Sui passi di Niccolò Paganini

Forse non tutti sanno che è possibile camminare per le strade di Genova seguendo i passi di uno dei suoi più celebri figli, il musicista e compositore Niccolò Paganini.
Nella sua città natale gli è stato dedicato un percorso, a dire il vero non so quanti genovesi conoscano le targhe che sono poste nei luoghi della vita del grande violinista, in ogni caso basta recarsi all’Ufficio di Promozione Turistica del Comune e lì troverete un opuscolo con una cartina sulla quale sono i segnati i luoghi della Genova di Paganini.
Io ho trovato una di queste targhe per caso diverso tempo fa e in seguito ho veduto le altre, a volte a Genova bisogna camminare guardando per terra.
Passate in Via Lomellini e fermatevi davanti alla Chiesa di San Filippo Neri.

Luccica la targa di ottone e racconta di un ragazzino appena undicenne che suona per la prima volta da solista in questa chiesa.

Spostatevi poi in Via Garibaldi e precisamente all’inizio del Vico del Duca, il caruggio posto di fronte a Palazzo Tursi.

E qui si ricorda ai passanti che il prezioso violino del celebre musicista è conservato proprio a Palazzo Tursi.

Ed è ancora giovanissimo il nostro Niccolò quando si esibisce per la seconda volta nella Basilica delle Vigne davanti ad ammirati spettatori.

Accade nel giorno della la festa di Sant’Eligio, patrono degli Orefici, antica corporazione che elesse questa bella chiesa a propria sede religiosa.

Il geniale talento di Paganini lo conduce poi sul blasonato palcoscenico del Teatro Carlo Felice.

Cartolina appartenente alla Collezione di Eugenio Terzo

Ed è il trionfo, a questa prima esibizione ne seguirà un’altra e l’incasso sarà interamente devoluto a famiglie di persone in grave difficoltà.

Troverete questa ed altre informazioni nell’opuscolo dedicato alle targhe, la breve guida è curata con grande attenzione dall’Associazione Amici di Paganini, sono riportati anche dei brani tratti dalla Gazzetta di Genova dell’epoca con la narrazione degli eventi ai quali si riferisce una certa targa.
E non vi svelo nulla di più, vi lascio il piacere di scoprire per conto vostro certi dettagli.
Luci ed ombre, nella vita di Paganini ci fu anche il carcere, il nostro geniale violinista finì nella Torre Grimaldina di Palazzo Ducale.

Accadde a causa di una relazione che egli ebbe con una certa Angiolina Cavanna, di quella storia travagliata ho già avuto modo di scrivere in questo articolo dedicato agli amori appassionati del musicista.
La traccia di quella vicenda resta in una targa che trovate nelle vicinanze del carcere dove Paganini venne recluso.

In questo percorso manca un luogo molto importante ed è assente per una precisa ragione in quanto non esiste più, tuttavia io aggiungo questa tappa alla nostra passeggiata.
Infatti, malgrado l’edificio sia stato demolito, c’è ancora la memoria della casa in cui nacque il nostro Niccolò e per trovarla vi basterà oltrepassare questo archivolto che si trova in Campo Pisano.

Al di là di esso c’è questo luogo dove vado poco volentieri, dire che lo detesto è veramente riduttivo.


Qui nulla vi parla di Genova e della sua vera anima, soltanto il Ponte di Carignano risveglia la memoria di luoghi ormai scomparsi.

La casa natale di Niccolò Paganini si trovava in Passo di Gatta Mora, anche di questo luogo perduto ho già avuto modo di scrivere in passato in questo articolo, sulla facciata c’era un’edicola con una Madonnetta ora conservata al Museo di Sant’Agostino.

Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri

Sono stata in questi giardini solo per fotografare la targa che rammenta la storia di questo luogo.
La lastra sottostante non è chiaramente leggibile e così sotto la foto riporto il testo.

