Camminando in Vico del Fico

Camminando in Vico del Fico, in qualche modo, mi pare di ritornare ad un passato che mi riguarda.
E ho qualche piccola certezza, per così dire: in questi luoghi visse un mio antenato a me molto caro, giunto qui nell’Italia preunitaria lui aveva casa in Vico di Mezzagalera.
E chissà quante volte sarà passato anche lui nel vicino Vico del Fico, quando ci penso mi emoziono tanto, credetemi.

Camminando in Vico del Fico mi piace pensare che, in realtà, il cielo sopra di noi è il medesimo che vide il mio antenato quando percorreva queste vie animato dal suo ardente spirito patriottico, furono proprio i suoi ideali a condurlo nella Superba.
Cielo di Genova e cielo d’Italia su Vico del Fico.

Camminando in Vico del Fico finisco sempre per andare un po’ più in su e per svoltare in quel Vico del Dragone che fu il luogo natale di Francesco Bartolomeo Savi, un genovese che l’amore per la patria lo aveva nel sangue e nel cuore.

Camminando in Vico del Fico poi mi soffermo sempre davanti a un antico portone e osservo le finestre e gli immancabili panni stesi.

Là, su quel muro, è posta un’antica scultura e nel marmo è rappresentata la Sacra Famiglia, una delle tante immagini religiose che testimoniano passate devozioni.

Camminando in Vico del Fico finisce anche che mi fermo sempre nella piazzetta che porta il medesimo nome: l’albero dai frutti dolci ha l’onore di aver donato il toponimo a questi luoghi antichi e in questa Genova di caruggi una piazza può essere proprio così: un fazzoletto di cielo la sovrasta e i palazzi fanno da magnifica cornice al cielo turchese.

Camminando in Vico del Fico, in realtà, mi rendo conto di come questi posti non mi stanchino mai perché sono vivi di storia, di ombre, di luci, di vicende da scoprire e da raccontare.

Camminando in Vico del Fico, poi, a volte mi sorprende una magia di bucato e di colori allegri e brillanti.

Camminando in Vico del Fico, ogni volta, so già che ritornerò ancora e ancora: a cercare i panni stesi, il cielo chiaro, le finestre che lasciano entrare l’aria fresca, una Madonna scolpita nel marmo, i volti del passato e quelli del presente, semplicemente la vita in Vico del Fico.

Panni stesi d’inverno

I panni stesi d’inverno sono colorati come nelle altre stagioni, ravvivano i caruggi e regalano allegria a coloro che come me amano le sfumature e i contrasti.
E così attendi il sole, una giornata tersa e la luce catturerà questa bellezza per te.
In Piazza delle Lavandaie, dove un tempo dai truogoli si spandeva odoroso il profumo del sapone.

E più oltre, dove il vento attorciglia il bucato sulle corde.

Azzurro, bianco, tende, salita.
Voci di caruggi, vita, semplicemente.

E un bagliore di giallo e di arancio, denso della luce che fende i caruggi.

Poi sali e scendi, su e giù, sempre in quei vicoli che piacciono a me, ritrovo sempre un arcobaleno di colori e scalette e ocra in Salita della Seta.

E un’edicola, un Piazza Santa Croce, arrivo laggiù e mi siedo un po’ sulla panchina, immagino che lo facciate anche voi!

C’è più bellezza nelle cose semplici e la ritrovi quando la vita di ogni giorno palpita in luoghi dalla lunga storia.
E pare strano, eppure a volte certe tovaglie o certi accessori sembrano perfetti per stare davanti a certe finestre di pietre antiche e contro muri di mattoni.

E a volte, ancora, è rosso su rosso, con toni di bianco candido e verde brillante.

E poi io lo so che devo sempre andare dalle parti di San Bernardo, certi luoghi non mi deludono mai.

E puoi vedere persiane, antichi stemmi, pietra nera e pianticelle.
Sono le cose di caruggi che piacciono a me, in qualsiasi stagione.

Quando il vento di Genova ti accompagna

A Genova, quando tira vento, hai un compagno bizzoso con il quale camminare, passo dopo passo nel turbine dell’aria che lucida il cielo e rende la città ancora più splendente.
E a volte io faccio così, lascio i mezzi di trasporto a periodi di maggior pigrizia e cammino insieme al vento, giù per le creuze del Carmine.

Quelli che amano i caruggi sanno che passando da un vicoletto all’altro si arriva lontano molto rapidamente, se ne sorprenderebbero quelli che invece amano solo le vie larghe e trafficate, non sanno cosa si perdono.
Io seguo il vento e vado a cercare i miei ritagli di cielo.

