La Madonna con il Bambino in Piazza delle Erbe

Si trova nell’ antica piazza delle Erbe dove in tempi lontani si teneva un vivace mercato della frutta e degli ortaggi, le fruttivendole della Val Bisagno arrivavano qui con le loro ceste colme dei doni della terra.
Adesso, come in quelle epoche ormai distanti, sulla nostra Piazza delle Erbe posa il suo dolce sguardo la Madonna con il Bambino.

Tra i colori vivaci della città vecchia, in questa piazza ancora adesso molto amata e frequentata.

La dolce immagine di Maria così si staglia nella nicchia che la custodisce, la Madonna tiene tra le braccia il piccolo Gesù che ha il visetto allegro incorniciato dai boccoli e l’espressione festosa tipica dell’infanzia.

E l’abito di Maria cade fino ai piedi.
Alla base della statua è posta poi un’iscrizione in latino e credo di aver trovato la corretta corrispondenza in uno degli inni della Chiesa.
Per la precisione penso si tratti dei seguenti versi tratti dall’inno Al vespro del martedì:

Ut germen aptum proferens
fulvis decora floribus

Perché di germi ricca e d’odorati
fior di potesse rivestir gioconda

Così la bella immagine della Madonna custodisce le antiche case di Genova e i suoi abitanti.

Accanto a una finestra con le persiane chiuse, sfiorata dal sole che accarezza questi luoghi.

Con questa dolcezza eternamente amorevole cosi si svela la tenerezza della Madonna con il Bambino in Piazza delle Erbe.

Il barchile di Piazza delle Erbe

È un luogo antico sito nel cuore della città vecchia: Piazza delle Erbe è testimone silenziosa di un lungo passato che sempre sarebbe da ricordare.
La piazza fu realizzata agli inizi del ‘500 e venne dapprima denominata Piazza Nuova la Nuova, per distinguerla dalla piazza antistante al Palazzo Ducale, in seguito fu detta Piazza Nuova da basso e da ultimo Piazza Nuova o delle Erbe.
Luogo di tradizioni antiche, in tempi distanti la piazza ospitava il mercato della frutta e degli ortaggi del quale ebbi modo di scrivere ampiamente diversi anni fa in questo articolo.

Va detto che questa non è la prima fontana ad essere stata collocata qui, in precedenza ce n’era una che venne trasferita nel 1628 nell’antica Piazza San Domenico.
E proprio ad uso e comodo delle besagnine e cioè le erbivendole che avevano gli orti nella Val Bisagno e che venivano qui a fare il mercato si decise di collocare in questa piazza una nuova fontana generosa di acque fresche ed accessibile a tutti.
E sapete, mi viene spontaneo immaginare la compiaciuta soddisfazione di quelle instancabili popolane: finalmente i signori Padri del Comune si erano decisi a provvedere in merito a questa piazza così frequentata!
Correva l’anno 1695, in primo luogo l’opera pubblica fu realizzata senza particolari abbellimenti e da principio infatti non c’era la bella statua che ancora adesso possiamo ammirare.

La statua fu collocata pochi anni dopo e a realizzarla furono mani sapienti.

Scolpita sul candido marmo si legge una data: 1697.

E immaginate quante vite, quanti sguardi, quanti cuori e quanti sorrisi sono passati sotto le fattezze gentili del piccolo putto scolpito nel marmo.
Egli così si staglia nel cielo blu della Superba.

E cavalca con vivacità tutta infantile un grosso pesce guizzante.

Il tempo scorre, fluisce e scivola via come l’acqua limpida che nei secoli passati sgorgò da questa fontana.
Quell’acqua rinfrescò visi affaticati, fronti sudate, mani protese a cercare ristoro.
Il putto ancora si erge al centro della nostra Piazza delle Erbe, il tempo ha lasciato la sua traccia sul marmo ma ancora egli è il medesimo sul quale si posarono gli occhi vivaci di certe besagnine nel tempo in cui qui si teneva il mercato.

E il sole così lambisce l’antico barchile, in questo scorcio genovese dai colori allegri e brillanti.

