Questa è una storia di felicità.
Nessuno me l’ha raccontata, mi limito soltanto ad intuirla, seguendo il filo delle emozioni.
Questa è una storia di felicità, non so dirvi se sia stata solo un’effimera e fugace sensazione oppure una gioia perfetta e durevole.
Tuttavia, in qualche istante, in qualche momento misterioso e a noi sconosciuto, quella felicità ebbe inizio.
Provocò tumulti del cuore, donò una sensazione di pienezza e di serenità.
E si legge tutto questo sul volto lieto della protagonista di questa vicenda, un giovane donna elegante, presumibilmente torinese, ritratta in un giorno distante dal talentuoso fotografo romano Lodovico Tuminello che ebbe il suo studio nella città della Mole fino all’anno 1869.
Ed ecco lei, lei come racconta quella sua storia di felicità?
Con l’espressione del suo bel viso: contro ogni regola scritta e non scritta, lei sorride.
Sorride e potrà sembrare la banale normalità, eppure nelle foto di quegli anni non è poi così comune.
Il suo è un sorriso garbato, timido e misurato, questo sorriso è già il primo indizio di una grande storia di felicità e di promesse mantenute.
Un abito elegante, la pelle candida, le mani posate ad arte, alla maniera che diceva il fotografo.
Madame è perfetta, non si può dir altro di lei.
E questa storia di felicità si svela anche nella traccia di un’antica e ordinata scrittura.
Una mano amorosa ha scritto a tergo di questa Carte de Visite solo una semplice e bella parola: mamma.
Racconta così di lei, quella parola tramanda un percorso, lascia immaginare l’amorevole cura di una giovane donna.
In una sola parola ci sono destini, vite, percorsi dei quali non sappiamo immaginare le tortuosità.
Nessuno mi ha narrato questa storia, un sorriso e una sola parola sembrano raccontare una storia bella di felicità.