A pranzo da Panino Marino

Sabato scorso ero al Porto Antico, dopo un giro per caruggi io e la mia amica siamo andate davanti al mare.
E sì, come evitarlo?

Era anche l’ora giusta e così abbiamo pensato di provare un posticino dove non ero mai stata anche se l’ho sempre guardato con una certa curiosità.
Questo è uno di quegli indirizzi “giusti”, perfetto per foresti e genovesi.
Panino Marino si affaccia su Caricamento, lo vedete sullo sfondo, alle spalle dell’imponente statua che ritrae Raffaele Rubattino.

Un posto ideale per un pranzo veloce e di ottima qualità.
Da Panino Marino troverete dei panini speciali con i profumi e i sapori del mare, dal salmone allo sgombro, dal merluzzo al polpo, con abbinamenti gustosi e particolari.

Il locale è aperto ogni giorno a pranzo e a cena, dopo le 18.30 potrete provare i loro aperitivi, si può scegliere anche il pesce crudo.
E potrete accomodarvi sugli sgabelli che si affacciano sulla prospettiva di Genova e su San Giorgio.

Oppure potrete prendere posto nella saletta che è accogliente e curata e ha i toni e i colori del mare.

C’è anche una balena sorridente, eccola qua!

Noi abbiamo scelto di sederci fuori, nelle giornate d’estate mangiare all’aperto fa sempre piacere.

E ci siamo concesse un pranzo veramente sfizioso: voilà, fritto misto di gamberi, calamari e acciughe.
Leggero, croccante e saporito, un pranzo delizioso!

Non manca una buona scelta di bevande.

E aggiungeteci pure che i gamberi sono sapientemente sgusciati e questo vi evita inutili acrobazie.

C’è spesso tanta gente da Panino Marino, se passate da queste parti tenete presente questo posto, io sicuramente ci tornerò.
Bella atmosfera, semplicità e le bontà del mare davanti al mare di Genova.

Le delizie di Slow Fish

Questo è il weekend di Slow Fish, un grande evento di Slow Food che si svolge fino a domenica al Porto Antico.
Quattro giorni interamente dedicati al mare, non solo alla cucina ma anche alla sostenibilità ambientale, alla pesca e al rispetto dell’ambiente.
Incontri, workshop, convegni, degustazioni, laboratori e appuntamenti a tavola, trovate qui il calendario completo della manifestazione che naturalmente offre la possibilità di gustare le delizie del mare e certe ottime tipicità.

Vi porto con me, nella mia passeggiata a Slow Fish.
Nello spazio della Regione Liguria vedrete gozzo, sopra c’è un remo, un cappello di paglia e le reti.


Profumo d’estate e di mare della nostra terra.

A Slow Fish c’è un mercato di prodotti nazionali ed internazionali con tante bontà da molte regioni d’Italia e dall’estero.

Ed ecco le acciughe dei pescatori di Camogli.

E l’olio di Taggia.

Le celebri e gustose olive taggiasche, in questa circostanza ne ho fatto scorta.

I pomodori secchi nella cesta di vimini.

E ancora, il banco di un’azienda di Albisola Superiore era un vero trionfo.

Arbanelle, vasetti, bottiglie d’olio e degustazioni, bottarga di tonno e infinite varietà di pesce, c’erano anche i limoni odorosi e la colatura di alici della costiera amalfitana.

Sapori piccanti e sapori più delicati, delizie per ogni palato.

E il pesce del Mare del Nord, parte integrante anche della nostra cucina.

Le ostriche raffinate di Bretagna.

E bottiglie, aromi, erbe, infusi, vasetti, mi piace passeggiare ammirando tanta abbondanza!

E poi profumi di casa, dal Golfo Dianese basilico, olio e tutto il necessario per il nostro sublime pesto.

A Slow Fish ci sono appuntamenti prestigiosi con importanti chef e con le loro raffinate ricette, c’è davvero l’imbarazzo della scelta.
E ci sono prelibatezze alla portata di tutti, tanti sono gli stand e le apprezzate cucine su ruote.
Ecco il Pastificio Novella, sono una loro affezionata cliente e in questa casa si mangiano spesso le loro trofie, i loro pansoti e gli ottimi ravioli di boragine.

Ed ecco ancora lo street food alla ligure, questo è il Camugin con le sue deliziose acciughe, i gamberi e la panissa.

E poi la gelateria Dalpian.

Una varietà infinita di delizie, impossibile elencarle tutte, ad esempio c’è il caciucco e ci sono le olive ascolane preparate in varie maniere.
E che dire dello stand di Zena Zuena con le sue invitanti focaccette?

Si può andarsene a zonzo per il Porto Antico con un cartoccio di pesce fritto da gustare.

Oppure si possono assaggiare le ostriche di La Spezia.

Ed è un trionfo regale questo vassoio ricolmo di gamberi.

Slow Fish è tutto questo e molto altro, una splendida manifestazione che valorizza le tipicità delle nostre terre.
Ed è un momento di gioia e convivialità, il buon cibo rende migliore la qualità della nostra vita.
Là, sul mare luccicante di Genova, una barchetta dondolava sull’acqua, nei bagliori della sera.

