Camminando nel passato di Via al Ponte Reale

E si torna ancora per caruggi, viaggiando con la mia personale macchina del tempo che incede con un ritmo lento, romantico e denso di nostalgia di luoghi mai veduti in una certa maniera sempre perfettamente riconoscibili.
E così, avvolti nel bianco e nero di un’antica cartolina, arriviamo in un tempo diverso di Via al Ponte Reale, la strada che da Piazza Banchi conduce a Caricamento.
È zona di porto, di lavoratori e di viaggiatori, di camalli e di scagni.
È zona di aria di mare che spira frizzante tra le strettezze di questi caruggi, è voci di pescivendoli e di besagnini, Via al Ponte Reale è così viva e vivace.

E se osserviamo la via nella prospettiva dei tempi presenti comprendiamo che non è poi così molto mutata rispetto ai giorni in cui venne scattata la fotografia impressa sulla mia cartolina.

E ritorniamo a un’epoca distante, sfogliando insieme la mia Guida Pagano del 1926 scopriremo che Via al Ponte Reale pullulava di attività diverse e ognuna è un tassello del magnifico puzzle del passato di Genova.
Qui si trovano una bottega di cereali, un parrucchiere, qui il Signor Poggio vende i suoi liquori, ci sono una cappelleria e una bottega di vini.
E c’è l’Offelleria dei Fratelli Klainguti, termine direi desueto ma tutti noi conosciamo le delizie di quel negozio e sappiamo bene che si tratta di una celebre pasticceria.
E naturalmente, in questo glorioso 1926, c’è anche la storica bottega di Busellato che produce le targhe e i timbri dei genovesi dal lontano 1896, è un negozio dalla storia magnifica che potete leggere in questo mio post.

Spicca, a caratteri tondeggianti, l’insegna che indica il pregiato Hotel De France, una struttura che ebbe l’onore di ospitare tra le sue mura lo scrittore Alexandre Dumas in certi giorni del 1860.

Esattamente di fronte ecco invece l’Hotel Feder, anche qui soggiornarono certe celebrità come Theodor Mommsen ed Herman Melville.
E al Feder si fermarono anche la scrittrice George Eliot e il patriota irlandese Daniel O’Connell dei quali ho scritto qui e qui.

Si comprende così quanto fossero vibranti le ore in quella Via al Ponte Reale che anche noi ai nostri tempi spesso attraversiamo.
Ecco un signore che incede frettoloso ma si lascia distrarre da qualcosa che attira la sua attenzione e così si volta e osserva in direzione di un gruppetto di gente, verso i portici di Sottoripa.
E c’è una ragazzina, ha l’abito scuro e il colletto bordato di chiaro, anche lei pare sporgersi, forse è lì insieme alla mamma e le due stanno facendo acquisti.
Sul muro spicca il manifesto dei Grandi Magazzini alle 7 Porte che aveva la sua sede in Via XX Settembre e doveva essere un trionfo di diverse eleganze.

Qui, in Via al Ponte Reale, ci sono anche altre insegne di attività diverse, la città è produttiva e attiva.

E ci sono i manifesti che indicano le partenze dei vapori e delle imbarcazioni che compiranno lunghi viaggi, qui tutto racconta del porto e delle sue attività.

Così, osservando e immaginando, vi ho portato con me in un frammento del passato di questa parte della città vecchia.

Il tempo a volte pare accellerare per poi svanire in fretta e divenire appannato ricordo di ciò che eravamo.
A volte, invece, pare scorrere più lento per lasciare intravedere gesti e udire voci di giorni perduti.
E allora pare di essere davvero lì, nella baraonda di questa folla trafelata, accanto al giovane uomo che incede sicuro mentre intanto si sistema il cappello.
In un tempo distante, camminando nel passato di Via al Ponte Reale.

