Théroigne de Méricourt, la belle liègeoise

Il suo vero nome è Anne-Josèphe Terwagne.
Théroigne de Méricourt, la belle liègeoise, la bella di Liegi, così era conosciuta a causa della sua prorompente venustà.
Figlia di un fattore, Théroigne fugge, fugge via dalla sua casa, alla volta dell’Inghilterra dove diverrà cantante.
Théroigne dai molti amanti, da cortigiana a donna che si erge sulle barricate, la ragazza di Liegi sente il prepotente richiamo della rivoluzione.
Parigi e le sedute dell’Assemblea Nazionale, Théroigne è sempre presente.
E sono giorni di fuoco e di sangue, viene il 1789 e la presa della Bastiglia.
E poi il 5 ottobre dello stesso anno, leggendario il ricordo di Théroigne de Méricourt in quel giorno a Versailles.
Ha 27 anni, è bella e fiera la ragazza di Liegi, cavalca un destriero scuro come la pece, indossa una giacca rossa e un copricapo di piume, ha due pistole e una sciabola, è l’immagine della Francia rivoluzionaria.
Insieme a Théroigne le donne del popolo di Parigi, è un evento epocale, marciano compatte verso Versailles per rivendicare i loro diritti, la loro voce reclama pane e giustizia, obbligheranno il Re e la sua famiglia a lasciare la reggia e a tornare nella capitale.
La sua parola aveva l’eloquenza del tumulto, così scrive di lei Alphonse de Lamartine.
La sua arma è la bellezza, la sua arte migliore è la retorica, con le parole sa trascinare chi la ascolta, a Parigi Théroigne apre salotto dove si ritrovano illustri personaggi quali Danton e Mirabeau.
Racconta Camille Desmoulins di un discorso che Théroigne tenne al Club dei Cordiglieri, la ragazza di Liegi, colei che non conosceva timori, sale sulla tribuna tra Danton e Marat e chiede che il Palazzo dell’Assemblea Nazionale sia costruito là dove sorgeva la Bastiglia, un luogo dal forte significato simbolico.
Altre vicende la attendono, torna a Liegi nel 1790, ma finisce nelle mani della polizia austriaca e in carcere in Tirolo con l’accusa di aver attentato alla vita della Regina Maria Antonietta.
Mancano le prove e dopo un anno la giovane viene scarcerata e così torna a Parigi, è il richiamo potente della Rivoluzione a trascinarla ancora in quella città.
Schierata dalla parte dei Girondini, Théroigne è tenace, passionale e caparbia, tenta persino di costituire un esercito di donne.
Il suo fervore le fa guadagnare soprannomi memorabili, la chiamano l’Amazone rouge e la furie de la Gironde.
La bella di Liegi ha un acerrimo rivale, è il giornalista François-Louis Suleau, un nemico degli ideali della Rivoluzione e autore di alcune articoli dai toni denigratori verso Théroigne.
E viene uno dei momenti più drammatici di quel tempo, nella notte tra il 9 e il 10 agosto 1792 una folla di popolo spinta dalla rabbia e dall’odio si muove come un’onda verso le Tuileries.
E quando vi giunge, al mattino, quell’orda armata di picche e bastoni si riversa in quelle sale, è una folla impazzita.
I nobili e i sostenitori del re vengono tratti in arresto, tra loro c’è anche Suleau.
Sarà un massacro, uno scempio di gole tagliate e lo storico Jules Michelet narra della ragazza di Liegi che inferocita e furente sferra un colpo mortale di sciabola sul suo nemico.
Una vita improntata sulla rivoluzione ma che negli ultimi anni diviene più moderata, un epilogo tragico quanto drammatico.
Théroigne non è nelle grazie di Robespierre, lui è un avversario temibile e lei lo sa bene, assapora l’amarezza quando un giorno, mentre sta ascoltando un discorso di lui, tenta di prendere la parola ma viene buttata fuori dalla sala.
E giunge la primavera del 1793.
Théroigne è sulla Terrazza dei Foglianti, parla, arringa la folla, la retorica è ancora il suo dono.
D’un tratto un gruppo di donne giacobine le si avventa contro.
La spogliano, la frustano, la colpiscono con una tale violenza da procurarle lesioni alla testa, derisa e umiliata la bella di Liegi crolla a terra priva di sensi, si dice che a soccorrerla fu lo stesso Marat.
Verrà condotta in un ospedale per poveri, il suo destino è ormai segnato.
L’amazzone di splendente bellezza a poco a poco scolora, lascia il posto a una donna che ha perso il senno e la padronanza di sé.
Trascorrerà 23 anni della sua vita nella pazzia, rinchiusa nei più cupi ospedali, per terminare i suoi giorni a La Salpêtrière, la bella di Liegi è ormai una creatura triste e cupa.
Lo storico Simon Schama delinea un ritratto tanto potente quanto vivido dei suoi ultimi anni.
Eccola Théroigne, siede a terra nella sua cella, ha il capo rasato ed è senza abiti addosso, è lei a rifiutarli malgrado il freddo pungente.
Inveisce ancora contro i nemici della rivoluzione, di tanto in tanto getta l’acqua gelata sul suo pagliericcio e quando esce in cortile beve dalle pozzanghere putride.
Inconsapevole ormai, perduta e priva della scintilla del pensiero.
Morì così, nel 1817, colei che si era distinta per il suo furore e per lo splendore della sua bellezza, la sua stella fulgida si spense ora dopo ora nella più buia delle notti.

