Il castagnaccio, sapore di novembre

Il castagnaccio in questa stagione è uno dei gusti che prediligo.
Un dolce che sa di casa, di nonne che cucinano e di nipoti che si siedono attorno al tavolo per fare merenda.
Una teglia rotonda, il forno acceso e il più semplice dei dolci.

Rustico, casalingo e neanche tanto leggero, ammettiamolo, del resto era uno degli alimenti di pastori e contadini, che per prepararlo utilizzavano le castagne dei nostri boschi.
Sì, i boschi del nostro entroterra sono ricchi di questi alberi, all’ombra dei loro rami ci si conforta nelle assolate giornate estive.
E le castagne, ancora verdi, maturano sotto il sole, in attesa della loro stagione, l’autunno.

Per il castagnaccio, come tutti sapete, si utilizza la farina di castagne.
Dura la vita dei contadini liguri di un tempo, per ottenere questa farina occorreva far essiccare le castagne nel seccatoio, che a tal scopo  venivano disposte su una sorta di pavimento a listelli di legno situato sopra il locale dove si trovava il focolare.
Il fuoco guizzava allegro, il calore e il fumo salivano, passavano attraverso le assi di legno e facevano così seccare le castagne.
Quando erano ancora calde, le si metteva in sacchi di tela che venivano vigorosamente battuti su un ceppo di legno, in questa maniera si sbucciavano le castagne che venivano poi macinate nei mulini.
Un lavoro faticoso e impegnativo, per ottenere il più semplice degli ingredienti.
E con la farina di castagne si prepara questo dolce per me sublime, del quale desidero lasciarvi la ricetta.
E’ piuttosto facile e ci si impiega davvero poco tempo.
Allora, avete indossato il grembiule? Siete pronti con la teglia?
Iniziate diluendo 250 gr di farina di castagne nell’acqua o nel latte, aggiungete una presa di sale e preparate una crema facendo attenzione che non si creino grumi.
Ungete con l’olio una teglia, versatevi il composto e sopra di esso spargete un cucchiaio di pinoli, uno di semi di finocchio e uno di uva sultanina.
Completate con un ulteriore filo d’olio e cuocete per circa trenta minuti a calore medio ed ecco pronta questa bontà che potrete gustare sia calda che fredda.
Io ne sono golosa, ma in casa sono l’unica che mangia dolci.
Che fare? Oh, se preparassi questa delizia solo per me riuscirei a finire la teglia in men che non si dica, ve lo posso garantire!
E così, per non privarmi di questo piacere, ogni tanto mi compro una porzione di castagnaccio dal Panificio Sebastiano di Via Lomellini, le immagini che vedete sono state scattate in questo negozio.
Eccolo il castagnaccio, dolce sapore d’autunno e castagne.

52 pensieri su “Il castagnaccio, sapore di novembre

  1. Mhmmmmmm!
    Buonissimo il castagnaccio!
    Noi, in Toscana, al posto dei semi di finocchio, mettiamo il rosmarino.
    Alcuni aggiungono anche le noci spezzettate, ma secondo me lo insaporiscono un po’ troppo (oltre che a renderlo ancor più “caloroso”).
    Un caro saluto.

  2. Mai mangiata io una cosa simile, però ho l’acquolina in bocca solo a vederla! Mmmm… chissà che un giorno non decida di provare a farla! Anche se, detto tra noi, dovrei non mangiare cose dolci io… 😉
    Buon week end Miss!

  3. Ti ricordi quando avevo scritto il post sul castagnaccio di topo zio? Ebbene lui è convinto di essere il migliore al mondo a fare il castagnaccio… da buon topino! Cosa dici, apriamo una sfida? 🙂

    • Uh, no, non mi ricordavo assolutamente del tuo post, l’ho cercato adesso e l’ho rivisto!
      Riguardo ad eventuali sfide, in questo od altri ambiti, mi dispiace ma la competizione non è proprio nelle mie corde, a differenza di altri è proprio una cosa che non mi interessa.

