Riflessi d’estate sul Lago delle Lame

E ritornare a cercare il fresco nei luoghi incantevoli della Val d’Aveto, sulle sponde del Lago delle Lame, un angolo fiabesco di Liguria, a 1000 metri di altitudine tra i boschi generosi del Comune di Rezzoaglio.

Nel tempo del caldo prepotente qui spira una brezza leggera e nuvole vaghe percorrono il cielo e si specchiano nelle acque fresche.

Lago delle Lame (2)

Ombra, legno, vita di bosco.

Lago delle Lame (3)

E alberi imponenti e regali.

Lago delle Lame (4)

Mentre il laghetto glaciale si illumina di riflessi.

Lago delle Lame (7)

Silenzio, stupefacente quiete rotta soltanto dal canto allegro degli uccelli.

Lago delle Lame (6)

E tutto brilla della luce dell’estate, nel lago guizzano i pesci e sulla riva sono seduti pazienti pescatori, è l’attività che si svolge al Lago delle Lame dove non è consentito nuotare.

Lago delle Lame (8 )

Ed è gentile l’Aveto con i suoi visitatori, li accoglie nell’abbraccio dei suoi monti.
Foglie, calore, luce, ombra e panche di legno.

Lago delle Lame (9)

Mentre le farfalle passeggiano sui fiori.

Lago delle Lame (10)

E rossi maturano i lamponi.

Lago delle Lame (11)

E ogni filo d’erba è un equilibrio di diverse meraviglie.

Lago delle Lame (13)

Diverse sfumature di verde e di azzurro dell’Aveto.

Lago delle Lame (12)

Lo steccato, il cielo azzurro, la magnificenza della natura.

Lago delle Lame (14)

Gli alberi che sfidano l’infinito, sempre.

Lago delle Lame (15)

Le foglie frementi di vita e di aria.

Lago delle Lame (16)

E la luce, la meraviglia e il contrasto di colori.

Lago delle Lame (17)

Resti seduto su una roccia e all’ombra degli alberi, in queste quiete ad ammirare il panorama e la splendida armonia del Lago delle Lame.

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Noccioladay, sua maestà la nocciola di Mezzanego

Domenica scorsa era la giornata della nocciola italiana.
In Liguria, su iniziativa del Parco Naturale Regionale dell’Aveto, si sono svolte diverse manifestazioni, il Noccioladay ligure aveva come sua finalità il rilancio della nocciola di Mezzanego.
Io sono stata invitata a partecipare attivamente a questo splendido evento e forse vi chiederete cosa c’entri io con le nocciole, dono prezioso di certe nostre valli.
Io ho raccontato a coloro che hanno aderito al Noccioladay la storia di una persona alla quale sono molto affezionata.
E’ una donna di altri tempi, il suo nome era Caterina Campodonico e vendeva le collane di noccioline sui mercati, vi ho già narrato la sua vicenda in questo post.
E così è iniziato il Noccioladay di Genova, lungo i viali di Staglieno.
Siamo andati a trovare lei, la popolana di Portoria che aveva messo da parte i risparmi per costruirsi questo monumento funebre.
E ai suoi piedi è stata lasciata una collana di nocciole, una “resta” proprio come quelle che lei preparava e che vedete scolpite nel marmo dall’abile mano di Lorenzo Orengo.
E io sono certa che la signora Campodonico sia stata contenta di questo omaggio.

Caterina Campodonico

E poi avevamo tempo, così ho portato i visitatori a vedere altri monumenti a me cari, voglio ancora ringraziare tutti per l’entusiasmo e per l’interesse che mi hanno dimostrato.
Una giornata all’insegna della buone nocciole di Mezzanego che vengono coltivate su fasce terrazzate, l’obiettivo del Parco dell’Aveto è valorizzare e tutelare queste coltivazioni, a beneficio del paesaggio di quella zona.
E così la giornata della nocciola si è concretizzata in una serie di eventi gastronomici che si sono svolti in diversi luoghi, non solo a Genova, anche a Chiavari, in Val Graveglia e in Val d’Aveto.
Ed erano previsti deliziosi menu a base di nocciole, chi era a Rezzoaglio ha potuto gustarli alla Locanda delle Lame che si affaccia sullo splendido lago.