Alberghi, caffè e negozi: consigli per turisti inglesi a Genova nel 1858

In un tempo diverso dal nostro ecco arrivare nella Superba viaggiatori provenienti dalla Terra di Albione: giungono dopo un lungo viaggio, nel cuore serbano curioso interesse per la città che si apprestano a scoprire, Genova è rinomata ed apprezzata dai turisti inglesi.
E allora mescoliamoci tra loro, nella seconda metà dell’Ottocento molti visitatori arrivano nella Superba con un libro prezioso che li aiuterà a districarsi per le strade della città: si tratta del volume Handbook for travellers in Northern Italy pubblicato dall’editore londinese John Murray nel 1858, la guida è una miniera di informazioni e consigli per i viaggiatori che trascorrono le vacanze in Italia e dalle sue pagine sono tratte le notizie che leggerete.
Sorvolerò sulle indicazioni di carattere artistico e sui luoghi da visitare e invece scopriremo insieme dove alloggiare in questo glorioso 1858.
Raccomandatissimo è l’Albergo d’Italia di recente rinnovato e particolarmente apprezzato dalla clientela inglese, offre colazione con le uova, una comoda smoking room e una fantastica vista sul porto e sulla Lanterna.
Celebre anche l’Hotel de La Ville, il proprietario tra l’altro si occupa anche del commercio della preziosa filigrana genovese.

Cartolina appartenente alla Collezione di Eugenio Terzo

Per un soggiorno in centro città si può scegliere l’Hotel Feder, l’albergo si trova nella centralissima Via al Ponte Reale ed è stato più volte nominato su queste mie pagine.

Celebre e apprezzatissimo è anche l’Hotel Croce di Malta già molte volte citato su questo blog: il Croce di Malta si trova a Caricamento nella Torre dei Morchi e nel tempo sarà meta di scrittori e celebrità, in questo albergo le signore troveranno anche il più celebre negozio di filigrana premiato persino con una medaglia alla Grande Esposizione di Londra del 1851.

Cartolina appartenente alla Collezione di Eugenio Terzo

C’è poi l’Hotel de France che si trova di fronte al Feder, non dimentichiamo inoltre il Quattro Nazioni che è sempre nelle vicinanze.
Colui che compilò la preziosa guida non manca di sottolineare che questi alberghi nei pressi di Sottoripa godono tutti di una vista straordinaria sul porto ma bisogna prestare attenzione ai piani bassi dove il panorama è coperto dalle grandiose terrazze di marmo che si stagliano davanti a quegli edifici.

Fotografia di proprietà di Vittorio Laura

Ricordiamo poi anche l’Albergo Nazionale in Piazza dell’Acquaverde e la Pensione Svizzera che sarà resa celebre da un suo illustre ospite: lo scrittore Stendhal.
Degno di menzione è certamente anche l’Albergo della Vittoria in Piazza della Nunziata.

Tre sono i caffè raccomandati: il Caffè della Concordia in Strada Nuova, il Gran Cairo vicino alla Borsa e il Gran Corso nei pressi del Teatro Carlo Felice.

Cartolina appartenente alla Collezione di Eugenio Terzo

Non mancano certo i consigli a proposito dei negozi: Genova è celebre per le filigrane, come già si è detto, per gli ori, gli argenti e anche per i fiori artificiali.
Gli amanti delle antichità vadano in Piazza della Stampa oppure dal Signor Maggi, in Via Carlo Felice, la strada che verrà poi denominata Via XXV Aprile.

Per le sete e i velluti bisogna andare dal Signor Ferrari in Via Orefici o da Riccini in Campetto, i libri si trovano da Beuf, in Strada Nuovissima, l’attuale Via Cairoli, quella libreria resisterà negli anni e tuttora la conosciamo come Libreria Bozzi.
I dolci e i canditi si acquistano da Romanengo e anche questa, come ben sapete, è ancora una bottega storica tra le più apprezzate di Genova.

L’attentissimo autore della Guida, poi, non manca infine di avere un occhio di riguardo per le debolezze dei suoi connazionali, in fondo quando si è in viaggio capita spesso di sentire nostalgia di casa e delle proprie buone abitudini.
E così, ai viaggiatori inglesi che sentissero necessità di un buon tè o di qualche altro articolo della madrepatria viene raccomandato un certo negozio proprio alla Nunziata, sulla Guida si legge che i prezzi sono anche piuttosto convenienti.
Osservando la città dalle pagine dei libri del passato si scopre una diversa Genova con i suoi alberghi eleganti, le sue botteghe caratteristiche, i caffè che offrono delizie ai visitatori: e allora è come ritrovarsi là, in un altro tempo, come turisti inglesi del 1858 a Genova.

