Galata Museo del Mare, viaggi e avventure sulle onde

E si viaggia ancora, sui mari del mondo.
Sui mari che separano le terre e i continenti, sui mari che sono il nostro orizzonte di speranza.
E si viaggia ancora, al Galata Museo del Mare.
E si parte da qui, da Genova.

E là fuori c’è un universo da scoprire, paesi sconosciuti, ghiacci, foreste e fiumi.
E popoli, genti diverse.
Quanto è grande il nostro pianeta?

Attorno a questo mappamondo troverete delle postazioni interattive, ognuna contiene un antico atlante spalancato su una diversa nazione, la tecnologia vi permetterà di sfogliare virtualmente  quel libro e di scoprirne le meraviglie.
Terre ignote, uno di questi atlanti è aperto su una mappa del Nord America sulla quale non sono disegnate la maggior parte delle terre settentrionali, quei territori ancora da svelare.
E qui, in questo museo troverete un famoso ritratto del più celebre genovese, il più noto navigatore che ebbe i natali in questa città, Cristoforo Colombo.
L’avventura del mare conduce lontano, oltre il limite conosciuto.

E il mare può essere amico o nemico, può spingerti leggero verso la tua meta o ostacolarti con le sue tempeste, con le onde che si alzano altissime, con venti che ti spingono altrove.
E gli uomini di mare combattono, lottano si sfiancano.

Giorno e notte, sospinti e trascinati via, sulla superficie dell’acqua che bisogna domare e vincere.

Fotografia di E.

La sfida al mare è conquista e predominio, è commercio e ricchezza.

Lo fu per Genova, quando era una potenza del Mediterraneo.

Il fregio di una galea, che ha veduto terre lontane ed è arrivato fino a noi, per essere esposto qui agli sguardi dei visitatori.

Vedrete tutto questo nelle sale del Galata, tra strumentazioni di bordo e opere d’arte, quadri che ritraggono velieri che affrontano l’ignoto, vedrete vele, sartie e corde.
L’uomo e il suo ingegno, l’uomo e la sua infinita sete di conoscenza che lo conduce a spingersi oltre il proprio presente, laddove il viaggio diviene esperienza di vita e di crescita.
Una polena che ha sfidato i flutti, in qualche tempo ormai distante.

E un brigantino, signori viaggiatori, si sale a bordo ancora una volta.

Oh, state tranquilli, la cambusa è ben fornita!

E il Capitano ha tutto sotto controllo, nella sua cabina ci sono mappe, strumenti per tenere la rotta e per scrutare l’orizzonte.

Un viaggio per mare, la partenza, la città che lasciate che diviene sempre più piccola, la distanza aumenta e le case diventano dei puntini colorati, gli alberi dei fili d’erba, attorno a voi resta solo un’infinita distesa d’acqua, giorno e notte in balia dei flutti.
Oh, ma arriverete a destinazione, certo!
E scenderete dal brigantino Anna ed avrete qualcosa da raccontare.

Il mare, dal principio dei tempi l’uomo lo ha affrontato con ogni mezzo.

Il mare è foriero di speranze, di promesse per il futuro.
Quanti italiani hanno lasciato la propria patria per cercare maggior fortuna in luoghi lontani?
Partivano, alla volta delle pampas e delle terre del Sud America.
Coltivatori ed allevatori, in continenti che diverranno la loro casa.
L’emigrante porta con sé le sue tradizioni, la sua religione e le sue usanze, porta con sé la propria vita e il proprio passato.

Si apre qui una delle sezioni più interessanti del Museo del Mare, la zona con le sale dedicate ad Ellis Island.
Il viaggio degli emigranti verso il Nuovo Continente, ne parlai agli albori di questo blog, ma oggi posso mostrarvi quel viaggio e quelle persone, coloro che lasciavano la propria patria per lanciarsi in una sfida ricca di incognite.
Stavano lì, in attesa di imbarcarsi.
La Merica, la Merica e Nuova York, questo avevano negli occhi e nel cuore.

E sarebbero sbarcati laggiù, a Ellis Island.
Sarebbero giunti con i bambini piccoli al seguito e con le loro povere cose, molti di loro, una volta giunti a destinazione, non trovavano più le loro valigie.
Come Anna Sciacchitano, qui ritratta con i suoi figli nella sala bagagli di Ellis Island dove arrivò nel 1905.