Tra tutte le specialità che ho veduto una è la mia preferita ed è una delizia davvero semplice: è la focaccia del pescatore con le acciughe salate dei pescatori di Camogli.
Un dono dei nostri mari posato su una bontà tipicamente ligure.
Buon Slow Fish e buon weekend a tutti!

Le pescivendole di Piazza Ponticello

Va sempre a finire così, qualche solerte cittadino prima o poi prende carta e penna e scrive una bella letterina al giornale, in questo caso si tratta del quotidiano Il Lavoro, lettura assai diffusa in questa Genova degli anni ’20.
E dunque, quale sarà mai il problema?
Il mercato del pesce in Piazza Ponticello, cari amici!
Un cittadino angustiato scrive al cronista facendo presente che quel pesce non si presenta nelle migliori condizioni, per non parlar degli olezzi che impestano la zona!
Piazza Ponticello è una zona amatissima e animata da grande passaggio.
E insomma, sono parecchi quelli che si lagnano: c’è un’altra bella missiva scritta da un gruppetto di cittadini.
E sapete cosa dicono?
Questa piazzetta graziosa e ridente, nel cuore vivo della Superba, è ridotta in modo davvero indecoroso.

Piazza Ponticello (3)

Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri

Eh già, qui si vende di tutto, dalla carne alle verdure, la pulizia però lascia molto a desiderare.
Per non dire del fatto che Ponticello è il convegno della teppa, testuali parole! Ohibò!
Ciò che più suscita disagio e indignazione sono proprio quei quattro banchi di pesce, disgrazia dei passanti e degli abitanti di Ponticello!
Ma insomma, le autorità che fanno?
Ricordano i solerti cittadini che già si è revocata la licenza della vendita ambulante dei mitili: che si faccia lo stesso con queste pescivendole, la Piazza è sempre maleodorante a causa di quei loro maledetti banchi!

Piazza Ponticello

E loro, le pescivendole?
Credete che se ne siano state zitte? Ma manco per idea, figuriamoci!
Ed ecco giungere al giornale la loro piccata e puntualissima replica, l’hanno firmata tutte e quattro, loro si chiamano Rosa, Teresa, Maria e Benedetta.
Ma scherziamo? I cittadini mugugnano perché il loro pesce non è buono?
Tanto per iniziare l’Ufficio d’Igiene controlla minuziosamente: il pesce venduto dalle pescivendole di Ponticello è ottimo ed è lo stesso che vendono tutti gli altri negozianti, sia chiaro.
Come fanno tutti, anche loro quattro vanno di buon mattino in Pescheria ad acquistarlo e come è noto là c’è un vigile che controlla.

Pesce
E insomma, a leggere la loro lettera io me le sono immaginate le infervorate pescivendole di Ponticello.
La Rosa è la più agguerrita, ci giurerei, chissà perché mi pare di vederla: un donna energica, dalle braccia forti e muscolose.
La Benedetta invece è una donnina smilza e un po’ avanti negli anni, è una che non si è mai risparmiata.
Altrettanto decise e di carattere le altre due della compagnia, sono esistenze faticose le loro: il lavoro al banco del pesce, una casa da tirare avanti e i bambini attaccati alle gonne.
E poi a Messa la domenica, certo.
La fatica di ogni giorno è tanta e ci si mettono persino le malelingue a complicare le cose, sapete per quale ragione c’è gente che ce l’ha con loro?
Beh, è presto detto, le quattro fiere pescivendole lo hanno messo nero su bianco nella lettera spedita al giornale: il loro pesce è venduto a 10 centesimi in meno, ecco svelato l’arcano!
Questa piazza che non ho mai veduto a poco a poco sta diventando reale grazie alle storie che emergono dal lontano passato.
Hanno un volto i bottegai e gli abitanti della Piazza, hanno un viso i numerosi avventori e le signore eleganti che passano in questa zona del centro di Genova.
E questa storia come sarà finita? I banchi saranno stati lasciati al loro posto oppure no?
Non saprei dirvelo ma provate a osservare bene.
Quella che urla a squarciagola per vendere le acciughe è la Teresa e che guance rosse ha la Maria, fa caldo in Piazza Ponticello, in questo scorcio d’estate.
È la fatica di ogni giorno di semplici vite, ognuna di esse ha scritto una piccola pagina nella storia del mondo in una piazza perduta di Genova.

Piazza Ponticello (4)

Cartolina appartenente alla Collezione di Eugenio Terzo

Street Fish, i sapori del mare e della terra al Porto Antico

I pescatori di Genova li trovate là, al Mercato del Pesce in Darsena, a due passi dal Galata Museo del Mare.
E con il nuovo anno è in arrivo un’interessante novità, Street Fish, il mercato ittico del Porto Antico offrirà anche un servizio di ristoro.
Questa è un’iniziativa di Coldiretti, Campagna Amica e UeCoop, il venerdì sera e sabato all’ora di pranzo qui potrete gustare genuine bontà.

