Esistono al mondo diverse forme di amore e questa è una storia che narra di un sentimento eterno, di un affetto sconfinato che colma il cuore di gioia.
E sapete come inizia questa storia?
Proprio come una fiaba, state a sentire.
C’era una volta un Re che sedeva sul trono di Spagna e il suo nome era Filippo II.
E sapete, questo sovrano aveva certi rapporti con una famiglia genovese molto importante, una famiglia che dimorava in una magnifica villa nella zona di Fassolo.
E questo è il giardino, il giardino dei Principi Doria.
E tra i rappresentanti di questa celebre famiglia c’era il Principe Giovanni Andrea, erede dell’Ammiraglio Andrea Doria e figlio di Giannettino, tragicamente ucciso all’epoca della congiura dei Fieschi, una vicenda della quale vi ho già parlato in questo articolo.
Un prode Giovanni Andrea Doria, all’età di otto anni era già a bordo delle galee di famiglia e divenne in seguito un eroico combattente, si distinse nella battaglia di Lepanto e Filippo II fece di lui il Comandante Supremo della flotta del Mediterraneo e lo nominò membro del Consiglio di Stato.
E un bel giorno il Re di Spagna decise di fare un dono a Giovanni Andrea, ma cosa si può regalare a un principe?
Oh, di sicuro a lui non mancava nulla, poteva permettersi ogni lusso!
E così il sovrano ebbe un’idea geniale: diede in dono a Giovanni Andrea un cane, un fedele molosso di nome Roldano.
E il suo padrone gli volle bene da subito, si rivolgeva a lui chiamandolo il Gran Roldano.
Giovanni Andrea era un principe ma certi sentimenti sono uguali per chiunque, immagino che lui e il suo caro amico a quattro zampe si siano goduti piacevoli passeggiate e che abbiano condiviso momenti di vera amicizia.
Il principe era davvero affezionato al suo cane e questo è uno dei ritratti che potrete ammirare a Palazzo.
Eccolo il Gran Roldano, di lui si cura un giovane paggio.
Roldano accompagnò Giovanni Andrea finché ebbe vita e tutti voi potete figurarvi quale affetto li unisse.
E si sa, il destino è anche crudele, a volte ci sottrae i nostri affetti più cari, così accadde a Giovanni Andrea.
Il Gran Roldano, compagno di tante avventure, terminò la sua esistenza terrena nel settembre del 1605, con grande dolore di Giovanni Andrea e questi, memore del grande affetto che gli aveva riservato il suo più caro sodale, volle ricordarlo nella maniera più consona.
E ricorderete, alle spalle della Villa dei Doria c’erano dei grandi giardini e un’immensa statua, il Gigante.
Giovanni Andrea volle che il Gran Roldano fosse sepolto ai piedi di quel possente monumento, una lapide commemorativa chiudeva la sua tomba.
E inoltre, tra i suoi ricordi più cari, Giovanni Andrea conservò gelosamente proprio quella spazzola d’argento che avete appena veduto nel quadro soprastante, con gli amici si fa così, si tiene da parte ciò che ci rammenta certi giorni belli.
E chissà quante volte Giovanni Andrea avrà sospirato davanti a questo quadro che si trova nel palazzo di Fassolo e che ritrae il Principe insieme al suo amico prediletto!
La fama di questa sepoltura impressionò persino certi viaggiatori.
La memoria del Gran Roldano è presente nell’epistolario di Thomas Browne, il fedele molosso viene nominato in una lettera di Edward, fratello di Thomas.
E’ il 1664 ed Edward è in visita nella Superba e con grande meraviglia scrive che la cosa più strana che abbia veduto in questa città è la tomba di un cane di nome Roldano collocata ai piedi della statua di Giove, riporta persino la trascrizione della lapide.
E non è finita!
Il mio caro amico Eugenio mi ha narrato un aneddoto che è una vera chicca e così come mi è stato riferito io lo racconto a voi.
