Un giorno a Torriglia

Era un giorno del 1906 a Torriglia, amata località dell’entroterra genovese.
Era un giorno di una stagione perduta, di una memoria da conservare, era un giorno di un tempo scandito dai battiti del cuore, un giorno in famiglia.
Era un giorno di sorrisi semplici e sinceri.
Era un giorno del 1906 a Torriglia.

Un tempo trascorso in un luogo caro, in famiglia.

Si scorgono sui volti di queste persone tratti comuni e somiglianze: si cresce insieme, si diventa grandi, si sorride davanti al fotografo.
La moda, ah la moda, vezzo di signore e signorine anche in quell’epoca!
Una giovane sfoggia un bel soprabito a quadretti, l’altra porta una camicia raffinatissima della quale vorrei saper indovinare i colori.

Sorride, felice e spontaneo, il piccolo di casa.
Ha gli occhi che brillano, solo i bambini hanno gli occhi così.

Era un giorno del 1906 a Torriglia.
È rimasto, come altri instanti, impresso ed impigliato nella fragile bellezza di una fotografia.
Il tempo è trascorso e questi sguardi, invece, ancora restano anche nel nostro tempo.

Certe eleganze a Torriglia nel 1906

Correva l’anno 1906 nella ridente Torriglia, località dell’entroterra genovese ben nota ai miei concittadini e meta prescelta da molti per la villeggiatura.
Là si trovarono, in certi giorni di un tempo felice, alcune giovani donne, due sono le fotografie nelle quali sono rimasti impressi i loro volti.
E quanta eleganza!
Chiome raccolte, piccoli orecchini ai lobi, pizzi raffinati e un abito a pois.

E poi l’austero portamento della signora più adulta in scuro, accanto a lei la giovane donna sorride con l’espressione serena, anche lei porta un cappello a dir poco favoloso e il suo vestito è tutta una raffinatezza di pizzi e leggerezze.

Dolce è il tempo a Torriglia, tra il verde dei prati e la ricchezza dei boschi.
Si resta vicine, davanti allo steccato, per fare la fotografia e quanta grazia femminile in questa posa: il candore degli abiti, le maniche a sbuffo, la gonna con le balze, la garbata compostezza tipica di quel tempo.

E poi ancora, la signorina ha un fiocco che morbido cade sul suo petto, un fiore vistoso sul cappello, gli occhi grandi e chiari, l’espressione sognante e i tratti leggiadri.

Alle sue spalle c’è chi non si cura troppo del fotografo: c’è da lavorare di buona lena, le dita si muovono svelte e la concentrazione non manca.
Luccicano gli anelli e i piccoli gioielli che sono ornamento gradito a questa signora e anche lei, come potete notare, porta un cappello all’ultima moda.

Sono le ricercate eleganze di un tempo distante e sono state così catturate dal prodigio di due fotografie.
Accadeva nel lontano 1906 a Torriglia.

Sui prati di Torriglia

Era uno di quei giorni dolcemente semplici, tra il verde generoso della campagna, sui prati di Torriglia.
Tra api ronzanti, uccellini ciarlieri e fiori che sbocciano ondeggiando smossi dal vento gentile.
Questa è la memoria di uno di quegli istanti che poi si ricordano con nostalgia, ripensando all’infanzia, alle ore spensierate, alle corse sui prati e alle risate gioiose.
Ed è una felicità radiosa ad illuminare il visino di questa bimba: lei porta il grembiule nero, i capelli folti fermati da una parte con una mollettina, ha un sorriso tenerissimo e un mazzo di margherite in una mano.

E poi ecco lui, ha il sole negli occhi, una mano su un fianco e un’espressione divertita.

E poi loro due: uno ho il fiocco grande sul grembiule da scolaretto e l’altro una magliettina a righe.
Ed è una di quelle giornata semplici e comuni eppure un po’ speciali anche se in realtà, in quel momento tu sei lì con i tuoi pochi anni e non te ne rendi certo conto.
Molto tempo dopo, invece, capirai l’assoluta unicità di quei momenti e magari ti sembrerà di sentire ancora il profumo dell’erba di Torriglia.

Ed ecco il più piccino con i suoi capelli biondi seduto per terra tra i fiori e le dolcezze della campagna.

E poi ancora, pettinature composte, un bel tessuto a righe, questi sorrisi così garbati e puliti, una gioia narrata dalle espressioni, dagli sguardi e dal senso di tranquillità che ispirano tutto coloro che in quel giorno si trovarono insieme su un prato della Val Trebbia.

La bella fotografia del fotografo Rusconi di Torriglia restituisce così l’immagine di un istante di vera serenità.
La luce si posava così sull’erba chiara e sbocciavano gentili le semplici margherite: era un tempo felice sui prati di Torriglia.

