Questa è una storia di caruggi e panni stesi, una storia ogni giorno diversa, di attimi fissati in un’immagine.
Il mio sguardo diviene vostro e si posa su certi antichi muri che a volte presentano l’usura del tempo e paiono scuri e in ombra, in luoghi dove la luce appare all’improvviso e batte chiara sui vetri e illumina le facciate.
Questa storia di caruggi e panni stesi inizia in Salita di Carbonara e racconta del vento che impietoso soffia su per le salite, si insinua tra i vicoli e le creuze e smuove una tovaglietta dai toni confetto che pare sia stata posata qui da un artista amante delle sfumature.
Ma in certe piazzette del Carmine il vento tace.
E tutto è fermo immobile, come sospeso nell’attesa.
E in Via Prè è il colore a vincere.
Oltre gli archetti, sopra a una finestra pitturata di rosso, un filo da stendere si illumina di un rosa fluorescente, è accesa e colorata la città multietnica.
E’ di turchese e d’arancio il bucato che asciuga nella quiete di Piazza Valoria.
E da un persiana sventola orgoglioso nel cuore della città vecchia il nostro caro Tricolore.
E pendono i panni dalle corde tese sulla facciata di un palazzo dei Rolli in Piazza Grillo Cattaneo che un tempo fu regale dimora di un doge.
La città vecchia e le sue suggestioni.
Luce e ombra in Vico dietro il Coro di San Cosimo.
Lì accanto c’è Vico delle Pietre Preziose e poco più in là Vico dei Cavoli, che strano trovarli vicini, questa per me è pura poesia.
E il bucato che pende tra un muro e l’altro è un‘opera d‘arte.
Un altro momento, una diversa stagione e una differente prospettiva.
E una luce più accesa che scalda i vasi di piante e i panni stesi ad asciugare.
Buio e ombra, una facciata rossa che spicca in Vico Basadonne.
Bianco e giallo, nella cornice suggestiva di Piazza Embriaci.
E blu di Genova in Vico delle Monachette.
Il cielo è grande sopra la città antica e sopra i caruggi, il cielo regala vento e brezza leggera che spira gentile nella bella stagione.
Un’edicola, una Madonnetta e una veduta di Vico Vegetti.
Ed è ancora il colore a regalare un bel contrasto a questo scorcio di Piazza Cavour.
Una storia di caruggi e panni stesi racconta di sfumature e di riflessi, del calore di certe tinte biscotto.
E a volte diviene una storia di caruggi, panni stesi e biciclette.
E lo sguardo segue certe armonie, la bellezza si può vedere anche nelle cose semplici, spesso è lì che si manifesta, attende solo di essere scoperta.
Una storia di caruggi e panni stesi, laggiù, dove la luce lotta con la penombra.
Laggiù dove c’è un vicolo il cui nome riporta alla memoria certe attività marinare di questa città ma anche una certa cupa oscurità.
E’ Vico della Pece, dove a volte il sole trionfa vittorioso.
I caruggi sono belli ma tu hai l’arte di farli sembrare magici .
Complimenti ciao
Grazie Ottavia, sei sempre un tesoro tu!
Un abbraccio!
l’odore spesso é spesso…Ma la magia….
La magia è tutta speciale, cara Martina.
Ma non sono le mie mutande quelle lì?
Ciao Lotje!
Questo post mi ha ricordato la prima storia che ho provato a scrivere.
Era ambientata a Venezia e una scena si svolgeva su un vicolo proprio come questi (da noi si chiamano calli.)
E un articolo davvero bello, io amo queste viette a misura d’uomo.
Buona serata.
p.s. anche a te Mamma-di-Miss, e grazie per i saluti!
Sapessi quanto mi piacerebbe tornare a Venezia, l’ultima volta che ci sono stata ero davvero piccola.
Magari se ci riuscissi potresti farmi da guida per le calli, pensa che bello 🙂
Grazie caro Chagall, sono contenta che ti sia piaciuto!
Ma sai, io Venezia la conosco più sulla carta che dal vivo.
Ultimamente muoversi è difficile, io stesso non la vedo da parecchi anni.
Sicuramente la conosci meglio di me, prima o poi ci tornerò!
Dear Miss Fletcher,
Genova é una cittá che non conosco proprio ma mi sono imbattuta nel tuo blog e sono rimasta affascinata da come scrivi e dall’idea che mi stai dando della tua cittá. Vorrei davvero venirci al piú presto. Io abito in Inghilterra …da una vita e l’Italia mi manca tantissimo…Viverla virtualmente attraverso gli occhi di persone come te é davvero un regalo inaspettato,
Annalisa
Grazie Annalisa, mi hai scritto un commento meraviglioso, non so come ringraziarti per tue belle parole.
E sapere che i miei articoli fanno venire il desiderio di visitare Genova è per me una bellissima soddisfazione.
Benvenuta nei miei caruggi per ora solo virtualemente ma presto spero che li vedrai con i tuoi occhi!
In effetti i panni stesi ti capita davvero di notarli passando qui e là e di apprezzarne distrattamente il colore che danno a certi angoli 🙂 Ma il mio “distrattamente” è così distratto che magari mi sembra solo d’averlo pensato e invece me lo immagino soltanto. Ma è un po’ la mia storia coi caruggi: mi piace quello che vedo, ma è tutto passeggero 🙂
Almeno adesso grazie al tuo blog posso sfruttare la tua memoria per rinfrescare la mia, oltre che imparare cose nuove di Genova.
