Correva l’anno 1908 e con grande sfarzo a Genova veniva inaugurato un lussuoso Hotel dall’eleganza leggendaria.
Non lontano dalla Stazione Marittima, in posizione predominante sul mare e sul porto, l’edificio fu fatto costruire dalla Società Anonima di Alberghi Italo Svizzera e ha l’estrosa impronta dell’architetto Gino Coppedè.
Benvenuti al Grand Hotel Miramare & De La Ville, meta prediletta del jet set internazionale, questo albergo ospitò sovrani ed eminenti personaggi politici, attori di Hollywood e rappresentanti del mondo culturale dell’inizio del secolo scorso.
Tra gli altri qui soggiornarono Winston Churchill e Margherita di Savoia, Guglielmo Marconi e gli indimenticabili Stan Laurel e Oliver Hardy.
Una location di sicuro fascino, un edificio grandioso e signorile.
Al Miramare veniva spesso un ligure che per lavoro era sempre in giro per il mondo: ogni tanto però tornava a casa dalla sua famiglia.
E come i divi del cinema anch’egli sbarcava da un transatlantico, era il luogo dove egli svolgeva la sua professione.
Già lo conoscete, è lo stimato chef di bordo Francesco Biso.
Veniva dall’America e prima di proseguire per la sua Lerici era solito fermarsi al Miramare.
Da affezionato cliente ricevette dalla Direzione dell’Hotel un volumetto pubblicitario dove sono raccolte immagini per me rare, io non le avevo mai vedute prima.
E ancora ringrazio Marco Biso, nipote di Francesco e proprietario delle antiche fotografie che vedrete, è stato lui ad inviarmele e mi ha fatto un grande regalo.
Si apre un album e si inizia così un nuovo viaggio nel tempo.
Nella Hall già si trova la ricercatezza di un posto esclusivo.
Naturalmente al Miramare non manca nulla, i signori clienti hanno a disposizione il telefono e il telegrafo.
Gli ospiti di questo hotel godono della bellezza di certi spazi comuni dove nulla è lasciato al caso.
Ci sono comode poltroncine, pregiati tappeti, vasi e porcellane, nel camino in inverno scoppietta il fuoco.
E osservate con attenzione, su ogni tavolo c’è un vaso di fiori ed ognuno è diverso dall’altro.
È caldo e ospitale questo salone che fu scenario degli ozi dorati del bel mondo, le due immagini precedenti sono dettagli di questa fotografia.
E linda e armoniosa è la sala da pranzo.
Un tavolo al Miramare, con una luce soffusa che rischiara momenti speciali.
E poi broccati, tessuti di pregio, tende sfarzose, grandi specchiere e lampadari importanti.
I signori gentiluomini abbiano l’accortezza di farsi da parte, questo è il salottino delle signore ed è esclusivamente riservato alla clientela femminile.
Immagino le chiacchiere e le risate argentine di certe fanciulle, nel salottino forse si leggevano libri e qualche giovane aristocratica si sarà certo dilettata con il ricamo.
Atmosfera chic e raccolta anche nel salottino privato.
E poi, la dolcezza di certe serate tiepide, il profumo del mare e la brezza salmastra che pervade i sensi mentre il sole proietta a terra le ombre.
E quante promesse di amore eterno saranno state pronunciate sulla terrazza del Miramare?
Il prestigioso Hotel ebbe anni gloriosi e alterne fortune a causa dei diversi eventi bellici, sul principio della Seconda Guerra Mondiale terminò di essere il lussuoso albergo che era sempre stato.
Nel tempo a seguire poi ebbe sorte incerta e travagliata, attualmente ha trovato una diversa destinazione e, tra il resto, i suoi spazi sono divenuti appartamenti.
A me piace immaginarlo com’era al tempo dei suoi giorni scintillanti, quando si passeggiava sulla terrazza volgendo lo sguardo alla Lanterna.
Verso il mare di Genova e il suo porto, anima viva di questa città.
Un’epoca luccicante, ricca e in continuo divenire, un tempo che si può evocare con la fantasia.
