Vi porto ancora con me su per un’impervia salita genovese, vie come questa sono la voce e l’anima della città.
In realtà vi sono due differenti tratti di strada che condividono il medesimo toponimo e non sono percorribili entrambi.
Salendo su per Via Cairoli, un tempo denominata Via Nuovissima, alla vostra sinistra noterete Salita della Rondinella: prima della costruzione della citata Via Nuovissima la nostra Salita della Rondinella giungeva fino in Via Lomellini.
E così si inerpica verso il cielo di Genova, questo tratto della via è chiuso da entrambi i lati da cancellate.
Ed è una sfida di gradini e di pendenza che si perde lassù per poi sbucare in Vico dell’Acquedotto.
Il toponimo è così romanticamente primaverile e tuttavia pare non riferirsi alle rondini gioiose che sfrecciano nel cielo limpido ma piuttosto ad un antico percorso di ronda.
Lassù, a partire dalla Piazza dietro i Forni, imbocchiamo quindi la Salita Superiore della Rondinella che conduce fino in Corso Carbonara.
E in questo tempo il cielo è così e così sono le case che lo incorniciano.
Le salite genovesi in questa stagione sono illuminate dal sole e spazzate dal vento.
E ci sono finestre, piante e petali dietro le grate.
E si sale, ancora.
A volte un po’ ci si affatica e allora basta rallentare il passo e seguire un ritmo più dolce per arrivare comunque alla meta.
Turchese tra i tetti, colori caldi, panni stesi e aria di Genova.
Una camminata silenziosa, tra antiche case di semplice bellezza.
Così si svela Salita Superiore della Rondinella, nella brillante luce genovese che per me non ha eguali.