Busellato, le targhe e i timbri dei genovesi dal 1896

Ci sono storie che affondano le loro radici nel passato e forti di questa solidità guardano verso il domani, verso il futuro.
E oggi vi racconto una di queste storie e bisogna andare alla fine dell’Ottocento per narrarla.
C’era una volta, dalle parti di Vicenza, un giovane uomo che aveva un sogno grande: l’America.
E così partì, attraversò le pianure, vide le colline e infine giunse in una città di mare, Genova, da dove intendeva di imbarcarsi per la terra delle sue speranze.
E sapete, a volte per realizzare un sogno occorre tempo.
Il giovane uomo si chiamava Bernardo Luigi Busellato e scoprì nella Superba un mondo diverso da quello che aveva lasciato.
Chissà come sarà giunto proprio qui, in Via al Ponte Reale.
In faccia a Caricamento, a due passi dall’Hotel Feder, vicino al mare e ai Portici di Sottoripa, tra la gente che già all’epoca affollava questa zona.

viapontereale[1]

Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri

E così Bernardo decise di aprire una rivendita di timbri, al nr 2 di Via al Ponte Reale.
Una soluzione temporanea, s’intende, lui sognava l’America.
E poi il tempo trascorse, gli anni passarono e il negozio si trasferì nel palazzo di fronte e da semplice rivendita divenne produttore di timbri, incisioni e targhe.
E realizzò un sogno diverso da quello che aveva sognato, rimase nella città dalla quale intendeva partire.

Bernardo Luigi BusellatoFotografia tratta da Luigi Busellato S.n.c.

E passarono gli anni, tanti.
Vi furono due guerre, l’Italia divenne una Repubblica, passarono tanti anni, sì.
E ai giorni nostri il negozio di Bernardo Luigi Busellato è ancora qui, nel cuore della città vecchia, in Via Ponte Reale e qui ci sono i suoi discendenti.

Busellato (18)

Un negozio che è annoverato tra le imprese storiche di Italia e i titolari, pur conservando le memorie del passato e facendo tesoro dell’esperienza di famiglia, hanno uno sguardo attento per tutto ciò che è innovazione e modernità.
Sono clienti di Busellato sia le più grandi aziende genovesi che gli enti pubblici, la lunga tradizione di questo negozio è garanzia di successo.
E allora entriamo!
Certo, altrove hanno un laboratorio.
Questo è il negozio, il negozio di Bernardo!

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E che meraviglia questi piccoli negozi con i mobili antichi!
Alzi la mano chi non vorrebbe per sé questo mobiletto!

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Oppure questa cassettiera, saprei come usarla.

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Come vi ho detto Busellato ha una vasta produzione.
Targhe in ottone, plexiglass o in altri particolari materiali, timbri e biglietti da visita, incisioni e stampe di vario genere.
E in una città come questa, così legata al suo porto, sui muri di questo negozio si legge la grande vocazione marittima di Genova.

Busellato (4) - Copia

Genova, le navi e il mare.
Questa è l’essenza di questa città.

Busellato (3)

E poi la proprietaria estrae un oggetto antico, un timbro a pressione.
Oh, ne ho anch’io uno simile, era di un mio antenato!
E mi sovviene un pensiero: chissà se lo aveva comprato in questo negozio!

Busellato (5)

E poi ancora, sul bancone compare uno strano oggetto, che mai sarà?
Non crediate che io lo sapessi, se non me lo avessero detto non ci sarei mai arrivata.
Signori, questi sono sigilli per container.

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E poi mi guardo intorno e tutto ha quel fascino grande che mi colpisce.

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Ogni cassettino ha la sua etichetta: spille, catenelle, pezzi di ricambio, borchie, numeri rotondi, punzoni, piattina di ottone, viti e targhette.
Che meraviglia!

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Oh, ma non manchiamo di guardare le vetrine!
E come vi ho detto, lo sguardo è puntato verso il futuro.
E allora ecco le magliette: keep calm and enjoy Genoa, nessun altro detto potrebbe essermi più caro!

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C’è la rossa ceralacca, indubbiamente tutto ciò ha qualcosa di regale ai miei occhi.

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Ed eccoli i timbri, questi hanno una certa foggia e un bella impugnatura di legno.

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Un mondo che sembra piccolo eppure racchiude una grande storia che risale a molto tempo fa.
Negozi come questo vanno difesi e tutelati in quanto rappresentano una ricchezza per le nostre città, hanno carattere, personalità e conservano la traccia del loro lungo vissuto, ci ricordano che prima di noi qualcuno ha gettato qui il seme della speranza che ancora germoglia.
Busellato, il negozio di targhe e timbri, ha un suo sito web e lo trovate qui.
E’ ancora laggiù, in Via al  Ponte Reale, dove giunse Bernardo Luigi Busellato che sognava l’America e che trovò l’America a Genova.

Busellato

40 pensieri su “Busellato, le targhe e i timbri dei genovesi dal 1896

  1. che meraviglia queste antiche botteghe,penso che nessun centro commerciale riuscirà mai ad eguagliare la particolare atmosfera che emanano

  2. Devo approfittare e venire a Genova prima di essere delle dimensioni di una balenottera 🙂 Bellissima! Ah, già che mi viene in mente….mi ricordo che da qualche parte sul tuo blog (da quello vecchio) avevo trovato un link per un blog stupendo di una mamma che mentre la sua bimba dormiva faceva ambientazioni bellissime intorno a lei, tipo Sirene, Fiabe…tutto fatto con coperte e oggetti normali! Magari non era sul tuo blog eh, la mia memoria non sempre funziona a dovere! Mi piaceva tanto e non riesco a trovarlo! Se riuscissi ad aiutarmi col nome mi farebbe piacere riguardarlo un pò ora che sono in dolce attesa!