Nel tempo che a volte parte fermarsi oppure ritornare, nel cuore della Superba nella nostra bella Piazza delle Erbe.

Miei amati specchi

Miei amati specchi, vetri incantati della Superba che racchiudete immagini tremule di solidi marmi, di croci e azzurro cielo.
Miei amati specchi, effimeri e gloriosi.

Miei amati specchi che raccontate una città nascosta, riservata ai sognatori e a coloro che camminano piano e sanno intravedere stupori incastonati tra pietre antiche.

Piazza Soziglia

E facciate dipinte, panni stesi, semplicemente vita.

Piazza Pinelli (1)

E grandezze fastose nelle piazze dei caruggi.

Piazza Pinelli (2)

Miei amati specchi che celate amori, abbracci, sorrisi, prime colazioni, facce assonnate, stanchezze, entusiasmi, lacrime, desideri e gioie, ninne nanne e promesse.

Piazza delle Erbe (1)

Miei amati specchi, tra persiane che appaiono come inattese esitazioni.

Piazza delle Erbe (2)

Miei amati specchi di stagioni generose e limpide, nel tempo che permette di attendere e aspettare per poi lasciare che gli occhi trovino questa bellezza.

Piazza delle Oche (1)

Miei amati specchi che ospitate l’immagine della Chiesa delle Vigne.

Piazza delle Oche (2)

Miei amati specchi, tra luci e ombre.

Piazza delle Erbe (3)

Splendori brillanti nell’inquieto agitarsi delle bandiere in Strada Nuova.

Via Garibaldi

Miei amati specchi che raccontate mattine di sole, ringhiere, pianticelle verdi.

Piazza della Nunziata (2)

Miei amati specchi dove si riflette il campanile della Chiesa della Nunziata, miei amati specchi che siete una realtà diversa, effimera ed immaginata, sempre nuova e così mutevole.

Piazza della Nunziata (3)

E vi cerco sempre, voi che donate a noi scorci di candide nubi e cielo turchese.
Miei amati specchi, finestre di Genova.

Piazza della Nunziata (14)

Quando il vento di Genova ti accompagna

A Genova, quando tira vento, hai un compagno bizzoso con il quale camminare, passo dopo passo nel turbine dell’aria che lucida il cielo e rende la città ancora più splendente.
E a volte io faccio così, lascio i mezzi di trasporto a periodi di maggior pigrizia e cammino insieme al vento, giù per le creuze del Carmine.

Quelli che amano i caruggi sanno che passando da un vicoletto all’altro si arriva lontano molto rapidamente, se ne sorprenderebbero quelli che invece amano solo le vie larghe e trafficate, non sanno cosa si perdono.
Io seguo il vento e vado a cercare i miei ritagli di cielo.

E poi, sempre, finisce che mi infilo in Canneto il Lungo.

E così fa il sole, tracciando a terra una linea perfetta.

Seguendo quel vento che è fratello del celeste cielo.

Poi magari a volte ho anche fretta ma non rinuncio mai a sbirciare nelle botteghe dei caruggi.

E in certi posti mi fermo sempre, in Canneto c’è una delle più incantevoli prospettive genovesi.

E il vento fa fremere quel bucato steso in Piazza delle Erbe.

E mentre percorro la salita che porta a Sarzano mi volto sempre indietro a cercare la bandiera di Genova in quel cielo limpido.

Quando cammino insieme al vento finisce sempre che vado anche nei posti dove non dovrei andare, in realtà vado proprio a salutare questi caruggi e mi piace ritrovarli sempre così, semplici e veri.

A volte poi chiacchiero anche con le persone che non conosco, finisce persino che mi capita di scoprire dei lettori sconosciuti di questo blog e questa davvero è una cosa bellissima.

Poi continuo a seguire il vento, poi vorrei scendere giù, andare in Campo Pisano, risalire, ritornare ancora e guardarmi indietro.
E so che lo farò di nuovo, ancora.
E anche questa davvero è una cosa bellissima.

