È un luogo antico sito nel cuore della città vecchia: Piazza delle Erbe è testimone silenziosa di un lungo passato che sempre sarebbe da ricordare.
La piazza fu realizzata agli inizi del ‘500 e venne dapprima denominata Piazza Nuova la Nuova, per distinguerla dalla piazza antistante al Palazzo Ducale, in seguito fu detta Piazza Nuova da basso e da ultimo Piazza Nuova o delle Erbe.
Luogo di tradizioni antiche, in tempi distanti la piazza ospitava il mercato della frutta e degli ortaggi del quale ebbi modo di scrivere ampiamente diversi anni fa in questo articolo.
Va detto che questa non è la prima fontana ad essere stata collocata qui, in precedenza ce n’era una che venne trasferita nel 1628 nell’antica Piazza San Domenico.
E proprio ad uso e comodo delle besagnine e cioè le erbivendole che avevano gli orti nella Val Bisagno e che venivano qui a fare il mercato si decise di collocare in questa piazza una nuova fontana generosa di acque fresche ed accessibile a tutti.
E sapete, mi viene spontaneo immaginare la compiaciuta soddisfazione di quelle instancabili popolane: finalmente i signori Padri del Comune si erano decisi a provvedere in merito a questa piazza così frequentata!
Correva l’anno 1695, in primo luogo l’opera pubblica fu realizzata senza particolari abbellimenti e da principio infatti non c’era la bella statua che ancora adesso possiamo ammirare.
La statua fu collocata pochi anni dopo e a realizzarla furono mani sapienti.
Scolpita sul candido marmo si legge una data: 1697.
E immaginate quante vite, quanti sguardi, quanti cuori e quanti sorrisi sono passati sotto le fattezze gentili del piccolo putto scolpito nel marmo.
Egli così si staglia nel cielo blu della Superba.
E cavalca con vivacità tutta infantile un grosso pesce guizzante.
Il tempo scorre, fluisce e scivola via come l’acqua limpida che nei secoli passati sgorgò da questa fontana.
Quell’acqua rinfrescò visi affaticati, fronti sudate, mani protese a cercare ristoro.
Il putto ancora si erge al centro della nostra Piazza delle Erbe, il tempo ha lasciato la sua traccia sul marmo ma ancora egli è il medesimo sul quale si posarono gli occhi vivaci di certe besagnine nel tempo in cui qui si teneva il mercato.
E il sole così lambisce l’antico barchile, in questo scorcio genovese dai colori allegri e brillanti.
Nel tempo che a volte parte fermarsi oppure ritornare, nel cuore della Superba nella nostra bella Piazza delle Erbe.
Barchile è così lontano dalle mie radici (che arrivano al massimo al fienile!) da sembrarmi marziano.
Eh, caro Simone.
Grazie, buona giornata a te!
Che belli i nomi di certe piazze che ricordano antiche destinazioni d’uso e di fontane non se ne hanno mai abbastanza. Un bacione cara e buon lunedì!
Sì, è vero! Pensa che quando ero piccola ero convinta che Piazza delle Erbe fosse solo a Verona, mi pareva un nome bellissimo, poi un bel giorno ho scoperto che ce n’era una anche qui, che emozione.
Un bacio grande, cara, grazie.
Miss, è bello l’antico barchile e nella penultima foto, gli stanno perfino bene i quattro ombrelloni bianchi…
Eh sì! Sai, questo foto risalgono a tempi diversi, le avevo fatte un bel po’ di tempo fa e le trovo molto luminose.
Dear Miss alla tua descrizione non si può aggiungere altro: è completa anche dal punto affettivo
oltre che storico e fotografico.Grazie sempre e continua.
Ma il grosso pesce si è mangiato una gambina al puttino?
Eh no, certo non è colpa del pesce! Grazie Mauro!
Grazie! Vado sempre volentieri in piazza delle Erbe, è stato bello tornarci così
Grazie a te!
Irene
La storia di Piazza delle Erbe è affascinante. La Piazza emette la vita animata dei Genovesi. La connosciamo bene, Els ed io. Grazie, cara Miss Fletcher. Leggendo il tuo articolo e guardando le belle fotografie mi sono venuto in mente tanti belli riccordi.
Grazie cara, ero certa che questa piazza fosse nel vostro cuore perché voi sapete apprezzare le vere bellezze di Genova.
Un bacione Irene!