Scendendo verso Salita Acquidotto

Per arrivare in Salita Acquidotto si imbocca la splendida Salita alla Spianata di Castelletto, una di quelle creuze amatissime che amo percorrere per andare in centro storico.
Pochi passi, un gioco di luci e ombre, la bellezza silenziosa delle antiche vie di Genova.
E qui, a volte, il sole avanza senza timore e così rischiara ogni cosa restituendo uno spettacolo mirabile nel quale i colori diventano una magia incantevole.

È un gioco evanescente di linee perfette, in queste strade che ricordano antiche storie di acqua.

E all’incrocio delle vie il cielo è smagliante, brillante e così vivace.

Giungiamo quindi in Salita Acquidotto e così la osserviamo mentre si fa sempre più stretta, in direzione dell’archivolto.

E mi fermo prima di oltrepassarlo, lasciandomi ancora incantare dalla striscia di azzurro.

Così chiaro, luminoso in un contrasto di tinte calde.

E ancora, nella direzione opposta, si procede verso l’altro tratto di Salita alla Spianata di Castelletto e si cammina verso il sole che vittorioso tutto illumina.
E spira un’arietta leggera e sventola la bandiera della pace e così si aggiunge colore a colore.

Sono gli incanti invernali di Genova.
E poi alzando gli occhi verso questa porzione di cielo, a secondo di come la osservi, ritrovi una diversa geometria e una magia sempre nuova.
Sopra di te, in Salita Acquidotto.

Finestre e geometrie di Genova

E queste sono finestre e geometrie di Genova e piccole felci e piantine nei vasetti, sul davanzale, tra le persiane che si affacciano su una creuza.

E poi una facciata color mattone e una ringhiera che sa farsi panciuta e divenire accogliente riparo.

Finestre, persiane verdi come boschi fitti di foglie e cuscini rossi stesi e rami di alberi spogli che si specchiano nel vetro.

Ombre di caruggi e fili da stendere, luci accese e vite che puoi immaginare.

E ancora, tendine bianche, stanze nascoste, musiche che non puoi sentire e ciclamini in boccio.

E una finestra che non crederesti vera, nella città vecchia, il disegno di una curva in un palazzo da una lunga storia.

E riflessi, nuvole fluttanti nell’azzurro, finestre sotto il cielo di Genova, in un gioco di magnifiche geometrie.

Una finestra su una creuza

È una bella finestra su una creuza, è linda, perfetta e ordinata.
Là, nella calda delicatezza del giallo di quel muro.
È una bella finestra su una creuza e, direte voi, lì sulla destra ecco altre finestre più grandi: con le persiane in fuori, in perfetta armonia, paiono tre gendarmi che vigilano attenti sulla nostra finestrella o, per lo meno, così sembra a una certa persona dalla spiccata fantasia.
Le finestre sulle creuze sono così, si incrociano in certi giochi di prospettive tra curve e discese.
Due passi ancora, la ripida bellezza della mattonata e tutto ancora muta.
È una finestra sulla creuza, in un giorno qualunque, tra i colori di Genova.

Salita alla Spianata di Castelletto

Scendendo in Salita San Francesco

Continuo a portarvi con me nelle mie camminate genovesi, lungo le nostra amate e bellissime creuze che conosco a memoria.
E ripartiamo insieme da Salita alla Spianata di Castelletto, ne abbiamo percorso insieme un lungo tratto, in questo post.
E ancora sì scende per questa creuza che così si snoda tra le case.

Passo dopo passo lasciandosi alle spalle le facciate dai colori vivaci e un ritaglio di cielo blu.

E la via diviene sempre più ampia.

L’elegante palazzo che si nota sulla sinistra è l’edificio di Salita San Francesco dove si trova la casa che ospitò il poeta Paul Valéry che qui visse La Nuit de Gênes, la notte di Genova, un’esperienza per lui fondamentale.

E ancora ecco luce e ombra di Salita San Francesco.

Questa ripida mattonata regala una magnifica prospettiva su Via ai Quattro Canti di San Francesco, un caruggio che ne è la naturale prosecuzione.
Ed è una magia di luce, colori ed altezze vertiginose.

Salita San Francesco termina con una scalinata che sbuca in Piazza della Meridiana, proprio all’inizio della nostra elegante Strada Nuova.

E prima di arrivare laggiù si oltrepassa il portone di Palazzo della Meridiana, con le bandiere della Superba che sventolano sulla creuza, sotto uno squarcio di azzurro in questa luce di ocra e di mattoni rossi in Salita San Francesco.

I colori di Salita alla Spianata di Castelletto

Chi visita Genova non può certo privarsi del piacere di scoprire le sue creuze che si dipanano tra le case svettanti e regalano bellezze inaspettate, noi che abitiamo in questa città impervia percorriamo le nostre creuze per abbreviare i percorsi e arrivare così alla nostra meta.
Salita alla Spianata di Castelletto è una delle mie creuze, da Salita San Francesco sale fino a Spianata e sbuca dal lato dell’ascensore di ponente.
E da lassù così si ammira Genova e la sua Lanterna tra le case che si affacciano sulla salita.

È una creuza ampia e ha pure una certa pendenza.

Così vivace nella luce che la rischiara.

E ha tutti questi colori: il mare e il cielo limpido, rosso e giallo delle case e toni biscotto e mattoni sui quali si posano i passi.

E ardesie, tetti e altezze.

Queste sono le bellezze vere della città in salita.

E terrazzini, comignoli e ancora cielo della Superba.

E piante alle finestre, luce che incontra l’ombra e persiane verdi.

E una magnifica vertigine da scoprire nella sua meravigliosa semplicità: le nostre creuze sono silenzio, quiete antica, e diverse sfumature di Genova.

Così si scende, in pochi minuti: a pochi passi da qui si raggiungono Piazza delle Meridiana e Via Garibaldi.

È solo una semplice creuza ma è una delle mie creuze, l’ho percorsa infinite volte.
E i suoi colori sempre mi incantano, fra i toni di mattoni e di rosa di Salita alla Spianata di Castelletto ritrovo l’anima di Genova e la sua vera e autentica essenza.

La pioggia sulla creuza

La pioggia sulla creuza semplicemente scivola giù, in una mattinata senza vento e senza inquietudini.
Soltanto gocce che lente cadono come musica, così scende la pioggia sulla creuza e lucida le ardesie, ravviva i mattoni rossi, si posa sui tetti e sui muri delle case.
E non c’è fretta, nessuna frenesia, i soli a strepitare sono i gabbiani che si gettano giù, cantano e poi risalgono verso le nuvole e tu li osservi librarsi tra le case e andare ancora oltre e poi ancora ritornare.
E mentre cade la pioggia sulla creuza alcuni passanti si fermano a chiacchierare, pur non udendo affatto le parole si può immaginare che potrebbe trattarsi di una quotidiana consuetudine, un saluto, un sorriso, uno scambio di frasi gentili.
E intanto sotto le nuvole grigie taluni se ne vanno a spasso con un ombrello blu brillante come è il nostro cielo quando non piove e invece batte il sole sulla creuza.
Si scende piano, gradino dopo gradino.
Ed è una sinfonia di passi, un ritmo quieto e lento, tra le tinte calde delle case di Genova.
Senza frastuoni, soltanto nella bellezza del divenire del giorno, mentre lenta cade la pioggia sulla creuza.