Street fish (2)

Sono stata invitata alla presentazione di Street Fish e così posso raccontarvi le delizie che verranno servite nello spazio del Mercato del Pesce.
E la cornice è questa, tanto familiare sia ai turisti che ai genovesi.

Street fish (3)

Scendono tra le onde del mare le reti adagiate a terra a Calata Vignoso.

Street fish (4)

E loro, i pescatori, hanno sorrisi belli e aperti, sono allegri, gioviali e particolarmente accoglienti.

Street Fish (35)

Dondolano le barche che portano il pesce sulle tavole dei genovesi.

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E certo, non sempre alla Darsena troverete i pescatori, spesso sono fuori a fare il loro mestiere.
E comunque c’è il cartello: stiamo pescando per voi!

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Se volete comprare il pesce da cucinare nelle vostre case sappiate che circa alle 9.30 rientrano le barche con le reti da posta, alle 14.30 è la volta di quelle con le reti a strascico.
E da marzo a novembre alle 8 del mattino in Darsena ci sono già le acciughe fresche appena pescate.

Street fish
Con queste barche che non mi stanco mai di ammirare, la terza di questa foto si chiama Alga e appartiene a Roberto.

Street fish (8)

A Street Fish i visitatori potranno gustare i sapori della terra e del mare, questo è il basilico di Liguria che ha il suo profumo solo nella nostra regione, portalo lontano da qui e perderà tutta le sue caratteristiche.

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Limoni, peperoncino rosso e vino bianco, c’è tutto ciò che occorre per preparare un buon pranzo!

Street fish (10)

Uno dei pescatori mostra un contenitore con i carciofi tagliati.
Ah no, scusate, a Genova si dice articiocche, segnatevelo!

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I pentoloni sono pronti.

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Si ride, si chiacchiera, si prepara il cibo in allegria.
La buona cucina è proprio questo, comunione e convivialità.

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Come prima cosa ci viene offerta una degustazione di olio extravergine di oliva ligure, c’è l’olio della Riviera di Ponente che nasce dalla spremitura di olive taggiasche e quello della Riviera di Levante, di quest’ultimo ho appreso che ne esistono due tipologie, uno nasce dall’oliva Lavagnina e l’altro dalla pignola, un’oliva selvatica e rustica delle zone di Genova e Portofino.

Street fish (13)

Io resto fedele all’olio delle zone di Imperia, è da sempre il mio preferito.

Street fish (15)

I sapori della terra e del mare, era presente lo chef Corazza che armato di mortaio d’ordinanza ha preparato il pesto per tutti noi.

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Il condimento più tipico di Liguria e il profumo del basilico che si spande nell’aria, davanti al mare di Genova.

Street fish (17)

Fare il pesto è una vera arte, una sorta di cerimonia alla quale assisto sempre volentieri.

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Ed ecco la palamita cruda che verrà preparata in una maniera speciale.Street fish (19)

Si tratta di una tartare  servita come antipasto e  accompagnata con verdure fresche, il mare sposa la terra nei piatti della Liguria.

Street fish (20)

Si cucina, si lavora e si prepara un saporito secondo.

Street fish (21)

E intanto vengono servite fumanti trofie al pesto.

Street fish (22)

Cosa ci attende dopo? Guardate un po’ qua, direi che è semplice da immaginare.

Street fish (23)

E sull’acqua si posano certi visitatori, giurerei che parteciperebbero molto volentieri al nostro banchetto!

Street fish (24)

A noi fortunati verrà proposta una deliziosa frittura e naturalmente non posso far altro che seguirne la splendida preparazione.

Street fish (25)

E ci sono anche gamberi e triglie, pesce a volontà per tutti!

Street fish (26)

Colui che è intento a infarinare con sapienza le nostre trigliette chiacchiera con noi e cita un celebre detto: chi dorme non piglia pesci!
Eh, in effetti i pescatori appartengono a una categoria piuttosto mattiniera!

Street fish (27)

Il pesce è pronto per essere fritto e presto lo sentiremo sfrigolare nell’olio bollente.

Street fish (28)

Eccolo qua, sulla carta, una visione paradisiaca che non necessita di ulteriori commenti.
Cose buone che si mangiano a Genova, a Street Fish.

Street fish (29)

Una frittura di pesce e un buon bianco, davanti al mare.

Street fish (30)

Mi appoggio alla ringhiera a guardare i riflessi di quelle barche e il cielo che si rasserena, l’acqua calma e turchese, lì di fronte c’è il Galata Museo del Mare, direi che questo è un posto da tenere in considerazione per una sosta sfiziosa, non sembra anche a voi?

Street fish (31)

Cibo genuino e di qualità, Street Fish alla genovese, pesce fresco appena pescato, questo è ciò che troverete al Porto Antico, oltre ai piatti che avete veduto vi saranno anche altri primi e secondi sempre a base di pesce.
E anche qui sono riuscita a scoprire la Superba da nuove prospettive, attraverso il bicchiere colmo di vino di Liguria.