Lago delle Lame

Ah, ma chi è rimasto in città è stato altrettanto fortunato!
Infatti dopo aver girovagato tra le opere di grandi scultori, la giornata è proseguita a Il Genovese, il ristorante di Roberto Panizza, il re incontrastato del pesto e ideatore del Campionato Mondiale di Pesto al Mortaio.
Domenica c’era un menu speciale, in onore di sua maestà la nocciola.

Noccioladay (2)

Ecco i ravioli di cabannina al burro e nocciola.

Noccioladay (3)

Una tavolata, gli amici, le risate, le chiacchiere e il buon cibo, c’è qualcosa di meglio?
E giunti alla fine del pranzo non ci siamo fatti mancare i gattafin ripieni di nocciole con il dolcissimo miele.

Noccioladay (4)

Sono stati organizzati dei laboratori per i bambini, uno era al Museo di Sant’Agostino e in Piazza Sarzano c’era un banco completamente dedicato alle nocciole di Mezzanego.

Noccioladay (5)

E ancora ci attendeva un’altra dolce tappa gastronomica.
Mentre percorrevo Via San Luca ho detto con voce decisa: prenderò una tazza di tè.
Sì, una tazza di tè.
Merenda alla Marescotti dove Alessandro Cavo ci ha servito due deliziose fette di torta e la cioccolata calda.
E come si fa? Vuoi dir di no?

Noccioladay (6)

Fotografia di Claudia Fiori

Tra un dolcetto e l’altro è stato mostrato un video che spiegava come vengono lavorate le nocciole di Mezzanego.
Si utilizza ancora un’antica sgusciatrice che le seleziona in base al loro calibro in quanto queste nocciole sono di dimensioni variabili.
Questa giornata è stata un’occasione per scoprirle e per evidenziare la loro versatilità e come possano essere utilizzate in varie maniere, nella cucina e nella pasticceria.
Le infinite declinazioni della nocciola ci hanno regalato altre bontà, questi sono i baci di dama e i brutti ma buoni.

Noccioladay (7)

Una giornata bella e ricca, condivisa con amici preziosi, il tempo trascorso con loro è sempre fonte di gioia e di serenità.
Così è stata questa domenica, allegra e spensierata.
Ringrazio il Parco dell’Aveto per avermi invitata a partecipare a questa giornata che ha avuto come protagonista una risorsa e una vera opportunità per il territorio: sua maestà, la nocciola di Mezzanego.

Noccioladay

Borzonasca, d’ottobre e d’autunno

Ho incontrato l’autunno.
In questa domenica appena trascorsa, in un piccolo paese dell’entroterra ligure.
A Borzonasca, in Valle Sturla.
Ho incontrato l’autunno, in occasione di Agricasta, una manifestazione legata alla valorizzazione dei prodotti di queste terre e delle antiche tradizioni.
Con un cielo indeciso, a tratti grigio, era il cielo di ottobre.

Borzonasca (2)

Ho incontrato l’autunno, aveva lasciato foglie secche e ricci su un gradino, disposti ad arte, con il favore del caso e del vento.
Ed era autunno di ocra e di giallo.

Borzonasca (3)
L’autunno era nel sonno immobile di una farfalla, una creatura notturna forse.
Ferma, tra il muschio e quei legnetti spezzati che erano il suo giaciglio.

Borzonasca (4)

Tra le case dai muri di pietra di Borzonasca.

Borzonasca (5)
Bancarelle di prodotti di ogni genere, come le buone erbe esposte in contenitori di legno.

Borzonasca (6)

E come i canestrelli confezionati con un nastrino giallo.

Borzonasca (7)

L’autunno era per le strade.
Sotto l’archivolto e nei giardini.

