Sono due sorelline ritratte in un tempo distante insieme alla mamma nello studio fotografico di Giulio Rossi.
Un ritratto di famiglia, una fragile memoria preziosa dei giorni d’infanzia.
Così, fantasticando, ho immaginato le due bimbe nella loro casa mentre si preparano per uscire, loro sono docili, bene educate e obbedienti.
Amano le musiche dolci, i biscottini caldi e le favole della buonanotte.
E ora sono lì, vicine alla mamma, con la giacchetta vezzosa chiusa sul davanti da una fila di bottoncini tondi.
Sembrano avere i capelli biondo cenere, sotto il cappellino fastoso tutto pizzi e nastri si scorge appena la frangetta.
La più piccolina delle due ha questa espressione a metà tra lo stupore e la noia, pare quasi perduta nelle sue fantasticherie e sembra attendere che finalmente termini il tempo lungo necessario per fare la fotografia.
La mamma però le ha detto di essere paziente e lei fa davvero del suo meglio.
La mamma, dolce e sempre amorosa, le cinge la vita con un braccio e con l’altra stringe le sue ditina sottili.
Una gonna a pieghe, i piedini messi in quella maniera lì e sempre tutta la vita davanti.
La sorellina più grande tiene la testa così vicina a quella della mamma e ha questo grande fiocco annodato sotto il mento e gli occhi chiari e quella tenera espressione ingenua dei suoi pochi anni.
Era un giorno del passato e loro sono due sorelline con la loro mamma, nel tempo felice dell’infanzia.