Fu un giorno funesto per coloro che amavano la libertà, fu una data che entrò a far parte della storia d’Italia: era il 10 Marzo 1872.
A Pisa, in casa di Pellegrino Rosselli e Janet Nathan, figlia della mazziniana Sarah, sotto il falso nome di George Brown si nasconde il nostro Giuseppe Mazzini e questo sarà il suo ultimo giorno di vita: Mazzini muore lasciando un vuoto incolmabile tra coloro che lo amano e seguono i suoi ideali.
Grandiose saranno le esequie per questo figlio di Genova così amato e tormentato, Mazzini tornerà nella sua città e riposerà il suo sonno eterno al Cimitero Monumentale di Staglieno dove ancora adesso ci rechiamo a rendergli il dovuto omaggio.
In quei suoi ultimi istanti, circondato dall’affetto dei suoi sodali, un calore lo accolse e lo confortò.
Nei giorni della sua malattia, a scaldare il suo cuore e il suo corpo fragile fu una cosa a suo modo sacra e tanto cara a Mazzini: uno scialle di panno di lana a quadretti bianchi e neri, in quello scialle era stato avvolto Carlo Cattaneo, morto nel 1869.
Mazzini aveva conservato gelosamente quello scialle e quello scialle avvolse anche lui nelle sua malattia e nell’istante dei suo addio.
Ai nostri giorni quel cimelio è esposto al Museo del Risorgimento Istituto Mazziniano di Genova e dalla legenda si apprende che quel panno coprì anche la salma di Maurizio Quadrio il 14 Novembre 1876.
Questa cara cosa che univa uomini affini per credo ed ideali viene anche citata nel testamento di Agostino Bertani riportato all’interno del volume Agostino Bertani e i suoi tempi di Jessie White Mario.
Il panno era infatti in possesso di Bertani ed egli lo destinò ad un altro patriota caro amico di Mazzini e di Bertani medesimo, queste sono le parole del testamento:
“Lascio all’amicissimo mio Adriano Lemmi, di Livorno, abitante in Firenze, Via della Scala N° 50, od a Roma, Via Nazionale N° 54, la cassetta che è nel mio salotto in Genova, di vari legni americani, contenente il panno che avvolse C. Cattaneo e G. Mazzini malati e morti, affinché egli, patriotta inarrivabile e mai chiassoso, lo conservi e lo faccia conservare da’ suoi figliuoli, caro pegno di dolore, e ricordo di ammirazione ed esempi da seguirsi per il bene della patria nostra.”
5 giugno 1885 – Agostino Bertani
Busto di Giuseppe Mazzini Opera di Santo Saccomanno
Museo del Risorgimento Istituto Mazziniano di Genova
In questo 2022 ricorrono i 150 anni dalla morte di Giuseppe Mazzini.
Patriota fervente, fiero e indomito figlio della Superba e dell’Italia, Mazzini fu uno dei migliori pensatori e cittadini che questa nazione abbia mai avuto.
Lo ricordo, sempre con immutato affetto e con la fierezza di essere sua concittadina, vado molto orgogliosa di poter dire: sono genovese, come Giuseppe Mazzini.
Lui, celebre e compianto figlio di questa città e dei suoi caruggi, venne ritratto da Davide Dellepiane in quegli ultimi momenti di vita.
Lascio le cose terrene e lasciò anche la sua eredità di pensieri e parole, una ricchezza autentica per noi.
Era il 10 Marzo 1872 e ad avvolgere le membra stanche di Mazzini era uno scialle a quadretti bianchi e neri,
Davide Dellepiane – Mazzini sul letto di morte
Museo del Risorgimento Istituto Mazziniano di Genova