Frusciano le sete degli abiti da sera, c’è gran sfoggio di gioielli, di cappelli all’ultima moda e di ricercati ventagli, una musica lenta accompagna certe serate dall’atmosfera da sogno.
È un altro tempo, a Genova.
Sono i giorni dorati del fasto del Grand Hotel Miramare.
Ma che bellezza! Sembra di entrare in un film, chissà perché mi è venuta in mente Agatha Christie… Ho immaginato una delle scene di svelamento dentro il salottino privato. Oggi la fantasia galoppa 🙂 Un bacione
Hai visto che meraviglia? Queste immagini sono una novità assoluta anche per me, il Miramare è una bellezza leggendaria, io personalmente non ci sono mai entrata.
Lo visito in questa maniera virtuale e a suo modo magica, direi che io e te possiamo accomodarci nel salottino per signore, che ne dici cara?
Un bacione Viv, grazie.
Direi proprio di sì, se poi vuole raggiungerci qualche illustre scrittore del passato gli offriremo volentieri tè e pasticcini 🙂
Eh che meraviglia, cara!
Questo è un altro gioiello che ho sempre visto devastato dalla guerra e solo dopo la mia partenza é stato restaurato.dietro sorge quello che noi di san Rocco chiamiamo il palazzo delle barche dai fregi a forma di prua che lo decorano
Un prezioso gioiello genovese, per lo meno adesso ha trovato una nuova vita, sarebbe stato un peccato lasciarlo andare in rovina.
Grazie Eliana, buona giornata!
Incredibile scoperta! Avevo sempre visto quell’edificio dal pretenzioso aspetto liberty abbandonato come un inutile cumulo di materiale da costruzione in disarmo.Invece lei c’è l’ha mostrato nel suo aspetto del passato,accogliente ed elegante.Lussuosi ed eleganti gli interni ,affascinante la passeggiata lungo la terrazza esterna,quasi simbolo di una città più ricca e cosmopolita di quanto Genova sia attualmente. Molto interessante,Nicla
Cara Nicla, queste immagini sono stata una gradita sorpresa anche per me, non avevo mai visto gli interni del Miramare.
E certo, avevo immaginato il lusso e l’eleganza ma davvero queste fotografie d’epoca restituiscono un’atmosfera particolare, sono contenta di averle condivise con voi lettori.
Buona giornata Nicla, grazie.
Chiedo scusa per il refuso scritto direttamente dell’Ipad di cui non mi sono accorta.Buona giornata Nicla
Si figuri, non c’è bisogno di scusarsi, capita a tutti.
Grazie ancora.
Come mi ci vedo seduta a qui tavolini o sul terrazzo. Di certo i fortunati proprietari dei moderni appartamenti saranno felici di abitare un luogo così bello, ma io lo avrei preferito ancora Albergo, magari per alimentare il sogno di poterci soggiornare
Eh, un incantevole sogno del bel tempo andato, doveva davvero essere un luogo affascinante!
stupenda raccolta di cartoline
Sì Alessandro, veramente un tesoro prezioso.
Grazie, benvenuto su queste pagine!
Mi mancavano le immagini che riguardano gli interni e sono davvero delle chicche meravigliose.Bellissimo l’insieme del resto Coppedè è stato un’architetto davvero geniale ed eclettico,lo dimostrano anche le costruzioni dell’omonimo quartiere romano.
Anche a me mancavano, Daniela, ho potuto colmare questa lacuna grazie alla generosità di un lettore.
Coppedè ha lasciato la sua traccia in diversi posti a Genova, il suo è uno stile inconfondibile.
Grazie, buona giornata a te.
🙂 bella serata e buon weekend,anche se a quanto pare sarà piovoso
Anche a te Daniela, grazie.
Il Miramare l’ho sempre osservato dal basso pensando agli sfarzi di quando era un albergo di lusso… come al solito il tuo blog è sempre prezioso per far diventare concrete certe fantasie che volano nella mia mente mentre cammino per la nostra meravigliosa Genova! 😀
Grazie Kiki, io son rimasta stupita quanto te, ho provato a immaginarlo tante volte proprio come te, le immagini superano le mie ipotesi fantasiose, era veramente splendido e scenografico.
