Chiesa del Gesù: la Cappella della Vergine Assunta

È una delle chiese più ricche ed è situata nella centrale Piazza Matteotti: la Chiesa dei Santi Ambrogio e Andrea anche nota come Chiesa del Gesù è davvero uno dei gioielli di Genova e di alcune sue meraviglie ho già avuto modo di scrivere in questo articolo.
Percorrendo la navata destra soffermatevi davanti alla terza cappella che ebbe il patrocinio della famiglia Durazzo: qui potrete ammirare l’Assunzione della Vergine di Guido Reni, opera risalente al 1617.

Nella sua Guida Illustrativa del Cittadino e del Forastiero per la città di Genova e sue adiacenze del 1875 lo storico Federico Alizeri definisce l’opera di Guido Reni eccellentissima e spiega che è così sita sull’altare e ai due lati si trovano le statue di San Giuseppe e di David, entrambe sono opera della scuola dei Carlone.

Magnificenti angeli sovrastano il dipinto.

Per raccontarvi in qualche modo la splendida tela di Guido Reni ricorrerò ad una guida d’eccezione e sfoglierò con voi il volume Descrizione della Città di Genova da un anonimo del 1818 edito da Sagep nel 1974.
L’anonimo visitatore, con cura e precisione, narra le bellezze di Genova e a lungo si sofferma sulla Chiesa del Gesù dedicando alcune righe a questo dipinto che egli definisce uno dei più bei quadri dell’Italia.
Vi si ammirano, egli scrive, 26 figure e tra esse ci sono i 12 apostoli.
Sempre seguendo le indicazioni dell’anonimo ecco lo stupore e la meraviglia di San Pietro a braccia spalancate verso il cielo.

A terra un rotolo di carta, libri e chiavi, c’è da perdersi ad ammirare certi dettagli di questo quadro definito sempre dall’anonimo di grande e difficile esecuzione.

L’anonimo riferisce poi che vi si notano anche San Giacomo e San Giovanni in colloquio sopra il miracolo avvenuto.
E davvero pare di udire parole appena sussurrate e preghiere di mistico stupore.

Nel candore e nella sua assoluta lievità, tra nuvole leggere si staglia la Vergine Maria nell’istante dell’Assunzione al cielo: le braccia incrociate sul petto, lo sguardo saldo e fidente, la grazia impareggiabile della sua figura.

Tutto attorno piccoli angeli deliziosi e frementi accompagnano la Vergine.

In questa dolce e armoniosa bellezza.

Nella volta del soffitto poi si ammira l’affresco con la Santissima Trinità e la Vergine incoronata opera di Giovanni Carlone.

Tutto è ammantato da una sublime leggiadria e certo le mie semplici fotografie non possono restituire appieno cotanta perfezione.
Se vorrete coglierla con il vostro sguardo recatevi nella Chiesa del Gesù e potrete così ammirare l’Assunzione della Vergine di Guido Reni.

La visita ai Sepolcri nelle Chiese di Genova

La visita ai Sepolcri è uno dei riti di questo tempo che precede la Pasqua: il Giovedì Santo è infatti usanza allestire nelle chiese gli altari della Reposizione dove viene posta l’Eucarestia.
Gli altari, abbelliti con fiori e foglie, restano così fino al Venerdì Santo, la consuetudine vuole che se ne visitino in numero dispari e ho già avuto modo di mostrarveli in passato ma quest’anno desidero farlo di nuovo.
E allora vi porterò con me a visitare sette chiese di Genova, con la speranza che queste immagini siano gradite a tutti voi e in particolare ai genovesi lontani dalla Superba.
Il mio giro è iniziato dalla Chiesa di San Camillo, sulla balaustra delle ortensie rosa e a terra un grande mazzo di ulivo.

Ricco e suggestiva, come sempre accade, è la composizione esposta nella Chiesa del Gesù dove spiccano una grande ancora e le parole: in te Domine confidemus.

È invece all’insegna della sobrietà l’allestimento che ho trovato nella Chiesa di San Matteo.

Luccica di ori la ricca Cattedrale di San Lorenzo ed è la semplicità dei fiori ad abbellirla.

Candidi petali bianchi sono invece là, nella Chiesa di Nostra Signora del Carmine e di Sant’Agnese.

Candele accese e un’armonia di colori ravvivano la magnifica Chiesa di San Bartolomeo degli Armeni.

E infine ecco ancora i toni della primavera, nella Chiesa di San Donato che è a me tanto cara: così si è svolta la mia visita ai Sepolcri nel Giovedì Santo di questo tempo così particolare.