    • Cara, ti aspetto! E intanto lo so che non diventerai una balenottera, se anche fosse in breve tempo perderai tutto, sei giovane tu 🙂
      Sai che proprio non mi ricordo di quel blog? Temo che tu ne abbia letto altrove, sai? Un bacione!

  3. Siamo fortunati ad avere ancora oggi queste testimonianze di quella che era la Genova del grande commercio, le istituzioni dovrebbero premiare queste persone che contribuiscono in modo detterminante al ricordo della nostra industria, potrebbero ad esempio esentarli dal pagamento dell’IMU, sarebbe un’incentivo a conservare il mateiale e l’arredo.
    Ma credo che la sensibilità dei nostri amministratori verso la cultura sia quasi nulla.
    Se il titolare legge questi messaggi voglio ringraziarlo, insieme a te per averci fatto dono di questa meravigliosa realta genovese.
    Eugenio

    • Condivido, caro Eugenio, negozi come questo andrebbero tutelati e protetti in ogni maniera.
      E sì, il titolare leggerà il tuo commento e quindi mi unisco a te nel tuo ringraziamento.
      Un abbraccio grande caro Eugenio.

  4. Sarò di parte, ma secondo me il signor Bernardo ci avrebbe guadagnato comunque a fermarsi a Genova, anche senza aprire il suo bel negozio!!
    La mia migliore amica lavora in un negozio simile a Milano, zona colonne di San Lorenzo, e mi racconta spesso che è un mondo magico quello dei timbri e della targhe, dei colori e dei materiali antichi e moderni…
    Tiptoe

  5. Negozi come questo sono davvero un pezzo di storia e ben venga che gli eredi non lascino l’attività. Ritrovare la stessa porta, la stessa vetrina, gli stessi arredi. E quel telefono nero, magari ancora funzionante.

    • Che bottega meravigliosa Miss Fletcher! Davvero tutto trasuda dedizione, passione, amore per il proprio mestiere imparato con gli occhi e con il cuore.
      Ma quelle cassettiere…così adatte per contenere timbri…se fossero mie saprei bene riempirle di filati da ricamo e bottoni,!
      Un abbraccio Susanna

  6. Quando scrivi post su vecchie botteghe, come quella dei tappi di sughero, delle spezie , dei fiori, o questa magica dei timbri, sono nel mio… posti magici, atmosfere introvabili… che lasciano emozioni… a me tante e gradevoli, che seriamente penso ad una mia vita in altro secolo, e non ne abbiamo coscienza apparente….
    Un bacione e grazie miss

    • E che sia davvero così? Anch’io in queste vecchie botteghe mi sento a casa, mi sento a mio agio e trovo tutto così bello e gradevole.
      E’ tutto a nostra misura, cara amica e forse è per questo che sentiamo questo calore in posti come questo.
      Un bacione a te e grazie di cuore!

  7. ho ammirato con entusiasmo gli oggetti di questo negozio dove non sono mai entrata interessanti i timbri ,le varie targhe !e che dire delle ceralacche? bello ,mi piacerebbe entrarci ma non mi serve niente ci sto pensando ma … cara Miss sai cosa mi ha colpito ? ma il telefono nero appeso alla parete!!!!che nostalgia era in casa di mia nonna cosi i nipotini non ci arrivavano.Pensavo che non ce ne fossero piu ‘ ma funziona oppure e’ un reperto archeologico? scherzi a parte le foto sono particolari,calde,forse perché e ‘ antico ciò che rappresentano .ciao Miss sei Brava.

  8. io! io li voglio, voglio tutto.
    Tsè…credo che qui sia sparito anche l’ultimo negozio di timbri. Vicino a casa ce n’era uno che faceva timbri ed etichette ma ormai, puff, non serve più a nulla.

  9. pazienza, Miss, sarà per un’altra volta!… cerco di rimediare con un sonetto, che capirai subito quale evento tratti…

    c’erano tutti in chiesa o, quasi…
    personaggi, ormai, privi di autore,
    scesi in fretta dai loro parnasi
    per condividerne strazio e dolore.

    gomito a gomito, come sardine,
    c’erano vizi forti come l’argilla
    e virtù pure come sgualdrine,
    e anche brassens col suo gorilla.

    c’erano tutti, all’ultimo raduno,
    meno un tipo assai pignolo,
    e di “bon ton”, proprio, a digiuno…

    “entra, non startene fuori, da solo!
    dalla chiesa, gli urla più d’uno…
    “io, meglio di no, son bombarolo!

    12/1999

  10. Miss, ieri sera ho sbagliato le virgolette, ma vedo che il sonetto ha fatto lo stesso il suo dovere… la data è fittizia, in realtà, lo avevo scritto il 18 gennaio, ma vista la vicinanza del duolo, pareva indelicato quel finale ironico… lo aveva preceduto un altro, datato 16 gennaio (quello te lo mando il 18 febbraio)… quando nel 2003 o 2004, mia figlia era stata in Via del Campo, uno dei due lo aveva scritto sul quaderno delle visite.
    buona domenica…

  11. Pingback: Camminando nel passato di Via al Ponte Reale | Dear Miss Fletcher

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