Quella piazza intitolata a Raffaele De Ferrari un tempo fu attraversata anche da un celebre genovese, il suo nome è divenuto poi immortale grazie al suo geniale talento.
Ed accadde proprio là il fatterello che vede protagonista il nostro Niccolò Paganini, un giorno egli si trova a passare nel cuore della Superba.
E come si può immaginare la piazza centrale di Genova è gremita di gente, davanti a un caffè c’è un vecchio lacero e malconcio.
Costui cerca di mettere insieme il pranzo con la cena, si potrebbe dire, ha un violino mal ridotto e con quello tenta un’improbabile esibizione con la vana speranza che le sue note inteneriscano i passanti e che questi gettino qualche soldo nel suo cappello.
Purtroppo l’improvvisato violinista è privo di estro, non sa proprio suonare!
Ed è inevitabile, la folla lo deride, lo sbeffeggia, è una pubblica umiliazione.
E tuttavia, come vi dicevo, tra gli astanti c’è anche il geniale violinista, all’epoca già celebre: Paganini si avvicina al povero vecchio, prende tra le sue mani il suo misero strumento e inizia a suonare.
Niccolò Paganini – Opera esposta all’Istituto Mazziniano Museo del Risorgimento
Le sue note suadenti pervadono la piazza, si insinuano anche nei cuori più duri e commuovono gli spiriti degli indifferenti.
Ed è un’ovazione, un trionfale successo, uno scroscio di applausi si leva per celebrare la singolare e inattesa performance.
Paganini rende al povero il suo violino e con il cappello del mendicante passa tra la gente a raccogliere le offerte questa volta generose, tintinnano le monete, cadono ad una ad una e faranno la gioia di un misero vecchio bisognoso.
La folla applaude entusiasta e Paganini si allontana accompagnato da un tripudio di sincera ammirazione.
Ho trovato questa curiosa vicenda in certi vecchi libri e riviste, poi il solito Eugenio se ne è uscito fuori con un’altra fantastica storiella, state un po’ a sentire!
Accadde tempo dopo, alla stazione ferroviaria di una località del ponente ligure dove giunge un altro celebre musicista, anch’egli è violinista e compositore ed è stato allievo di Paganini: il suo nome è Camillo Sivori e ne viene da un concerto che ha ammaliato un folto pubblico, Sivori si è esibito con l’accompagnamento del maestro Firpo.
Sulla via del ritorno i due si recano alla stazione per prendere il treno.
C’è un gruppetto di curiosi è là, sul binario, c’è anche un vecchio che tenta di suonare il suo violino di poco valore, accanto a lui c’è una tenera bimbetta, la speranza è di racimolare qualche soldo.
E allora Sivori che fa?
Prende tra le mani quel malandato strumento e comincia a suonare e da quel violino si spande nell’aria una musica meravigliosa. nel frattempo il maestro Firpo va tra la gente con il cappello del mendicante tra le mani e in breve tempo al suo interno cadono le monete, alcune sono persino d’oro.
Scrosciano gli applausi ma non c’è tempo, arriva il treno e Sivori e il maestro Firpo si affrettano e continuano il loro viaggio.
E viene da chiedersi se Sivori abbia voluto emulare il gesto del suo celebre e amato maestro, chi lo sa!
Ho voluto raccontarvi questi brevi aneddoti in quanto per me racchiudono una straordinaria bellezza.
E in sottofondo dolce si ode una musica, è il suono melodioso di un violino.