Street fish (32)

Ogni nuova iniziativa che esalta e preserva le nostre tradizioni e i nostri sapori è semplicemente preziosa e questa è la mia maniera di dare il benvenuto a Street Fish.
E prezioso è il lavoro dei pescatori, parlando con loro credo di aver capito che lo amino tanto.
Sono quelli che lontani dal mare non sanno starci, i pescatori.
Sono quelli che sanno ascoltare le parole delle onde e le sue storie.
Sono quelli che le raccontano anche a te.

Street Fish (34)

Sottoripa, tra sacro e profano

C’è un posto che più di ogni altro rappresenta l’anima commerciale e marinara di Genova, si tratta del lungo porticato che si estende sul fronte a mare, davanti a Caricamento, nella zona dove si trova anche l’Acquario, meta prediletta dei visitatori.
E se verrete a Genova è d’obbligo una passeggiata in uno dei luoghi cari ai veri genovesi, i portici di Sottoripa, la loro edificazione risale a tempi molto lontani, addirittura al 1125.
Nei secoli, naturalmente, i portici hanno subito modifiche, nei tempi passati furono sede delle botteghe dei commercianti genovesi e ancora oggi qui ci sono negozi dai colori e profumi caratteristici.

Sottoripa

A spiegare il significato del nome di questa via è lo storico Amedeo Pescio nel suo libro I nomi delle strade di Genova, l’autore  a tal proposito cita una delle vie che corre parallelamente ai portici.

Sopra l’arena che costruiva l’estremo lido, oltre il quale sorse Genova, era la riva o ripa, e la via sopra la ripa (Via San Luca).

E al di sotto di essa la nostra Sottoripa, le facciate dei palazzi sotto i quali si snoda il porticato sono notevoli, non mancate di alzare lo sguardo.

Sottoripa (2)

Sottoripa, tra sacro e profano.
Di questi portici scrisse anche Enea Silvio Piccolomini destinato a divenire Papa Pio II.
E queste sono le sue parole:

Proprio nel porto, nella parte in cui tocca la città si ergono magnifici edifici, tutti di marmo, che svettano verso il cielo, assai eleganti per la presenza di numerose colonne, molti adorni di sculture e di figure, sotto vi è un porticato lungo mille passi, dove si può acquistare ogni merce.

(Descrizione di Genova, del marzo 1432)

Sottoripa (3)

E allora camminiamo sotto ai quei portici, da levante a ponente, vi mostrerò alcune caratteristiche botteghe.
Qui, davanti al mare di Genova, si vende il pesce.

Sottoripa (4)

Sottoripa (5)

Sacro e profano, l’edicola della Madonna a due passi dai tavolini all’aperto.

Sottoripa (6)

E qui, in Sottoripa, troverete sempre gente, alcune di queste foto sono  state scattate una domenica mattina, normalmente c’è parecchio andirivieni da queste parti.

Sottoripa (11)

E ancora tavolini e una celebre bottiglieria.

Sottoripa (7)

E in vetrina non solo vini e liquori, anche le specialità della nostra terra.

Sottoripa (8)

Di nuovo una piccola edicola che forse nessuno nota, il sacro e il profano vivono in armonia sotto gli antichi portici della Superba.

Sottoripa (9)

E sotto questo cielo.
A Genova guarda sempre in su, credo di averlo già scritto migliaia di volte!

Sottoripa (10)

E poi ancora, un’antica friggitoria, con le piastrelle bianche e azzurre e certe semplici e golose specialità.

Sottoripa (12)

E sacro e profano, guardate oltre i portici, vedrete la sontuosa edicola di Palazzo San Giorgio.

Sottoripa (13)

E c’è qualcosa che non è riproducibile.
Gli odori, i rumori, le lingue del mondo, le facce, il moto continuo delle persone.
Sottoripa, amatissima dai genovesi di ogni tempo.

Portici di Sottoripa

Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri

Qui resiste la tradizione della vecchia Genova alla quale si affiancano nuove realtà provenienti da altri paesi, da qualche tempo c’è anche un celebre e notissimo fast food.
Tuttavia, salda e forte delle sue tradizioni, qui trovate l’anima vera di Genova, i suoi colori e i sapori che sanno di casa.

Sottoripa (14)

E poi ancora il sacro, trascurato e consunto, non ci appartiene più quella devozione di chi ci ha preceduto, però forse dovremmo avere più cura di ciò che ne è rimasto.

Sottoripa (15)

E in questo punto si trova un negozio a dir poco glorioso, il Gran Ristoro, qui ci si mette pazientemente in coda per un panino.

Sottoripa (16)

La sua vetrina ridondante di gustosi salumi mette l’acquolina in bocca.

Sottoripa (17)

Un’altra Madonna, in ogni angolo della città vecchia c’è sempre il suo sguardo dolce a vegliare sul passeggio dei genovesi.

Sottoripa (18)

E ancora oltre, sotto al porticato lungo mille passi.