Borzonasca (7a)

E come si ingannano le stagioni?
Con le piante dalle foglie verdi e lucide, davanti alle porte di legno.

Borzonasca (8)
E con i vasi allineati davanti alle finestre.

Borzonasca (9)
Con quei colori che potrebbero farti pensare che ancora sia estate.

Borzonasca (10)
L’autunno era nelle vetrine dei negozi addobbate con tutti ciò che ricorda questa stagione dalle tinte calde.
Era davanti ai cancelli e sulle ringhiere.
Era sui banchetti che esponevano le bontà delle nostre valli, questi sono i prodotti dell’Albergo delle Lame che si affaccia sull’incantevole lago dalle acque brillanti.
E c’erano i rombi di mais quarantino, le marmellate e la torta di miele e castagne.

Borzonasca (11)
L’autunno era nei caruggi di Borzonasca, guardo sempre in questa maniera i paesi di Liguria.

Borzonasca (13)

L’autunno è arrivato ed ha lasciato i suoi doni davanti alle buche delle lettere.
Le castagne, ingrediente base di tante delizie.

Borzonasca (14)

L’autunno è giallo, intenso come le pannocchie.

Borzonasca (15)

L’autunno ha lasciato funghi sodi e sani che fanno bella mostra in un cestino.

Borzonasca (16)

E per altre cose, invece, non c’è stagione.
Non c’è stagione per il rispetto, per l’affetto, per l’attaccamento al proprio passato.
E per la memoria di certi anni difficili, presso questo canale che un tempo ebbe una funzione molto importante per gli abitanti di Borzonasca.

Borzonasca (17)

E qui, a Borzonasca, ho incontrato davvero l’autunno.
L’autunno era in ogni luogo, in ogni portone, in ogni via, su ogni scala.
Era spighe di grano, pigne e foglie secche.

Borzonasca (21)

Una bella manifestazione e gli stand predisposti per i visitatori.
E che bel pranzetto!
C’erano la polenta e la panissa fritta, io ho scelto testaieu con una generosa mestolata di pesto sopra.

Borzonasca (18)

E poi le frittelle di baccalà e di funghi, gnocco fritto con il lardo, le saporite torte di verdure.

Borzonasca (19)

E dolcetti di vario genere, torte e frittelle a base di castagne.

Borzonasca (20)

Autunno di sapori, profumi e colori.
Autunno è un cielo azzurro che tenta di scalzare le nuvole, è una piccola chiesa di pietra arroccata in cima a una salita.

Borzonasca (23)

Silenziosa, raccolta, con le travi sul soffitto.

Borzonasca (24)

E la porta della chiesa, spalancata sulla valle e sulle montagne.

Borzonasca (25)

In giro per il paese, dove ognuno espone i propri prodotti, le persone curiosano tra le bancarelle di artigianato locale.
E c’è la signora Olga a vendere le sue delizie, qui tra queste mura di pietra.

Borzonasca (26)
E allora ecco gli sciroppi.

Borzonasca (22)

E i funghi di questi boschi, sia sott’olio che secchi.

Borzonasca (27)

E le fettine di mela essiccata, uno dei frutti certo più tipico di questa stagione.

Borzonasca (28)

L’autunno è una cesta piena di micotti, piatto tipico di queste zone,  a base di farina di mais.

Borzonasca (29)

L’autunno, l’autunno è un’antica bilancia e tante ceste da colmare con i frutti della terra generosa.

Borzonasca (30)

Ho incontrato l’autunno in una domenica d’ottobre inaspettatamente calda.
Come un folletto uscito dal fitto dei noccioli e dei castagni, l’autunno è venuto e ha lasciato le pannocchie appese ai rami spogli.

Borzonasca (32)
E poi ha tinto di rosso le foglie per la più suggestiva delle sue scenografie.