 

Daniel O’Connell: un irlandese a Genova

Questo è il ricordo di un forestiero che il caso e la ventura condussero nella città di Genova.
L’irlandese Daniel O’Connell, uomo di legge e fervente politico, nacque nella seconda metà del ‘700 da una famiglia cattolica e si distinse proprio per il suo impegno nella difesa dei cattolici all’epoca oggetto di discriminazioni a causa delle leggi britanniche in quel tempo in vigore.
Da ardente patriota fu tra coloro che avversarono l’Unione tra Gran Bretagna e Irlanda e contribuì a fare in modo che anche i cattolici potessero accedere a cariche militari e civili, tra il 1841 e il 1843 fu anche sindaco della città Dublino.
Il suo impegno politico gli costò fatiche e lo costrinse ad affrontare anche diverse traversie: era 1847 quando Daniel O’Connell partì in pellegrinaggio alla volta di Roma, nel cuore aveva il desiderio di incontrare il Papa.

Si imbarcò così su una nave che solcò le onde e approdò sulle coste della Francia e poi, dopo diverso tempo, giunse infine nella Superba.
Scelse di alloggiare in un albergo allora molto in voga: l’Hotel Feder in Via al Ponte Reale ospitò celebri scrittori come Hermann Melville e George Eliot della quale scrissi tempo fa in questo post.

Là, nell’Hotel dalle molte stanze così vicino al mare e a due passi dall’operosa Piazza Banchi, Daniel O’Connell trascorse gli ultimi giorni della sua vita: dopo giorni di aspra e dura malattia il suo stato di salute precipitò ed egli esalò l’ultimo respiro il 15 maggio 1847 all’età di 72 anni, al suo capezzale c’erano il figlio Daniel, un cappellano a lui caro e un domestico.
La sua morte suscitò molta impressione in città, il suo funerale fu celebrato nella chiesa delle Vigne:.
Sull’edificio dove un tempo si trovava l’Hotel Feder ancora resta la memoria di Daniel O’ Connell, là è affissa una lapide in suo ricordo e sotto di essa c’è una corona omaggio dei cattolici genovesi ivi collocata a 50 anni dalla morte del patriota.

La scritta sulla lastra narra la fine di O’Connell, i tratti del volto di lui scolpiti nel marmo sono opera dell’artista Federico Fabiani che fu anche autore di molte magnifiche statue collocate nel Cimitero Monumentale di Staglieno.
Quando passate in Via al Ponte Reale alzate lo sguardo: i vostri occhi incontreranno il viso fiero di Daniel O’Connell, l’irlandese che morì a Genova.

George Eliot, una celebre scrittrice a Genova

È un giorno di primavera del 1860 e alla stazione di Torino si presenta una viaggiatrice inglese, il suo nome è Mary Anne Evans ed è una scrittrice nota ancor adesso con lo pseudonimo di George Eliot.
Nell’attesa di salire sul suo treno la nostra protagonista fa un incontro che la incuriosisce, i suoi occhi si posano sulla figura di Camillo Benso, Conte di Cavour.
Il treno parte e conduce la nostra George verso una delle tappe del suo viaggio, è una città che ha già veduto e a lei l’autrice riserva parole ricche di sentimento:

In Genoa again, on a bright, warm, spring morning!
Di nuovo a Genova, in una luminosa, calda mattina di primavera!

L’albergo che ospita la scrittrice inglese è molto celebre ed è spesso prescelto dagli stranieri, l’Hotel Feder si trova in una posizione incantevole, nel cuore pulsante della città, in Via al Ponte Reale.

Palazzo Di Negro

La nostra turista si sofferma a fare qualche considerazione in merito agli interni dell’albergo, dice che vi ritrova un certo gusto tipicamente inglese.