A quanto pare, ai primi dell’Ottocento la salma del Gran Roldano venne riesumata e i suoi denti furono utilizzati come ornamento, di dubbio gusto a mio parere, per gli orecchini di una gran dama.
E sapete cosa capitò?
Alcuni orefici senza scrupoli si misero a vendere orecchini con denti di cane spacciandoli per quelli di Roldano!
Pensate quanto era celebre questo cane!
E così veniamo ai giorni nostri, alla mia visita a Palazzo del Principe.
Il responsabile del Museo mi dice di sapere precisamente dove si trova questa lapide e ci lasciamo con la promessa di tornarci insieme, a quanto sembra è coperta dalle erbacce ed è praticamente impossibile trovarla se non se ne conosce la precisa collocazione.
Accidenti! Io ho una curiosità! Vado lo stesso, ci provo!
E così, una bella mattina di maggio ho praticamente messo in subbuglio un intero quartiere.
Mi sono detta: chiedo a tutti quelli che incontro, semplice no?
E quindi ho imboccato Via Pagano Doria e credo di aver ripetuto almeno venti volte la frase:
– Mi scusi, per caso sa dov’è la lapide di Roldano?
Sguardi perplessi e attoniti:
– E chi è questo Roldano?
E insomma, un signore mi ha garantito di abitare lì da sessant’anni e di essere certissimo che non ci sia nessuna lapide, lo stesso mi ha detto decisa una signora di una certa età.
E alla fine ho trovato due genovesi che mi hanno gentilmente mostrato l’agognata lapide.
Volete la fotografia? Eccola qua!
Non si vede niente ma mi pare giusto mostrarvela.
Esimio Comune di Genova, premesso che sono consapevole che questa città ha problemi ben più gravi, avrei da avanzare un’umile richiesta.
Sempre ammesso che sia di vostra competenza, gentilmente si potrebbe togliere tutte queste erbacce che deturpano la lapide?
Non è un marmo qualsiasi, questo è stato posto in memoria del Gran Roldano!
Eh, lo so che è già arduo che si conservi il ricordo degli uomini, figuriamoci quello dei cani, ma sarebbe un’iniziativa apprezzabile.
E che ne dite di segnalare con un cartello la presenza di questo reperto?
E poi, come vi ho detto, ho messo in allarme un’intera strada, gliela vogliamo far vedere questa benedetta lapide agli abitanti di Via Pagano Doria oppure no?
E ad eterna memoria del Gran Roldano che visse per lungo tempo accanto al Principe Giovanni Andrea Doria queste sono le parole incise su quel marmo.
QUI GIACE IL GRAN ROLDANO CANE DEL
PRINCIPE GIO. ANDREA DORIA IL QUALE
PER LA SUA MOLTA FEDE E BENEVOLENTIA
FU MERITEVOLE DI QUESTA MEMORIA ET
PERCHE’ SERVO IN VITA SI’ GRANDEMENTE
D’AMBIDUA LE LEGGI FU ANCO GIUDICATO
IN MORTE DOVERSI COLLOCARE IL SUO CENERE
APPRESSO DEL SOMMO GIOVE COME VERAMENTE
DEGNO DE LA REAL CUSTODIA
VISSE XI ANNI ET X MESI MORSE IN SETTEMBRE DI 1605 GIORNO 8 HORA 8 DE LA NOTTE
Grandissima Miss!!! Depenno la prima domanda che avrei fatto il 22… 😉
Haha! Sei troppo simpatico Fabio! Grazie, mi fa piacere che ti sia piaciuto l’articolo, sarebbe proprio bello se togliessero tutta quell’erbaccia, non si vede per niente la lapide! Un abbraccio!