Borzonasca (35)

Bottiglie e vasetti di marmellate e confetture prodotte dalle Aziende Agricole della vallata e dolci tipici di questo paese, le ruëtte, ovvero rotelle di Borzonasca che trovate soltanto presso la Pasticceria Macera.
Si tratta di grandi canestrelli di pasta frolla che hanno un‘origine lontana, i primi biscotti vennero prodotti nel 1870.
E ancora oggi sono una specialità molto apprezzata, non solo a Borzonasca.

Borzonasca (31)

Ho incontrato l’autunno.
Aveva una bicicletta con un cestino carico di doni del bosco.

Borzonasca (36)

Ed era testimone di quel passato che alcuni sanno conservare e valorizzare.
Perché ciò che ieri eravamo può rendere migliore il nostro presente, abbiamo da imparare e da ricordare.
Il nostro ieri di antiche tradizioni rivive e rinasce in queste valli.
Questo era lo spazio espositivo dell’Azienda Lucchetti, tra antichi mobili e vecchi attrezzi contadini.

Borzonasca (37)

E sul tavolo ecco il tostino che certo sarà stato rovente in certe passate sere d’inverno.

Borzonasca (38)

Sul bancone vasetti di origano e sacchetti di nocciole.
E a terra, in una cesta, le tipiche patate quarantine che trovate come base di molte ricette di queste zone.

Borzonasca (39)

E ancora il mais, sempre presente in quest’autunno di Borzonasca.

Borzonasca (40)

E un vecchio campanaccio appeso al muro.

Borzonasca (41)

E i sacchi di farina e le zucche.

Borzonasca (42)

E ancora fiori di zucchine in abbondanza e altre patate.

Borzonasca (33)

Un’antica falce e gli attrezzi per affilarla.

Borzonasca (43)
Sono venuta qui e ho incontrato l’autunno.
E l’autunno era ricci spaccati che offrivano le loro castagne.

Borzonasca (44)
E tutto faceva pensare a certi altri giorni, a tempi in cui le stanze erano illuminate dalla luce fioca.

Borzonasca (45)

L’autunno umido, di pioggia sottile e bruma.
Di muschi, di sottobosco odoroso e fertile, di creature lente, il loro colore è simile a quello degli alberi d’autunno.

Borzonasca (46)

Sono venuta qui e l’autunno aveva lasciato i suoi doni sopra a un muretto, ancora erano funghi, castagne e foglie.

Borzonasca (47)

Sono venuta qui, a Borzonasca.
E la fiamma bruciava, spandendo nell’aria uno dei profumi più tipici di questa stagione.
Ed erano risate di bimbi, felici di avere le mani nere per le caldarroste.
Sono le piccole gioie semplici che si scoprono quando si incontra l’autunno.

Borzonasca (48)

La foresta delle Lame e il Museo del Bosco di Rezzoaglio

Estate, tempo di gite.
E oggi vorrei suggerirvi una meta rigenerante, un luogo dove si respira aria fresca e pulita, un angolo di Liguria dove riprendersi dal caldo spossante della città.
Rezzoaglio è un paese della Val D’Aveto e lassù troverete uno dei luoghi più incantevoli che si possano immaginare: il Lago delle Lame con le sue acque limpide e trasparenti.
Alcuni di voi ricorderanno che ve ne parlai in questo post, il Lago delle Lame è un paradiso dove regna l’armonia della natura.

Lago delle Lame

Il Lago è circondato dalla foresta delle Lame con i suoi rumori ed i suoi abitanti.
E tutto fruscia, cinguetta e vive.
E si passeggia all’ombra, nella quiete e nel mistero fitto del bosco.

Foresta delle Lame

Un percorso che ha grande fascino e che può essere istruttivo e formativo, ci sono cartelli che vi spiegano quali siano gli alberi che vi circondano.
E così il bosco svela i suoi misteri e le sue bellezze.

Foresta delle Lame (2)

Ehi, ehi! Qui c’è anche chi va a cavallo, che meraviglia!

Foresta delle Lame (3)

Le luci e le ombre del bosco.

Foresta delle Lame (4)

La musica delle foglie e dei rami.