Palazzo Di Negro (2)

George Eliot trascorrerà breve tempo nella Superba, a stupire lei e l’uomo con il quale condivide i suoi giorni sono i fasti di Via Cairoli, allora denominata Strada Nuovissima, la incantano poi gli splendori di Via Garibaldi, la celebre Strada Nuova.

Via Garibaldi (17)

La prospettiva di queste strade, scrive l’autrice, crea un’impressione di grandezza, la ammaliano i cortili e le architetture dei Palazzi dei Rolli.

Palazzo Lomellino

E da saggia osservatrice George Eliot comprende che per ammirare Genova nella sua bellezza occorre guardarla da diversi punti di vista.
Dall’alto, lasciando correre lo sguardo sopra i tetti.
Su per i gradini e spezzandosi il fiato, lei sale sul campanile delle Basilica di Carignano.

Basilica di Carignano

E poi vede le chiese, la Nunziata e il Duomo di San Lorenzo con le sue ricchezze.

San Lorenzo (4)

Anche George Eliot, come molti viaggiatori, accenna ad una visita nella zona di Staglieno, va detto che l’autrice non fa riferimenti precisi riguardo alle opere del Cimitero Monumentale, tuttavia la colpisce l’ambiente rurale di quelle zone, nota i numerosi bambini che scorrazzano liberi, vede un panorama agreste dove trova carri trainati dai muli, è un luogo immerso nella natura incontaminata e ricco di floridi ulivi.
Fu breve il soggiorno genovese di George Eliot, le sue memorie di questa città sono incluse nel volume Life and Letters.
L’Hotel Feder fu meta di diversi viaggiatori, alcuni di essi sono molto celebri e di loro ho già avuto modo di scrivere in questo articolo.

Palazzo Di Negro (3)
George Eliot ha scritto autentici capolavori della letteratura, Il Mulino sulla Floss è uno dei romanzi più belli che abbia mai letto e mi ha regalato momenti di autentico coinvolgimento.
In quelle stanze vicine al mare e alla vita frenetica del porto dormì anche Mary Ann Evans, colei che volle essere nota al mondo come George Eliot.
La città che vide rimase nei suoi occhi, lucente nella sua fiera bellezza, resa ancor più affascinante dalle parole che le dedicò una celebre scrittrice.

Genova La Superba is not a name of the past merely.
Genova La Superba non è soltanto un nome del passato.

George Eliot, Life and Letters 

Genova

La Pensione Svizzera e l’Hotel Feder, illustri viaggiatori nella Genova dell’800

Il viaggio, la scoperta del mondo e di luoghi mai veduti.
Oh, certo! Bisogna essere accorti, quando si viaggia!
E allora andiamo indietro negli anni, al tempo delle carrozze e dei bauli, al tempo delle strade polverose e dei viaggi infiniti.
E’ il 1828 e a Genova arriva un viaggiatore, un certo Romain Colomb.
E’ francese, giunge direttamente da Parigi e tra la mani stringe uno smilzo volumetto dal titolo Journal d’un voyage en Italie et en Suisse, pendant l’année 1828, contenente molte preziose raccomandazioni.
Le note, con le indicazioni di viaggio e i suggerimenti per districarsi nel dedalo dei caruggi genovesi, sono state scritte per Romain da suo cugino, che risponde al nome di Henri Beyle, meglio noto come Stendhal.
Questi consiglia all’inesperto Colomb di recarsi a Genova con un vetturino, circostanza che offrirà l’opportunità di viaggiare insieme a gente del posto.
Eh, solo così si conoscono le cose del mondo!
Stendhal era già stato a Genova e amava alloggiare in un albergo molto rinomato, sito nel cuore della città vecchia, in Via San Luca.


Al numero 10, in un edificio ora non più esistente, si trovava la Pensione Svizzera, favorita da Stendhal per la posizione centrale e panoramica.
Oh, ma faccia attenzione il giovane Colomb! Che i genovesi non lo prendano per uno sprovveduto!
Quando si troverà all’albergo, raccomanda il suo illustre parente, avanzi richieste ben precise, per carità!