Un bacione a te e grazie!
Magnifico, immagini che non avevo mai visto. Se penso che ora c’è il bingo …
Anche per me queste immagini sono una novità, questa eleganza va al di là dela mia immaginazione.
Un abbraccio Paola, grazie.
nell’ottobre scorso, mentre aspettavo il treno a Principe, per rincasare, ho notato lo splendido liberty del Miramare e ho pensato che continuasse a essere ciò che quel nome lascia supporre, cioè, un Grand Hotel… ad un certo punto, però, leggo la scritta Bingo che reputo offensiva, già per una qualunque stamberga, figurati per un Coppedè come quello… tu nel post dici solo “e, tra il resto, i suoi spazi sono divenuti appartamenti”, cioè, non te la sei sentita di dirci tutta la verità… sappi che ti capisco, sappi che hai tutta la mia comprensione…
Eh caro Sergio, la vicenda del Miramare è stata parecchio travagliata, prima di diventare ciò che è ora mi ricordo di averlo visto per lungo tempo abbandonato.
E cosa devo dire? Sarebbe molto bello che fosse ancora un albergo affascinante e meraviglioso.
Un abbraccio, buona serata a te.
Lo vedo, andando a lavorare. Lo vedo dalle finestre dell”ufficio.
Lo vedo, nella sua bellezza triste.
appartamenti mezzi vuoti.
Al piano terra un sala bingo…… forse ormai chiusa anch’essa…
Bellissimo. Triste….
Emanuela
Non so se gli appartamenti siano mezzi vuoti, mi rimane la curiosità di visitare le parti accessibili, magari lo farò.
In ogni caso per lo meno c’è ancora, Emanuela.
Un abbraccio a te, grazie.
Buonasera ho visto le immagini meravigliose del “mio” Miramare. Infatti sono entrata a far parte della grande famiglia del Miramare 16 anni fa non appena ultimati i lavori di ristrutturazione. Ho amministrato questo Condominio per 15 anni sino a dicembre del 2015. Attualmente il mio ufficio è all’ultimo piano proprio al centro sotto la grande statua.
Ho acquistato in questi anni 3 appartamenti all’interno e due li ho adibiti a casa vacanze. Sono innamorata di questa struttura da sempre e sarei onorata, qualora fossi di passaggio a Genova, a farti visitare l’attuale Miramare
Ti aspetto
Buonasera Laura, benvenuta su queste pagine e grazie di cuore del cortese invito!
Mi farebbe molto piacere visitare il Miramare, posso contattarla in settimana e venirla a trovare? Potrei scriverle alla mail con la quale ha commentato il blog, se per lei va bene. Sarebbe bellissimo poter scoprire questa meraviglia e vedere il panorama di Genova da lassù! Grazie davvero!
Sono molto amaregiato, per la trasformazione non solo di questo storico albergo, ma anche di tutti gli altri, Britannia, Columbia, Feder ed altri.
Malgrado il tuo bellissimo articolo con foto rarissime, provo una sensazione di grande tristezza.
Eugenio
Eh caro Eugenio, lo so, ti conosco bene.
Davvero un peccato che quel mondo e quelle atmosfere non esistano più, siamo un altro tempo piuttosto distante da quel fasto e da quegli splendori.
Mi scrivi che le foto sono rarissime, lo immaginavo, io non avevo mai visto nulla del genere.
Grazie Eugenio, un abbraccio.
Che bel regalo ci hai fatto, Miss!. Un sacco di volte passando accanto al Miramare mi sono chiesta come poteva essere nel suo massimo splendore; ora lo so!!!!!!!!Buon fine settimana, ma non ti riposare troppo,eh….
Grazie carissima, io come te ho sempre avuto la curiosità di conoscere le bellezze di questo grandioso Hotel ed eccole qua, merito di un lettore generoso che ha voluto condividere con me questo tesoro. Che dici, ci incontriamo nel salottino per signore? Un abbraccio Anna, buona serata!