E poi, sempre, finisce che mi infilo in Canneto il Lungo.

E così fa il sole, tracciando a terra una linea perfetta.

Seguendo quel vento che è fratello del celeste cielo.

Poi magari a volte ho anche fretta ma non rinuncio mai a sbirciare nelle botteghe dei caruggi.

E in certi posti mi fermo sempre, in Canneto c’è una delle più incantevoli prospettive genovesi.

E il vento fa fremere quel bucato steso in Piazza delle Erbe.

E mentre percorro la salita che porta a Sarzano mi volto sempre indietro a cercare la bandiera di Genova in quel cielo limpido.

Quando cammino insieme al vento finisce sempre che vado anche nei posti dove non dovrei andare, in realtà vado proprio a salutare questi caruggi e mi piace ritrovarli sempre così, semplici e veri.

A volte poi chiacchiero anche con le persone che non conosco, finisce persino che mi capita di scoprire dei lettori sconosciuti di questo blog e questa davvero è una cosa bellissima.

Poi continuo a seguire il vento, poi vorrei scendere giù, andare in Campo Pisano, risalire, ritornare ancora e guardarmi indietro.
E so che lo farò di nuovo, ancora.
E anche questa davvero è una cosa bellissima.

Caruggi, panni stesi, tinte pastello e bimbi

Camminando per la città, in ogni stagione, capita di vedere colori allegri sui fili da stendere.
E ci sono certi luoghi, nei caruggi, dove sai già che troverai un lenzuolo rosa che sventola sotto ad un ritaglio di cielo.

Canneto il Lungo

Tinte pastello, chiare e tenui, tinte da bimbi.

Panni Stesi (3)

Anche se spesso non è a loro misura, la città è anche dei piccoli.
E giro, girotondo, casca il mondo.
Si tengono per mano i bambini dipinti dagli studenti dell’artistico nel Sottopasso di Corvetto, c’è da sperare che i grandi abbiano rispetto e cura nel conservarlo, per tutti quelli che girano ancora con la cartella sulla spalle e anche per coloro che, pur essendo già cresciuti, comunque apprezzano ogni forma di bellezza.

Sottopasso

Cieli turchesi, mollette e corde sospese.

Panni Stesi

Fucsia, verde acido, cose piccine per genovesi piccini.

Piazza Pinelli

Sono quelli che magari hanno tolto da poco le rotelle alla bicicletta e per loro le strade della città sono una fantastica avventura.

Piazza De Marini

Vento, aria di mare e diverse sfumature di Genova.

Panni stesi (4)

Tutine, magliettine, cose da grandi e cose da bimbi.

Vico di San Giorgio

Sali sul treno oppure sul cavallo? Difficile scegliere, eh!

Giostra

E poi la lapide in ricordo dei prodi che seguirono Garibaldi nella sua impresa e poi righe e un lenzuolo che abbraccia sogni e castelli in aria.

Piazza Caricamento

Muri gialli caldi di sole e azzurro, azzurro, azzurro.

Panni Stesi (2)

E ancora azzurro.
Ci sono posti, nei caruggi, dove già sai che troverai tutti i colori dell’arcobaleno.

Vico del Dragone

E quando il sole picchia e i suoi raggi filtrano nei vicoli bui, prova ad alzare gli occhi in Via San Bernardo.
Guarda su, tra i caruggi stretti, nella prospettiva dei palazzi così vicini.
Rosa, bianco, tinte chiare e una striscia di cielo.

Via San Bernardo

E ancora azzurro, ancora bimbi e panni stesi, ancora nel sottopasso di Corvetto.

Sottopasso (2)

E il tempo scorre, certi palazzi hanno addosso la patina degli anni passati, delle vite vissute, nuove vite e nuove storie li abitano.
Ed è profumo di bucato e sfumature di violetto, celeste e ancora fucsia, cose che si vedono nei caruggi di Genova.

Piazza Grillo Cattaneo Vico Santa Rosa

Coperte a quadretti.
Scalderanno il sonno di grandi o piccini?
Una ninna nanna, un sonaglino e gli occhi che si chiudono.
Coperte, pendono sopra l’effige di Colei che rappresenta tutte le madri.

Piazza Dei Truogoli di Santa Brigida

Finestre, cielo e nuvole che si riflettono sui vetri.
E un filo intero di minuscole magliettine.
E sono primi passi, prime parole, prime esperienze.

Boccadasse

La città dei grandi è anche dei più piccini e quando scendete giù per certe creuze fate attenzione e cercate di non far rumore.
Là, dorme una piccola principessa.