La Madonna della Strada nella Chiesa del Gesù

Vi porto ancora con me nella luminosa Chiesa del Gesù sita in Piazza Matteotti, ritorno spesso ad ammirare le sue molte bellezze e di alcune di esse scrissi in questo articolo.
Ampia e magnificente, la Chiesa del Gesù di Genova racchiude diverse opere d’arte di grande pregio, non a caso capita di frequente di trovare persone che si soffermano ad ammirarle.

E là, tra quelle mura, un certo dipinto ha colpito la mia attenzione, mi ha affascinata per la sua radiosa semplicità e poi quel titolo così particolare attribuito a Maria ha davvero suscitato la mia curiosità.
Rischiarata da luci che rappresentano speranze e devozioni questa è la Madonna della Strada.

Ho reperito facilmente le informazioni che cercavo, sono stampate a tergo dell’immaginetta che ho trovato proprio in Chiesa e così un semplice cartoncino devozionale mi ha svelato una bella storia a me sconosciuta.
Il titolo di Madonna della Strada risale a epoche lontane e indica l’aiuto che Maria porge ai fedeli: lei mostra la strada e li accompagna verso Gesù, inoltre è guida nel cammino degli esercizi spirituali e sulla via della missione al servizio dei più poveri e sfortunati.
Un antico e prezioso affresco della Madonna della Strada si trova nella Chiesa del Gesù di Roma, l’opera risale al XIII o XIV secolo e sembra che fosse molto amata da Sant’Ignazio di Loyola che fu il fondatore della Compagnia di Gesù.

E veniamo alla nostra chiesa genovese, per spiegare la presenza di questo quadro bisogna andare indietro nel tempo fino al 1908.
In quell’anno, infatti, i devoti gesuiti della provincia di Torino commissionarono al pittore Pio Bottoni un dipinto che fosse la copia esatta di quello conservato a Roma.
Il quadro fu dapprima sistemato nel noviziato dei Gesuiti di Cuneo, poi in quello di Avigliana, poi a San Mauro Torinese e giunse infine alla sua ultima destinazione: la Chiesa del Gesù di Genova.
Come ho detto, l’immagine qui rappresentata è la copia di quella che si venerava nella capitale.
In anni recenti l’antico affresco che fu di ispirazione per il quadro genovese e che è conservato nella Chiesa del Gesù di Roma è stato sottoposto ad un accurato e minuzioso restauro durante il quale è emerso l’antico dipinto, con pazienza certosina sono state rimosse tutte le decorazioni apposte nel corso dei secoli alle figure di Maria e di Gesù Bambino.
E così se cercherete un’immagine dell’originale Madonna della Strada di Roma dopo l’avvenuto restauro essa risulterà molto diversa da quella che abbiamo a Genova.
Nella Superba c’è la copia della Madonna della Strada nota nel 1908, il dipinto conservato nella Chiesa del Gesù di Genova restituisce agli sguardi quell’immagine di Maria per molti secoli venerata dai gesuiti e dai fedeli.
Lei resta, così rasserenante, tra i giochi di luci e di ombre e tra questi contrasti di colore, nella nostra ricca Chiesa del Gesù.
La Sua festività è il 24 Maggio, in quel giorno si celebra la Madonna della Strada.

Le meraviglie della Chiesa del Gesù

“Da Piazza Nuova entrando nella strada de’ Sellari, che rimane sotto il braccio orientale del pubblico palazzo, entrasi alla chiesa di Sant’Ambrogio. Questo vago, ricco e magnifico tempio ha una facciata in pietra con pilastri… Tre porte di marmi adorne danno ingresso a tre navi. Sopra quella di mezzo è un’iscrizione che annunzia la riedificazione della Chiesa nel 1589 per opera dei Signori Marchesi Pallavicini.”

Così narra di questa celebre chiesa genovese lo sconosciuto autore di un magnifico libro edito da Sagep nel 1974 e intitolato Descrizione della città di Genova da un anonimo del 1818.
Le strade hanno mutato nome, la citata Piazza Nuova è la nostra Piazza Matteotti sulla quale ancora si affaccia la splendida e ricca Chiesa del Gesù e dei Santi Ambrogio e Andrea.

Autentico capolavoro barocco, la Chiesa del Gesù racchiude opere di valenti artisti tra i quali Pieter Paul Rubens, Giovanni Andrea de Ferrari, Guido Reni, Domenico Piola, Domenico Fiasella, Simon Vouet e Bernardo Castello.
Ritorno sempre volentieri in questa chiesa, quando sono in centro mi capita spesso di entrare e di mettermi seduta, sovente mi è capitato di trovarci un ragazzo che suona l’organo ed è ancora più suggestivo ammirare certe meraviglie con un sottofondo di note.