Invito accolto: abito lungo o informale?
Abito lungo ❤
P.S: sono quell’anzianotta rotondetta con il libro in mano!
Un abbraccio cara, gran classe tu, ho visto le tue foto e lo so!
Che perla eccezionale il Miramare….con queste stupende e rarissime foto hai fatto salire la mia conoscenza di un pezzo di Genova di un altro gradino importante per me….grazie Miss complimenti per questo magnifico post un grande saluto!!!
Carissimo, queste foto sono una meraviglia, da tanto desideravo scrivere del Miramare e ho potuto farlo in maniere speciale, un abbraccio a te Pino, buona giornata e grazie!
…e anche il grande chef Checco Biso ha fatto la sua eccezionale e fondamentale parte che bello essere Miss Fletcher….ciao Miss!!!
Eh sì, grande Francesco Biso, sono contenta di aver raccontato la sua bellissima storia.
Grazie Pino, buon sabato!
Caspita che splendore, cara Miss Fletcher! E davvero chissà quante storie deve aver vissuto questo mirabile edificio. Per quanto…un appartamentino lì mica mi dispiacerebbe, sai?
Un abbraccio e buon fine settimana
Susanna
Eh, doveva essere un’autentica meraviglia cara Susanna.
Un bacio grande a te, buona giornata!
Da tutte le espressioni di compiacimento per il bel reportage emerge la nostalgia per il passato e la sostanza di tutto quello che non si è mai avuto o non si è potuto avere e che mai sarebbe stato possibile ottenere.
Il Miramare era l’approdo “naturale” delle classi di lusso dei famosi transatlantici. Punto.
Per me che ho vissuto gli anni Trenta, mi ricordo del Miramare, come del Columbia a Principe. Del primo, per la sua posizione, avevamo una visione decisamente staccata dalla nostra condizione. Del secondo, essendo più a portata di mano, avevamo il bene di sbirciarne l’atrio attraversando la Piazza Acquaverde. Se mai avessi avuto l’ardire di entrare, un’occhiata del portiere era sufficiente per inquadrare le tue possibilità finanziarie e metterti alla porta.
Chi frequentava questi importanti alberghi non si accorgeva neanche di tutto quello che stava loro intorno perché viaggiavano in un virtuale tubo che evitava qualsiasi contaminazione estranea; e noi della massa, costituita da tutti i gradini della scala sociale meno l’ultimo riservato a quelli che non si chiamavano ancora “vip”, quasi temevamo di nominare certi luoghi tabù come le case chiuse. Raramente avevamo la possibilità di avvicinarci al REX o al Conte di Savoia, senza neanche salirvi a bordo proprio come nel film di Fellini: era un bene che ci condizionava la giornata.
Tutto sommato anch’io ho nostalgia delle cose inarrivabili utili per farci sognare come se avessero potuto appartenere ad un nostro ipotetico futuro.
Grazie ancora del reportage e di tutti quelli che trattano di Genova, di quella Città che si è fermata a prima della Guerra perché, quella successiva (a parte i restauri), appartiene a un volgare e dispendioso stereotipo che puoi trovare ovunque.
Questa è la peggiore delle nostalgie.
Un caro saluto da un ex giovane.
Attilio
Benvenuto Pietro, ho letto con grande interesse il suo commento e davvero riporta un frammento di realtà, io quei giorni non li ho vissuti ma sono certa che in luoghi come questo, come lei dice, fosse ben evidente la linea di demarcazione tra le diverse classi sociali.
E comunque, ancora adesso, è una bella nostalgia provare a immaginare questi luoghi inarrivabili.
Grazie infinite per le parole di apprezzamento, mi fanno veramente piacere.
Buona giornata a lei e a presto!