Ritrovarsi in Piazza delle Erbe

Non vedersi.
Tra la gente che passa, in Piazza delle Erbe.
E attendere, come molti altri.
E guardarsi intorno, cercarsi con lo sguardo, ancora.

E aspettare.
Esitando, senza sapere.
Immaginare, ricordare e ancora restare.
A volte pochi minuti sembrano un’eternità.

E poi.
Così accade.
Gioia e felicità, all’improvviso.
Semplicemente ritrovarsi in Piazza delle Erbe.

Per caruggi

Vi porto per caruggi, in un pomeriggio d’inverno.
In quei posti che amo, oltre la prospettiva di case alte a breve distanza da Porta Soprana.
Lo dico sempre, io vado ovunque e senza alcuna meta, in realtà.
Cammino, a Genova.

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E si può non indugiare davanti alla vetrina di Casaleggio?
Canestrelli, nocciole, miele, sciroppo di rose, vasi e vasetti.

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E poi scendo in Piazza delle Erbe, con le sue antiche case dai colori caldi di zafferano e biscotto.

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E mi fermo davanti a quella che fu una libreria antiquaria, questo posto è rinato a nuova vita e adesso ospita un caffè letterario, io non ci sono mai stata e mi ripropongo di scoprirlo presto.

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Su e giù per questi caruggi, tuttavia la meta non è importante, ve l’ho detto, io vado ovunque.
Basta esserci, basta guardare il cielo sopra la città.

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E la prospettiva di Vico del Fico che si perde lassù in un bagliore di giallo.

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Gli edifici che si scorgono in lontananza sono quelli di Piazza delle Lavandaie, facile immaginare di vedere donne curve sotto ceste pesanti cariche di panni, difficile immedesimarsi nelle vite degli altri e figurarsi fatiche che fortunatamente non abbiamo conosciuto.

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Da queste parti nel tardo pomeriggio la luce dolcemente declina mentre il cielo si tinge di oro oltre i tetti e oltre il campanile di San Donato.

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E poi sali su per Vico delle Fate, un posto con un nome simile può soltanto riservare incanti.

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E muri antichi e mattoni consunti.

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E poi, magari, vagando senza meta per i caruggi, può capitare di sbucare in Via Ravecca, a volte si finisce per trovare persino una perfetta geometria di colori in luoghi come questi.

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Quando meno te lo aspetti, in ogni luogo.

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Quando il sole illumina i tetti, a Genova, in un pomeriggio d’inverno.

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Luce di caruggi

A volte le giornate iniziano con la pioggia e il cielo grigio e poi tutto cambia.
Pomeriggio, cielo azzurro e caruggi.
Ieri.
Scendo in Piazza delle Erbe e tutto ha i già i colori dell’estate.
E tavoli all’aperto, gelati alla crema e ai frutti di bosco, chiacchiere e relax.

Piazza delle Erbe

E la luce è chiara e potente, batte sui vetri.
La luce nei vicoli compie sempre queste magie, vedi le persiane riflesse dietro ai vasetti.

Finestra

Scendo, scendo ancora e arrivo in Piazza Ferretto, c’è uno squarcio di sole che illumina proprio la facciata del palazzo.

Piazza Feretto

Giù, giù per Via dei Giustiniani che è sempre generosa di ombra.
E lo so già, troverò altri vetri e altri riflessi.

Via dei Giustiniani

Poi se ti fermi e osservi scoprirai che Genova è tutta un’armonia di linee, in queste giornate ne riconosci ancor di più i contorni.
Guarda.

Piazza Giustiniani

E ancora mi fermo proprio lì, davanti a Palazzo Giustiniani.
Alzo gli occhi e su quelle finestre c’è tutto il cielo dei caruggi di Genova, tutto l’azzurro, tutta l’aria fresca che spira dal mare in un pomeriggio di primavera.

Palazzo Giustiniani (2)

E altre finestre, piante sui terrazzini, luce imperiosa e vincitrice.

Palazzo Giustiniani (3)

E tetti, persiane e una piccola corda carica di panni stesi.