21 Ottobre 1904, autunno a Torriglia

Nel tempo d’autunno, nel tempo del ritorno nella grande casa di campagna.
Una villa tanto amata, immersa tra alberi possenti, all’ombra di rami dalle foglie dorate, nella stagione di mezzo, tra il caldo potente dell’estate e il rigido inverno.
Ogni volta che si andava lassù tra le ragazze si diffondeva un’emozionata concitazione: era un piccolo evento caro a tutte loro, ne avrebbero conservato il ricordo per sempre.

Bosco delle Fate (18)

Il viaggio per arrivare a Torriglia pareva un’avventura interminabile e per ingannare l’attesa si perdevano in chiacchiere e in amabili conversazioni, ne avevano di cose da dirsi!
Sorelle, amiche, complici, da sempre.
In quella casa.
Il fuoco nel caminetto, le castagne profumate, le luci fioche a rischiarare le stanze.
E i passi sulle scale, la tovaglia bianca decorata a punto intaglio, la zuppiera fumante e il grande tavolo rotondo attorno al quale si riuniva la famiglia.
E i momenti da ricordare.
E la camicetta più elegante, quella con i pizzi e le trine.
E i capelli folti e indomabili, ti ricordi quanta fatica per pettinarli?

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Le acconciature composte, un abito con le maniche importanti.
E gli sguardi, le espressioni serie.
Ti ricordi quel giorno a Torriglia?

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La più timida di tutte loro là dietro, in piedi.
La più ambiziosa invece sfoggia l’abito più ricercato, così femminile e vezzoso con quel grande fiocco che cade sul suo petto.
Ti ricordi la sua leggerezza? Era impalpabile, come una nuvola.

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Su questa fotografia una calligrafia garbata ha lasciato una dedica e una data: 21 Ottobre 1904.
E mentre voi leggete e forse immaginate le vite e le emozioni di queste ragazze di un altro secolo provate a pensare a questo istante esatto di 112 anni fa.
A Torriglia, in autunno.
Le giovani donne in posa per il fotografo andavano spesso a Torriglia, forse davvero avevano una grande casa lassù, ancora una volta ho giocato con la fantasia.
In un’altra foto che le ritrae sono insieme ad altre persone, di tutti loro vi ho già parlato in questo post.

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E là, nel gruppetto di famiglia mi pare di riconoscere certi visi, ad esempio osservate la ragazza che sorride divertita al centro di questa immagine.

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Credo di rivederla qui, mi sembra la prima sulla sinistra.

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Era un giorno d’autunno, era un tempo che non è più.
A Torriglia, il 21 Ottobre 1904.

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Era l’estate del 1905, a Torriglia

Questa valle dove trascorro le mie vacanze è da sempre meta prediletta dei genovesi, con la bella stagione si aprono le seconde case e i paesi e le numerose frazioni si popolano.
Era l’estate del 1905, era il tempo della villeggiatura e delle passeggiate sui prati.
A Torriglia, all’inizio del secolo del scorso.

Torriglia

Cartolina appartenente alla Collezione di Eugenio Terzo

E allora andiamo a quell’anno, nel lussureggiante giardino di una casa di campagna ci sono delle gentili signore e signorine, sono tutte in posa per la foto di rito.
E tra loro c’è anche un gentiluomo, è agosto e lui indossa camicia a maniche lunghe e giacca, ha anche un cappello in mano.
Davanti a lui, seduta sull’erba, una villeggiante che sfoggia una pettinatura sofisticata, per non parlare della fantasia del suo abito, mi piacerebbe saperne indovinare i colori!
E a guardar bene mi sembra proprio di scorgere delle note di celeste e di rosa.

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Amiche, sorelle, parenti.
La giovane ragazza sulla sinistra indossa un vestito confezionato con la medesima stoffa.
Sorrisi appena accennati, occhi che si spalancano sul mondo, in questo istante del 1905.

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E poi.
E poi non tutte si divertono.
Certo, se tu sei l’unica bambina e le altre sono tutte adulte.
Imbronciata, annoiata, potrebbe sbuffare da un momento all’altro.

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E poi.
E poi ognuno ha il proprio posto nel mondo ma bisogna vedere cosa il mondo riesce a capire di te.
Sarà sufficiente un’immagine, un fragile frammento di vita?
No, certamente no.
Eppure.
Tre donne.
La prima a sinistra ha una certa età, è una donna calma e posata.
La giovane al centro invece è un vulcano di entusiasmi, è una ragazza gioiosa e solare, lo si intuisce dal suo sorriso aperto.
L’amica in piedi accanto a lei è ben diversa: timida e ritrosa, arrossisce per un nonnulla.Torriglia (5)

Al centro della scena, sedute per terra, una fanciulla e una donna più adulta.
E pizzi, nastri, occhi sgranati.
E sogni.
Cosa sogni, ragazza del 1905?
Quali sono i tuoi pensieri, in questo scorcio d’estate di un altro secolo?