Sapete, prima di intraprendere la traversata, vi daranno un passaporto.
Sì, voi sarete gli emigranti, voi sarete gli italiani in cerca di fortuna.
E di volta in volta utilizzerete il vostro documento nelle varie postazioni interattive che troverete durante il percorso.
Ma da dove parte il vostro viaggio?
La riconoscete questa città? Non sembra anche a voi di aver già visto questi caruggi e queste case che si arrampicano verso il cielo?

Questa è Genova, con le sue chiese.

Genova con le sue strade e i suoi negozi.

Quanti uffici, gli emigranti si affollano fuori dalla porta!

Sì,  ci sono uffici dove dei serissimi impiegati si occupano delle linee che portano in Sud America.

E una scuola dedicata a Giuseppe Garibaldi.

Si parte dalla Superba, si parte alla volta della Merica, vi controlleranno il passaporto e dovrete attendere con pazienza il vostro turno, accanto a voi i vostri bauli.

E poi si sale, si sale a bordo, riuscite a immaginare la frenesia? Sentite quella folla vociante e rumorosa che si accalca, le madri che si tengono strette i piccini che piangono, gli uomini e i giovani che parlano tra di loro?
Su per la scaletta della nave, alla volta del nuovo mondo.

Con i bagagli accatastati uno accanto sull’altro.

E’ una vera nave, con un camerone per gli uomini.
E se prenderete posto sui letti un congegno elettronico vi racconterà le storie di questi emigranti.

Persone semplici, con tante speranze e pochi averi.

Oh, altri invece possono permettersi maggiori agi.

E altri ancora addirittura il lusso.

Una vera nave.

E quando il mare è mosso bisogna tenersi bene!

Le donne stendono i loro panni davanti ai letti.

E si mangia tutti insieme, attorno a questi tavoli.

La Merica. Sarete sottoposti a un test, come si usava realmente ad Elllis Island e vi faranno le domande di rito, in base alle quali saprete se siete stati ammessi negli Stati Uniti o se verrete espulsi.
Molti italiani  ce la faranno e inizieranno una nuova vita negli Stati Uniti, molti  altri sceglieranno il Sud America e andranno a vivere  nelle fazende.

E qui tutto ha il colore di quelle terre che hanno ospitato tanti nostri connazionali.

Gli uomini e il mare, non tutti viaggiano con lo scopo di mutare la propria esistenza, alcuni partono per diletto e sorseggiano un tè caldo a bordo di un translatlantico.

Potrete vivere e vedere tutto questo e molto altro al Galata Museo del Mare, c’è anche la possibilità di visitare un vero sommergibile.
Ringrazio nuovamente la direzione del Galata per avermi concesso il permesso di pubblicazione delle immagini.
Ho dedicato così tanto spazio a questo Museo in quanto lo ritengo un luogo d’eccellenza e di grande lustro per Genova, un museo didattico e divertente, che racchiude un mondo da scoprire.
Il viaggio per voi deve ancora inziare: comincerà qui, al Galata Museo del Mare.

28 pensieri su “Galata Museo del Mare, viaggi e avventure sulle onde

  1. Misssssss!!!!! Ciao!!!!! Che bellezza!!!! eccomi!!! (chi legge mi prenderà per pazza…ma non fa niente). Oh, bene, bene, allora posso commentare perchè vedi, quest’altro tuo reportage è meraviglioso!!! Gli oggetti di un tempo, mi fan rabbrividire! Che emozione! Bellissimi e tu e E. siete state bravissime. Grazie ancora e un bacione.

  2. E’ un viaggio speciale anche questo che ci hai regalato Miss Fletcher, che bello, da rimanere senza parole. Ed ora capisco a cosa ti riferivi circa le tante (bellissime) foto che avresti pubblicato!
    Ma un saluto anche alla tua amica E, che ti accompagna in questi meravigliosi reportage.
    Ciao Susanna

    • Non avrei potuto fare diversamente, le immagini sono fondamentali per narrare certi posti e questo museo secondo me merita grande risalto, sono contenta che tutti voi lo abbiate apprezzato.
      Un abbraccio Susa

  3. Vorrà dire che prima del nostro viaggio intorno al mondo che avrà inizio questo gennaio, dobbiamo partire da Genova 😉 come tutti del resto…per essere tra questi Italiani in cerca di fortuna 🙂

  4. Ciao Miss,ho lavorato qualche anno al Galata come guida,e’ un bellissimo museo gestito con competenza e passione dal dott.Campodonico e il suo staff

  5. Pingback: Genova e Anversa, vite in movimento | Dear Miss Fletcher

  6. Pingback: Nuovi nati all’Acquario e i colori della vita | Dear Miss Fletcher

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