Palazzo Giustiniani

E poi ancora, guarda!
Sono gli incanti dei vicoli, non li vedrai in nessun altro luogo.
L’edicola della Madonna, due piantine sul davanzale, le farfalline appese e riflessi, ancora riflessi.

Via dei Giustiniani (2)

C’era tanta bellezza ieri, a Genova, in queste strade che amo così tanto.
L’ho portata qui, per voi.
E c’era tanto azzurro, azzurro acceso, travolgente e vitale.
Lassù, dove Canneto il Lungo si incrocia con Canneto il Curto.
Guarda.

Canneto il Lungo

Una sosta golosa alla Pasticceria Viganotti

Nel continuo girovagare per i caruggi di Genova è anche piacevole concedersi meritate soste golose e per andare a colpo sicuro occorre conoscere gli indirizzi giusti.
E’ celebre l’antica tradizione della Cioccolateria Viganotti, dal 1866 delizia i palati dei genovesi con raffinate dolcezze, ho già avuto modo di scrivere del bellissimo negozio di Vico dei Castagna in questo mio articolo.
C’è anche un altro luogo che vorrei mostrarvi e lo troverete facilmente anche se non siete di Genova.
Date le spalle alle Torri di Porta Soprana e imboccate la strada di fronte a voi, Salita del Prione.

Salita del Prione (2)

Un susseguirsi di case colorate, questa via vi condurrà in Piazza delle Erbe.

Salita del Prione

E prima che giungiate nella piazza dove un tempo si teneva il mercato in Salita del Prione troverete la Pasticceria Caffetteria Viganotti, uno scrigno di sublimi dolcezze nel cuore della città vecchia.

Viganotti

Un locale raccolto dove si respira una bella atmosfera.

Viganotti (3)

Niente tavolini, si è serviti al bancone e l’unico sforzo che dovrete fare sarà guardare sotto al vetro e scegliere il vostro dolcetto preferito!

Viganotti (4)

Potrete anche comprare il caffè per le vostre colazioni casalinghe.

Viganotti (5)

E dunque, cosa gustare in questa bella pasticceria?
Vi va un biscotto o una dolce meringa?

Viganotti (6)

Ecco vari tipi di frollini ricoperti di cioccolato e i classici canestrelli.

Viganotti (7)

E poi tortine alla frutta e cavolini alla panna.

Viganotti (8)

Cannoli alla crema e tortine per tutti i gusti.

Viganotti (9)

E c’è un grande vaso, questa è la barbagliata per la cioccolata calda per ritemprarsi dai rigori dell’inverno.

Viganotti (10)

Sotto al banco frigo stanno schierate in buon ordine altre golose bontà.
Non è semplice scegliere, io assaggerei tutto!

Viganotti (11)

E ditemi, quanto è bella questa cheese cake?

Viganotti (11a)

Dopo aver gironzolato un po’ alla fine ho puntato l’indice verso una fetta di torta per me particolarmente invitante.
Ho detto:
– Voglio quella lì!
Sì, proprio come fanno i bambini!

Viganotti (12)

Eh, alla cheese cake ai frutti di bosco proprio non resisto, era morbida, dolce al punto giusto e semplicemente deliziosa.

Viganotti (13)

Prendete nota, il luogo dove si gustano cotante bontà è tra gli indirizzi da ricordare e come vi ho detto si trova in Salita del Prione, c’è anche una gelateria e presto ve ne parlerò.
A proposito, sapete come mai questa strada porta questo nome curioso?
Leggete qui, è una storia che naturalmente ci porta nel passato di Genova.

Salita del Prione (3)

Laggiù, tra i caruggi della Superba, trovate gli ottimi i dolci della Pasticceria Viganotti.

Viganotti (14)

In bianco e nero

In bianco e nero.
Le città e le sue chiese.
E le sue luci, in bianco e nero.

San Lorenzo (2)

La città e i suoi guardiani, alcuni sembrano piccoli e indifesi, eppure resistono allo scorrere del tempo.

Piazza delle Erbe

Il mondo in bianco e nero è forse più misterioso, ha il fascino di questi luoghi antichi, il passato pare anche più lontano.