Torriglia (6)

Ognuno ha il proprio posto nel mondo ma non è detto che il mondo riesca a capire chi sei.
Eppure.
Come sempre accade, tra tante persone una in particolare ha risvegliato la mia fantasia, è impossibile per lei passare inosservata.
Ha il viso lungo, i lineamenti affilati, sta seduta in una posa composta, oserei dire quasi rigida, con una mano regge l’immancabile parasole.
Lei osserva.
E ci giurerei, è una che sa il fatto suo, è una donna di polso, con lei non si discute.
Sapete?
A volte è il nostro carattere a renderci riconoscibili.
E brilli della tua luce, la luce che ti rende inconfondibile.

Torriglia (7)

Era il tempo del sole e dei fiori.
Era un giorno da ricordare.
Era l’estate del 1905, a Torriglia.

Torriglia (8)

Agosto 1899: una gita sul Monte Antola

Nel tempo che era un altro tempo vennero giorni degni di essere rammentati.
È l’estate del 1899, in una valle amena immersa tra verdi boschi ci si prepara per un evento che resterà nel cuore di tutti coloro che vi prenderanno parte.
Il secolo sta per terminare, verranno tempi nuovi ma rimarrà viva la devozione religiosa, si inaugura una nuova cappella sul Monte Antola e le celebrazioni inizieranno il 3 Agosto a Propata, nella chiesa del paesino si terrà la benedizione della statua del Sacro Cuore.

Propata

Il giorno successivo la statua sarà condotta in processione sulla vetta del Monte Antola dove l’aria è limpida e il cielo chiaro e lucente.
E saranno numerosi i genovesi che saliranno lassù per assistere alla Messa nella nuova cappella.
Il giornale che riporta la notizia, La Settimana Religiosa, riferisce che la devota signora Gandolfi ha donato una cassetta con pregiati paramenti sacri e raffinate tovaglie da porre sull’altare.

Lago del Brugneto (3)

E per chi desideri prendere parte a questa pregevole iniziativa ecco il programma del pellegrinaggio promosso per il 5 e il 6 Agosto dal Comitato Regionale Ligure dell’Opera dei Congressi.
Innanzi tutto occorre iscriversi, i biglietti si acquistano da Peloso, apprezzata cartoleria del centro che si trova in Via Cairoli.

Peloso

Bisogna mettersi pazientemente in coda davanti al bancone di legno, c’è posto per tutti!

Peloso (2)

Le 10 Lire del biglietto comprendono il viaggio di andata fino a Torriglia, il pernottamento, la colazione sull’Antola e il pranzo, inoltre bisogna pagare il treno per il ritorno.
Saranno due giornate dense e impegnative!
Si parte il 5 Agosto verso sera, appuntamento alle 19 in Piazza Colombo, una comoda vettura vi condurrà a Torriglia, l’arrivo è previsto per le 23.

Torriglia

Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri

Dopo qualche ora di sonno ci si alzerà di buon mattino, alle 4 gambe in spalla: si sale sull’Antola dove si assisterà alla Messa nella bella Cappella, una nuova ricchezza per la valle.

Monte Antola

Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri

Quindi verrà servita una ricca colazione e alle 10 i pellegrini riprenderanno il loro cammino alla volta di Crocefieschi, ci vorranno ben tre ore e mezza per arrivare a destinazione.
Qui verrà servito un lauto pranzo che comprende minestra, due piatti di carne, formaggi locali e un buon vino corposo, infine della dolcissima frutta.
E poi forse ci sarà anche il tempo per riposarsi sui prati ed ammirare la bellezza dei fiori.

Margherite

E magari scorgere tra l’erba i doni del bosco rigoglioso.

Trulla

Rimane ancora un tratto di strada da fare, in un’ora e mezza la bella compagnia raggiungerà Busalla, qui si potrà salire sul treno che ricondurrà i pellegrini nella Superba.

Busalla

Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri

E resterà un ricordo indelebile di questa giornata.
E durerà ancora, oltre a quel tempo, se tra le vostre mani capiterà un vecchio giornale di quel lontano 1899.
Il Monte Antola è ancora oggi meta di gite e di escursioni, nello splendore della natura che domina in questa valle, all’epoca dei nostri pellegrini il Lago del Brugneto ancora non esisteva.
La cappella vive una nuova stagione di splendore come mi ha raccontato Roberto Costa, ex Presidente del Parco dell’Antola e attuale coordinatore Regionale di Federparchi Europarc Italia.
Nel 2000 è stata ricostruita e i lavori della nuova edificazione sono iniziati il giorno della festa di San Pietro con una suggestiva fiaccolata, ogni pellegrino ha portato sull’Antola almeno un mattone.
Passo dopo passo sono arrivati lassù.
Come accadde in un altro tempo, in un giorno d’agosto del 1899.

Monte Antola (2)

Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri