Quando l’estate sta per finire

E quando l’estate sta per finire.
Di sera inizia a venire buio presto ma le giornate sono ancora calde e luminose.
Ieri mattina, intorno alle 11, al margine della Statale 45, in località Beinaschi.
Immaginate di vedermi correre su per questi prati.

Beinaschi

Corro, evidentemente in maniera abbastanza silenziosa e leggera, la mia presenza passa del tutto inosservata, eppure non sono tanto distante.

Beinaschi (2)

Del resto ci sono le mele cadute, ci sono ben altre delizie delle quali occuparsi.

Beinaschi (3)

Piano, piano, sempre più vicino, trattenendo il fiato.

Beinaschi (4)

Osservare.
In silenzio, tra la luce di settembre e l’ombra ristoratrice del bosco.

Beinaschi (5)

E ringraziare per questo incontro così fortunato.

Beinaschi (6)

E potrei dirvi che ho atteso a lungo il momento magico.
E potrei dirvi che ho fatto diversi tentativi prima di scattare la fotografia quasi perfetta.
E invece.
E invece sapete come è andata?
Io non ho neanche veduto quegli occhi spalancati verso di me, non ho visto il dolce musetto e le orecchie grandi di quel piccolino accoccolato tra l’erba.
No, non l’ho proprio veduto, con lo sguardo seguivo i più grandi e i loro movimenti lievi.
E poi ho fatto un rumore e tutti loro si sono allontanati, leggeri e guardinghi.
Li ho seguiti svanire nel bosco, semplicemente.
E poi, poi ho guardato le mie fotografie e ho scoperto questa tenera meraviglia.
Proprio così, quando l’estate sta per finire.

Beinaschi (7)

Il sole tra i monti

Quando il sole tramonta sul mare spande la sua luce sulla superficie dell’acqua e la fa scintillare come un metallo prezioso, così sono abituata a vedere la fine del giorno, mentre si accendono le luci della città.
E invece là, tra i monti, il sole pare quasi infuocarsi sull’orizzonte e intanto vena di rosa e di ocra certe nuvole leggere.

Tramonto

Scende piano, dietro ai rami spogli degli alberi.

Tramonto (2)

Ed è un cielo chiaro e freddo d’inverno a salutare la maestà dell’universo.

Tramonto (3)

Lento il sole si nasconde, lo accompagna il frusciare della vita e il canto degli uccelli.

Tramonto (4)

Sempre più fioco, così l’ho visto dalla statale 45, venendo verso Genova.

Tramonto (5)

Svanisce, tra i monti, pennellando l’azzurro, nell’incanto di una magia silenziosa.

Tramonto (6)

Il Presepe in ardesia di Traso

Dovrete imboccare la Statale 45, a poca distanza di Genova vi attende un Presepe che davvero merita una visita.
Si trova a Traso di Bargagli, dopo aver percorso la salita che vi conduce lassù il vostro sguardo troverà l’orizzonte delle montagne.

Traso (1)

E là, nell’oratorio accanto alla chiesa, potrete ammirare una suggestiva Natività.

Traso (2)

Il Presepe di Traso è meccanizzato ed è interamente costruito in ardesia, tetti spioventi e casette sono fatti con questa pietra tanto cara ai liguri.

Traso (3)

Ed oltre a ciò ha una singolare caratteristica: il borgo che costituisce lo scenario della nascita di Gesù è straordinariamente popoloso e vivace, davanti alle abitazioni si svolge così la vita di ogni giorno.

Traso (4)

Un mondo dove ognuno ha la propria fatica, la vita ferve e sono diverse le rappresentazioni di botteghe e di antichi mestieri.

Traso (5)

Scroscia l’acqua limpida dalla fontanella.

Traso (6)

E i sarti cuciono con cura ed attenzione davanti al loro banco carico di stoffe.

Traso (7)

Ecco i loro abiti in bella mostra!

Traso (8)

Di fronte alla sua semplice dimora un uomo espone le sue ceste.

Traso (9)

E un altro è in attesa di vendere le sue verdure.

Traso (10)

Guizza il fuoco nel forno di Nanni, si impasta il pane e si preparano dolci e altre delizie.

Traso (10a)

Traso (11)

Un uomo vende i suoi formaggi.

Traso (12)

E c’è chi invece offre vasi di coccio.

Traso (13)

Si mescola la polenta nel pentolone.