E nell’invitarvi a visitare questa chiesa soffermandovi sulle opere dei citati artisti con questo mio racconto vorrei esortarvi ad alzare gli occhi verso l’alto, lassù c’è l’autentica bellezza e non è soltanto nei gesti di questi angeli scolpiti nel marmo.

Guardate la cupola, con i suoi colori vividi e vivaci, cielo e paradiso sono lassù e sono in questa straordinaria armonia di sfumature.

E poi giochi di luce e di ombre, sfumature di oro e gesti carichi di misticismo.

E là, nella chiesa del Gesù, dovrete guardare con maggiore attenzione, lassù, sui soffitti delle navate potrete infatti scorgere certi dettagli davvero particolari, la prima volta che li ho notati sono rimasta stupefatta.
Sono angeli e cherubini o figure diverse che appaiono staccate dallo sfondo come se fossero cartelami e cioè sagome delle quali si distinguono distintamente i contorni.
Questo stratagemma stilistico, se così si può dire, crea un gioco straordinario di proporzioni.

Osservate la grande croce così sorretta dalle molte figure celesti, in questa magnifica prospettiva.

Osservate l’angelo e notate il lembo del suo manto bianco che pare cadere sugli ori della decorazione e osservate la sua ala palpitante.

È una continua meraviglia di movimenti, sguardi e armonie.

Sono giochi di contrasti e di luci, questo è lo stupore autentico che suscita la vera bellezza, ogni volta poi per me è un continuo ricercare una nuova maniera di guardare perché, anche se a volte sembriamo dimenticarlo, siamo capaci di osservare anche con occhi diversi.

Sono sontuose e movimentate queste decorazioni, mi lascia sempre meravigliata notarle così distaccate dallo sfondo, è il tocco geniale di abili artisti e merita che lo ammiriate con i vostri occhi.

Ed è per me un magnifico privilegio poter ritornare ancora in questa chiesa e alzare lo sguardo verso questa grandiosa bellezza che qualcuno ha saputo immaginare per regalarla anche noi che apparteniamo a un tempo diverso.

Tra le statue, i marmi e i pregiati dipinti che arricchiscono questa antica chiesa genovese.

Là, dove la luce filtra e sfiora le figure che si librano sui soffitti della Chiesa del Gesù.

Gente di Piazza Umberto I

Scorre la vita, nel ritmo lento del tempo passato, mentre la gente di Genova attraversa Piazza Umberto I, zona centrale della città che verrà in seguito dedicata a Giacomo Matteotti.
È un giorno qualunque e così passa per coloro che vengono da Ravecca o da Portoria, districandosi nel dedalo di caruggi si ritrovano poi qui, a pochi passi dal Palazzo Ducale e dalla cattedrale.
Sono vite in ogni caso più complicate delle nostre, il progresso ci ha donato agi e comodità che a volte sembriamo dimenticare, li diamo quasi per scontati.
E là, in Piazza Umberto I, c’è un piccolo mondo, ognuno ha la propria storia e la propria fatica.
Sono lavoratori, affabili massaie, gente del porto e madri di famiglia.
Un ragazzino passa con una cesta sotto il braccio, due uomini di affari conversano amabilmente, cigolano le ruote dei carri sotto il peso della merce, la piazza pullula di popolo operoso e ognuno è intento nelle proprie occupazioni.
Più di uno, io credo, si fa il segno della croce passando davanti alla chiesa, alla misericordia del Signore vengono affidate le proprie speranze.
In ogni vita risiede un piccolo mistero, si condivide lo stesso scenario, magari in epoche diverse, ognuno tuttavia lo vive con le proprie emozioni.
E così, quando capito in certi luoghi della mia città che non sono poi così cambiati, provo a immaginare me stessa accanto a coloro che li vissero in epoche più lontane e mi sembra di trovare anche dei tratti in comune.
Con le nostre gioie, i dubbi e le fragilità restiamo gli stessi di allora, malgrado sia trascorso molto tempo.
Siamo ancora, in modo diverso, come la gente di Piazza Umberto I, così ritratta in un frammento fugace dell’esistenza, mentre i i carri sostano allineati in buon ordine, in quel tempo lento della Genova del passato.

