Non sono tutte uguali le rotte, sono come percorsi dell’esistenza, ogni barca giunge a destinazione in maniera diversa.
Certi vascelli avanzano sicuri, fendendo l’acqua, si spingono lontani, in cerca di avventura.
Osano, incuranti dei pericoli, coraggiosi tentano di raggiungere la propria meta e quasi si perdono là, svanendo lentamente all’orizzonte.
Una barca disegna una linea perfetta e non esita, naviga con vento favorevole e con buona fortuna.
Un’altra resta e si lascia appena cullare dalle onde.
E mentre il mare canta la sua musica dondola piano: ha trovato il suo porto, la sua quiete, la sua felicità e il suo destino.
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Notizie sensazionali e piccole curiosità
Leggendo i giornali del passato risalenti agli inizi del ‘900 potrebbe facilmente capitarvi di imbattervi in certi disegni che circondano dettagliati articoli oppure armoniose cornicette contenenti notiziole varie.
Cari lettori e care lettrici, non fatevi sfuggire il sensazionale fatto del giorno, magari è soltanto cronaca minuta della città ma quelli della redazione dell’illustre quotidiano desiderano suscitare il vostro interesse e per assicurarsi che notiate l’articoletto in questione ricorrono al disegno di una mano che indica appunto le righe alle quali prestare attenzione.
Ho sempre guardato con divertita curiosità questi disegni che indirizzano lo sguardo, sono cose del passato che ora non si usano più.
E un giorno, per puro caso, mi sono imbattuta in un’altra peculiarità che mi ha piacevolmente sorpresa e allora voglio mostrarla anche a voi.
Camminavo sulla spiaggia di Vernazzola, tra onde, sassi e gozzi, ho pensato di risalire su per Via Urania per raggiungere Capo Santa Chiara.
E là, sulla creuza di mattoni, ho veduto qualcosa che mi ha pure un po’ stupita proprio come le notizie sensazionali dei giornali del tempo che fu!
Oh, direi che è un modo davvero insolito di indicare un numero civico, non so nulla in proposito ma la trovo una cosa curiosa e presumo ed immagino che risalga appunto ad anni distanti.
Genova riserva sempre sorprese che magari non si sono mai notate, ormai questo dovrei saperlo.
Tempo dopo, eccomi di nuovo a zonzo per la Superba, questa volta in Via Assarotti, elegante strada innumerevoli volte percorsa anche dalle grandi dame del passato, da blasonati genovesi e dalla buona borghesia di quella città ottocentesca che appunto leggeva certe notizie sensazionali sui giornali di quel tempo.
E là ecco ancora numeri civici indicati in maniera particolare.
Sono le cose che mi fa sempre piacere scoprire, piccole ed entusiasmanti curiosità nelle strade di Genova.
Gelati e incontri a Boccadasse
Oggi vi racconto di un giorno di giugno trascorso davanti al mare, a Boccadasse.
Sono arrivata là, sul muretto, con la mia coppetta di gelato da gustare.
Veramente me la sono conquistata dopo una lunga camminata da Sturla a Vernazzola e poi su, da Via Urania, in quella vertigine che è propria delle creuze di Genova.
E arrivata in cima mi sono fermata sotto a una certa finestra.
E c’erano vasi generosi, piantine e tende a righe.
E poi ancora, un altro muretto a Capo Santa Chiara, mentre gli ombrelloni regalavano ombra confortatrice a certi pigri bagnanti.
E lo sguardo, il mare blu, le prospettive di casa.
I petali dalle tinte accese, le foglie, gli scogli e i tetti delle case.
E ancora discese di mattoni, ringhiere, rumore di onde, gabbiani in lontananza, voci e vasetti di coccio.
Rosso, vivace e brillante di fiori di cactus.
Rosso, sulle piante e sui muri delle case.
E scale, gradini, panni stesi, passo piano senza disturbare, ci sono un ragazzo e una ragazza che si parlano d’amore, sembrerà un’invenzione per rendere più romantico il racconto e invece no, erano proprio lì, seduti da una parte.
Ed ha questi colori il tempo gioioso dell’estate di Genova.
Ed eccomi dunque, sul mio muretto con la mia magnifica coppetta di gelato al pistacchio e ai frutti di bosco, felicità!
E quindi ho imboccato la creuza, come sempre tutti facciamo, quando andiamo a Boccadasse ed ecco l’incontro particolare, mica te lo aspetti in un’assolata giornata di giugno.
C’era una signora che era appena uscita di casa ed era un po’ interdetta, sulla porta della sua abitazione in effetti stazionava un ospite decisamente inatteso.
Non per dire ma io se me lo trovassi in terrazzo penso che chiuderei la finestra con molta calma, l’idea di averlo in salotto non mi piacerebbe tanto.
La signora era della stessa idea, ecco.
Io mi sono fermata a lungo a chiacchierare con lei e poi a noi si è aggiunto anche un altro passante che ha fornito svariate rassicurazioni sul tipo in questione.
Quindi eravamo in tre, sulla creuza, nel viavai della gente che scende a Boccadasse.
Il tipetto però non sembrava avere alcuna intenzione di schiodarsi dallo stipite e lì l’ho lasciato, ma vi assicuro che siamo rimasti un bel po’ di tempo ad osservarlo, mi auguro che la signora sia poi riuscita a entrare in casa senza portarsi dietro cotanto personaggio!
Cose che capitano dove non te lo aspetti, nel tempo del sole caldo.
E così ho terminato la mia passeggiata, guardando le barche e il mare luccicante della nostra bella Boccadasse.
Senza parole
Era un giorno d’estate, un giorno qualunque.
Giù per la creuza che da Capo Santa Chiara conduce a Vernazzola, a un certo punto c’è un muretto e là davanti si apre il mare.
Resto un po’ lì quando ci passo, in genere finisco per perdere la cognizione del tempo, non te ne andresti mai da certi posti.
E tra tante fotografie questa l’ho tenuta da parte, per dei mesi.
Ogni tanto la guardavo, come la racconti un’immagine così?
Sono soltanto due semplici linee.
Già, come si fa a scriverne? In quale maniera?
Ci ho pensato a lungo e adesso, dopo tanto tempo, lo so.
Soltanto due semplici linee e c’è tutto ciò che amo.
E non occorre nemmeno trovarle, le parole.