Quelle case vetuste, di pietra e di ardesia, intrise di storia e dense della memoria di passi che un tempo calcarono certe ripide scale.
Semplicemente case di famiglie, di padri e di madri, di lavoratori e bottegai di Ponticello, buona gente che abitava là, all’ombra delle torri di Porta Soprana.
Semplicemente genovesi e con tanto orgoglio, io credo.
E mi piace immaginare questi miei concittadini che nel passato abitarono in quelle strade perdute a pochi metri dalla dimora di Colombo e vicini alla porta della città sulla quale è affisso un marmo dove si leggono, tra le altre, queste parole:
Ben presidiata d’uomini e munita di una mirabile cinta di mura,
tengo col mio valore lontani gli ostili colpi.
I colpi impietosi del piccone, invece, non risparmiarono le umili case: il Novecento portò la modernità e i grattacieli svettanti, a metà degli anni ‘30 questa zona subì sventramenti e demolizioni e divenne a poco poco come oggi noi la conosciamo.
Nel momento in cui fu scattata la fotografia che compare su questa cartolina c’era ancora vita fremente in quelle case antiche: c’erano pentole sul fuoco, panni da lavare, c’erano letterine di Natale e cassapanche, sedie impagliate e tovagliette di pizzo tenute con cura.
C’erano finestre spalancate, tetti spioventi, lenzuoli stesi, sospiri e battiti del cuore.
E poi la vita è anche un po’ strana, a volte: all’incirca nel punto dove oggi fa capolinea una linea dell’autobus in quel tempo lì c’erano i carretti trainati dai cavalli.
E c’era la recinzione di un cantiere: in quell’area verrà ricollocato l’antico Chiostro di Sant’Andrea e là ancora si trova, all’ombra delle torri di Porta Soprana.
E c’era un evento imperdibile per i genovesi, lo vedete ben pubblicizzato sui manifesti affissi sulla palizzata di legno.
Vi si legge Maciste Innamuou e in italiano corrisponde a Maciste Innamorato, questo è il titolo di un film muto del 1919 di cui fu protagonista nel ruolo principale il genovese Bartolomeo Pagano, non so dirvi se il manifesto si riferisca a un adattamento teatrale o proprio a una proiezione di quel film.
Una gran pubblicità per uno spettacolo che avrà certo incuriosito molti spettatori, ci sono manifesti ovunque!
Intanto la vita scorre, lenta e calma, ognuno cammina verso la propria meta in un frammento di Genova che sta per cambiare aspetto.
E probabilmente, in quel momento, nessuno di loro lo sa.
Ci sono ancora quelle vecchie case, le botteghe minuscole, i profumi semplici della vita, i caruggi sempre veduti e vissuti.
Come ogni giorno.
Come in ogni attimo di certe vite trascorse all’ombra delle torri di Porta Soprana.
Pensavo di trovare una foto recente alla fine del post ma per ora mi accontento di guardare com’era… mi sembra di capire che almeno la Porta si sia conservata integralmente con tutti i suoi bei torrioni. Bacioni cara!
Ops, grazie cara! Sì la porta c’è ancora e ne scrissi nel passato, l’ho data per scontata, è davvero una delle testimonianze più preziose del nostro passato. Grazie Viv, un bacione a te.
Mi sembrava di averla già vista qui sul tuo blog 😊
Infatti, poi c’è anche l’altra porta e magari ci si può confondere.
Baci cara, buona giornata a te!
Miss, traspare bene il rammarico con cui descrivi il mutamento del Vico Dritto di Ponticello… ormai le due torri di Porta Soprana sono all’ombra di altrettanti grattacieli…
Sì, Sergio, mi dispiace anche moltissimo non aver mai veduto certi caruggi, è proprio una perdita per tutta la città.
Buongiorno Miss,
Ringraziamo Carlino Pescia che con il suo lascito, ha provveduto al restauro di Porta Soprana.
Quelle belle scritte in latino, che evidenziano la fierezza di Genova, avrebbero bisogno di una traduzione in italiano posta al di sotto: “speremmu u ben”
Davvero sì, di Carlin Pescia e del suo lascito scrissi tempo fa in occasione del post dedicato al monumento alla sua mamma.
Bella la tua idea, speremmu! A presto, buona serata a te.
Cribbio cara Miss Fletcher, avevo smarrito la strada per arrivare a leggere i tuoi bei post. Ripristiniamo le sane abitudini. Che bello essere qui.
Un abbraccio e buona giornata, sperando che la pioggia intensa si plachi, lassù da voi.
Susanna
Oh eccoti Susanna, buongiorno a te, oggi qui splende il sole, un grande abbraccio!
sono sempre bellissime da vedere queste pagine storiche della nostra città, sembra che il tempo non sia mai passato leggendo questi ricordi storici.
E quanto è cambiato tutto attorno a noi!
Mi piacciono questi tufi nel passato. Grazie Miss 🙂
Uh anche a me, tantissimo, mia cara! Grazie ❤