San Bartolomeo dell’Olivella, una piazza tra le creuze

Una piazzetta tra le creuze, scendi e risali, su e giù per le strade della Genova antica.
E magari avrete anche voi il desiderio di scoprire questo angolo forse un poco nascosto della Superba, una piazzetta tra le creuze e racchiusa tra le mura.
Scendi e risali, per le vie del quartiere del Carmine, una zona dai toponimi suggestivi, ci si perde tra Vico del Cioccolatte e Vico dello Zucchero, tra Vico della Fragola e Piazzetta della Giuggiola, il Carmine è una dolce poesia di caruggi.
Scendi e risali, da Salita di Carbonara troverete uno degli accessi a Piazza San Bartolomeo dell’Olivella, nome che deriva dagli uliveti che in anni lontani occupavano questa piacevole collinetta.

San Bartolomeo dell'Olivella (2)

Sali, su per la creuza della città in salita e poi guardati indietro.

San Bartolomeo dell'Olivella (2a)

E presta attenzione, anche qui ci sono attenti guardiani.

San Bartolomeo dell'Olivella (2b)

Sali su per la creuza, inondata di luce e immersa nel suo silenzio.

San Bartolomeo dell'Olivella (3)

Sali, sali e troverai la chiesetta di San Bartolomeo dell’Olivella, come narra lo storico Federico Alizeri la sua origine è molto antica, l’edificio fu costruito nel 1305 per volontà di un generoso genovese, Bonaggiunta Valente.
La chiesa e l’annesso convento ospitavano un tempo le Monache Cistercensi, ai giorni nostri la chiesa è sconsacrata e resta comunque parte dell’atmosfera particolare di questa caratteristica piazzetta.

San Bartolomeo dell'Olivella (4)

Racchiusa tra mura e tra le case colorate.
Guarda, laggiù c’è un altro passaggio, si arriva qui anche dalla Salita di San Bartolomeo del Carmine.

San Bartolomeo dell'Olivella (5)

Prospettive di caruggi, prospettive di Genova che meritano di essere scoperte.
E finestre e piante che scendono giù.

San Bartolomeo dell'Olivella (5a)

E la piazza, la vedrete così da questo differente punto di vista.

San Bartolomeo dell'Olivella

E’ bella e particolare questa piazzetta e qui respirano l’aria del Carmine i due ulivi che crescono rigogliosi e fitti, le incredibili prospettive di Genova.
E rami e foglie e una sedia appoggiata contro il muro, cose che vedi girando in certi posti.

San Bartolomeo dell'Olivella (7a)

Una piazzetta, curata e tenuta bene, molto amata dai suoi abitanti.
E sul muro troverete affisso un foglio, vi si legge di tanta nostalgia per il passato di questa zona, per ciò che era e per ciò che si è perduto, vi si legge anche un messaggio di luminosa speranza.
Da diverso tempo, in certe serate, in genere di mercoledì, gli abitanti della zona si riuniscono nella loro piazzetta, mettono fuori tavoli e sedie, si cucina, si apparecchia e si mangia tutti insieme, ognuno porta qualcosa e tutti sono benvenuti.
E riporto qui una frase che ho letto su quel foglio, l’anonimo autore mi perdonerà se scrivo qui le sue parole, lui ha saputo davvero descrivere l’atmosfera che si respira in San Bartolomeo dell’Olivella:

Fioriscono in un amen panche e tavolacci, sventagliano tovaglie, si sturano bottiglie, atterrano vassoi, teglie e ceste in cui quel poco o quel tanto è a disposizione di tutti compresi quelli che passano tornando dal lavoro e che si fermano un momento, almeno a ringraziare, a lasciare sul piatto una parola.
Perché non è il salame, la polenta o il minestrone che fa la gente sazia e nemmeno la focaccia o l’Ormeasco, ma quel sentirsi parte necessaria e accolta, foss’anche per un’ora, il tempo di tornare ognuno a casa sua con l’odore addosso di una vita condivisa.

San Bartolomeo dell'Olivella (8)

Ci si può credere in una maniera diversa di affrontare la vita, non vi pare?
A Genova accade in una piazzetta tra le creuze, Nel centro della città eppure lontana dal frastuono e dal traffico, tra gli ulivi.

San Bartolomeo dell'Olivella (8a)

E poi, il colore dei fiori, anche semplici bottiglie di plastica possono diventare vasi dove mettere piantine profumate.
Qualcuno disse che la bellezza salverà il mondo.
Sì, la bellezza.
E la fantasia e l’amore per ciò che ci circonda.

San Bartolomeo dell'Olivella (10)

Cade la luce sui gradini e sulla creuza di Piazza di San Bartolomeo dell’Olivella.

San Bartolomeo dell'Olivella (11)

Guarda in su, a Genova, sempre.

San Bartolomeo dell'Olivella (6)

E sboccia generosa la primavera, io vengo spesso qui, quando sono in zona faccio sempre una piacevole deviazione in questo angolo così particolare di Genova.

San Bartolomeo dell'Olivella (12)

E guarda la chiesa tra i rami d’ulivo, non potrete mai dire di conoscere Genova se non siete stati in posti come questi dal fascino  timido e ritroso, nascosto, celato tra le mura e le creuze.

San Bartolomeo dell'Olivella (13)

E le finestre, le finestre di questa piazzetta sono una poesia che ha il colore rosso dei gerani tra queste inferriate.

San Bartolomeo dell'Olivella (14)

E cielo che si specchia dove tu non potresti mai credere di vederlo.