ALTA VENTURA SORTITA AD UMILE LUOGO
IN QUESTA CASA
IL GIORNO XXVII DI OTTOBRE DELL’ANNO MDCCLXXXII
NACQUE
A DECORO DI GENOVA E DELIZIA DEL MONDO
NICOLÓ PAGANINI
NELLA DIVINA ARTE DEI SUONI INSUPERATO MAESTRO

Resta di Niccolò Paganini l’atto di battesimo, lo trovate nella Chiesa di San Donato.

Luoghi del quotidiano per noi.
A Genova guardate a terra, qualche volta.

La grandezza di un artista non si perde come le pietre di un’antica casa demolita dalla mano dell’uomo, la grandezza di Paganini sopravvive alle cose terrene e rimane eterna nella sua musica e nelle sue note.

Opera conservata presso l’Istituto Mazziniano
Museo del Risorgimento

Questo percorso vi conduce nei luoghi della sua vita, le tappe sono 11 ed io ve ne ho mostrate di proposito soltanto alcune, in certi punti di Genova riluce una targhetta di ottone sulla quale è incisa la firma di un grande musicista.
Cercate queste targhe, scopritele ed emozionatevi.
In memoria di un grande genovese, in memoria di Niccolò Paganini, eternamente vivo nelle sue inconfondibili note.

Curiosi aneddoti su due celebri musicisti genovesi

Quella piazza intitolata a Raffaele De Ferrari un tempo fu attraversata anche da un celebre genovese, il suo nome è divenuto poi immortale grazie al suo geniale talento.
Ed accadde proprio là il fatterello che vede protagonista il nostro Niccolò Paganini, un giorno egli si trova a passare nel cuore della Superba.

De Ferrari (4)

E come si può immaginare la piazza centrale di Genova è gremita di gente, davanti a un caffè c’è un vecchio lacero e malconcio.
Costui cerca di mettere insieme il pranzo con la cena, si potrebbe dire, ha un violino mal ridotto e con quello tenta un’improbabile esibizione con la vana speranza che le sue note inteneriscano i passanti e che questi gettino qualche soldo nel suo cappello.
Purtroppo l’improvvisato violinista è privo di estro, non sa proprio suonare!
Ed è inevitabile, la folla lo deride, lo sbeffeggia, è una pubblica umiliazione.
E tuttavia, come vi dicevo, tra gli astanti c’è anche il geniale violinista, all’epoca già celebre: Paganini si avvicina al povero vecchio, prende tra le sue mani il suo misero strumento e inizia a suonare.

Niccolò Paganini

Niccolò Paganini – Opera esposta all’Istituto Mazziniano Museo del Risorgimento 

Le sue note suadenti pervadono la piazza, si insinuano anche nei cuori più duri e commuovono gli spiriti degli indifferenti.
Ed è un’ovazione, un trionfale successo, uno scroscio di applausi si leva per celebrare la singolare e inattesa performance.
Paganini rende al povero il suo violino e con il cappello del mendicante passa tra la gente a raccogliere le offerte questa volta generose, tintinnano le monete, cadono ad una ad una e faranno la gioia di un misero vecchio bisognoso.
La folla applaude entusiasta e Paganini si allontana accompagnato da un tripudio di sincera ammirazione.
Ho trovato questa curiosa vicenda in certi vecchi libri e riviste, poi il solito Eugenio se ne è uscito fuori con un’altra fantastica storiella, state un po’ a sentire!
Accadde tempo dopo, alla stazione ferroviaria di una località del ponente ligure dove giunge un altro celebre musicista, anch’egli è violinista e compositore ed è stato allievo di Paganini: il suo nome è Camillo Sivori e ne viene da un concerto che ha ammaliato un folto pubblico, Sivori si è esibito con l’accompagnamento del maestro Firpo.
Sulla via del ritorno i due si recano alla stazione per prendere il treno.
C’è un gruppetto di curiosi è là, sul binario, c’è anche un vecchio che tenta di suonare il suo violino di poco valore, accanto a lui c’è una tenera bimbetta, la speranza è di racimolare qualche soldo.
E allora Sivori che fa?
Prende tra le mani quel malandato strumento e comincia a suonare e da quel violino si spande nell’aria una musica meravigliosa. nel frattempo il maestro Firpo va tra la gente con il cappello del mendicante tra le mani e in breve tempo al suo interno cadono le monete, alcune sono persino d’oro.
Scrosciano gli applausi ma non c’è tempo, arriva il treno e Sivori e il maestro Firpo si affrettano e continuano il loro viaggio.
E viene da chiedersi se Sivori abbia voluto emulare il gesto del suo celebre e amato maestro, chi lo sa!
Ho voluto raccontarvi questi brevi aneddoti in quanto per me racchiudono una straordinaria bellezza.
E in sottofondo dolce si ode una musica, è il suono melodioso di un violino.