Cartello

Caruggi, fili da stendere e campanili

Caruggi, fili da stendere e lenzuola.
Stamattina, sotto il cielo limpido, chiaro e brillante.
Esco, senza meta.
Esco, giro per i vicoli, semplicemente cammino.
E mi trovo qui, in Campopisano.
Persiane verdi, quell’ocra così caldo sulle facciate.

Campopisano (2)

E guardo verso il cielo.
E’ il cielo d’ottobre con i suoi bagliori.
E’ carico di luce e di aria, è il cielo di Genova.

Campopisano

Tendine, colori confetto e ombre.
E fili da stendere come un pentagramma.
E forse potrei attendere che il sole faccia virare i suoi raggi e mi regali altre meraviglie.
E invece no, va bene così.

Campopisano (3)

Scendo, passo oltre il Vico Sotto le Murette.
E cammino, penso anche a voi che mi leggete.
A quante fotografie di lenzuoli, tovaglie e camicie avete già veduto su queste pagine.
Tante, le trovate qui  e qui.
Quante ancora ne verranno?
Davvero non so, non dipende da me, lo sguardo è mio ma gli artisti sono altri, sono coloro che stendono a questa maniera.

Vico Sotto le Murette

E così salgo a Sarzano e guardo il vicolo dall’alto.
E’ luce e colore vivo e vivace.

Vico Sotto le Murette (2)

E cammino, lungo le Mura della Marina.
E se non bastassero i panni stesi ci sono le loro ombre, la realtà e la sua immagine.

Mura della Marina

E’ una giornata calda e bella.
E non so nemmeno più cosa sto fotografando.
Forse i maglioncini grigi lassù?
La tenda rossa?
Forse le case e il cielo così blu?
Davvero non so, ma sono qui, adesso.

Mura delle Grazie

E poi ancora, trovo concerti di fili da stendere e mollette.

Caruggi - panni stesi (4)

E quel rosa così carico attira la mia attenzione.
E le persiane.
Chiuse o aperte? Non so, ma il risultato è pura armonia.
Lenzuola, cordami e reti da pesca.
Un’insegna di un negozio che non c’è più e parole che narrano questa città.

Caruggi - panni stesi (2)

Un’allegra confusione di bucato e una dichiarazione di fede calcistica.
Alle finestre dei miei caruggi.

Caruggi - Panni Stesi (3)

Cammino.
Dove vado?
Non so, cammino.
E la gente si volta a guardare, non capiscono cosa stia fotografando.
Ma è ovvio, quella corda da stendere lassù!

Vico della Rosa

In giornate come queste la luce regala colori ancora più accesi.
Giù al Molo, blu di Genova e di mare.

Caruggi - Panni stesi

Cielo turchese, in Vico Malatti.
E qui non c’è nessuno, ci sono solo io a cercare le imprendibili prospettive dei caruggi.

Vico Malatti

E le trovo sempre.
Le infinite declinazioni del colore, a volte così splendente, allegro e luminoso.

Vico Bottai

E altre volte tenue e delicato, sullo sfondo la chiesa di San Marco.

Vico Palla

Ma questa è stata una giornata particolare.
Qualche passo indietro.
E questa è diventata una poesia che narra di bucato e campane e campanili.

Vico Palla (2)

E sì, oggi era una giornata così.
Anche in Piazza di Santa Maria in Passione il campanile della chiesa si rifletteva sulla facciata.
Istanti irripetibili, la perfezione dell’attimo.

Piazza Santa Maria in Passione

Cammino.
Nei caruggi che amo, con i muri antichi che narrano vecchie storie e vite passate.
E Vico Vegetti è da sempre il mio viaggio nel tempo, ve ne parlai qui di cosa si prova a scendere giù per quel caruggio.
E a fermarsi a guardare, è quasi un bianco e nero.

Vico Vegetti (2)

E poi ancora, Vico Del Dragone.
Ed è un’allegra e colorata magia di magliette, calzoncini e camicie.
Non la vedo solo io, vero?

Vico del Dragone

E l’ho detto, questa era la giornata dei campanili.
Sant’Agostino, i panni stesi e la poesia dei vicoli.

Vico del Dragone (4)

E alzo lo sguardo.
Io sono fortunata, è sempre lo stesso cielo ma c’è sempre un cielo nuovo sopra di me.

Vico del Dragone (2)

E sono tornata a casa con la bellezza negli occhi.
E’ una bellezza semplice che profuma di sapone di Marsiglia.
E’ un quadro ogni giorno diverso, mai uguale a se stesso.
Ed è una piccola magia da cogliere ed ammirare.
Così, semplice.
Un’edicola, una tenda sottile.
La magia.

Via Ravecca