Luglio 1910: bibite, campane e vicende del passato

Ogni estate ha i suoi fatti di poco conto che sono comunque rimasti impressi su certi fogli di giornali.
E andiamo così al mese di Luglio del 1910 e sfogliamo le pagine del quotidiano Il Lavoro, in Via XX Settembre i commercianti hanno un bel problema!
Che affare, dalla sera alla mattina qualcuno ha impiantato sotto i portici di Santo Stefano un bel chiosco dove si vendono bibite fresche.
Bel sistema, protestano gli esercenti, tutti sanno infatti che a poca distanza c’è un commerciante che avrebbe voluto aprire una delle sue botteghe per l’appunto ad uso bar e i signori del Municipio non hanno concesso il permesso.
Ecco lì, i negozianti pagano fior di affitti e tasse sonanti e poi dall’oggi al domani ti ritrovi un casotto messo lì e nessuno dice niente, non è proprio tollerabile!
Non tarderà ad arrivare la risposta con la precisazione che quel casotto risale a tempi remoti, c’era ancora prima che venisse costruita Via XX Settembre, figuriamoci, è stato solo spostato da un punto all’altro, tra l’altro è il sostentamento di un’affabile madre di famiglia e lì resterà con buona pace degli altri esercenti.

A proposito di bar, c’è pure un altro elettore che mugugna vigorosamente perché a Banchi hanno aperto ben due nuovi bar, non bastavano quelli che c’erano?
C’è poi un agguerrito gruppo di abitanti di Portoria che si premura di scrivere una bella lettera al direttore per protestare contro quello che viene definito senza troppi giri di parole il martirio delle campane di Santa Croce.
Possibile che i frati non capiscano?
I cittadini spazientiti concludono la loro missiva specificando che qualcuno dovrebbe far presente ai suddetti frati che l’indomito Balilla era un portoriano, ecco lì!

Non mancano poi le buone notizie, come ad esempio i numerosi intrattenimenti offerti dal Lido d’Albaro.
Dopo il Don Pasquale, infatti, è in programma il Barbiere di Siviglia, chissà quanti spettatori!
E poi ogni sera, fino a mezzanotte, si può far skating all’aperto, tra l’altro si può usufruire di un comodo servizio di vapori che partono da Ponte Federico Guglielmo e i tramways e le automobili sono in servizio fino all’una di notte.
E non dimentichiamoci poi che in questa briosa estate del 1910 in una calda serata di luglio sono anche in programma scenografici fuochi artificiali nel mare antistante il Lido.

Ci sono poi coloro che fiduciosi si affidano al buon cuore del prossimo: c’è una persona che ha smarrito un orologio d’argento nel tragitto tra i Bagni Strega e Via Madre di Dio, una genovese ha perso un braccialetto d’oro in Spianata Castelletto, un tale si è perso una coperta da cavallo e un altro chiede se qualcuno ha visto la sua scarpa in Ponticello.
Tutti loro affidano questi messaggi in bottiglia alle pagine del giornale sperando in un pizzico di altruismo e generosità.
Infine ricorderei una curiosa notizia meteorologica.
In una calda sera di questa estate del 1910 un furioso temporale si abbatte sulla città e una violenta grandinata con chicchi grandi come nocciole cade sui tetti di Genova, sulle alture e nelle zone circostanti.
Certo, se questo fatto fosse accaduto ai giorni nostri vedreste video girati da semplici e intraprendenti cittadini: accadde invece nel 1910 e così la notizia è solo riportata tra le pagine di un quotidiano.
Il temporale rinfrescò l’aria e regalò sollievo in quel tempo d’estate che sappiamo soltanto immaginare.

12 pensieri su “Luglio 1910: bibite, campane e vicende del passato

  1. La rubrica persi e ritrovati probabilmente funzionava bene anche allora visto che tutti leggevano gli stessi giornali 😉 buffi i tuoi aneddoti del passato, i tuoi racconti sono sempre pieni di vivacità. Buona giornata!

  2. la nostra Genova, le sue mille prospettive, la sua storia, una città dai mille volti che attraverso il tuo blog ci mostri in infinite sfaccettature… 😉
    Buon wek end… 😉

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