  4. Anche qui da noi cara Miss si usa il rosmarino al posto del finocchio ma… quant’ è gustoso il castagnaccio! E’ proprio uno dei classici sapori che la nostra memoria conserva gelosamente nel cuore. Sa tanto d’infanzia, non trovi?
    Un abbraccione Susanna

  5. I posti in cui vivo sono circondati da castagni. Per la gente dell’appennino la farina di castagne è stata per molto tempo la fonte di sussistenza principale. Con la “farina dolce” come la chiamiamo qui si possono fare tanti buonissimi piatti come il tuo castagnaccio. Tipici della montagna pistoiese sono i necci con la ricotta(una specie di piadina arrotolata con all’interno la ricotta fresca). Purtroppo quest’anno la farina sarà merce rarissima. Vuoi per la siccità della scorsa estate, vuoi per l’attacco del cinipide (un insetto infestante che si annida all’interno della foglia del castagno e lo indebolisce). Di questo secondo problema, molto grave, ancora non se ne esce. Stanno provando con un insetto antagonista ma i risultati non ci sono. Fatto sta che bellissimi e secolari castagneti sono in pericolo . La farina di castagne è nelle mie radici. Come potrei non apprezzare il tuo buonissimo castagnaccio? 😉

  6. Grazie perchè ancora una volta parli di una cosa della tradizione genovese.

    Qualcuno aggiunge il rosmarino, io abbondo con pinoli e uvetta.

  7. O Castagnasso…era il dolce dei poveri una volta come le castagne che erano sacre e inviolabili…mia nonna Main..aveva un castagneto sulle pendici del Fasce in località a Fundega canalone tra piani di fascia e Poma…ebbene quando c’era la raccolta delle castagne dormiva li con i figli nel Seccheso(casetta di pietra dove si seccano le castagne) perchè altri non le rubassero…il castagnaccio è anche questo sacrifici e sangue per preservare chi lo generava la farina di castagna che noi rubavamo a ns madre per fare i cartoccetti pieni e mangiarcela a cucchiaiate era il massimo…e poi la sera arrivava il Castagnaccio sua maesta e giù a rimpinzarci e se avanzava a scuola avvolto rispettosamente nella carta straccia quella grigia….ora è un dolce di nicchia come si dice….viva Nonna Main che sta ad Apparizione con 5 figli un genero una nuora(mamma) e 5 nipoti…ciao Grandissima e grazie un grande abbraccio!!!

    • Ecco, i tuoi commenti sono sempre speciali caro amico, hai dipinto un quadro bellissimo ed è un privilegio poter vedere questo frammento di ricordi di famiglia.
      Grazie di cuore Pino, un abbraccio!

  8. Miss, il castagnaccio ci piace molto, dico “ci” perchè mia moglie e mia figlia lo fanno spesso, ogni tanto fanno la versione col peperoncino, sempre buono, qualsiasi ingrediente gli si aggiunga… mi piace il Seccheso che nomina quarto 1945… in italiano il posto in cui seccano le castagne si chiama Metato, dalle mie attuali parti, sulle alture di Camaiore c’è un paesetto di due o trecento anime che si chiama, appunto Metato perchè è circondato da un bosco di castagne…

  9. mi correggo, a Metato, due o trecento anime, ci saranno d’estate perchè è zona di escursioni montane, i veri residenti sono solo 63, poco più in alto, nella cosiddetta Buca del Tasso, sono stati trovati resti di un uomo di Neanderthal, quello, sai quante castagne, magari con la buccia, deve essersi mangiato? ti mando una mail con foto…

  10. Mmmm….miss,qui in Piemonte fanno una versione ricchissima del castagnaccio,la torta di castagne fatta con le castagne secche,particolarmente cioccolatosa ed altrettanto goduriosa..una via di mezzo tra una torta e un budino.Stranamente é un dolce pasquale,tipica di Canelli

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.