Carlo Felice (6)

Gli amori appassionati di Niccolò Paganini

E’ un volume trovato in un negozio di libri usati, con pochi euro me lo sono portato a casa, si tratta dell’edizione dell’Epistolario di Niccolò Paganini curata dal critico musicale Edward Neill.
Un libro che ti porta in un altro tempo, tra passioni e inquietudini di un genio.
E tra quelle righe vergate di pugno dal grande violinista emergono anche certe tormentate vicende sentimentali.
L’amore a volte conduce su cammini ripidi e insidiosi, Niccolò scrive di un celebre e malaugurato incidente che gli capitò, la storia che ebbe con una certa Angelina Cavanna.
Di questa vicenda ho già avuto modo di scrivere, quella relazione ebbe esiti disastrosi per il musicista, la figlia frutto di quell’amore non sopravvisse al parto e per Niccolò, ahimé, c’era una trappola in agguato!
Il padre di lei denunciò il violinista alle autorità per violenza e ratto di minore, vane furono le difese di Paganini, egli venne rinchiuso nella Torre di Palazzo Ducale e dovette versare un’ingente cifra alla Cavanna.

Torre Grimaldina

L’amore, l’amore ad alcuni non concede tregua.
E’ l’inverno del 1817 e Niccolò accenna ad una relazione con Taddea Pratolongo, in certe lettere che scrive all’amico Germi definisce Taddea adorabile.
Ma la passione non è eterna, Niccolò perse presto interesse per la fanciulla, in una missiva scriverà al solito Germi di riferire a Taddea che lei doveva scordarsi di lui, povera ragazza con il cuore infranto!
L’amore, l’amore per alcuni è un continuo tumulto.
E da alcune lettere emerge evidente una certa diffidenza di Paganini nei confronti delle donne, la faccenda di Angelina aveva avuto il suo peso:

Credo che non disapproverete la risoluzione fatta da qualche tempo di mandare al diavolo quante donne ho conosciute, perché non attendono che alla mia distruzione.”

(A Germi – Firenze, 20 Agosto 1818)

All’amore però alcuni non sanno resistere e pochi mesi dopo Niccolò scrive con coinvolgente entusiasmo della sua nuova liason, la mia adorata Marina.
Lei è Marina Banti, i due si sono conosciuti a Bologna, la fanciulla è letteralmente stregata dal fascino di Paganini.
E il violinista scrive sempre al solito Germi che il padre di lei le ha proibito carta e calamajo e poi sapete cosa fa?
Ricopia parola per parola una lettera che Marina gli scritto e la acclude nella sua missiva all’amico.
Ah, chissà se lei lo ha mai saputo!
E’ languida e innamorata Marina, scrive a Niccolò che attende il suo ritorno a Bologna e usa per lui parole appassionate:

“Unico mio bene… Addio mia vita e mio tutto… La vostra più cara amante, Marina Banti”

(A Germi – Firenze 10 Ottobre 1818)