Sottoripa (19)

Io a volte sui social network scrivo questa frase: cose da Sottoripa.
Eccole qua, ancora pescherie e ancora pesce.

Sottoripa (20)

E poi, purtroppo, una serranda giù.
E questo era uno storico negozio di alimentari del quale sentiremo molto la mancanza.

Sottoripa (40)

Se non conoscete Genova non potete immaginare quanto sia stato difficile scattare queste fotografie.
Attese infinite, perché qui passano sempre persone!
E ci sono le luci, le insegne, i bar, le bancarelle e le botteghe.

Sottoripa (21)

E questo è Lucarda, storico negozio di abbigliamento che tra i suoi celebri clienti annovera Gilberto Govi, Paolo Villaggio e Fabrizio De André, mi riprometto di portarvi alla scoperta di questo celebre angolo di Genova.

Sottoripa (22)

E poi, la lavagnetta con il menu del Ristorante Da Vittorio.

Sottoripa (23)

E ancora, vini, liquori e bottiglie.
E specialità dal mondo, quando ho portato in questo negozio la mia amica canadese lei con gioia e stupore ha trovato prodotti provenienti dal suo paese, a me è sempre piaciuto curiosarci, compro qui le marmellate e certi succhi di frutta particolari.

Sottoripa (24)

E ancora, fate qualche passo e troverete il numero 69 rosso, ai nostri giorni c’è un bar.
In altri tempi invece avreste potuto pranzare alla Trattoria Carlotta la cui cucina è decantata dallo scrittore Costanzo Carbone che narra di intingoli epicurei!

Trattoria Carlotta

Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri

E poi oltre, i portici cambiano fisionomia, in questo tratto si trovano alcuni dei miei negozi preferiti.

Sottoripa (25)

Armanino, con i suoi trionfi di frutta secca e candita dei quali vi ho già parlato qui.

Sottoripa (26)

E una vetrina che lascia senza parole!

Sottoripa (27)

E poi un posto da veri buongustai, osservate bene questo negozio, la friggitoria Carega, a mio giudizio questo locale dovrebbe essere dichiarato Patrimonio dell’Umanità.
Qui si può mangiare al bancone oppure portarsi via un cartoccio di fragranti delizie assortite.

Sottoripa (28)

Cose da Sottoripa, appunto.
Calamari fritti, gamberi, pignolini, frisceu, farinata, savoiarda e molto altro.

Sottoripa (29)

Quindi fatevi un regalo, prendete il vostro pesce e andatevelo a mangiare davanti al mare, è pura felicità, credetemi!

Sottoripa (30)

E qui, sul muro di piastrelle bianche, versi e parole per questi portici tanto amati dai genovesi.

Sottoripa (31)

E poi ancora, ancora oltre.

Sottoripa (33)

Un celebre e stimato artigiano, c’è qualcuno a Genova che non conosce Steri?

Sottoripa (34)

E vi porterò anche qui, nel negozio delle chiavi.

Sottoripa (35)

Come vi dicevo, c’è qualcosa che non si può narrare ed un misto di profumi e odori.
Spezie, pesce che sfrigola nell’olio, incenso, a volte risacca, altri giorni vento fresco di mare.
E poi le voci, le parole, i passi, la fretta, la vita di ogni giorno, le facce del mondo e le diverse etnie che popolano queste strade.
Bisogna esserci, sotto all’antico porticato di Genova.

Sottoripa (37)

E alzare lo sguardo, ancora.

Sottoripa (36)

Verso l’arco e il cielo.
Sottoripa, tra sacro e profano.
E sacri sono anche le nostre radici e il nostro passato, le nostre tradizioni che dovremmo saper conservare.

Sottoripa (38)

C’è ancora un tratto di Sottoripa, in qualche maniera differente da questo, presto ne scriverò, oggi vi ho portato per botteghe sotto un porticato lungo mille passi, tra il mare e l’intrico di caruggi della città vecchia.

Sottoripa (41)

Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri

La Bottega dello Stoccafisso

Ci sono luoghi che hanno la magia della tradizioni, luoghi che ci rimandano al nostro passato, luoghi che ci ricordano che in certe strade hanno camminato i nostri nonni.
E a volte le hanno percorse per la nostra stessa ragione, andar per botteghe nei caruggi.
Certe piazzette e certi vicoli, certi profumi di casa.
Vi ho già portato da queste parti, questi sono vicoli cari ai genovesi e qui trovate l’articolo dedicato a Piazza dei Macelli di Soziglia e al suo tripudio di colori, i banchi con esposto il pesce e la frutta di stagione.

Piazza dei Macelli di Soziglia

Una piazza che ha tutto il fascino della vecchia Genova.
E colori e piante e terrazzini.

Piazza dei Macelli di Soziglia (2)

E poi si scende, giù da Via dei Macelli, andar per botteghe nei caruggi è una vera bellezza, non saprei come altro dire.

Via dei Macelli di Soziglia

E quando si è quasi al termine della via eccola, una bottega dove si trovano i profumi e i sapori del mare, la Bottega dello Stoccafisso.