“…bisogna chiedere la camera 26 al quarto piano, dalla quale si vedono il porto e la montagna, Bisogna dire: mi dia la camera che un russo ha occupato per 22 mesi. Costa un franco, un franco e venticinque al giorno. Di fronte c’è un ristorante dove si può mangiare, scegliendo dalla lista.”

Che viaggiatore fortunato, Romain Colomb! Chissà se poi gli venne assegnata la camera 26!
Certo è che la Pensione Svizzera trovò nello scrittore francese un testimonial d’eccezione, non vi pare?
Beh, lo stesso non si può dire per l’Hotel Croce di Malta, tanto amato da Mark Twain e frequentato da molti altri personaggi di gran rilevanza.
Ricordate? Ve ne parlai dettagliatamente tempo fa, cliccando qui arriverete a quel post.

Insomma, al Croce di Malta Stendhal non si trovò affatto bene, bisogna dirlo.
Vi arrivò di mattina presto, dopo un viaggio per mare.
Ci credereste? Cambiò stanza ben tre volte, non gliene andava bene una!
Lo scrittore si mise a girovagare per la città, per Via Balbi e lungo Strada Nuova.
Che incanto!

Eh, ma a girare viene sete, ci sarà un caffé da qualche parte?
E allora giù, giù per i caruggi, al Caffé della Costanza in Via Orefici.
Oh, ma Stendhal è abituato ai locali fastosi di Milano e Venezia!
E’ un po’ buio questo caffé, ma come mai? Sono i caruggi, caro Henri, sono i caruggi!
Malgrado ciò, il nostro ritornerà svariate volte nel corso della giornata in questo locale, a bere l’acqua rossa, che così lui descrive:

 “ …cinque o sei ciliegie in fondo al bicchiere e il profumo delizioso dei noccioli. Questa bibita eccellente e mai lodata abbastanza costa tre soldi…”

 Ma torniamo alla Pensione Svizzera e ai suoi illustri avventori.
Vi soggiornerà nel 1853 anche il compositore Richard Wagner.
E lui narra di pavimenti a mosaico, di scaloni di marmo, di una stanza al sesto piano dal quale si poteva ammirare l’orizzonte, il mare, il porto.
E’ la zona del Porto Antico, ovviamente.
Senza l’orrida Sopraelevata. Sospiro.
San Luca, la zona di Banchi, un’area viva e vitale.
Qui, in Via al Ponte Reale, si trovano alcuni degli alberghi più noti.
Nell’immagine sottostante, a destra, potrete notare l’insegna dell’Hotel de France che diede ospitalità allo scrittore Alexandre Dumas.


Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri

All’angolo con Vico De Negri, invece, si trovava uno degli alberghi più famosi, l’Hotel Feder.
Aveva più di cento stanze ed una vista impagabile su Piazza Banchi e sul porto.

Piazza Banchi, Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri

Se foste stati viaggiatori di un altro secolo al Feder avreste potuto incontrare lo storico Theodor Mommsen e lo scrittore Herman Melville, che soggiornarono nelle sue stanze.
E magari avreste veduto entrare una coppia di amanti che aveva scelto questo Hotel per i propri convegni amorosi: lui è un uomo politico molto in voga, lei ne è innamorata pazza, per lui arriverà ad uccidersi buttandosi dalla finestra del suo palazzo di Via Garibaldi.
I due amanti sono niente meno che Camillo Benso Conte di Cavour e Anna Giustiniani, i cui  sospiri rimbombarono nelle stanze del Feder.
In questo albergo, poi, trovò la morte Daniel O’Connell, uomo politico irlandese massimo rappresentante dell’emanicpazione cattolica.
A lui è dedicata una lapide ancora ben visibile.

Viaggiatori dell’Ottocento, nella Genova dei bei tempi.
Se passerete nella Superba, ricordatevi di loro.
E magari rinfrancatevi con un buon bicchiere d’acqua rossa, è buona e dissetante!
E soprattutto tenete a mente una raccomandazione: alla Pensione Svizzera chiedete la camera nr 26, quella che un russo ha occupato per 22 mesi.