Miss, non riesco a crederci. Oggi hai scritto una cosa davvero grandiosa come grande è stato Roldano con tanto di avventurosa ricerca infine premiata. Brava e grazie per questa cosa così preziosa. Ma come hai fatto? Compliemnti davvero. Caparbia come una vera investigatrice. Ora ti ringrazieranno tutti gli abitanti di questa via e spero che il Comune ti ascolti. E’ un fattore di principio (e anche di un cane principe 🙂 ). L’unica cosa che non mi è piaciuta è stata la storia degli orecchini. Bhè ecco, a quella dama non le avrei dato gli orecchini nuovi, ma le avrei fatte nuove le intere orecchie perdincibacco! E che emozione la lapide. Quella precisione nella data della morte di questo amico a 4 zampe… ussignur. Bellissimo. Complimenti e bacioni grandi.
Ah, cara Topina! Lo sapevo che questo post tu avrebbe commossa, è una storia bellissima.
Guarda, avrei continuato a chiedere finché non trovavo la lapide, questo è sicuro, tutti quelli che ho incontrato mi hanno sbarrato gli occhi e nessuno ne sapeva niente ma i due signori che ho trovato proprio lì sotto mi hanno saputo aiutare, per fortuna!
E sì, assolutamente la lapide con queste belle parole è una grande testimonianza di affetto che ha emozionato anche me!
Un bacione Pigmy, grazie!
Decisamente il migliore amico dell’uomo.
Meritava questo ed altro il Gran Roldano e che magnifica bestia ritratta nei quadri! Hai insegnato qualcosa di nuovo anche al quartiere stesso che ospita la lapide, cara indomita ed infaticabile Miss Fletcher!
Baciotto Sudanna
Cara Susa, questa storia è splendida e meritava di essere raccontata.
Certo che se si vedesse la lapide tutti potrebbero leggere quelle parole e saprebbero chi era il Gran Roldano.
Sì, era veramente un cane superbo!
Un bacino a te Susa, grazie!
grazie per questo racconto… io ho dedicato una poesia sull’amicizia tra uomo e cane ^_^
Grazie a te Ivana, vengo a leggere la tua poesia!
Fantastico!!!!!!!!!!
E ti ho pensata mentre lo scrivevo, sai? Inevitabile!
Un bacione cara Vale!
Una caccia al tesoro degna di Miss Fletcher! Ma l’accenno agli orecchini sarà mica un suggerimento per me, vero? Bacioni Miss, una bellissima storia 🙂
Oh, santo cielo, i tuoi orecchini sono di ben altro genere e molto iù eleganti!
Sì, proprio una bella caccia al tesoro Viv!
Un bacione grandissimo, grazie!
Che storia,bella e commovente.
Stefy
Sì, una storia di sentimenti belli!
Un bacio cara Stefy!
Sei un mito!
Ma grazie Maurizio!
Brava Miss, comincia a lanciare appelli all’Amministrazione, questa e la strada giusta, deve pur esserci un responsabile, e se questi fà il sordo ci sono le soprintendenze e i carabinieri del nucleo tutela patrimonio artistico,
Le lapidi fanno parte del patrimonio tutelato dalla legge 39 del 1939.
Grazie Miss.
Eugenio
Caro Eugenio, bisogna provarci, la lapide del Gran Roldano è un nostro patrimonio, una ricchezza della nostra città.
Grazie a te che mi racconti sempre aneddoti unici che tu solo sai!
Un abbraccio grande!
Un servizio giornalistico da vera detective.Bella storia. Bello come l’hai raccontata.
Grazie Sandra, sei un tesoro, come sempre!
Un abbraccio a te!
cara Miss la lapide dovrebbe essere pulita dalle erbacce e dovrebbe essere anche segnalata ,non solo in memoria di un grande cane ma in memoria di tutti i cani fedeli e amici degli uomini che li sanno amare perché loro,i cani dico,ci danno veramente tanto e con gratuita’ cosa che noi uomini facciamo raramente . mi piace questa storia come sempre l ‘ amore supera ogni confine non e’ importante che i personaggi siano un principe e un cane commovente e universale e ‘ il loro sentimento che li ha uniti. Sempre grazie
Hai ragione Gabriella, dovrebbe essere tutelato anche in nome dell’amicizia che normalmente lega gli uomini e i loro cani ma anche di più proprio per il suo valore storico!