Piazza delle Erbe (2)

Alza gli occhi, ovunque andrai incontrerai uno sguardo, a volte espressione di potenza e di grandezza.

Via XX Settembre

In queste strade ampie e spaziose, anche queste sono le mie strade.
E forse a leggere queste pagine si potrebbe pensare che a Genova ci siano solo creuze, piazzette e caruggi.
E invece no, non è così.

Via XX Settembre (2)

E anche qui troverai qualcuno che segue il tuo cammino.
Quanti sono gli sguardi che si posano su di noi?

Via XX Settembre (3)

La città in bianco e nero, la piazza inondata di luce.

Piazza De Ferrari

E scorci sulle case antiche e alte.

Via di Porta Soprana

 Cammino nella storia della città.

Palazzo Ducale

E incontro ancora altri guardiani silenziosi.

Chiesa del Gesù

La città in bianco e nero, l’azzurro del cielo che puoi solo raccontare.
E dire che sì, era terso, limpido e chiaro.

San Lorenzo (3)

E certe prospettive che ti regala solo la città vecchia.

San Lorenzo da Vico del Filo

Finestre, persiane e vetri.

Via San Lorenzo

E i nomi suggestivi, sempre.

Vico del Filo

E Colei che sempre veglia sul cammino degli abitanti di questa città, Colei che ne è Regina e che troverete in tanti caruggi.

Vico del Filo (2)

E qui vi imbatterete nelle storie più strane.
E a volte sono storie di tovaglie e patrioti, cose che non si penserebbe mai di vedere.

Piazza Caricamento

Storie di grandi armatori che guardano verso il mare di Genova.

Monumento a Rubattino

Di chiavi nei muri, di archi, di portici affollati di gente, di tutte le lingue del mondo che puoi udire in queste strade.

Piazza Caricamento (2)

E di piccolo putti dalle guance paffute.

Palazzo San Giorgio

E di angeli gentili e pieni di grazia.

Palazzo San Giorgio (2)

Di luce che danza sulle facciate.

Palazzo San Giorgio (3)

Ancora di archetti e di raggi di sole che tracciano al suolo linee perfette.
E tu sei lì, in quell’esatto istante e quando accade non vorresti davvero essere in nessun altro luogo.

Piazza de Marini da Caricamento

Di armonia di gesti e di misticismo.

Edicola - Via San Pietro della Porta

Di architetture che sorprendono.

Via dei Conservatori del mare

E l’istante.
Quell’istante perfetto.
E davvero non sai come sia possibile capitare lì proprio in quel momento.
Ancora me ne stupisco, i raggi di sole sono sempre imprevisti e imprevedibili in questi caruggi.

Via Conservatori del mare

Eppure accade.
Qui, nella città vecchia.
Cade la luce sull’abito umile.
Cade la luce su quelle mani giunte.
L’ombra misteriosa protegge il viso e quello sguardo benevolo che veglia sul nostro cammino.

Edicola

Di notte

Di notte.
Di notte tutto è più magico.

I colori si fanno più rarefatti, il buio attenua le  tinte.

Di notte, tutto è misterioso.

E alcune strade sono silenti e tranquille, scendendo da Via Luccoli può capitare di non incontrare nessuno.

Di notte, in Scurreria Vecchia, sembra di essere nel Medioevo.
E forse arriverà un cavaliere su per la salita?

E dove sono i soldati che montano la guardia alle Torri di Porta Soprana?

Oh, di notte! Di notte il tempo compie un’accelerazione al contrario.

Ma ad ogni angolo trovate un ristorantino dove gustare le specialità liguri e vorreste programmare almeno un’uscita a settimana, vale certo la pena di provarli tutti.

E di notte in certe piazze c’è la movida.
Tanta gente, tanto rumore, quasi non si può camminare.

La notte.
La notte è il regno del contrasti, del buio che avvolge le strade, dei rumori improvvisi, dell’aria fresca e ristoratrice.

Di notte, a volte, la luce splende calda e dorata.
E rifulge vittoriosa sulle tenebre.