Traso (14)

E la vita scorre attorno alla piccola chiesa contornata di muschi e rocce.

Traso (15)

E c’è una giovane donna con le sue ochette.

Traso (16)

E un vecchio con un cappello calcato sul capo e una pelliccia sulle spalle, c’è una grande cura dei dettagli, in particolare per quanto riguarda gli abiti.

Traso (17)

Instancabili contadini che non temono la fatica tagliano la legna.

Traso (18)

Una tenda scostata, una scopa appoggiata al muro, un frammento di quotidiano che si intravede.

Traso (19)

Non manca la cava d’ardesia ed il lavoro è ininterrotto.

Traso (20)

E poi guardate dentro a quelle casette, vedrete una cucina, la stufa e le credenze, seggioline minuscole e pentole di rame appese alle pareti, tendine leziose e utensili.

Traso (21)

E una tavola imbandita, un cane accoccolato sul tappeto e una donna seduta.

Traso (22)

Un mondo nel mondo, tra le casette di questo paesino immaginato che diviene reale.

Traso (23)

Non manca lo speziale con le sue bottiglie e i suoi rimedi medicamentosi.

Traso (24)

Scorre l’acqua, scende giù e lei è intenta a lavare i suoi panni.

Traso (25)

E prima giorno e poi è notte, si accendono le luci nelle piccole casette.

Traso (26)

Un riflesso accarezza i muri e i tetti di ardesia, ammantando ogni angolo di un tiepido chiarore.

Traso (27)

Un presepe significativo, amorevolmente allestito dagli abitanti di Traso, un presepe che è anche solidarietà, le offerte lasciate dai visitatori sono destinate all’Ospedale Gaslini.
Andate a vederlo, sono certa che vi incanterà, c’è ancora tempo per poterlo fare e come potete leggere nel cartello qua sotto c’è anche la possibilità di visitarlo al di fuori degli orari previsti contattando i numeri indicati.

Traso

Vi perderete per le viuzze di questo paesino dove tutto è così semplice e così vero.

Traso (28)

Tra quelle luci e tra quelle casette il mondo accoglie il Figlio di Dio.

Traso (29)

I colori di Montebruno

Oggi vi porto con me in un paesino che mi piace da sempre.
E’ semplice campagna, monti, aria pura e cieli azzurro, Montebruno è adagiato sulla riva del Trebbia.

Montebruno (2)

E quanti colori ha Montebruno?
Ha le sfumature d’argento dell’acqua che scorre e scivola via sopra i sassi.

Montebruno (3)

Ha le tinte dei fiori selvatici che nascono e crescono liberi.

Montebruno (4)

E poi arancio, ocra, albicocca, porte di verde legno e vasi di fiori.

Montebruno (5)

Sali su per il vicoletto e arriverai alla statale 45 che attraversa Montebruno.

Montebruno (6)

Una porta e quattro vasetti, in quante maniere si manifesta la bellezza?
Dipende da te, dalla tua capacità di vederla.

Montebruno (7)

La pietra e il legno, profumo di bosco di quieta campagna.

Montebruno (8)

E piante ancora fioriture e foglie lucide.

Montebruno (8a)

E direi che questo è un brillante esempio di riciclo creativo.

Montebruno (10)

Terrazzini, ringhiere panciute e squarci di cielo.

Montebruno (9)

E rosso e rosa, luce ed ombra.

Montebruno (11)

E tutti i colori dell’estate, nel pieno del suo fulgore.

Montebruno (12)

Un tessuto a righe, un dondolo, pigrizie d’agosto tra le ortensie.

Montebruno (13)

E anche qui non rinuncio alle mie foto oblique, guardala così la Val Trebbia, con il suo turchese sgombro da nuvole.

Montebruno (14)

E anche a Montebruno guardo in su!

Montebruno

Si viene qui a far la spesa, a Montebruno ci sono diversi negozi di alimentari ed è posto che trovo molto piacevole.

Montebruno (15)

E quanti colori ha Montebruno?
Il giallo chiaro delle case, il verde vivido dell’erba, il candore tipico dei paesi di questa valle.

Montebruno (16)

E poi è rosa, sul grigio dell’asfalto, quest’anno a Montebruno è passato il Giro d’Italia.

Montebruno (17)

E poi guarda, un’esplosione di luce e di allegria, vivido calore di stagione.

Montebruno (18)

E ringhiere, tende parasole, piante e fiori, sempre ed ovunque.Montebruno (19)

E la palazzina color confetto, se sentite uno squisito profumo di dolce sappiate che proviene dall’Antico Forno da Carlo, già conoscete le loro bontà, ne ho scritto in questo post.

Montebruno (20)

E ancora, uno degli angoli più colorati, qui troverete una celebre macelleria, ogni anno ho sempre la curiosità di scoprire i fiori che abbelliscono lo spazio antistante e non resto mai delusa.

Montebruno (21)

Eccoli i colori di questa calda estate, sono vivaci e splendenti.

Montebruno (22)

E certo, Montebruno ha anche altre sfumature, presto sarà autunno e i boschi imbruniranno, le foglie diverranno gialle e rosse, il bosco si vestirà di altre magie.
E qui trovate le immagini autunnali di Montebruno, è una passeggiata di novembre che ho fatto tempo fa.
Adesso è estate, le tendine leggere hanno il colore caldo del sole e fiorisce nei suoi colori la semplicità di Montebruno.

Montebruno (23)

Nella nebbia

La nebbia.
Io alla nebbia non sono abituata, non è per me.
E da queste parti la si vede di rado.
A volte sale dal porto, lenta ed evanescente, incornicia le alture, rende tutto opaco e poi svanisce oppure il vento la spazza via.
Dura poco, è effimera.
La nebbia per me è questa stagione e un ricordo preciso.
Era il mese di gennaio di diversi anni fa, allora trascorsi qualche giorno da amici, a Vigevano.
La piazza, i portici, una cittadina molto bella e curata.
E la nebbia, presenza costante ed immobile.
La prima mattina ho aperto le persiane e mi sono trovata di fronte a un muro bianco, denso e impenetrabile.
E il giorno dopo io avevo una sola, immotivata e incrollabile certezza, ero sicura che affacciandomi alla finestra la nebbia non l’avrei trovata più.
E invece era lì, silenziosa, fitta e sospesa.
Nella nebbia si perdono i punti di riferimento e le prospettive.
Eppure la nebbia narra tanto di noi, la nebbia parla anche di coloro che non la sentono come il proprio elemento.
Nella nebbia, nelle cose oscure, rarefatte e misteriose.
Dove non si vede né orizzonte né confine, dove non si scorge cammino, sentiero e crinale.
Dove i nostri passi esitanti posano su un terreno incerto, dove non c’è traccia da seguire e luce brillante che ci guidi.
La nebbia che vedo di rado e che ho incontrato tempo addietro, queste immagini sono state scattate sulla Statale 45.
La nebbia che avvolge l’aria e tutto ricopre, si posa tra gli alberi nudi, ospite silente e inaspettata.

Nebbia (2)

E sembra materia solida, si avrebbe quasi il desiderio di stringerla dentro ad una mano ma la nebbia nasconde le cose e si nasconde.
O forse le protegge, cala su di esse come un velo, come una trama sottile e impalpabile.
Scende, adombra, offusca e confonde.

Nebbia (3)

La nebbia narra tanto di noi, di certi timori, di alcune insicurezze, di ciò che non sappiamo vedere e riconoscere come nostro.
Un groviglio inestricabile di rami asciutti e nodosi e lo sforzo della vita.
Siamo così, come questi alberi protesi verso luce, aria, azzurro e infinito.
Siamo così, alla ricerca della felicità.
Bisogna osare, camminare sulle pietre scivolose e tenersi in equilibrio.
Nella nebbia che nasconde le cose o magari le protegge.
E a volte ciò che desideriamo è proprio là, tra le cose oscure, rarefatte e misteriose.

Nebbia

In viaggio verso Fontanigorda

Faccio questa strada da tutta la vita, è la strada che conduce alla verde Val Trebbia dove trascorro da sempre l’estate.
E la conosco bene, sono cresciuta facendo questo viaggio.
C’era un cielo cupo su Genova ieri, anche nell’immediato entroterra le montagne erano sovrastate da nuvoloni grigi.
E poi, d’un tratto, l’azzurro e una delle tante curve.

Verso Fontanigorda (2)

Una curva dietro l’altra, tra gli alberi e i centri abitati.

Verso Fontanigorda (3)

E scende, si piega dolcemente, per la gioia dei motociclisti e di coloro che amano guidare.