Un abbraccio carissima, grazie a te!
Bacioni!
La storia è bella come belle sono le storie che i tuoi studi ed il tuo interesse portano a nostra conoscenza.
Non so se anche Genova è stata ammaliata dagli incarichi a ditte esterne, per la spazzatura, per i giardini, e i trasporti scolastici, e tanto altro, Ma dovrebbero ancora esistere i giardinieri e gli spazzini comunali a cui un assessore di buona volontà potrebbe dare l’ordine di servizio, “vada a pulire”, anche perchè se non sono andati in pensione è veramente imbarazzante vederli gironzolare senza aver nulla da fare…
Una buona giornata e sempre sempre sempre complimenti
Guarda, io spero proprio che la mettano in ordine, è un bene artistico e storico.
E la storia è tenera e dolce, grazie Streghina di averla apprezzata!
Un bacio grande cara!
se vuoi ti mando qualche mio concittadino. Noi i cani li abbiamo sempre trattati bene, vedi Cangrande della Scala.
Uh, che ricordi dei tempi del liceo, Cangrande della Scala!
Grandissima Miss,anche investigatrice,esploratrice ed archeologa…speriamo veramente che qualcuno se ne occupi,bastera’ solo un poco di buona volonta’ e olio di gomito…Grazie Miss avessero tutti a cuore Zena come fai tu…un saluto e alla prossima scoperta…
Ciao Massimo grazie 🙂 Archeologa mi fa sorridere parecchio!
Speriamo davvero che mettano a posto la lapide, ci tengo molto.
Un abbraccio a te, a presto!
Ciao Miss, che bella storia, soprattutto la ” riscoperta” della lapide mi ha appassionato..
Anche a me Sainza, proprio emozionante!
Un bacione a te!
Sei una detective perfetta e credo che se il comune non ci pensa potresti farlo tu con un manipolo di amici. Una storiacome questa va ricordata. Facci sapere se ti darai all’ardua impresa. Una bella storia.
L’ardua impresa non è realizzabile, in quanto la targa è molto in alto e non c’è maniera di arrivarci purtroppo!
Però sarebbe stata una bella idea, sì.
Grazie carissima, un bacione a te!
Grande Miss,
questa storia la conoscevo ma non credevo che esistesse ancora la lapide. Complimenti per la testardaggine nella ricerca !!!!!!!!
Ti confermo la mia presenza alla visita della grotta.
Un abbraccio.
Vittorio
Haha! Certo che esiste la lapide, sepolta dalle erbacce ma c’è!
Sono contenta che verrai alla Grotta, spero che ci sarai anche per l’aperitivo, un abbraccio a te!
Che storia… bella, commovente ed originale, come quelle che regala Genova. E ti immagino in giro a fermare tutti e a chiedere e a suscitare strane reazioni!!
Un bacione, Tiptoe
Esatto, ho fermato veramente chiunque :-)!
Grazie Tiptoe, mi fa piacere che ti sia piaciuta la storia di Roldano, è una storia di sentimenti belli!
Un bacione a te!
Che storia bella e curiosa; e che ritrovamento… da vero segugio! 🙂
Haha, ma grazie Giulia, un bacio grande!
Ciao Miss Fletcher
ti leggo spesso ma non ho mai lasciato un commento. Questa volta sento il bisogno impellente di farlo.
Sei stata bravissima! hai tutta la mia ammirazione.
Non so dove si trovi la lapide e di chi sia la proprietà del terreno ma prima di farla vedere e di chiedere che sia segnalata, assicurati che sia ben protetta e custodita.
Un caro saluto,
Angela
Angela, benvenuta qui, mi fa davvero piacere che tu abbia lasciato questo commento.