La tradizione dei Sepolcri nelle chiese dei caruggi

È un rito di questi giorni che precedono la Pasqua, è una tradizione molto sentita dai genovesi.
Durante il Giovedì Santo nelle chiese si allestiscono gli Altari della Reposizione dove viene appunto riposta l’Eucarestia, questi altari vengono riccamente decorati con fiori e candele, con tessuti preziosi e foglie e così restano fino al Venerdì Santo.
La visita ai Sepolcri è una consuetudine molto cara in questa città, a Genova si usa in genere visitarli in numero dispari e così io oggi ve ne mostrerò sette, sono per me tra i più suggestivi.
So di avere tra i miei lettori alcuni genovesi che abitano lontano e credo che forse a loro farà piacere ritrovarsi, pur brevemente, nelle chiese dei nostri caruggi, quelle più amate e frequentate da chi vive sotto la Lanterna.
E inizio così, con una chiesa a me molto cara sita nella nostra antica Via Prè: questo è l’altare della bella Chiesa di San Sisto.

Ci sono invece fiori rosa e fucsia su queste scale, nella Basilica della Santissima Annunziata del Vastato.

E così è l’altare della nostra Chiesa della Maddalena, nella cesta a terra il pane e l’uva.

Ravvivato di gerbere dai toni di arancio e di giallo risplende l’oro lucente dell’altare della Basilica di Santa Maria delle Vigne.
Ci sono anche i cartelami, sagome di cartone con soggetti sacri tipici della tradizione ligure, in questo caso sono rappresentati Gesù e gli Apostoli durante l’ultima cena.

In Piazza Matteotti nella chiesa del Gesù i fiori compongono una vela bianca che salpa sul mare blu, a fare da sfondo c’è un celebre dipinto di Rubens, una delle tante opere magnifiche che si possono ammirare in questa chiesa.

Ed è ricco e sempre molto fastoso l’altare allestito in questa maniera nell’antica Chiesa di San Donato.

In questi giorni si ripete e si rinnova questa tradizione, con questo fervore, nelle chiese della città vecchia.
Tra opere d’arte, tra fiori e candele, con la cura della devozione.
Ed è ricco e armonioso l’altare che si ammira nella Chiesa di San Filippo Neri in Via Lomellini, nel cuore dei caruggi di Genova, nel tempo che precede la Santa Pasqua.

Il Presepe della Chiesa del Gesù

C’è un presepe, a Genova, che è un’opera di talento e di indicibile armonia, si trova in una chiesa ricca di tesori, la chiesa del Gesù.

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Qui, camminando lungo le navate, il vostro sguardo incontrerà dipinti di pregio, tra le altre vi sono opere di Guido Reni e di Lorenzo De Ferrari.
Qui i vostri occhi vedranno i tratti geniali tracciati dalla mano di Pieter Paul Rubens, la Chiesa del Gesù è un luogo colmo di bellezze.

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E c’è una cappella con un dipinto di Simon Vouet che ritrae un Crocifisso.

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Ai piedi di Gesù un altare, scolpita nel marmo ammirerete una suggestiva Natività.
Si legge che questo presepe fu per lungo tempo attribuito a Tommaso Carlone ma in seguito venne riconosciuto come opera dello scultore Tommaso Orsolino, artista vissuto nel ‘600.

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E se osservate i dettagli vedrete che in questo presepe non manca davvero nulla, lo scultore ha ricreato lo scenario perfetto.
E là, in lontananza, alberi e un panorama distante, un giovane pastorello si avvicina verso il luogo dove è nato il Figlio di Dio.

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A Gesù portano doni, Lo salutano anche le creature della terra e del cielo, c’è un uccellino posato su un ramo.

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Dolci e gentili sono i tratti di Maria.

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E sono due angeli maestosi a reggere l’altare.

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E ancora un pastore in cammino, reca con sé una delle sue pecorelle.

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Le mani incrociate sul petto, lo sguardo umile e devoto, un uomo è in ginocchio davanti al Redentore.

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E c’è un angelo che sovrasta la culla di questo Bambino venuto al mondo per la salvezza del mondo.

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Inizia così il cammino terreno del Cristo, tra il bue e l’asinello.

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E il marmo chiaro risplende della luce mistica della Natività.

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Sopra i tetti, in cima a Palazzo Giustiniani

Giugno porta il sole e a me porta cose belle.
Pochi giorni fa mi è giunto inatteso uno splendido invito da una lettrice silenziosa.
Lei abita in uno dei palazzi più belli della città vecchia, una dimora annoverata tra i Rolli di Genova.
E il messaggio che mi ha fatto avere è questo: quando vuoi salire all’ultimo piano di Palazzo Giustiniani, fai un fischio!
E vi pare che me lo faccia ripetere due volte? Se mi dite così sappiate che in un battibaleno mi trovate con il ditino sul citofono!
Ed eccolo il fastoso palazzo perfettamente restaurato, è un vero gioiello.

