Anselmo Adorno, l’uomo che venne dal Nord

Tornare a casa.
Tornare nella città dalla quale si proviene.
Tornare a casa dalle terre che si affacciano sul mare del Nord.
Da Bruges, nelle Fiandre, dove Anselmo Adorno era nato nel lontano 1424.
Una famiglia genovese con interessi economici assai proficui, una famiglia che acquistò dei terreni e lì stabilì la sua residenza, facendo fruttare le proprie ricchezze in terra straniera.
Gli Adorno si imparentarono con i nobili del luogo ed acquisirono ruoli di un certo rilievo nella città di Bruges, un luogo dalla magica atmosfera.

Bruges (3)

 Bruges  – Immagine tratta dal profilo Flickr di Visitflanders (c)milo-profi

Altre epoche, epoche di appassionata devozione.
Il padre di Anselmo, Pieter, fu cavaliere del Santo Sepolcro e per ben due volte si recò in Terra Santa.
E nella città che lo aveva accolto, a Bruges, fondò la Jerusalemkerk, un luogo di Culto dedicato al Santo Sepolcro.
Una chiesa che risale al 1427 e ancora esiste, una chiesa voluta da un genovese.
E poi, a volte, giunge il tempo di tornare, là dove sono le tue radici.

Genova

E da lassù, inviato in missione diplomatica da Carlo il Temerario, Anselmo Adorno se ne partì per un viaggio che lo portò in terre lontane, dall’Egitto alla Palestina.
Un viaggio che nel maggio del 1470 lo condusse anche nella sua città d’origine.
Anselmo lasciò ai posteri il resoconto di quel suo lungo itinerario: questa parte del testo che riguarda la sua tappa genovese è riportata, completo di traduzione dal latino, nel libro Genova Medievale vista dai contemporanei di Giovanna Petti Balbi.
Genova, la più illustre per taluni aspetti e la più bella, nelle parole di Anselmo.
Una città per lui paragonabile solo a Damasco, tra i monti e il mare, con i suoi marmi e le sue chiese.
E anche le reliquie che tanto colpiscono l’attenzione del devoto Anselmo, nostra guida di oggi nella Genova del suo tempo.
In Cattedrale si sofferma a venerare le ceneri del Battista.

Cattedrale di San Lorenzo

E ammira con particolare emozione il sacro catino che si credeva essere stato usato da Gesù durante l’ultima cena.
Anselmo, come gli uomini a lui coevi, crede che sia di puro smeraldo, è affascinato dalla mirabile fattura di questo sacro oggetto che l’Embriaco aveva donato alla Superba.
E ciò che  ancora stupisce è che il catino sia stato ricavato da un unico blocco, circostanza che rende questo oggetto particolarmente raro.

Sacro Catino

E ancora, nella chiesa di San Bartolomeo degli Armeni l’Adorno venera il volto di Cristo ritratto sul Santo Mandillo, qui ne trovate l’immagine.
Genova città di mare, Anselmo descrive l’acquedotto e la cinta muraria.
E narra della vastità del porto, capace di accogliere un numero incredibile di navi, dei moli e della fatica grande impiegata per costruirli.
E narra della Lanterna che con la sua luce che rischiarava  la notte buia ai naviganti.
Era diversa la nostra Lanterna all’epoca di Anselmo, da quegli anni ha subito restauri e modifiche, resta e rimane il simbolo di questa città, della sua potenza navale e della sua grandezza.

Lanterna

Per le strade della Superba con l’uomo che venne dal Nord.
L’uomo che vide altre città di questa penisola e che venne anche qui, tra queste strade.
E la città che vide è certamente la stessa che si può ammirare in un celebre dipinto di Cristofaro Grassi che si trova al Galata Museo del Mare, una veduta di Genova del 1481.
Mi sono soffermata spesso davanti a questo quadro, cliccate qui e lo vedrete in tutto il suo splendore.
Questa è Genova, con i velieri e le galee, le innumerevoli torri, la maggior parte di esse è andata perduta.
Se andrete a vedere questo dipinto riconoscerete i palazzi di Caricamento, vedrete l’onda che si frange, poco lontano dalle case, vedrete le chiese e le porte della città, il percorso tortuoso di certi caruggi che ancora percorriamo.
Cercate le torri che ancora resistono e che sono un sicuro punto di riferimento, cercate la Torre degli Embriaci e camminate nella Genova di Anselmo Adorno.
Superba, magnanima e forte, queste le parole di Anselmo per descrivere Genova.
E per i genovesi ha parole generose, li definisce assennati e modesti.
Evidentemente quando è stato qui i miei concittadini se ne sono guardati bene dal mugugnare!
E narra di aver trovato piazze strette eppure così pulite e tenute in ordine.
Eh, proprio così, le nostre piazzette sono piccole, basti guardare Piazza del Sale!

Piazza del Sale

Le famigli nobili e le loro abitazioni, ogni famiglia ha la propria chiesa e la propria loggia.
Questo annota nel suo diario di viaggio il nostro Anselmo.
E magari penserò a lui, quando passerò dalle parti di Via Lomellini.

Vico degli Adorno

 Là dove sulla pietra nera ancora vive l’antica devozione.

Vico degli Adorno (2)

E poi il viaggio di Anselmo continua fuori dalla città gremita di case alte che sfiorano il cielo.
E si va verso le alture, dove ci sono dimore con ricchi giardini e alberi rigogliosi.
E vigne e funghi e frutti della terra che finiranno sulle tavole dei genovesi, così racconta Anselmo.
Anselmo Adorno lasciò Genova via mare, proseguì il suo viaggio verso altre mete lontane e lasciò a noi il racconto dei suoi ricordi.
Giunse da Bruges, lui era l’uomo che venne dal Nord.

Bruges (2)

Bruges  – Immagine tratta dal profilo Flickr di Visitflanders (c)milo-profi