Agosto 1899: una gita sul Monte Antola

Nel tempo che era un altro tempo vennero giorni degni di essere rammentati.
È l’estate del 1899, in una valle amena immersa tra verdi boschi ci si prepara per un evento che resterà nel cuore di tutti coloro che vi prenderanno parte.
Il secolo sta per terminare, verranno tempi nuovi ma rimarrà viva la devozione religiosa, si inaugura una nuova cappella sul Monte Antola e le celebrazioni inizieranno il 3 Agosto a Propata, nella chiesa del paesino si terrà la benedizione della statua del Sacro Cuore.

Propata

Il giorno successivo la statua sarà condotta in processione sulla vetta del Monte Antola dove l’aria è limpida e il cielo chiaro e lucente.
E saranno numerosi i genovesi che saliranno lassù per assistere alla Messa nella nuova cappella.
Il giornale che riporta la notizia, La Settimana Religiosa, riferisce che la devota signora Gandolfi ha donato una cassetta con pregiati paramenti sacri e raffinate tovaglie da porre sull’altare.

Lago del Brugneto (3)

E per chi desideri prendere parte a questa pregevole iniziativa ecco il programma del pellegrinaggio promosso per il 5 e il 6 Agosto dal Comitato Regionale Ligure dell’Opera dei Congressi.
Innanzi tutto occorre iscriversi, i biglietti si acquistano da Peloso, apprezzata cartoleria del centro che si trova in Via Cairoli.

Peloso

Bisogna mettersi pazientemente in coda davanti al bancone di legno, c’è posto per tutti!

Peloso (2)

Le 10 Lire del biglietto comprendono il viaggio di andata fino a Torriglia, il pernottamento, la colazione sull’Antola e il pranzo, inoltre bisogna pagare il treno per il ritorno.
Saranno due giornate dense e impegnative!
Si parte il 5 Agosto verso sera, appuntamento alle 19 in Piazza Colombo, una comoda vettura vi condurrà a Torriglia, l’arrivo è previsto per le 23.

Torriglia

Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri

Dopo qualche ora di sonno ci si alzerà di buon mattino, alle 4 gambe in spalla: si sale sull’Antola dove si assisterà alla Messa nella bella Cappella, una nuova ricchezza per la valle.

Monte Antola

Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri

Quindi verrà servita una ricca colazione e alle 10 i pellegrini riprenderanno il loro cammino alla volta di Crocefieschi, ci vorranno ben tre ore e mezza per arrivare a destinazione.
Qui verrà servito un lauto pranzo che comprende minestra, due piatti di carne, formaggi locali e un buon vino corposo, infine della dolcissima frutta.
E poi forse ci sarà anche il tempo per riposarsi sui prati ed ammirare la bellezza dei fiori.

Margherite

E magari scorgere tra l’erba i doni del bosco rigoglioso.

Trulla

Rimane ancora un tratto di strada da fare, in un’ora e mezza la bella compagnia raggiungerà Busalla, qui si potrà salire sul treno che ricondurrà i pellegrini nella Superba.

Busalla

Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri

E resterà un ricordo indelebile di questa giornata.
E durerà ancora, oltre a quel tempo, se tra le vostre mani capiterà un vecchio giornale di quel lontano 1899.
Il Monte Antola è ancora oggi meta di gite e di escursioni, nello splendore della natura che domina in questa valle, all’epoca dei nostri pellegrini il Lago del Brugneto ancora non esisteva.
La cappella vive una nuova stagione di splendore come mi ha raccontato Roberto Costa, ex Presidente del Parco dell’Antola e attuale coordinatore Regionale di Federparchi Europarc Italia.
Nel 2000 è stata ricostruita e i lavori della nuova edificazione sono iniziati il giorno della festa di San Pietro con una suggestiva fiaccolata, ogni pellegrino ha portato sull’Antola almeno un mattone.
Passo dopo passo sono arrivati lassù.
Come accadde in un altro tempo, in un giorno d’agosto del 1899.

Monte Antola (2)

Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri

21 pensieri su “Agosto 1899: una gita sul Monte Antola

  1. Uh che bello! Le tue ricostruzioni sono sempre vive e allacciano passato e presente in un continuum temporale che ce le fa sentire più vicine, per esempio con l’immagine di quella bella cartoleria che in barba al passar degli anni conserva quelle meravigliose cassettiere in legno. Bacioni!

    • Cara, questo racconto è una chicca, mai più mi sarei immaginata di trovarlo.
      Sai, adesso per arrivare a Torriglia ci vogliono 45 minuti circa, immagina questi pellegrini che ci mettevano ben quattro ore.
      E poi la bottega storica che ancora resiste, è tutto un incastro di istanti passati e presenti, proprio come dici tu.
      Un bacione Viv, grazie!

  2. Ciao Miss! Che storia interessante! Chissà in quanti si saranno iscritti a questo pellegrinaggio che…richiedeva gambe buone e scarpe comode!! Chissà in quanti si saranno iscritti e che ressa in Piazza Colombo! Come sempre, grazie! Raf

  3. ….ma Miss ma come si fa’ realizzi certi Post di una unicità e genialità immensa veramente unici e bellissimi….questo poi oltre al valore religioso e territoriale ha due chicche che mi hanno colpito Costa e la Cartoleria Peloso famosa e utilissima ai futuri geometri come un tempo io che piacere rivederla, meritano entrambi tutta la mia stima e rispetto….abbracci grandissima Miss!

    • Grazie Pino, per puro caso ho trovato questo articolo e mi sono entusiasmata per la singolarità dell’evento.
      E caspita, quattro ore per arrivare a Torriglia, erano proprio pellegrini coraggiosi!
      La Cartoleria Peloso tornerà su queste pagine, è una bottega storica della quale voglio scrivere.
      Un abbraccio a te caro, buona serata.

  4. bell’articolo, Miss… ieri 4 ore, oggi 45 minuti… nel confronto tra il passato e il presente, ciò che subito salta agli occhi è il minor tempo in cui si coprono le distanze…

    • Vero Sergio? Quattro ore per arrivare a Torriglia, per noi è impensabile, le cose sono cambiate e quasi non ce ne rendiamo conto.
      Grazie Sergio, mi fa piacere che ti sia piaciuto questo articolo! Buona giornata a te!

  5. O mæ o se peu definî in pelegrinaggio “laico”: in sce l’Àntoa ghe vaggo tutti i anni, da-a Casa do Romano, e tutti i anni spero ch’a no segge l’urtima vòtta e che e ganbe me rêzan ancon pe in bèllo pö. L’é tròppo bèllo lasciù, ’n anno se vedéiva o Monviso, o Monte Reusa, a Còrsica e o Giglio!
    Gh’ò anche in seugno: dormî ’na neutte lasciù into rifuggio…

    Il mio si può definire un pellegrinaggio “laico”: sull’Antola ci vado tutti gli anni, dalla Casa del Romano, e tutti gli anni spero che non sia l’ultima volta e che le gambe mi reggano ancora per un bel po’. E’ troppo bello lassu: un anno si vedevano il Monviso, il Monte Rosa, la Corsica e il Giglio!
    Ho anche un sogno: dormire una notte lassù nel rifugio…

  6. Pingback: Cartoleria Peloso, una bottega dalla lunga storia | Dear Miss Fletcher

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