Palazzo Giustiniani

Salgo in questo magnifico appartamento che si affaccia sulla Superba.
E sul tetto c’è un terrazzo, la porta si apre e davanti agli occhi hai gli splendori di Genova.
Ecco la Cattedrale di San Lorenzo, la Torre Grimaldina e la suggestiva Torre dei Maruffo.

Tetti (2)

Da lassù, dall’antica Torre che svetta sul nostro Canneto avevo veduto questo terrazzo, lo notate sulla destra nell’immagine sottostante.

Tetti

E ormai lo sapete, nei caruggi della mia Zena basta spostarsi di pochi metri e avrete nuove prospettive sulla città dei tetti.
Colori d’estate, panni stesi e la parte alta di Via dei Giustiniani.

Tetti (3)

Fiori e la città sullo sfondo.

Tetti (4)

Spiovenze, ringhiere e ardesie.

Tetti (5)

Laggiù, in lontananza, la Basilica di Carignano e davanti il Campanile di Sant’Agostino.
E’ misteriosa e affascinante la città dei tetti, si svela piano ai tuoi occhi e ti lascia scoprire ciò che non hai veduto mai.
Guarda, c’è un minuscolo terrazzino, con vasi di piante, sedie e tavolino.

Tetti (5a)

Guarda, è tutto un incanto di finestrelle e persiane.

Tetti (6)

Guarda, si vedono la chiesa del Gesù e il suo campanile.

Tetti (7)

Lassù c’è un terrazzino sospeso tra le nuvole e l’azzurro.

Tetti (8)

E ancora un altro, guarda!
E’ la poesia di Genova che puoi ascoltare solo se sali in alto, sopra i tetti.

Tetti (9)

E guarda ancora, quegli abbaini dipinti di giallo sono un romanzo tutto da scrivere.

Tetti (10)

Una coperta rossa spicca allegra, là dietro ecco le alture sinuose, come sempre ho cercato la mia casa!

Tetti (11)

Un intrico di tegole e tetti e un’insolita prospettiva della Cattedrale.

Tetti (12)

E ancora altri vasi, altre ringhiere, comignoli e archetti, una sinfonia di grigio di una perfezione assoluta.

Tetti (13)

E poi voltati verso il mare.
Vedrai la Lanterna e la cupola della Chiesa di San Giorgio.

Tetti (14)
E poi guarda ancora, ecco il campanile della Chiesa dedicata a questo santo tanto caro ai genovesi.

Tetti (15)

E poi di nuovo ardesie, bellezze e stupori.

Tetti (16)

Guarda e pensa.
Pensa all’attesa del nuovo giorno, al temporale e ai lampi, al vento furioso e al tramonto che infuoca l’orizzonte.
E tu sei lì, sul terrazzo oppure affacciato ad una di quelle finestre.

Tetti (17)

Guarda, guarda ancora.
Tettoie di canne, foglie verdi e vivide, scalette, balaustre e ancora terrazzini.

Tetti (18)

Sono infinitamente grata a colei che mi ha invitato nella sua casa, mi ha regalato vedute rare e preziose sulla mia città.
E poi quando sei qui, guarda giù!
Oh, le vertigini!
Per un attimo ho temuto che mi cadesse la digitale in Piazza dei Giustiniani!Piazza dei Giustiniani

Io questa Piazza in genere la guardo così.

Piazza dei Giustiniani (2)

E poi un giorno invece l’ho vista da lassù.

Via dei Giustiniani

E puoi capire quanto siano alti certo caruggi della Superba solo ammirandoli dall’alto, questa è la prospettiva su Via dei Giustiniani.

Via dei Giustiniani (4)

Lasciando quell’appartamento ho voluto fare le scale a piedi.
Sì, sì, c’è l’ascensore ma per carità, in certi casi conviene scendere gradino dopo gradino.
Non si sa mai, potresti trovare una finestra che si apre sui tetti dei vicoli di Genova.

Tetti (19)

E affacciati, c’è tutta la magia della città vecchia.

Tetti (20)

E così Genova, con la sua bellezza antica e misteriosa che non smetti mai di scoprire, così la vedi da Palazzo Giustiniani, da un terrazzo sopra le ardesie.

Tetti (21)