
Mi ha accolta così, luminosa e insolitamente deserta, la Piazza del Carmine in un pomeriggio di fine estate.
Risale al Medioevo questo nugolo di case arroccato alle spalle di Largo Zecca, vicino al fermento cittadino ma al contempo lontano, all’apparenza isolato e silente.
I colori di questa piazza e dei caruggi circostanti sono i colori di Genova.
Alla confluenza tra Salita Carbonara e Salita San Bernardino troverete una bella edicola votiva.
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Nei tempi antichi questa era una zona rurale, vi erano vicoli dai nomi suggestivi, come Vico dell’Abbondanza, che non esiste più, o come Acquapendente, anch’esso andato perduto, il cui toponimo forse indicava uno spartiacque nella zona dell’attuale Salita Negrone Durazzo.
Vi è ancora, invece, Salita Dell’Olivella, là dove nei tempi antichi vi era probabilmente un rigoglioglioso bosco di ulivi.
E’ piacevole camminare per le stradine del Carmine, salire su, allontanarsi dai rumori e immergersi in un mondo che ha un fascino tutto speciale, per le sue tinte, per i chiaroscuri, per l’atmosfera che si respira.
E allora saliamo lungo Salita Carbonara, questo vicolo lucente e arioso, con i suoi archetti e i panni stessi ad asciugare.
Ma cosa succede? Davvero non c’è nessuno qui? Davvero! Allora, mentre saliamo ancora un po’, voltiamoci a guardare quanto sia suggestivo questo vicolo.
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Quante meraviglie troverete al Carmine! Camminate con me su per la mattonata e insieme arriveremo là, in Salita Monterosso.
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Oh, prestate attenzione! Siete proprio certi che da quell’angolo non sbuchi una fanciulla con un cesta sotto il braccio? E da queste scale scenderà forse un cavaliere con tanto di armatura?
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E lì, in cima a questa salita, vi attende il gioiello del quartiere.
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Amedeo Pescio, entusiasta cantore della Superba, nel suo libro “I nomi delle strade di Genova” (Arnaldo Forni Editore) scrive:
–Quanti dogi non hanno avuto una viuzza che ne conservasse il ricordo nel popolo! Quanti ammiragli e capitani insigni si contentano di un vicoletto in comune con quei della famiglia (vedi i Fregoso! E gli Adorno! E i Vivaldi! E gli Usodimare! E i Guarchi! E gli Squarciaciafico! E i Leccavela! E i Mallone! E i Paggi e i Carmandino!) La Giuggiola, la dolciastra e terrofila zizzoa che aligna spessissimo nelle tasche dei nostri scolaretti, coi pennini, la trottola e le biglie, aveva l’onore di una piazza e di un vicolo.
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La vedete, laggiù in un angolo, la nobile semplice pianta che ebbe intitolata questa piazzetta?
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Lasciamo a malincuore questo angolo di pace nel cuore della città e scendiamo giù, lentamente, gustando ogni passo e ogni gradino.
Arriveremo in questo vicolo dal nome assolutamente delizioso.
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Nel XVI secolo, in questo quartiere un tempo popolato da contadini, presero casa e bottega i cioccolatieri ed i confettieri, e proprio dalle loro attività prendono nome alcune di queste strade.
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Rosso, ocra, giallo, spiccano quasi accecanti i colori delle facciate di Vico del Cioccolatte e mi raccomando, quando verrete qui, non mancate di alzare lo sguardo che lo spettacolo non è da meno.
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Poco lontano, ancora un vicolo dal nome inevitabilmente dolce.
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E poi, se vorrete ancora gironzolare un po’ tra questi vicoli antichi e freschi, troverete una Piazzetta e un Vico della Fragola e inoltre, a ricordarvi che è sempre bene coltivare certe virtù, il Vico del Valore.
Dipartono da qui, da Salita San Bernardino.
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E prima di lasciaverla alla spalle, voltate lo sguardo indietro ancora una volta: ciò che vedrete, ve lo assicuro, non vi deluderà.
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Al Carmine, come in gran parte del centro storico di Genova, c’erano un tempo molte edicole votive dedicate alla Madonna. Le statue non ci sono più, in alcuni casi sono state purtroppo trafugate, mentre molte di esse sono state messe al sicuro e si trovano raccolte al Museo di Sant’Agostino.
Ma sui muri, se osservate bene, vi sono ancora le tracce della loro antica presenza.
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Scendiamo ancora per la mattonata ed ecco di nuovo la piazza da una diversa prospettiva: di fronte a voi la Chiesa di Nostra Signora del Carmine e di Sant’Agnese.
Al tempo delle Crociate, in quegli anni avventurosi e difficili, in fuga dalla Terra Santa giunsero a Genova dei monaci carmelitani che nel 1262 costruirono questa chiesa ed è dai carmelitani che chiesa a quartiere presero così il nome.
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Termina qui, là dove era iniziata, la nostra passeggiata al Carmine, il quartiere medioevale dove potrete riposarvi accanto a un albero di giuggiole, il quartiere del Cioccolatte, dello Zucchero e della Fragola.