Però sta cosa dei panni stesi l’avevo notata anche io, ne potrei essere quasi certo *mumble* *mumble* (ditemi di sì)
Io sono assolutamente certa che tu abbia notato i panni stesi e che ti abbiano colpito, sono talmente belli e scenografici.
Io da quanto giro con la macchina fotografica ogni volta che li vedo scatto una foto, ci sono dei punti della città che sono anche più belli con i panni stesi.
Un abbraccio caro Fabio!
Riesci a rendere interessante un argomento come i “panni stesi” e poi mi vengono in mente le mollette a terra perché cadute dalle finestre.
Grazie cara Tatti, sei sempre gentile.
E’ vero, le mollette che cadono a terra!
Quando passo davanti a un balcone coi panni stesi, mi capita a volte di domandarmi chi si sporgerà a raccoglierli e qual è la loro vita segreta, tra le mura della casa.
Fare dei pensieri sulla vita segreta degli altri è proprio delle persone con grande fantasia ed immaginazione, è una bella cosa secondo me.
I panni stesi alle finestre, insieme ai fiori, rendono vive le case di città. guardandoli t’immagini molto di chi la abiti.ciao Miss!
Anche tu giochi ad immaginare chi siano le persone che abitano in quelle case, lo faccio pure io!
Un bacione cara Sandra!
I panni stesi, anche se qui non se ne vedono molti se non in quartieri periferici mi hanno sempre incuriosito. Mi perdevo ad immaginare chi abitava in quelle case e indossava quei pantaloni e quelle magliette…e mi capita ancora se non sono di fretta. Bellissimi cromatismi specie nella quarta foto! Baci
Il gioco del colore è sempre spettacolare, io poi amo particolarmente la luce e l’ombra, il contrasto.
E nelle giornate di sole divento una cercatrice di luce!
Un bacio a te Viv!
Genova talvolta diventa Venezia.
Uh, qui non abbiamo i canali però!
Vero, ma certe vie strette ed ombrose…
Quelle non mancano 🙂
Un matrimonio ben riuscito: carrugi e panni stesi. Un matrimonio ben raccontato, soprattutto
Grazie carissima, buona giornata!
Se non sapessi che queste foto le hai fatte tu e che non sei nel cast di Ritorno al futuro, direi che sei sbarcata in un’altra epoca… Penso alle vite che ci sono dentro a quei panni…chissà che storie!
Immagini bellissime, Miss! Grazie di averle regalate a tutti i tuoi lettori!
Grazie a te, cara Rita.
Colleziono foto di panni stesi da tanto tempo e ora ne ho messe alcune qui.
Che dici, già che sei in ferie malgrado il tempo potremmo provare a vederci?
Un bacione!
Gli immancabili panni stessi!! Senza di loro i caruggi non sarebbero la stessa cosa! 😀
PS: ti ho assegnato un premio sul mio blog, se ti andasse di dare un’occhiata… http://kaleidoscope90.blogspot.it/2013/03/liebster-award.html 😉
Un abbraccio!!! 🙂
Hai ragione, i caruggi non sarebbero gli stessi senza panni stesi!
Grazie di cuore del tuo premio cara Noemi, sei veramente un tesoro!
Ti ricordi Miss quando avevamo il filo da stendere che congiungeva la nostra finestra con quella di Geronimo Stilton e andavamo a leggere gratis tutti giorni? 😀 Fantasticheria… bravissima e bellissima idea!
Grazie Pigmy, contenta ti sia piaciuto!
Pietre preziose e cavoli… bell’accostamento, sì.
Ma l’acquolina me la fan venire solo i secondi! 😉
Oh, anche io non ho una predilezione per le pietre preziose, ma l’accostamento è davvero inusuale!
I panni stesi per i vicoli a me sanno di tradizione, di paesello, non si trovano mica dappertutto. Sono belli. Grazie, Miss :*
Anche a me ricordano tempi lontani.
Bacio Cla, grazie a te!
belle colorate queste immagini.
Ma non succede mai che qualcuno, tirando il filo prenda la biancheria degli altri?
Haha! Non ne ho veramente idea 🙂
Ehmm… ho visto la mia biancheria stesa…
Meno male che non è quella leopardata 🙂
E meno male davvero 🙂
Cara Miss Fletcher,
con i panni stesi mi vengono in mente i “cavagnin” che attraverso una corda scendono e risalgono dalle finestre, non se ne vedono più …
Oh, io invece una volta ho visto una signora che calava un cestino in Piazza Santa Brigida e sotto c’era il figlio che ci ha messo dentro il sacchetto del pane!
Bene!
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Spesso nei pochi momenti di libertà dal lavoro mi reco a Genova proprio per rilassarmi alla vista dei panni stesi. Adoro oltretutto raccogliere le mollette cadute a terra (quando integre). Proprio in vico della Pece (di cui Lei ha postato una foto) ne ho trovata una rarissima.
Spero che a nessun amministratore genovese venga mai in mente di mettere in discussione l’adorabile pratica di stendere i panni sulla pubblica via.
W i panni stesi!!!
Benvenuto qui Mauro, la meraviglia dei panni stesi è una caratteristica di Genova, io li amo tantissimo.
Grazie, buona giornata a te!
Miss, le tue collezioni: Primavera – Estate e Autunno – Inverno di panni stesi sono davvero stupende…
E c’è anche un post sui panni stesi di Fontanigorda, pensa! Grazie Sergio, buongiorno a te.