20 pensieri su “Théroigne de Méricourt, la belle liègeoise

  1. Che vita avventurosa e che triste fine! Capisco sì, che non sia stato facile venirne a capo… A volte mi chiedo che donne saremmo state in quei periodi così inquieti, te lo domandi mai? Bacioni

    • E infatti è stato complicato, proprio per i tanti eventi del tempo, ma questo è per me uno dei periodi storici più interessanti.
      Anch’io mi pongo spesso la domanda che tu fai a te stessa e non so rispondermi, certo le storie di donne nella rivoluzione sono sempre significative.
      E io sono affezionata tanto a Maria Antonietta quanto a queste figure rivoluzionarie.
      Un abbraccio Vyv, grazie!

  2. grazie Miss di questo spaccato dell’epoca… con il tuo racconto hai oonorato il nome della bella di Liegi, ancora una volta la sua forza è emersa ed ha attraversato i secoli per giungere a noi!
    buon we

  3. Che storia triste.non ho ben capito però perché passa da un momento nel quel è osannata all’altro nel quale le donne le vanno contro. Forse dovrei ripassare la storia…Bello spaccato Miss.

  4. Quante donne hanno avuto una storia simile nei secoli, chi prova ad esprimere le proprie idee viene vituperata, schiacciata o fatta passar per pazza ancora oggi, nulla di nuovo sotto il sole, vedi le donne violentate, uccise, emarginate che anche quest’anno sono state protagoniste delle nostre cronache….

  5. A me l’articolo pare scritto impeccabilmente, ma questa non è una novità.
    Che altro volevi sapere?
    Quanto a lei, non era certo una che le mandava a dire, sei piaceva a Marat.
    Certo che l’unico denominatore comune di questi personaggi rivoluzionari rimane la fine tragica.
    La Rivoluzione alla fine ha inghiottito tutto.
    Buona serata Miss
    p.s. perché non scrivi un racconto ambientato a quel tempo? Magari anche breve per iniziare. Secondo me sarebbe meraviglioso e ti verrebbe benissimo.

  6. Ah però, che gran bella figura questa ragazza di Liegi! E che fine misera, povera donna… ma ora aspetto tu assecondi il suggerimento di Chagall, non mi stupirebbe leggere ancora qualcosa di piacevole ed accuratamente stilato!
    Un abbraccio e buona domenica pomeriggio (io vado a timbrare il cartellino dove tu sai)
    Susanna

    • Hai visto che storia, Susanna? Dai, proverò a scrivere una storia, certo che ambientandola in un periodo storico così complesso è proprio una sfida, come dicevo a Chagall.
      Un bacione cara Susa!

  7. Che storia incredibile e che figura straordinaria, tragica e debordante allo stesso tempo.
    Grazie, Miss per avercela ritratta con tratti così vividi!

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