Vi porto ancora per caruggi dalle parti di Canneto, la strada tanto amata dai genovesi della quale vi ho recentemente parlato in questo post.
Si va a far la spesa in Canneto ma non si compra solo il pesce fresco, la frutta e la verdura.
Fermiamoci sotto questa bella edicola e svoltiamo in Via Chiabrera, dove potremo trovare una bottega che ormai è parte della storia di questa città.

Ed eccola qui la nostra meta di oggi, e quante vetrine!

Che dite, diamo un’occhiata all’esposizione?
Ecco un campionario di chiavi, questo è un negozio di ferramenta che ha una lunga storia.

E allora signori, benvenuti da Caffarena, una di quelle botteghe che andrebbero protette come patrimonio storico della città.
E’ il passato che resiste ai tempi, Caffarena è sempre stato qui e qui ancora si trova.

E poi si entra nel negozio.
Forbici,cacciaviti, attrezzi di ogni genere.
Ma osservate bene l’ambiente, il soffitto a volta, il pavimento antico.
E quel mobile laggiù che copre un’intera parete.

Una tradizione di famiglia tramandata di padre in figlio.
Correva l’anno 1907 e il Signor Leone Caffarena ogni mattina percorreva Canneto, veniva qui e si metteva dietro quel bancone a servire i suoi clienti.
Oh, immagino che gli antichi genovesi parlassero tutti in dialetto!
E certo chiedevano consigli al loro negoziante di fiducia.

Eccolo il Signor Leone: è nel suo bel negozio, fiero dietro al suo bancone e sfoggia un sorriso rassicurante, accanto a lui c’è il figlio.
La fotografia mi è stata mostrata dai suoi nipoti che ora gestiscono il negozio e io sono certa che il Signor Leone sia contento di sapere che qui è tutto ancora come allora.

Oh, ma la storia di questa bottega è anche più antica!
Il proprietario ha estratto una scatola di legno sulla quale fa bella mostra un’etichetta.

Fratelli Canepa, negozianti in ferramenta, i precedenti proprietari del negozio.

Non mancano le vecchie insegne, come ad esempio questa.

E poi questa.
Da Caffarena si poteva trovare il ferro smaltato Marca Corona.
Insuperabile!

E secondo voi, una come me in un posto simile cosa può fare?
Mi sono persa ad ammirare il mobile.
E ci sono dei numeri stampati sui cassettini!

Maniglie, chiavi di tutte le dimensioni!

Ma non trovate che sia tutto semplicemente meraviglioso?

E insomma, io ero lì e intanto i due proprietari servivano i loro clienti, è ovvio.
Ho chiesto se potevo andare dietro al bancone, che curiosità!
E caspita, ho fatto davvero bene!
Ecco altro mobilio certo di altri tempi.

E un pavimento anche più antico di quello che si trova all’ingresso.

Un’altra epoca che convive con la nostra, il passato che incontra il presente.

E in posti come questo, ormai sempre più rari da trovare, finisco per fantasticare su quello che vi è accaduto.
Penso a chi ha calpestato queste pietre, immagino il signor Leone nel suo retrobottega, cerca una scatola dove ha messo certe viti, c’è un cliente che le richiede.

E poi c’è un altro signore che aspetta di essere servito.
Ha la faccia tonda e rubizza, due baffi importanti e gli occhialini sul naso.
Porta una bombetta e un panciotto, dal taschino continua a estrarre l’orologio per controllare l’ora.
E’ in ritardo, deve affrettarsi!
Ma prima deve fare la sua commissione, da Caffarena.

Per me c’è ancora quel mondo perduto in posti come questo.
Un negozio di ferramenta nei caruggi.
Una poesia e una sinfonia di ricordi di altre generazioni e di altre epoche, di tutti coloro che hanno varcato la soglia di Caffarena dal lontano 1917.