Verso Fontanigorda (8)

Oh, state attenti! Si preannunciano incontri interessanti!
Scende sinuosa la strada, tra i rami si nascondono le creature del bosco: a volte attraversano la strada e ci si ritrova faccia a faccia con un fiero daino.

Verso Fontanigorda (7)

Una curva dopo l’altra, verso i luoghi delle vacanze.

Verso Fontanigorda (8)

Seguendo con lo sguardo il profilo di queste superbe montagne.

Verso Fontanigorda (9)

Si viaggia verso la meta mentre il cielo diviene sempre più blu.
Quando ero piccola lungo il percorso contavo i cartelli stradali, sono certa che da bambini lo facevate anche voi!

Verso Fontanigorda (10)

Montebruno, un piccolo paesino molto curato con una storia antica e interessante.

Verso Fontanigorda (11)

E poi via, ancora altre curve.

Verso Fontanigorda (12)

E pare che non si finisca mai di girare il volante.

Verso Fontanigorda (13)

E l’aria è frizzante e pulita, le foglie sono verdi e brillanti, vi circonda la semplice bellezza di questa natura.

Verso Fontanigorda  (14)

Il Trebbia che si insinua tra le montagne con le sue acque gorgoglianti e chiare che levigano i sassi e le rocce.

Verso Fontanigorda  (15)

Qui, a Due Ponti, c’è un albergo e un ottimo ristorante.
E dopo pranzo, dopo aver assaporato gustose prelibatezze, potete andare ad sedervi su una comoda sdraio, sul prato che si affaccia sul fiume.
E’ un posto meraviglioso che merita certamente una sosta.

Verso Fontanigorda  (16)

Curva dopo curva, ancora.
La strada amata e decantata dal poeta Giorgio Caproni:

E’ una strada tortuosa.
Erta.
Tipica di queste nostre
zone montane.
Dovunque,
segnali d’allerta.

Verso Fontanigorda (17)

E a volte anche qui c’è un rettilineo, non ci facciamo mancare proprio nulla da queste parti!

Verso Fontanigorda (18)

Eccola lassù Fontanigorda, manca davvero poco!

Verso Fontanigorda (19)

Il bivio e la strada che sale.
E anche qui sono ancora curve.

Verso Fontanigorda (14)

E’ terso, limpido e chiaro il cielo in questa valle.

Verso Fontanigorda (15)

Un viaggio breve e piacevole, tutto attorno i prati, il profumo dell’erba e gli aromi del bosco.
Un’incantevole quiete, nel silenzio e nella pace della Val Trebbia.
Luoghi che conosco e frequento da sempre, luoghi che sono nel mio cuore.
Sono arrivata ieri in questa casetta immersa nel verde.
Ho aperto la finestra ed ho ricevuto il saluto degli alberi e delle montagne.

Verso Fontanigorda (22)

Viganego, il presepe nel bosco

Viganego, un piccolo paese alle spalle di Bargagli, immerso nel silenzio dei boschi che circondano Genova.
E racchiusa nell’abbraccio dei monti si trova la chiesa di San Siro.
Una chiesa senza campanile, ahimé!
Gli alberi, le pietre, la terra e un uomo che amava questi luoghi, il leccese Cosimo Tondo, detto Mino, ligure per scelta.
Sua l’idea di costruire un presepe nel bosco, tra i muschi e le piante, la rappresentazione della Natività in un angolo di Liguria davvero suggestivo, con un nobile fine, raccogliere fondi per costruire l’agognato campanile.
E fu così che nel 2000 Cosimo Tondo iniziò la sua opera, costruendo queste casette che sono alte circa 70 cm,  anno dopo anno il presepe divenne sempre più ampio e ricco di particolari.

Viganego 1

Ora Mino non c’è più, ma tra gli alberi di Viganego c’è il suo presepe e altri volontari che si occupano di tenere viva questa tradizione.
Vi porto con me, nel bosco di Liguria, in una giornata dall’aria frizzantina.
Vi porto tra le foglie brune, vi porto qui, dove è nato Gesù.
Tra le case in pietra, questo è un panorama a noi  noto, questo è un paese della nostra Liguria.

Viganego 2

L’acqua che scroscia tra le rocce e una piccola teleferica, a voi non visibile, che le attraversa.

Viganego 3

Liguria, terra di gozzi,  di mare e di salsedine, di borghi baciati dal sole.

Viganego 4

Liguria, terra di pescatori, di reti  e di ceste.