San Bartolomeo dell'Olivella (16a)

E un gancio e un vaso appeso al muro e un tripudio di verde.

San Bartolomeo dell'Olivella (15)

E vasi e rampicanti e  vetri dischiusi e una magliettina blu sul filo da stendere.

San Bartolomeo dell'Olivella (16)

E’ la poesia di Genova, una poesia che si può imparare ad ascoltare, a volte è in rima, altre volte è una prosa cantilenata pronunciata in maniera sommessa, a volte puoi appena sentirla, se presti attenzione però ti accompagnerà per queste vie delle città vecchia tra le creuze, su per le scale, sotto gli archetti, tra le mura.
E allora alzerai lo sguardo e la vedrai sopra di te, quella poesia semplice di cielo e di ritagli d’azzurro.

San Bartolomeo dell'Olivella (17)

Una piazzetta tra le creuze, scendi e risali, su e giù per le strade della Genova antica.
E troverai gli ulivi.
E guarderai anche tu le case colorate del Carmine da Piazza di San Bartolomeo dell’Olivella.

San Bartolomeo dell'Olivella (9)

45 pensieri su “San Bartolomeo dell’Olivella, una piazza tra le creuze

  1. Noi leggiamo e godiamo delle tue descrizioni, sempre piene d’amore e di poesia per la nostra terra, e delle splendide foto che le accompagnano, ma, riflettevo poco fa, dietro questa apparente semplicità, dietro al lavoro come lo vediamo noi quante ricerche, quanto studio e quanto lavoro è presente!!! E tu questo lo fai quotidianamente con il piacere dell’esploratrice e della detective insieme, regalandoci brani di vita e di poesia sempre appaganti, meravigliosi! Grazie per tutto questo lavoro palese e soprattutto per il lavoro nascosto che sottende al primo e ne è artefice! GRAZIE davvero Miss dal più profondo del cuore! ❤

  2. Ciao Miss oggi mi hai commosso…..che posto incantato , che ricordi spensierati e goliardici….magnifico!!!:))). 5 Anni di Istituto VEII alla Zecca lezioni di ginnastica nella palestra allora LASALLE salita Durazzo,vico della Fragola due/tre volte alla settimana, zie besagnine sul mercato del Carmine(in sciu o Carmo), pranzo da zia Emma via Pertinace 4 due volte settimana, scuola di rilievi geometrici giardini Rosina di Corso Carbonara,…….che tempi grazie colpito e resuscitato!!!!!:)))))

  3. Che aria di serenità fra le parole e le immagini di questo post. Questo cantuccio di Genova antica è un oasi di pace.
    Grazie per il bellissimo tour virtuale Miss!

    Ti auguro una buonissima giornata

  4. Ghe son staeta co-o FAI e semmo intrae into portego dedato a-a gexa: drento o l’é in laberinto! Gh’é i resti de ‘n ciostro, e na quantitae de scae e de coridoi che se ghe perde!

  5. Ciao Miss Fletcher, mi hai fatto scoprire tu il quartiere del carmine quando ho cominciato a leggerti. Che bellezza! E dire che la mia mamma suonava il piano al teatro dell’Olivella quando era ragazzina.

  6. Ma che bellezza! E quella chiesa antica e muta… peccato sia sconsacrata! Non avrei mai immaginato di trovare un posto così al Carmine, dove da ragazze si passava velocemente perchè i genitori facevano mille raccomandazioni di non fermarsi… ci voglio andare. Miss, sei prenotata! Così impari a far scoprire certi posti! 🙂

  7. Ma che meraviglia! Su e giù per creuze, scalinate e caruggi ammirando uno scorcio più bello dell’altro e…dimmi un pò come mai i monasteri sorgono sempre nei luoghi più suggestivi? 😉
    Baciotto Susanna

  8. Pingback: Nel Chiostro di San Bartolomeo dell’Olivella | Dear Miss Fletcher

  9. Pingback: Italino, il bimbo che giocava con il cerchio | Dear Miss Fletcher

  10. Cara Miss quanto detto per l’articolo di P,zza Brigida dei Trugoli vale anche per il Carmine, collegato a quanto perso per Madre di Dio e Vico Gattamora.

  11. Mio suocero buonanima era nato nella piazzetta Olivelle,in una delle case della crösa che delimita la pizza a destra della Chiesa.Era un vero gentiluomo(Englishman in New York di Sting é il suo ritratto)Anche per questo la mia immagine di profilo su FB é uno scorcio del Carmine sul quale veglia un Angelo anomalo.
    Chissà come sarebbe stato orgoglioso di portare il cognome del fondatore della sua chiesetta!

  12. Miss, la chiesuola sarà pure sconsacrata, ma la religiosità della Poesia che la circonda, perdura… insomma, questo post ha un difetto solo: che finisce…

  13. Come vorrei essere un “poeta” per descrivere l’emozione e il piacere che mi hanno pervaso nel vedere queste fotografie, pensate che nella casa, quella dietro gli alberi di ulivo, abitavano i miei nonni, sul terrazzino nei periodi estivi sedeva mio nonno all’ombra di un nespolo da lui piantato anni prima, era la famiglia PIZZARDO. Se chiudo gli occhi rivedo ancora i residenti, la famiglia ORSINI, le nipoti del Cardinale SIRI, il Gamallo che passava a fine giornata dopo un duro lavoro, la pescivendola che tutti i giorni passava e urlava per vendere il pesce fresco. Ricordi indelebili che rimarranno sempre nella mente e nel cuore.

  14. Pingback: Percorrendo Salita di San Bartolomeo del Carmine | Dear Miss Fletcher

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