Foresta delle Lame (6)

E potrete addentrarvi, salire verso l’alto e scoprire altre bellezze, io vi ho mostrato solo il primo tratto del cammino, mi riprometto di dedicare a questi boschi maggiore spazio.
E quando verrete qui fermatevi a pochi passi dal lago lucente, troverete una zona dedicata ai più piccini dove l’entusiasmo della scoperta diverrà tangibile e reale, basterà varcare l’ingresso del Museo del Bosco.

Museo del Bosco

Il Bosco e i suoi abitanti, le loro figure sono scolpite nel legno ed ognuna ha la propria collocazione.

Museo del Bosco (2)

Ci sono le creature più temibili.

Museo del Bosco (3)

E il piccolo coniglietto che sta sempre in guarda, pronto a fuggire in caso di pericolo!

Museo del Bosco (4)

E le creature del cielo che si librano attorno alle cime delle montagne.

Museo del Bosco (5)

Lo scoiattolo che salta felice da un ramo all’altro.

Museo del Bosco (6)

Sono le creature del bosco e della Val D’Aveto.
E per meglio conoscere i misteri e le meraviglie della natura vengono anche organizzati dei laboratori che narrano le meraviglie  del suolo prolifico della foresta e raccontano dei suoi abitanti, la vita che vive tra questi alberi.
Troverete qui il link all’articolo del Consorzio Ospitalità Diffusa con i dettagli riguardanti i prossimi appuntamenti e le possibilità che vengono offerte.
Sulle rive del lago, tra gli alberi e i rami ci sono anche delle belle matite colorate, queste piacciono a tutti i bambini, da sempre!

Museo del Bosco (7)

E intorno la natura bella, rigogliosa, ricca e generosa, lo splendore del Parco dell’Aveto, delle sue montagne e della foresta delle Lame.

Foresta delle Lame (5)

Una passeggiata in Val d’Aveto

Siamo in pieno inverno, la neve scende sulle valli della Liguria, in questo territorio che non è solo di spiagge e scogliere, di sabbia e conchiglie.
La Liguria è anche montagne, valli boscose e fruttifere come la Val D’Aveto, oggi imbiancata dalla neve copiosa e candida.
E che nostalgia di quei luoghi!
E allora oggi vi porto con me, in Val D’Aveto, tra gli alberi e i prati.
Vi porto lassù nella stagione del sole, l’estate appena trascorsa.
E saranno colori e profumi dell’entroterra, tinte accese e vivaci, lassù in quella che a buon diritto si può definire la montagna dei genovesi.
Sì, a Santo Stefano d’Aveto, come i miei concittadini ben sanno, si scia.
E allora nelle case si accendono i caminetti, mentre fuori ci si gode la neve soffice che tutto ricopre.
Ma nella stagione del sole tutto è differente, la valle offre altre bellezze.
Salendo verso Santo Stefano si incontra un ponte romanico, risalente al XI secolo.
Là sotto scorre il torrente Gramizza, mentre tutto attorno sboccia florida la natura.
E sono frassini e faggi, castagni e cerri.

Ponte Romanico

E poi si sale, tra questi boschi rigogliosi.
E il cielo è lucido, semplicemente blu, profondo ed intenso.

Val D'Aveto

Il nome di questa valle deriva dal corso d’acqua che l’attraversa, l’Aveto, del quale vi ho già parlato qui.
Boschi, fiumi e laghi, come il Lago delle Lame con la sua acqua cristallina.
Trovate qui altre immagini e altre parole dedicate a questo scorcio splendido della nostra Liguria.

Lago delle Lame

Gli alberi che si arrampicano verso il cielo, l’ombra del bosco.
Qui parlano le foglie, sussurrano un linguaggio antico, è il linguaggio della madre terra, è il richiamo della natura, sana, vitale e incontaminata.

Val D'Aveto (3)

E’ la voce del bosco a parlarvi, a portare la pace e quiete nell’animo, nelle nostre vite che a volte scorrono troppo in fretta, con il ritmo concitato della quotidianità.
La voce del bosco è suadente e leggera, un soffio.