Elegante romanticismo esplode da queste bellissime foto,mi immedesimo e sogno di aggirarmi in quei saloni ,salottini con un bel vestito rigorosamente colori pastello, con pizzi e merletti ,guanti ,una acconciatura bella èpoque ,un cappello di paglia di Firenze, il cavaliere?? bellissimo, forse sono in ritardo , sai io sogno perchè tu me ne dai la possibilità grazie .
No, cara, non sei in ritardo, per i sogni ad occhi aperti si è sempre in tempo.
Meraviglioso il Miramare, raccontarlo in questo modo, con queste immagini, è stato un vero privilegio.
Un abbraccio Ottavia, grazie di cuore.
Grazie mille!
Un bellissimo album fotografico di una struttura che mi ha sempre incuriosito… Ho una foto dei miei nonni, eleganti e bellissimi, durante una festa del periodo fascista, e mi domandavo come fosse l’hotel all’interno… Di che anni sono le fotografie? Anni venti?
Bellissimo questo album, vero? Sono io la prima a ringraziare per il prestito, sono foto preziose.
Non mi pare di conoscere l’anno preciso delle foto, sarà più o meno il periodo indicato da te Stefania.
Buona giornata e benvenuta su queste pagine!
Pingback: Una visita speciale al Grand Hotel Miramare | Dear Miss Fletcher
Le ferrovie costruirono una galleria proprio sotto il Miramare, per cui le vibrazioni dei treni in transito si ripercuotevano nella struttura. Ci fu una causa, le ferrovie la persero, furono condannate a pagare una somma ingentissima come risarcimento. Invece di pagare comprarono l’albergo, lo chiusero e finì come ben sappiamo. Questo mi è stato raccontato da mio padre, che era funzionario delle F.S.
Che peccato, Marco, era un posto incantevole e quando ho visto queste immagini meravigliose sono rimasta affascinata da tanta eleganza.
Grazie del tuo intervento, benvenuto qui!
Circa trenta anni fa visitai il Miramare con un cliente che pensava di acquistarlo dalle ferrovie (sono architetto). Era impressionante la vastità e l’abbandono di quelli spazi. Grande la tristezza…. Mi immaginavo già a ristrutturare il vecchio albergo. Purtroppo non mi lasciarono fare delle foto. Poi non se ne fece nulla, proprio a causa delle vibrazioni. Non so se e come abbiano risolto il problema…
Sono contenta che lo abbiano recuperato, sono anche riuscita anche a visitarlo e devo dire che sono rimasta affascinata.
Grazie Stefano, benvenuto su queste pagine.
Mi ero già immerso nella magica atmosfera di queste foto qualche tempo fa, ma oggi dopo aver acquistato il depliant d’epoca relativo alla cena del Rotary di maggio ’34 svoltasi al Miramare, sono voluto tornare per aiutare ancor meglio la fantasia. Il programma del concerto, il menu della cena e l’invito al grande ballo che ne è seguito, se sfogliati rimirando le splendide fotografie, non possono fare altro che trasportare come la classica macchina del tempo all’interno di quello scintillante mondo fatto di specchi, ottone, legni pregiati, velluti e sete damascate, lampade Tiffany e ceramiche preziose. Woody Allen nel suo Midnight in Paris l’ha chiamata “sindrome dell’epoca d’oro” e forse non aveva torto, perché a ben guardare non era tutt’oro ciò che luceva, ma se per un attimo escludiamo la cruda razionalità storica e dimentichiamo la politica e le sue tragiche conseguenze, giusto per dirne una, e ci soffermiamo sul mero romanticismo allora non si può che augurarsi di essere affetti dalla sindrome e di non guarirne più. Basta uno sguardo fugace ad una delle immagini e già si odono gli archi intonare Mozart, Boccherini o una Romanza di Beethoven e al lucore soffuso delle lampade liberty labbra decise, incorniciate da baffi sottili, sfiorano la seta candida di un guanto: un invito, forse una promessa , chissà …
Eh, quanto hai ragione, le immagini e i reperti del passato fanno proprio questo effetto magico, ti fanno viaggiare nel tempo passato.
Complimenti per il tuo prezioso acquisto, una vera chicca!