Il tempo al di là dell’archivolto, in Scurreria Vecchia.

Tempo che scorre lento e ha un altro ritmo, ha i suoni e i colori del passato.
Al di là dell’archivolto, dietro Piazza San Lorenzo.

Contrata scutariae, così si chiamava Scurreria, zona nella quale erano le botteghe degli Indoratori e degli Scudai.
La poesia degli antichi mestieri ritorna a noi in certi testi che descrivono la Genova operosa di altri tempi, quando in queste contrade si viveva della propria arte, come narra Federico Alizeri: chi mettea pennello in istorie e chi fregiava d’imprese gli scudi.
A questi solerti arigiani e alla loro perizia sono dedicati altri caruggi.


Il primo tratto della strada che incrocia Scurreria, oggi nota come Via Arcivescovado, anticamente prendeva il nome da certi mercanti, detti appunto Toscani, che affittavano le loro botteghe dalla Curia già nel XV secolo, ed erano dediti a lavorare e a vendere tessuti di seta.
Vi erano così la Via e la Piazzetta dei Toscani, che corrispondeva allo slargo tra Piazza San Lorenzo e Via Scurreria.
Scurreria Vecchia, invece, era un tempo nota come Vico dei Toscani.

I tessitori di seta! Di loro vi ho già parlato, ricordate? Hanno persino una salita dedicata alla loro arte!
E già conoscete il più famoso di loro, colui che ebbe un destino amaro e crudele, quel Paolo da Novi che fu doge per appena 18 giorni.
Aveva dimora qui, nella zona di Scurreria.

Quale sarà stata la sua casa?

La seta, lucida e brillante.
Il filo dorato che si perde in intarsi e preziosi disegni.
E pensate, ai tempi della gloria di Genova, in occasione del Corpus Domini, i setaiuoli usavano stendere i loro raffinati tessuti nel vicolo.

Scurreria Vecchia coperta dagli arazzi e dai velluti.

Però, sapete, anche i setaiuoli avevano le loro grane!
Pensate, nel lontano 1641, accadde un fattaccio che creò un certo trambusto.
Insomma, vedete quanto è largo questo vicoletto, mica una gran cosa!
E la seta e i velluti sono pregiati e delicati, vanno tenuti da conto.
Contro ogni previsione e con estremo disappunto di tutti setaiuoli, i mulattieri presero a passare per Scurreria Vecchia. Ma vi pare possibile?
Se ne potrebbe conoscere il motivo? E così i setaiuoli si riunirono, tutti concordavano che una siffatta soluzione non era tollerabile, assolutamente!
Ma caspita, da che mondo è mondo i mulattieri sono sempre passati in Vico del Filo!
Eccolo qua, è ben più spazioso direi!

E così gli abitanti di Scurreria, tutti coalizzati, si rivolsero alle autorità!
Un tempo fuori dal tempo, ma se verrete qui ancora troverete tracce di quei giorni.
Su questi muri, che hanno veduto vicende lontane.

Sotto lo sguardo benevolo di chi vi attende, quando passate l’archivolto.

Da certe finestre, che vivono una nuova vita.

Sulle corde da stendere.
Un tempo c‘erano gli arazzi e i tessuti dei maestri dell‘arte, oggi i panni di coloro che qui abitano, nelle case dei setaiuoli.

In quei giochi di luce imprevedibili che solo i nostri caruggi sanno regalare.

Nel mistero fitto della notte.

Tra le case dei setaiuoli, si cammina nella storia senza conoscere il mondo che ci circonda.
Le pietre, le chiavi sul muro, testimonianza di un tempo che ancora è tra noi.

Il tempo dei velluti e delle sete, il tempo al di là dell’archivolto.