Val D'Aveto (5)

Una passeggiata in queste zone vi regalerà queste vedute ampie, è la bellezza che offre il Parco Naturale Regionale dell’Aveto, torneremo ancora in questi boschi, qui la natura è l’artista più estrosa, offre ai nostri occhi quadri che noi non sapremmo immaginare.

Val D'Aveto (6)

La voce del bosco ha un colore, è rosso fiammante.

Bacche

E sapete, quassù incontrerete chi sa godersi beatamente la vita.
Un prato, una brezza leggera che rinfresca dalla canicola estiva, il piacere della condivisione, pura e semplice felicità.

Cavalli

E immerso tra il verde di queste montagne, tra prati e i laghi, accanto al fiume si trova Santo Stefano d’Aveto.
Al centro del paese c’è il Castello Malaspina Doria, mi riprometto di riparlarvene in un’altra occasione, oggi vi porto tra queste strade.

Santo Stefano D'Aveto

Sotto il sole d’estate e sotto il cielo che brilla.

Santo Stefano D'Aveto  (2)

In un paese lindo e ordinato, nella stagione estiva affollato di turisti, non è stato per nulla facile scattare queste immagini, credetemi.

Santo Stefano D'Aveto  (3)

Un paese in fiore, questo è Santo Stefano d’Aveto per me.

Santo Stefano D'Aveto  (4)

E così, se penso a quei posti, mi vengono alla mente i tanti fiori alle finestre, non so se questa sia la via migliore per farvi conoscere Santo Stefano, ma questo paese è per me nei suoi colori.
Gialli e rossi, a certi davanzali.

Finestra (2)

O lilla e odorosi, dietro certe grate.

Finestra

Cascate di gerani vermigli, giù dalle finestre.

Finestra (3)

Sotto le imposte socchiuse.

Finestra (4)

E poi ancora sui muri.
Quanti profumi e quanti colori a Santo Stefano d’Aveto!

Fiori

E ancora, rosa tenue e fucsia e uno splendido riflesso sul vetro.
E io mi perdo ad ammirare questi dettagli.

Finestra (5)

Ci sono tante maniere di vivere e raccontare un luogo, il mio è questo.
Gironzolo per le stradine, osservo le case, i vasi di fiori, i panni stesi e le ombre al suolo.

Santo Stefano D'Aveto

E poi trovo sempre qualche nuovo amico con il quale fare conoscenza!

Gatti

E sono sempre le cose più semplici quelle nelle quali trovo una bellezza stupefacente.
Un cesto di vimini, aglio, cipolle e peperoncino.

Aglio e peperoncino

E in questa che è terra di boschi, la natura è generosa e gentile.
Si aspetta la pioggia in estate, poi torna il caldo e l’attesa si fa trepidante.
E quando giunge il momento, via con stivali, cestino e bastone.
Si va per funghi!

Funghi (2)

E qui certamente abbondano, i fungaioli hanno di che divertirsi!

Funghi

E sì, ci sono tante maniere di vivere e vedere un luogo, fate una gita in Val D’Aveto nella stagione che preferite e scoprite il vostro.

Santo Stefano D'aveto (2)

Prima di tornare a casa, non perdetevi una visita al Caseificio Val D’Aveto di Rezzoaglio, dove si trovano formaggi rinomati e pregiati, come il celebre e gustoso San Stè, disponibile in tre differenti stagionature.
Certo, li trovate anche nei negozi, ma comprarli qui ha tutto un altro fascino!

Caseificio Val D'Aveto

Porterete con voi i sapori genuini e sani che si gustano lassù tra quelle montagne, i gusti della nostra terra.

Formaggi della Val D'Aveto (2)

E avrete voglia di ritornare.
Sotto le finestre fiorite e in riva al laghetto turchese.
Lungo le anse del fiume.
Tra gli alberi e boschi, di fronte a queste maestose montagne.

Val D'aveto (2)