Niccolò Paganini

Niccolò Paganini
Opera esposta all’Istituto Mazziniano – Museo del Risorgimento

E Niccolò?
Dapprima sembra che voglia unirsi per sempre a lei e condurla all’altare ma poi giunge il mese di novembre e dope aver riveduto la dolce Marina Niccolò svela al suo caro amico Germi di aver mutato parere riguardo al matrimonio, la passione è svanita e con essa l’amore.
Il compositore è uno spirito libero e tuttavia sempre subisce le malie del fascino femminile, in breve tempo tra le quelle righe fa la sua comparsa una fanciulla di Venezia, solo che Niccolò è venuto a sapere certe notizie su di lei e allora preferisce starle alla larga!
E poi c’è anche un’inglesina che fa battere il cuore del musicista, peccato che la religione di lei sarebbe di ostacolo ad un eventuale matrimonio.
Nel frattempo la signorina di Bologna che sospira per me, scrive Paganini, ha ricevuto la lettera  dalla quale ha compreso che Niccolò non la ama più.
E’ lei, Marina Banti, la giovane vorrebbe delle spiegazioni e il nostro non sa come cavarsi d’impaccio così chiede consiglio all’amico, che vita complicata aveva Paganini!

Niccolò Paganini (2)

Cimeli di Niccolò Paganini
Istituto Mazziniano – Museo del Risorgimento

E no, non si può vivere senza amore, certi animi appassionati non sanno davvero rinunciarci.
E così, al principio dell’estate del 1822 il compositore annuncia di aver incontrato un’amabile ragazza, lei è bella e proviene da una famiglia che le ha impartito una perfetta educazione, il suo nome è Carolina Banchieri.
Una fanciulla piena di virtù eppure, malgrado iniziali progetti matrimoniali, anche in questo caso l’inquieto Paganini si farà da parte, non è lei la donna perfetta per lui.
L’amore, per alcuni, è continua irrequietezza, l’amore ha il volto della cantante Antonia Bianchi, da lei Paganini avrà il suo unico figlio, Achille.
Anche questa è una relazione tempestosa che sfocerà in una rottura, a quanto pare neanche troppo pacifica:

“La Bianchi bisogna che la mandi, avendomene fatte di quelle da pettinar coi sassi.”

(A Germi, Vienna 11 giugno 1828)

E qui il curatore del libro appone una nota preziosa spiegando che la frase usata da Paganini è una traduzione dal genovese “petenà cui sasci” e significa trattare il modo rude.
Non ho completato la letture dell’epistolario, ogni tanto mi piace prendere tra le mani quel libro e leggere qualche lettera, seguo Paganini nei suoi viaggi e ai suoi concerti,  probabilmente in altre pagine  troverò ancora amori e passioni da raccontare oltre a quelli che avete letto in questo articolo.
Niccolò Paganini, noto al mondo per il suo ineffabile genio e il suo incomparabile talento, nacque a Genova in questo giorno, era il 27 Ottobre 1782.
La sua città natale non ha saputo preservare la dimora dove nacque il più celebre violinista di tutti i tempi, l’edificio di Passo Gatta Mora è stato abbattuto negli anni ’70, trovate qui il mio articolo in proposito, a noi restano solo le immagini che ricordano ciò che abbiamo perduto.

Casa di Paganini (2)

Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri

La sua città natale gli ha intitolato il Conservatorio Musicale, un corso cittadino in Circonvallazione a Monte e un centro studi musicali nella città vecchia, porta il suo nome un celebre concorso internazionale di violino, al Museo del Risorgimento potrete ammirare alcuni suoi cimeli e in uno dei musei di Strada Nuova è conservato il “Cannone”, il violino opera di Guarneri del Gesù appartenuto appunto al musicista.

Corso Paganini
Della sue composizioni lascio parlare chi ne ha le competenze, io ho voluto ricordare il mio illustre concittadino ripercorrendo insieme a voi alcune sue umane e appassionate vicende amorose.
E nel giorno della nascita del grande musicista non posso far altro che portare qui le sue note geniali scaturite dalle corde del suo violino, la musica eterna che ha reso immortale Niccolò Paganini.