Se volete conoscere Genova dovete camminare per i suoi caruggi.
Se volete conoscere Genova dovete alzare lo sguardo verso le tracce di una devozione antica, verso quelle edicole che un tempo ospitavano le immagini sacre di Maria e dei Santi.
Oggi vi porto a fare una passeggiata particolare, tra i vicoli e il Museo di Sant’Agostino, tra passato e presente, tra le edicole che ancora si trovano in quei caruggi e alcune statue che potrete vedere in quel Museo.
Lì si trova la statua della Madonna che un tempo era situata nell’edicola posta sulla casa di Paganini.
L’infinita dolcezza di quegli sguardi si posa su di voi e si prova una sorta di emozione difficile da spiegare, le custodi silenziose dei nostri caruggi sono là, in Sant’Agostino.

Il culto della Madonna ha origini antiche in questa città, Lei fu anche proclamata Regina di Genova e trovate qui la motivazione.
Ai giorni nostri nelle edicole sono esposte copie fedeli delle statue originali, bisogna andare in quel Museo per trovare i visi benevolenti e i sorrisi che un tempo si posavano sui genovesi.
E bisogna conoscere Genova e i suoi caruggi per poter ricondurre ogni Madonnetta alla sua collocazione originaria.
Vi porto con me, in Via Prè, amo molto questa antica strada.

E lì, dove la via ha inizio poco dopo la Commenda c’è questa bella edicola che ritrae il Beato Botta in contemplazione della Madre di Cristo.

Eccolo il Beato Botta in preghiera, la scultura risale al XVIII secolo.

Sempre in Via Prè, poco distante, c’è un’altra edicola che ritrae lo stesso soggetto religioso.

E ancora ecco la statua che un tempo era lì collocata.

E già che siamo da queste parti facciamo una deviazione in Piazza dei Truogoli di Santa Brigida, un angolo di caruggi davvero suggestivo.

E fermiamoci davanti all’edicola.

E’ dolce e tenera l’immagine seicentesca della Madre di Dio qui ritratta con Gesù e San Giovannino.

Le belle e numerose edicole di Via Prè, a loro ho dedicato un intero articolo, lo trovate qui.
La nostra passeggiata continua, scendiamo e arriviamo in Piazza Del Campo.

Anche qui troviamo un’edicola, collocata proprio sopra i banchi di frutta e verdura, sacro e profano convivono armoniosamente nei caruggi.

Ed è particolare la statua della Madonna che qui si trovava, è attribuita ad un artista del ‘300, lo scultore che la eseguì faceva parte della scuola che lavorò al restauro della cattedrale quando questa subì diversi danni a causa di un incendio nel 1296.

Andiamo ancora oltre e ci troviamo in Via di Fossatello, qui aveva posto un dipinto, un olio su ardesia che ritrae la Madonna del Cardellino.

Anche quest’opera si trova nel Museo che tutti i genovesi dovrebbero vedere.

Camminiamo ancora, ci inoltriamo in Via della Maddalena dove troveremo un’edicola dedicata a Sant’Antonio da Padova che merita certo attenzione, ho già avuto modo di scriverne in questo articolo.

Il Santo di Padova è ritratto in una statua lignea.

E tiene a sé il Bambino Gesù.

Torniamo in San Luca, dove sono davvero numerose le edicole votive, come del resto in tutto il centro storico.
E qui ci fermiamo nei pressi dell’Archivolto di San Raffaele.
Eh, su quei fili elettrici così a vista non dico nulla ma potete immaginare quale sia il mio pensiero.

E ancora si trova uno sguardo dolce e amorevole.

E poco distante ancora una nicchia per la Madre di Dio.

E questa è la statua che lì si trovava.

Genova era questo, le Madonnette nei caruggi, ce n’erano ovunque.
Si cammina, nel saliscendi e nella penombra dei vicoli, arrivate in Via di Scurreria Vecchia, un altro vicolo che è tutto sfumature di colore.

E andiamo ancora oltre, la strada si incrocia con Vico Indoratori e lì si trova questa edicola.

Anche qui era collocato un dipinto, attribuito a un artista della famiglia Calvi, l’opera risale al ‘500 e forse ne fu autore proprio Lazzaro Calvi, celebre pittore.
Il dipinto ritrae la Madonna con il Bambino tra i Santi Giovanni Battista e Lorenzo.

E’ un’emozione grande camminare tra le Madonnette di Sant’Agostino, qui ci sono anche statue che provengono da luoghi che hanno subito sconvolgimenti e profonde trasformazioni, luoghi che non abbiamo saputo difendere come avremmo dovuto.
Lei è la seicentesca Madonna con il Bambino benedicente attribuita a Domenico Amadeo, si trovava dall’edicola situate nel pilone sotto il Ponte di Carignano, in Via Madre di Dio.

Perduta la strada, a noi è rimasta questa Madonna.

Ed è piena di grazia e bellezza la statua di Maria che un tempo era nella chiesa di San Silvestro, ormai perduta sotto i bombardamenti della II Guerra Mondiale.

Dolcezza infinita nel suo sguardo.

E ancora, altri caruggi, andiamo giù da Salita del Prione.

Anche lì troverete una bella edicola che un tempo ospitava la Madonna.

Lei calpesta il maligno che ha le fattezze di un drago, la Madonna pura e candida scolpita nel marmo bianco volge lo sguardo a Dio.

Queste Madonnette che oggi troviamo in uno dei Musei più interessanti della città erano un tempo per le nostre strade, a loro ci si rivolgeva confidando le proprie speranze e i propri pensieri.
E no, davvero non potete dire di conoscere Genova se non avete mai veduto queste sue antiche vie e i tanti volti della Madonna che potete incontrare qui, in Sant’Agostino.

Non tutte sono state salvate, va ricordato che purtroppo nel passato, quando ancora erano esposte nelle edicole, alcune statue sono state sottratte e sono così andate perdute.
Questo rende ancora più care e preziose le Madonnette che invece sono al sicuro dento al Museo.
Accanto ad ognuna c’è una scheda esplicativa che illustra la sua storia e la collocazione originaria dell’opera, io ve ne ho mostrate alcune, ve ne sono altre che potrete scoprire da voi.

Qui in Sant’Agostino, c’è parte del nostro passato, c’è il ricordo di luoghi che non possiamo più vedere perché non siamo stati capaci di difenderli.
Quartieri interi, strade e piazze, pietre millenaria.
Là, in Piccapietra, un tempo sorgeva la Porta Aurea, non ne è rimasta più traccia.

Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri
Sulle sue braccia aperte si posa il drappeggio del mantello, è sottile ed eterea la Madonna che un tempo si trovava sopra la porta perduta di Genova.
Lei è ancora tra noi, nella pace e nel silenzio di Sant’Agostino.