Viganego 5

E di legnaie ben fornite, per affrontare i rigori dell’inverno.

Viganego 6

Liguria, di creuze e di salite, che fatica percorrerle con certi pesi!

Viganego 7

Un presepe nel bosco, con le casette e i loro tetti grigi, questa è l’ardesia di Liguria.
Questi sono i nostri paesi e la nostra gente.

Viganego 10

Liguria contadina, con le mucche e il fieno per nutrirle.

Viganego 9A

Le case arroccate, il panorama che è nostro, per noi questa è casa.

Viganego 11

E ognuno è davanti al proprio uscio ed intento nei propri doveri.

Viganego 12

Qui ci sono uomini che lavorano alacramente, ognuno fa la sua parte.

Viganego 13

C’è chi si affanna tra corde e secchi.

Viganego 8

E ci sono le botteghe, troverete un ferraio che si affatica sull’incudine.

Viganego 14

E un frantoio, con gli orci e tutto ciò che occorre per fare dell’ottimo olio.

Viganego 16

E poco distante si vendono stoffe di tutti i colori!

Viganego 15

E la frutta in abbondanza!

Viganego 26

E un mulino ad acqua che lavora incessantemente.

Viganego 17

Verrete qui e avrete il desiderio di guardare dentro le casette, tra panni stesi e masserizie.

Viganego 19

Alle finestre, dietro le quali ferve la vita.

Viganego 22

Un’anziana signora, la sua credenza con i piatti in bella vista.

Viganego 20

E certe stanze con i letti rifatti.

Viganego 24

Il balcone della locanda e due uomini che parlano tra di loro.

Viganego 21

E poi andrete lassù, al castello, dove abita chi ha molti denari e potere.

Viganego 27

E troverete una tavola imbandita con ricchi arredi e tende preziose alle finestre, coppe dorate e candelieri.

Viganego 28

La vita ferve, nel piccolo paese.

Viganego 31

Le donne si avvicendano alla fontana.

Viganego 30

Il pane si cuoce davanti alla porta di casa.

Viganego 23

Un presepe di Liguria, costruito con le pietre e con la legna di questi boschi, in un’atmosfera che non ha eguali.
Verrete qui e troverete la gente del posto, che vi accoglierà con un sorriso.
E voglio ringraziare la Signora Germana e il Signor Gianluigi Patrone, lui è uno dei volontari che si occupa del presepe e mi ha raccontato le meraviglie di questo luogo.
Iniziano a lavorarci al principio dell’autunno.
Ci sono le casette da sistemare,  in estate si raccolgono i legnetti che poi serviranno a costruire i piccoli ponti sospesi e altri angoli del presepe, un lavoro certosino per offrire alla comunità questo spettacolo davvero unico.

Viganego 32

E poi scende la sera.
Piano piano, mentre i Re Magi si avvicinano alla capanna dove è nato il Redentore.

Viganego 29

La luce si affievolisce e tutto si ammanta di mistero, brillano le luci della locanda.

Viganego 34

E nel buio scintillano le finestre accese.

Viganego 36

Scende la sera sulle salite ripide, sulle fatiche di ogni giorno, sul cammino da percorrere per rendere omaggio a Gesù.

Viganego 35

Scende la sera sui gozzi e sui remi.

Viganego 39

Sulla vita che ha accolto la vita.

Viganego 41

Sull’acqua placida e calma, in questo tiepido inverno.

Viganego 37

Sui rami, sulle rocce, sulle case.

Viganego 38

Nel bosco di Viganego, così vicino alla città, ci arrivate in meno di mezz’ora, venite a vederla con i vostri occhi questa meraviglia di pietra e di legno, riempirete il vostro sguardo di bellezza e potrete dare la vostra offerta per la costruzione del campanile.
E scende la sera sui rami, sulle foglie, sul muschi e sui sassi.
E su una capanna illuminata da una luce dorata, dove è nato Gesù, nel bosco di Viganego.

Viganego 40

Viganego si raggiunge imboccando la Statale 45 in direzione Bargagli.
In località la Presa, alla vostra destra troverete un bivio che conduce a Viganego, Terusso e Cisiano.
Occorre salire per circa 5 Km, fino alla Chiesa di San Siro.
Gli orari per visitare il Presepe sono i seguenti:
– fino al 6 Gennaio 2013 tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 18.30
– dal 7 al 31 Gennaio 2013 nei prefestivi e nei festivi dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 18.30.