salì tutti quegli scalini per arrivare lassù e quando arrivò in cima impartì la benedizione alla Torre dei Morchi.

Fotografia di Vittorio Laura
AFFINCHE’
VADA RICORDATO AI POSTERI
CHE SULL’ALTO DI QUESTA VETUSTA TORRE
RITORNATA AL PRISTINO DECORO
MONS. TOMMASO MARCH. REGGIO
L’ARCIVESCOVO DI GENOVA
NELLA GRAVE ETA’ DI 82 ANNI
ASCESE PER BENEDIRLA
IL GIORNO XIX NOVEMBRE MDCCCXCIX
LA FAMIGLIA TRUCCO
Q.M.P.
L’alto prelato e Il brivido dell’altezza!
Ma torniamo ad Octavia, a esser sinceri lei preferì scegliere una diversa sistemazione e chiese che le fosse assegnata una stanza a un piano più basso.
L’albergatore la accontentò ma rimase stupefatto di questa richiesta e non mancò di farlo notare alla sua gentile ospite.
E con un certo disappunto esclamò:
But, Signora, the prospect from the tower is the most famous in Italy.
Ma, Signora, la vista dalla torre è la più famosa d’Italia.

Eh, certo allora non si vedeva la Sopraelevata, al suo posto c’erano le terrazze di marmo, le vedete qui in una rara immagine sempre di proprietà di Vittorio Laura.
E anche Octavia fece una passeggiatà lassù, all’ora del tramonto.

La città dei tetti sarà rimasta impressa nella memoria di chi vide Genova da quassù.

E lo sguardo incontra una bellezza nuova, i palazzi di Via Gramsci e ancora la Sopraelevata, io non la amo per niente, tuttavia vista da lassù suscita meravigliata ammirazione.
Bella Genova, sconosciuta a molti, nascosta e da scoprire, città di torri che donano vedute sorprendenti.

E poi ancora la Spianata e l’Ascensore di Castelletto.

E guarda Genova, ancora.

Octavia Walton Le Vert si trovò splendidamente nella sua nuova camera al quarto piano, la stanza era riccamente arredata, c’erano pavimenti di marmo e affreschi al soffitto.
Stava seduta alla finestra Octavia, seduta a guardare il mare al di là dei vetri.

E come la capisco, non me ne sarei andata mai!
E poi dalla Torre dei Morchi si vede Torre Piccamiglio, presto o tardi arriverò lassù in cima, potete contarci!

E quella spettacolare sinfonia di ardesie che io tanto amo.

E ancora campanili, tetti, il profilo inconfondibile di Torre Embriaci e i palazzi di Sottoripa, il fascino dei luoghi che non hai mai veduto da questa prospettiva.

E piante, panni stesi e terrazzini.

E Torre Piccamiglio, di nuovo.

E le colline, le case e Genova alle nostre spalle.

E gerani, tende azzurre e sole a picco, in questa estate capricciosa.

Guarda Genova, in una maniera insolita, inusuale, stupefacente.
Ecco le palme, il Porto Antico, il Bigo sul quale non sono mai salita, lo guardo dall’alto, mentre mi affaccio dalla Torre dei Morchi.
Che felicità!

C’è ancora tempo per seguire con gli occhi le macchine che scivolano via sulla Sopraelevata, posata come un nastro di seta nera tra le case e il mare.
Lassù, in cima alla Torre dei Morchi, il tempo si ferma.

Sì, il tempo si ferma e si compie una sorta di magia, presente e passato si sovrappongono e scorrono davanti al tuo sguardo e ancora ti ritrovi all’epoca di Octavia Walton Le Vert e del fotografo Alfred Noack, a Caricamento si sente il clangore degli zoccoli dei cavalli e c’è un uomo che trascina un carretto carico di botti, pare quasi di udire il cigolio delle ruote.

Alfred Noack – fotografia di proprietà di Vittorio Laura
A me è accaduto in un giorno d’estate, quando sono stata in cima alla Torre dei Morchi.