Bottega dello Stoccafisso

Lo stocche, il merluzzo essiccato, arriva sulle tavole dei genovesi da diversi secoli, già dalla fine del ‘500 le navi portavano nella Superba il pesce che viene dal Nord Europa.
E qui, ai Macelli, c’è questo negozio dove si trovano stoccafisso e baccalà, un negozio che ha una lunga storia.
E se vi fermate davanti alla vetrina vedrete le antiche vasche di marmo con il pesce in ammollo.

Bottega dello Stoccafisso (2)

La Bottega dello Stoccafisso serve i genovesi dal 1936.
Nel 1977 è diventata di proprietà di Lorenzo Valle, adesso accanto a lui c’è anche suo figlio Federico che vedete in posa per me tra le sue delizie.

Bottega dello Stoccafisso (3)

Ecco i pomodori e funghi secchi, questo è uno di quei negozi dove c’è sempre la fila.
Eh, una ragione ci sarà se ve ne parlo solo adesso!
E’ questo, ho atteso il momento fortunato per poter scattare queste foto e per gironzolare per il negozio.

Bottega dello Stoccafisso (4)

C’è un cartello con elencate le specialità del posto, sono i doni del mare.

Via dei Macelli di Soziglia (3)

C’è una notevole armonia in questa esposizione, non trovate?

Bottega dello Stoccafisso (5)

Ecco le bottiglie d’olio tutte in fila e lassù un’antica bilancia.

Bottega dello Stoccafisso (7)

E in un posto che ha una lunga storia appeso al muro, in cornice, trovi un articolo di giornale che narra del precedente proprietario.
Sulle tavole liguri regna lo stoccafisso.
Proprio così, una vera bontà!

Bottega dello Stoccafisso (8)

E sì, verrebbe da curiosare ovunque!

Bottega dello Stoccafisso (9)

Ecco le deliziosissime acciughe, un vaso sopra all’altro, che bellezza!

Bottega dello Stoccafisso (6)
E ancora un’immagine dal passato dove si vede il pesce appeso a seccare.
La Rocca e Gismondi, importatori di baccalà e stoccafisso dal 1878, questa è una storia a parte che certo merita maggiore spazio e non mancherò di scriverne.

Bottega dello Stoccafisso (10)

Sono le realtà come questa a rendere più vive e più belle le nostre città, ci ricordano chi siamo, quali siano le nostre usanze e le nostre tradizioni.
Andar per botteghe nei caruggi, nei negozi frequentati dai nostri nonni.
E ancora, ecco altre meravigliose bontà, le olive.

Bottega dello Stoccafisso (11)

E vasi alti o panciuti sopra ai ripiani.

Bottega dello Stoccafisso (12)

E poi questa è anche una salumeria e così mi sono soffermata davanti al banco dei formaggi.
Ecco, se andate a far la spesa e vi capita di vedere una che fotografa le caciotte, quella sono io!

Bottega dello Stoccafisso (13)

E appesa al muro c’è la bandierina della Norvegia, la nazione del Nord Europa dal quale proviene lo stoccafisso.

Bottega dello Stoccafisso (14)

Sul tagliere gli attrezzi del mestiere.

Bottega dello Stoccafisso (15)

E il profumo e il sapore del mare, alla Bottega dello Stoccafisso, nei caruggi di Genova.

Bottega dello Stoccafisso (16)

Tra le reti

E vi racconto ancora del mare, forse dell’eco del mare e del suo profumo.
In una mattinata qualunque, tra le calate e i moli.
C’è gente, alcuni camminano lentamente, altri con passo svelto, è facile distinguere chi è qui per diletto e chi invece è soltanto di passaggio.
Siamo a poca distanza dal Galata, al Porto Antico.

Porto Antico (2)

L’eco e la musica del mare risuonano di onde che scivolano via, tra le reti, onde che fuggono, nulla può impigliarle e trattenerle.
Le onde amano la libertà, sono come alcuni di noi, inafferrabili.
Le reti invece vivono di acqua e luce, ora stanno qui ad asciugare al sole.
Semplici reti da pesca.

Reti da pesca

Alcune paiono vesti di una principessa d’oriente, con organze trasparenti e collane di perle.

Reti da Pesca (2)

Altre giacciono una sull’altra, estenuate dalla lotta quotidiana contro le invincibili onde.

Reti da pesca (3)

L’eco degli abissi è corde, catene e trame fitte.

Reti da pesca (4)

Ognuno vede ciò che sa vedere.
La superficie dell’acqua cela un fondale di conchiglie e coralli tra i quali guizzano mille pesciolini d’argento.
E il velo della sposa del mare attende solo la fanciulla che lo indossi.
Forse una sirena che si tufferà gioiosa tra i flutti?

Reti da pesca (5)

Reti che hanno le tinte calde della terra, reti di rosso e di ruggine, i colori del Mediterraneo, di certi suq e certe bancarelle.

Reti da pesca (7)

E intanto i pescatori portano a riva le casse ricolme di pesci, il frutto di un duro lavoro.

Pesci (2)

Reti di smeraldo e dai toni d’arancio.

