L’edicola di Vico di Campo Pisano

È un’edicola ricca e finemente decorata, sulla sommità è così custodita dalla grazia gentile di piccoli angeli.

Come narrano gli storici Remondini, l’edicola di Vico di Campo Pisano ospitava un tempo un dipinto scuro raffigurante la Madonna con il Bambino.
Oggi non vi è più traccia di quell’immagine, scrive Riccardo Navone nel suo Viaggio nei caruggi che il dipinto semplicemente non è più distinguibile.

E tuttavia ritrovarsi in questo tratto di Vico di Campo Pisano ci offre l’opportunità di ulteriori scoperte.
Osservando l’edicola in questa prospettiva si nota un raggio di sole che filtra tra l’edificio giallo e quello rosso.
In quel punto, in tempo diverso dal nostro, si trovava Vico Chiuso del Cannone.

Ora guardiamo questi edifici da un diverso punto di vista, sono esattamente i due palazzi più a destra nella foto sottostante e dall’immagine si evince che chiaramente non c’è più traccia del piccolo Vico Chiuso del Cannone e di molti altri luoghi ormai scomparsi.

Così come è sparita l’antica Via Madre di Dio che brulicava di vita lì, sotto l’antico ponte di Carignano.

Un mondo da immaginare, osservando con gli occhi della fantasia e del rimpianto.

Lo sguardo ritrova comunque ancora la bella edicola.

E lì accanto, finestre aperte e panni stesi.

Una bellezza semplice in una parte dei nostri caruggi che resta tenacemente legata al suo passato e alla sua antica identità.
Queste strade custodiscono l’anima dei luoghi che non possiamo più percorrere, raccontano anche le vie e le piazzette che non ci sono più e che erano così simili a ciò che invece si è preservato.

E così il cielo chiaro di Genova ancora sovrasta le case antiche di Campo Pisano, le scale ripide, le edicole sacre e tutto ciò che evoca i nostri giorni lontani.

10 pensieri riguardo “L’edicola di Vico di Campo Pisano

  1. Miss, carinissimi i cherubini… di solito proteggono l’eden, ma questi purtroppo non sono riusciti a proteggere l’immagine…

  2. Grazie per questi angoli così perfettamente genovesi … ero troppo piccola quando via Madre di Dio è stata spianata per farci costruzioni orrende, ma ricordo il rimpianto di mia mamma

  3. Che meraviglia my Dear.Prosit a me reduce dal paradiso genovese.
    Ora ho visto con i miei occhi,ciò che vedo attraverso il tuo preziosissimo blog.
    Mi devo ancora riprendere dall’incantesimo!E’ proprio come dici tu,come ce lo mostri tu,mi mancavano le tue parole,i tuoi suggestivi racconti,ti ho pensato per sette giorni interi,ho pregato per te nella chiesa delle Vigne,della Madonnetta,davanti all’urna di P.Santo.Ho visto la chiesa di via Madre di Dio,di tutto ho conservato ricordo nel calendario dei miei occhi.
    Questo tuo articolo,è un tonfo al cuore,l’ho visto con i miei occhi.Ho chiuso gli occhi e ho immaginato il passato;mi è venuta in mente una frase scritta da uno studioso genovese:”non è bene disprezzare le cose del passato per fare posto alle cose moderne,perchè anche queste a loro tempo sono state cose nuove per il tempo del loro splendore,non solo,ma le cose nuove attuali non esisterebbero senza di loro”.Penso che abbia detto tutto.
    Grazie Dear Miss Fletcher perchè esisti,e fai esistere il passato che non c’è più.
    Con vera gratitudine Mauro

    1. Carissimo Mauro, grazie di cuore delle tue bellissime parole, mi hai fatto commuovere, sono contenta che hai scoperto e veduto con i tuoi occhi i posti a me cari, grata io a te di questo splendido racconto. Buon pomeriggio caro, a domani!

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