Aria di mare

È l’aria di mare a spazzare il cielo e a renderlo terso e così blu.
Un gabbiano si libra alto sulle Mura delle Grazie e la luce ravviva questi colori e li esalta, è un’allegria di panni stesi a dondolare davanti a queste finestre.

Ed è una luce gloriosa, magnifica e impareggiabile a illuminare l’azzurro su Piazzetta Barisone.

L’aria di mare spira nei caruggi, danza con questa luce, smuove i lenzuoli e le tovaglie in Salita della Seta.

Ed è ancora la brezza salmastra a sollevare la bandiera della pace su Piazza San Bartolomeo dell’Olivella.

Ed è sempre la vita nella sua quotidianità a svelarsi nella sua complessa semplicità in Salita San Bernardino.

Ed io seguo questa luce magnifica che si insinua gentile nelle vie della città vecchia.
E il sole batte sui vetri delle finestre, in Salite alle Monache Turchine, mentre l’aria di mare sfiora i colori pastello e le tinte della nostra vita.

Quando il vento di Genova ti accompagna

A Genova, quando tira vento, hai un compagno bizzoso con il quale camminare, passo dopo passo nel turbine dell’aria che lucida il cielo e rende la città ancora più splendente.
E a volte io faccio così, lascio i mezzi di trasporto a periodi di maggior pigrizia e cammino insieme al vento, giù per le creuze del Carmine.

Quelli che amano i caruggi sanno che passando da un vicoletto all’altro si arriva lontano molto rapidamente, se ne sorprenderebbero quelli che invece amano solo le vie larghe e trafficate, non sanno cosa si perdono.
Io seguo il vento e vado a cercare i miei ritagli di cielo.

E poi, sempre, finisce che mi infilo in Canneto il Lungo.

E così fa il sole, tracciando a terra una linea perfetta.

Seguendo quel vento che è fratello del celeste cielo.

Poi magari a volte ho anche fretta ma non rinuncio mai a sbirciare nelle botteghe dei caruggi.

E in certi posti mi fermo sempre, in Canneto c’è una delle più incantevoli prospettive genovesi.

E il vento fa fremere quel bucato steso in Piazza delle Erbe.

E mentre percorro la salita che porta a Sarzano mi volto sempre indietro a cercare la bandiera di Genova in quel cielo limpido.

Quando cammino insieme al vento finisce sempre che vado anche nei posti dove non dovrei andare, in realtà vado proprio a salutare questi caruggi e mi piace ritrovarli sempre così, semplici e veri.

A volte poi chiacchiero anche con le persone che non conosco, finisce persino che mi capita di scoprire dei lettori sconosciuti di questo blog e questa davvero è una cosa bellissima.

Poi continuo a seguire il vento, poi vorrei scendere giù, andare in Campo Pisano, risalire, ritornare ancora e guardarmi indietro.
E so che lo farò di nuovo, ancora.
E anche questa davvero è una cosa bellissima.

Su e giù per Salita San Bernardino

Questo è uno di quei posti dove vado spesso, amo camminare su e giù per Salita San Bernardino.
A dire il vero  forse qualcuno penserà che non ci sia ragione per andare su e giù.
Una breve mattonata racchiusa tra i palazzi e parte proprio da lì, dalla piazza del Carmine, la via che vedete sulla destra è salita San Bernardino.

Piazza del Carmine

Salita San Bernardino ha un fascino particolare e quasi nascosto, è come una ragazza introversa e a volte un po’ ombrosa, anche lei è così, difficile da conoscere.
La Via prende il nome dalla Chiesa Abbaziale di San Bernardo dell’Olivella, il portone si trova proprio in cima alla salita.
E così in altri tempi passavano di qui certe monache silenziose.

Salita San Bernardino

Salita San Bernardino è per me il ricordo di una casetta che vidi un po’ di anni fa con l’intenzione di comprarla.
Qualche gradino tra una stanza e l’altra, soffitti bassi a volta, le finestre sulla creuza.
Era caratteristico e particolare quell’appartamento, credo che abbia veduto molte vite e molti sorrisi.

Salita San Bernardino (2)

E qui, quando risplende il sole, i colori si fanno ancor più vivaci, è rosso, giallo e una striscia turchese e tra un palazzo e l’altro un’intricata geometria di fili da stendere.

Salita San Bernardino (3)

Mutano quasi le tinte quando il cielo è coperto di nuvole, si smorzano e si fanno più tenui.

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Ma poi, in certe altre giornate qui c’è la gloria del colore.

Salita San Bernardino (5)

E sul muro c’è la memoria di una fede antica.

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E poi, se vi fermate a metà della strada alzate lo sguardo, vedrete una barchetta ondeggiare nell’aria, cose si trovano in certe zone di Genova.

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Eccola ancora, proprio là in mezzo.
E poi corde e antichi archetti e persiane spinte in fuori.

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E poi guarda verso altri caruggi, ci sono due biciclette appoggiate al muro.

Salita San Bernardino (8)

E in quelle giornate di sole abbacinante Salita San Bernardino si inonda di un fiume di luce e al suolo si riflettono le ombre degli archetti.

Salita San Bernardino (9)

E sì, vengo spesso qui, vado su e giù.
Se verrete anche voi non mancate di voltarvi indietro, verso la Piazza del Carmine, i vostri occhi incontreranno il sacro e in profano.

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E magari sarà proprio uno di quei giorni nei quali lei si mostrerà a voi senza alcuna timidezza.

Salita San Bernardino (11)

Venite qui quando fratello vento spira tra le case e soffia così forte da sollevare i panni stesi verso il cielo.
E’ vento di Genova, profumato di sale marino.

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E quando sarete qui fermatevi esattamente in questo punto, al centro della salita, da una parte avete il Vico dello Zucchero e dall’altra il Vico della Fragola.

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Introversa, ombrosa e quasi nascosta.
Da scoprire, andando su e giù per poi fermarsi proprio qui.
E lassù, sopra di voi, c’è un’imperdibile vertigine d’azzurro, tra gli archetti e i palazzi questo è il cielo sopra Salita San Bernardino.

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