Reti da pesca (8)

Corde distese e arrese che giocano con le ombre e il sole.

Reti da pesca (9)

Reti che nascondono e svelano, che velano e rivelano, al di là c’è il mare, il viaggio, l’avventura e un nuovo giorno che verrà.

Reti da pesca (6)

In una mattinata qualunque, tra le calate e i moli.
Ognuno vede ciò che sa vedere, tra le reti dei pescatori al Porto Antico.

Reti da pesca (10)

Santa Margherita Ligure, dalla costa all’infinito

Un tratto di costa meraviglioso, un golfo che si dischiude sotto il sole mostrando i suoi splendori: Portofino e Paraggi, Zoagli e San Michele di Pagana, Sestri Levante e Lavagna.
E Santa Margherita Ligure, elegante, chic, bella in qualunque stagione.
Una strada che si snoda lungo la costa e qui, oltre la curva, il lungomare di Santa Margherita Ligure.

Santa Margherita Ligure

E allora oggi vi porto qui, ci accompagneranno le immagini scattate in una giornata d’ottobre.
Vi racconto di una striscia di sabbia, delle case alte del lungomare dai colori che vi parlano di questa terra.

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E vi racconto di una piazza tipicamente ligure, ciottoli bianchi e neri denominati rissêu, li trovate spesso sui sagrati di Liguria.
Una piazza circolare, i portici e le facciate dalle tinte tenui.

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Case belle e curate, in ogni via di Santa Margherita.

Santa Magherita LigureDi rosso, di pesca e di chiaro.

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Una Madonnina sospesa tra due palazzi e i panni stesi asciugati dall’aria fresca del mare.

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Una passeggiata a Santa, così la chiamano alcuni, a me piace il suo nome completo, così dolcemente femminile.

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E certo, questo è un angolo di Liguria ricercato ed esclusivo.
Ma sapete, in un solo luogo potrete trovare infiniti mondi, qual è il vostro?
Santa Margherita Ligure è giovane, frizzante e modaiola.
Questa è la riviera dei locali e degli aperitivi in riva al mare.

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E’ la costa romantica dove cenare in uno dei molti ristoranti che esibiscono deliziosi menù.
Il pescato del giorno nel piatto e i sapori di questa regione.

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E’ le tante barche di lusso all’ancora nel porticciolo.

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Le palme, sembra sempre estate a Santa Margherita Ligure.

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E’ una passeggiata sul molo, guardi, respiri ed osservi.
Che sia stato un pittore a disporre i gozzi in questa maniera?
Parrebbe, c’è una perfetta armonia di colori!

Santa Margherita Ligure

E puoi giocare ad ammirare i riflessi, il mare appena increspato è lo specchio di tanta bellezza.

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Le case che abbracciano la costa e lassù una chiesa.

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Il molo e i gozzi che raccontano del senso di appartenenza alla propria terra, di una lunga tradizione marinara, della fierezza di riconoscersi nelle proprie origini.

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La costa vista dal molo, così Santa Margherita Ligure si offre al vostro sguardo.

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Lente si cullano sull’acqua le barche.

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Troverete qui tanti mondi, ognuno diverso.
Qual è il vostro?
Questa è terra di reti e di pescatori.

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E di un mercato  dove si può acquistare pesce fresco, dal mare alla vostra tavola.

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E’ i suoi portici, dove si cammina con calma godendosi la frescura e l’ombra nelle giornate calde oppure il riparo in quelle di pioggia.

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E’ una salita verso la collina, così è la Liguria.

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E’ una chiesa in cima a una scalinata.

Santa Margherita Ligure

E certe prospettive che ti fanno sentire felice di essere ligure, luoghi così belli sono a pochi chilometri dalla città.

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E si sa, di noi si dice che siamo poco socievoli, un po’ chiusi e diffidenti.

Gatto

E’ tutta apparenza, credete a me.
Noi figli del mare sappiamo amare la vita, a volte ci piace soffermarci a osservare il nostro orizzonte.
Ci accomodiamo su un muretto a goderci l’aria frescolina e la sera che scende.

Gatto (2)

Questa è Liguria vera, Liguria di caruggi e se apri le braccia puoi toccare entrambi i muri.

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E’ creuze e focaccia calda per una deliziosa merenda.

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E’ scale, su ogni gradino c’è un vaso.

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E’ ancora scale, antiche e caratteristiche, questa è  la mia Liguria in salita.

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E’ un pontile proteso verso l’acqua.

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E’ alberi, Santa Margherita è ricca di verde lussureggiante.

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E’ spiaggia e sabbia fine.

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E’ una Chiesa di Frati Cappuccini, che svetta e domina la cittadina.

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E ancora  c’è un sagrato di ciottoli.

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Davanti a voi il mare, le barche una accanto all’altra e le nuvole che giocano in cielo.

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Si domina il golfo da lassù,  potrete godere di questa vista.
E vi basterà fare un passo indietro, scostatevi dal muretto e lasciate andare lo sguardo verso l’orizzonte.
Dalla chiesa dei frati verso l’infinito.