Grazie delle tue belle parole, mi fanno davvero felice.
Credo e spero che la lapide non corra nessun rischio, è davvero in una posizione dove è impossibile vederla…molte volte faccio il tuo stesso pensiero, Angela.
Un caro saluto a te e grazie.
Ciao Miss-dopo la visita alla grotta di venerdì 21giugno, spinto dalla curiosità della storia di Roldano, ho cercato anch’io la lapide ma sono stato sfortunato avendo incontrato solamente persone anziane sì ma senza la conoscenza dei fatti. Ho trovato una grossa nicchia proprio alla fine di Via Pagano Doria, ma un arzillo vecchietto mi ha detto che c’era una statua dedicata a Giano bifronte! Mi ha anche fatto vedere la finestra con grata del falconiere di Andrea Doria! Ma penso che sia frutto della sua fantasia e non di una memoria storica.
Continua a farci conoscere ” a nostra Zena”. Ciao e Grazie
Ciao Elvezio, benvenuto! Finestra con grata del falconiere? Uh, bisogna assolutamente indagare, non ne so nulla!
Contenta che anche tu abbia visto la grotta, una vera meraviglia!
E grazie delle tue bellissime parole, a presto!
Pingback: Una bella sorpresa da Villa del Principe | Dear Miss Fletcher
Miss, gran bel post…
e lasciami aggiungere che: Lassie, Rin-tin-tin e financo Dudù scompaiono!!
Grazie caro Sergio, è splendida la storia del Gran Roldano, sono sempre felice quando qualcuno voi la legge!
Grazie della segnalazione. Ma in attesa che il comune faccia qualcosa, se mai lo farà, perché non dare qualche indicazione più precisa di dove si trova la lapide? O è un segreto?
Bevenuta Carla! Come ho scritto la lapide è in Via Pagano Doria, non ricordo il numero del civico antistante.
Grazie a te, buona serata!
Miss, avevo già commentato questo gran bel post, e ora per quanto riguarda la preziosa lapide, aggiungo che mi pare quanto mai opportuna la desueta terza persona del passato remoto indicativo del verbo morire, incisa, trattandosi di un cane… in ispecie, di un molosso e non di un chihuahua…
Sono affezionatissima a questo post, la storia di Roldano mi piace tanto!
Sono un ragazzo del quartiere e vi posso garantire che la lapide era posta nel muraglione che corre verso i civici 7 e 9 della via (via Pagano Doria), fronte all’ingresso del silos dei parcheggi.
Fino allo scorso anno la lapide era presente, ultimamente non la ho più notata.. possibile che la famiglia dei Doria Panphilj l’abbiano rimossa per tenerla, magari, in un posto un po più sicuro?
Ciao Simone, benvenuto qui. La lapide è sempre lì, l’ho vista poco tempo fa, solo è completamente coperta dalle foglie e non si vede quasi.
Però c’è, almeno questo.
Una BELLA storia! Grazie Miss. 🙂
A te cara, grazie!
Una storia commovente, narrata col tuo consueto garbo, che conferma l’amore dei Doria per gli animali. Il grande Andrea Doria, si fece ritrarre con il suo amato gatto.Riguardo alla lapide, che grazie alla tua perseveranza hai trovato,consolati, anche la lapide sepolcrale del dott. Giacono Mazzini, padre di Giuseppe, in S.Nicola, è quasi illeggibile, così pure la lapide di D’Annunzio al castello D’Albertis.Ancora complimenti per la tua scoperta e speriamo che la valorizzino adeguatamente !! Ninna-Ester Frigo
Grazie Ninna, lei è sempre tanto cara!
Eh sì, la lapide di Giacomo Mazzini è quasi totalmente illeggibile, ho provato a fotografarla più di una volta ma è veramente consumata, un vero peccato.
Un caro saluto, buona serata Ninna.
Anch’io l’ho fotografata, con scarsi risultati. Un caro saluto Ninna