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Le acciughe in carpione

Le acciughe in carpione, una specialità ligure che profuma di mare e dei sapori del Mediterraneo.
Questo piatto mi ricorda le vacanze estive, nella nostra casa della riviera di ponente.
Eravamo tanti attorno a quel tavolo, c’era la mia famiglia, gli zii, la nonna, sua sorella che in genere rimaneva qualche giorno.
Quando si cucinava, giravano per casa delle pentole enormi.
Mi ricordo giganteschi grilletti pieni di pasta al pomodoro, casseruole ricolme di cozze al verde, cassette di pesche e di albicocche.
E le acciughe, una vera bontà.
E’ una ricetta ligure molto golosa e sfiziosa, una ricetta di casa che vi racconto.
Il procedimento è piuttosto semplice.
Si puliscono le acciughe, le si privano della lisca e della testa e si distendono aperte su un tagliere per lasciarle asciugare.
Si passano nell’uovo, s’impanano, si friggono nell’olio extravergine di oliva, si depongono sulla carta da cucina e si aggiunge il sale.
A questo punto occorre preparare il condimento, ovvero  il carpione.
Per un chilo d’acciughe occorre far bollire mezzo litro di aceto rosso, dentro al quale si metterà un abbondante trito di aglio e rosmarino.
Quindi mettete in una terrina uno strato di acciughe e sopra di esse due foglie d’alloro e una fetta di limone, si aggiungeranno poi altri strati, seguendo sempre il medesimo metodo.
A questo punto basterà solo versare l’aceto ancora caldo sulle acciughe, tenete presente che il pesce assorbirà molto liquido e che dovrete coprire completamente le acciughe, che dovranno rimanere immerse nell’aceto.
Pertanto le dosi per il carpione sono solamente indicative, starà a voi stabilire, in base alla vostra quantità di acciughe, la corretta dose di aceto.
C’è un’ultima importante avvertenza: affinché le acciughe in carpione vengano saporite, devono riposare diverse ore, almeno mezza giornata.
Infine, sulla terrina va posto un piatto e su di esso un peso, che premendo sulle acciughe le farà impregnare bene nell’aceto.
Che cenetta sfiziosa!
E che buono il pane intinto nell’aceto, una meraviglia!
Certo, ci vuole un buon vino bianco, un Pigato, un Vermentino, un Cortese, scegliete voi cosa preferite.
I doni del mare e della terra per un piatto davvero delizioso.

Camogli, le case che abbracciano il mare

Camogli, un borgo di pescatori.
Alcuni ritengono che l’origine del suo nome sia Cà a muggi, case a mucchi, in quanto le abitazioni alte e strette sono addossate una sull’altra, altri dicono che l’etimologia sia Cà de mogee, casa delle mogli, lasciate sole in attesa del ritorno dei loro uomini, marinai e pescatori.
Altri ancora, infine, sostengono che sia Camulio, il Marte dei Sabini e degli Etruschi, ad aver lasciato il nome a questo splendido paese delle riviera di levante.
Quale che sia la spiegazione, Camogli è una perla, posata sulla costa del Golfo Paradiso.

Case a mucchi.
Ed è il nostro rosso, il nostro giallo ocra caldo e solare, rosa tenue e color pesca.
Ed è il nostro cielo, il cielo di Liguria terso ed intenso.

Ed è colori, allegri, vivaci ed accesi.

Ed è una chiesa, che coraggiosa sfida le onde.

E case che imperiose dominano il mare.

Ed è una finestra, con il sole che filtra attraverso i vetri.

Una finestra che sia affaccia su questo mare, dal quale non si vorrebbe distogliere lo sguardo mai.

Ed è una celebre sagra del pesce, che qui si tiene la seconda domenica di maggio, quando la primavera è in fiore.
E quanti quintali di pesciolini finiscono in quella padella, per la più deliziosa e croccante delle fritture!

Vengono da tutta Italia per assaggiare il pesce di Camogli e poi, con il loro cartoccio e con il bicchiere di vino bianco, si siedono a riva  e si gustano una delle più note specialità liguri.
E poi sapete, da queste parti sono tutti buongustai!
Il buon pesce attira sempre i palati fini!

Ed è un porticciolo, dove vi porterò ancora.
E cammineremo lassù, saliremo i gradini delle scalette che separano le alte case di Camogli.


Ed è un paesaggio incantevole, caldo, accogliente e luminoso.

E sono gozzi, lucidi e coloratissimi, placidamente pigri su quelle acque.

E sono spicchi di cielo, spazzato dal vento, cielo turchino di Liguria.

E scorci di una bellezza da levare il fiato, questo è Camogli.
Le reti da pesca stese al sole, le case altissime, l’acqua salmastra, le barche.

I sassi di Camogli, l’acqua chiara e cristallina, che batte sulla riva, in una deserta giornata di primavera.
E le case, alcune arrampicate lassù, nel verde.
E altre, strette una all’altra, unite in un abbraccio che caldo si protende verso il mare.